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Manoscritti della BibbiaPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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I manoscritti ebraici delle Scritture furono redatti con molta cura. A proposito del testo delle Scritture Ebraiche lo studioso W. H. Green ha osservato: “Si può affermare con sicurezza che nessun’altra opera antica ci è pervenuta in forma così accurata”. (J. P. Free, Archaeology and Bible History, 1964, p. 5) Frederic G. Kenyon, studioso di paleografia e filologia biblica, nell’introduzione a una sua opera in sette volumi fa questa rassicurante affermazione: “La prima e più importante conclusione tratta dall’esame di questi [papiri] è confortante in quanto confermano l’essenziale integrità dei testi esistenti. Né nell’Antico né nel Nuovo Testamento si notano varianti notevoli o sostanziali. Non ci sono omissioni importanti né aggiunte di brani, e neanche varianti che influiscano su fatti o dottrine essenziali. Le varianti del testo riguardano cose secondarie, come l’ordine dei vocaboli o il preciso vocabolo usato. . . . Ma la cosa veramente importante è la conferma, mediante prove più antiche di quelle sinora disponibili, dell’integrità dei testi a nostra disposizione. Sotto questo aspetto sono un’acquisizione di importanza storica”. — The Chester Beatty Biblical Papyri: Descriptions and Texts of Twelve Manuscripts on Papyrus of the Greek Bible, Londra, 1933, fascicolo I, introduzione generale, p. 15.
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Manoscritti della BibbiaPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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Secoli fa Gesù Cristo, “il testimone fedele e verace” (Ri 3:14), confermò ripetutamente e in modo risoluto la veracità delle Scritture Ebraiche, come fecero anche gli apostoli. (Lu 24:27, 44; Ro 15:4) Le antiche versioni o traduzioni esistenti sono un’ulteriore conferma dell’esattezza delle Scritture Ebraiche pervenuteci.
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