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IntegritàPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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I termini ebraici relativi all’integrità (tom, tummàh, tam, tamìm) derivano da un termine che si riferisce a qualcosa di “completo” o “intero”. (Cfr. Le 25:30; Gsè 10:13; Pr 1:12). Tamìm è usato diverse volte per indicare sanità o completezza fisica e assenza di menomazioni, per esempio a proposito degli animali da offrire in sacrificio. (Eso 12:5; 29:1; Le 3:6) Ma più spesso questi termini descrivono sanità o completezza morale, irreprensibilità.
Quando si riferisce a Geova Dio, come nel descriverne l’attività e le opere, le vie, la conoscenza e la legge, tamìm è giustamente tradotto “perfetto”. (De 32:4; Gb 36:4; 37:16; Sl 18:30; 19:7) Tutte queste espressioni delle qualità divine manifestano una tale impareggiabile completezza e pienezza, sono così sane, senza difetto o macchia, da identificare chiaramente come loro Fonte l’unico vero Dio. — Ro 1:20; vedi PERFEZIONE.
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IntegritàPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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Ma i termini ebraici in questione descrivono soprattutto l’incrollabile devozione alla giustizia. L’uso e gli esempi biblici additano come cosa della massima importanza l’incrollabile devozione a una persona, Geova Dio, e a ogni suo proposito ed espressa volontà.
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