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Quanto è credibile il “Vecchio Testamento”?La Bibbia: Parola di Dio o dell’uomo?
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2 È così che il libro di Giosuè, il sesto libro delle Scritture Ebraiche, descrive la caduta di Gerico avvenuta circa 3.500 anni fa. Ma si tratta di un fatto realmente accaduto? Molti fautori della critica letteraria risponderebbero fiduciosi di no.a Essi asseriscono che il libro di Giosuè, insieme ai precedenti cinque libri della Bibbia, è composto di leggende messe per iscritto molti secoli dopo che i presunti avvenimenti si erano verificati.
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Quanto è credibile il “Vecchio Testamento”?La Bibbia: Parola di Dio o dell’uomo?
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Critica letteraria: è attendibile?
4-6. Quali sono alcune teorie di Wellhausen in fatto di critica letteraria?
4 La critica letteraria della Bibbia cominciò ad affermarsi durante i secoli XVIII e XIX. Nella seconda metà del XIX secolo il critico biblico tedesco Julius Wellhausen rese popolare la teoria secondo cui i primi sei libri della Bibbia, incluso Giosuè, sarebbero stati scritti nel V secolo a.E.V., circa mille anni dopo gli avvenimenti narrati. Egli affermava però che contenevano documenti redatti in precedenza.1 Questa teoria fu divulgata dall’11ª edizione dell’Encyclopædia Britannica, pubblicata nel 1911, che spiegava: “Genesi è un’opera postesilica composta da una fonte sacerdotale postesilica (P) e da fonti non sacerdotali più antiche che differiscono notevolmente da P in quanto a lingua, stile e punto di vista religioso”.
5 Wellhausen e i suoi seguaci consideravano tutta la storia narrata nella prima parte delle Scritture Ebraiche “non storia letterale, ma tradizioni popolari del passato”.2 I racconti più antichi erano visti come un semplice riflesso della successiva storia d’Israele. Per esempio, si affermava che l’inimicizia tra Esaù e Giacobbe non fosse un fatto realmente avvenuto, ma che riflettesse l’inimicizia esistente fra la nazione d’Israele e quella di Edom in epoca posteriore.
6 In armonia con tutto ciò, questi critici pensavano che Mosè non avesse mai ricevuto il comando di costruire l’arca del patto e che il tabernacolo, centro dell’adorazione israelita nel deserto, non fosse mai esistito. Credevano inoltre che l’autorità del sacerdozio aaronnico fosse stata stabilita appieno solo pochi anni prima della distruzione di Gerusalemme da parte dei babilonesi, distruzione che i critici credevano fosse avvenuta all’inizio del VI secolo a.E.V.
7, 8. Quali “prove” aveva Wellhausen per sostenere le sue teorie, ed erano fondate?
7 Quali “prove” avevano per sostenere queste idee? I critici asseriscono di poter dividere il testo dei primi libri della Bibbia in un certo numero di documenti diversi. Un principio basilare dal quale partono è il presupposto che, generalmente parlando, qualunque versetto biblico in cui ricorra da sola la parola ebraica corrispondente a Dio (’Elohìm) sia stato scritto da uno scrittore, mentre qualunque versetto si riferisca a Dio con il suo nome, Geova, dev’essere stato scritto da un altro, come se uno stesso scrittore non potesse usare entrambi i termini.4
8 In modo analogo, quando un avvenimento viene riportato più di una volta in un libro, è preso come una prova che siano state più persone a scriverlo, nonostante che l’antica letteratura semitica contenga altri esempi simili di ripetizione. Per di più si presume che ogni cambiamento di stile rappresenti un cambiamento di scrittore. Eppure anche gli scrittori moderni cambiano stile in momenti diversi della loro carriera, o quando trattano argomenti diversi.b
9-11. Quali sono alcuni notevoli punti deboli della moderna critica letteraria?
9 Queste teorie sono sostenute da prove autentiche? Niente affatto. Un commentatore ha osservato: “La critica, anche il genere migliore, è speculativa e sperimentale, qualcosa che è sempre soggetto ad essere riveduto o smentito e che dev’essere sostituito da qualcos’altro. È un esercizio intellettuale, suscettibile di tutti i dubbi e le congetture legati a esercizi del genere”.5 La critica letteraria della Bibbia, in particolare, è “speculativa e sperimentale” al massimo.
10 Gleason L. Archer jr. addita un’altra lacuna nel modo di ragionare della critica letteraria. Il problema, egli dice, è che “la scuola di Wellhausen partì dal mero presupposto (la cui fondatezza i suoi seguaci non si sono preoccupati molto di dimostrare) che la religione d’Israele fosse di origine puramente umana come qualunque altra, e che dovesse essere spiegata come un semplice prodotto dell’evoluzione”.6 In altre parole, Wellhausen e i suoi seguaci partirono dal presupposto che la Bibbia fosse solo la parola dell’uomo, e poi su ciò basarono i loro ragionamenti.
11 Nel 1909 la Jewish Encyclopedia rilevò altri due punti deboli nella teoria di Wellhausen: “Gli argomenti mediante cui Wellhausen ha ottenuto il consenso pressoché totale di tutta la critica biblica contemporanea si fondano su due ipotesi: prima, che il rituale diventa più elaborato con lo sviluppo della religione; seconda, che le fonti più antiche trattano necessariamente gli stadi più primitivi dello sviluppo rituale. La prima ipotesi è contraria alla testimonianza delle culture primitive, e la seconda non trova nessun sostegno nella testimonianza dei codici rituali come quelli dell’India”.
12. Fino a che punto la moderna critica letteraria è soddisfacente alla luce dell’archeologia?
12 C’è modo di verificare la critica letteraria per vedere se le sue teorie sono giuste o no? La Jewish Encyclopedia aggiungeva: “Le opinioni di Wellhausen si basano quasi esclusivamente sull’analisi testuale, e dovranno essere integrate da un’indagine alla luce dell’archeologia istituzionale”. L’archeologia tendeva col passar degli anni a confermare le teorie di Wellhausen? La New Encyclopædia Britannica risponde: “La critica archeologica tende a confermare, anche per quanto riguarda i periodi più antichi [della storia biblica], l’attendibilità dei relativi particolari storici e a ridimensionare la teoria secondo cui le narrazioni del Pentateuco [i racconti storici contenuti nei libri più antichi della Bibbia] non sarebbero che il riflesso di un periodo molto più tardo”.
13, 14. Perché nonostante le sue fragili basi la critica letteraria di Wellhausen è ancora estesamente accettata?
13 Considerata la sua fragilità, perché la critica letteraria è così popolare oggi fra gli intellettuali? Perché dice loro ciò che desiderano udire. Uno studioso del XIX secolo spiegò: “Personalmente ho accolto con piacere questo libro di Wellhausen quasi più di qualunque altro; infatti il problema scottante della storia del Vecchio Testamento mi è sembrato finalmente risolto in una maniera consona al principio dell’evoluzione dell’uomo che sono costretto ad applicare alla storia di ogni religione”.7 Evidentemente la critica letteraria si confaceva ai suoi pregiudizi di evoluzionista. E in effetti le due teorie servono a uno scopo simile. Proprio come l’evoluzione eliminerebbe il bisogno di credere in un Creatore, la critica letteraria di Wellhausen implicherebbe che non è necessario credere che la Bibbia fu ispirata da Dio.
14 In questo secolo razionalista l’ipotesi che la Bibbia sia non la parola di Dio ma dell’uomo appare plausibile agli intellettuali.c Per loro è molto più facile credere che le profezie siano state scritte dopo il loro adempimento che accettarle come autentiche. Preferiscono attribuire ai racconti biblici dei miracoli il carattere di miti, leggende o racconti popolari, anziché considerare la possibilità che siano fatti realmente accaduti. Ma questo punto di vista si basa sul pregiudizio e non fornisce nessuna valida ragione per non ritenere vera la Bibbia. La critica letteraria è gravemente lacunosa e il suo attacco alla Bibbia non ha dimostrato che essa non è la Parola di Dio.
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