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Si ottengono buoni risultati in Giava OccidentaleAnnuario dei Testimoni di Geova del 2016
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Tuttavia i fratelli erano determinati a portare avanti l’opera e fecero buon uso di una macchina da stampa che avevano ricevuto dall’Australia (Atti 4:20). Descrivendo una delle strategie che adottavano, Jean Deschamp raccontò: “Ogni volta che stampavamo un nuovo opuscolo o una nuova rivista dovevamo presentarne una copia alle autorità perché fosse approvata. All’inizio della settimana stampavamo la pubblicazione e la consegnavamo alle congregazioni, poi alla fine della settimana ne portavamo una copia all’ufficio del procuratore generale. Quando la pubblicazione veniva respinta, noi sconsolati scuotevamo la testa e poi correvamo a stampare la pubblicazione successiva”.
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Si stampa in un clima di tensione
Quando la seconda guerra mondiale travolse l’Europa, le spedizioni di pubblicazioni dai Paesi Bassi all’Indonesia cessarono. I fratelli, comunque, avevano previsto possibili difficoltà e prudentemente si erano organizzati perché le riviste fossero stampate a Jakarta da una ditta esterna. Il primo numero della rivista Consolazione (ora Svegliatevi!) in indonesiano uscì nel gennaio del 1939 e La Torre di Guardia in indonesiano uscì poco dopo. Poi i fratelli comprarono una piccola macchina da stampa e cominciarono a stampare le riviste per conto proprio. Nel 1940 ricevettero dall’Australia una macchina da stampa piana con la quale stamparono a proprie spese opuscoli e riviste in indonesiano e in olandese.
Al deposito di Jakarta arrivano le prime attrezzature per la tipografia
Infine, il 28 luglio 1941 le autorità vietarono tutte le pubblicazioni della Società. Jean Deschamp disse: “Una mattina stavo battendo a macchina in ufficio quando le porte si spalancarono ed entrarono tre agenti di polizia e un ufficiale superiore olandese in alta uniforme: medaglie, guanti bianchi, sciabola e cappello con le piume. Non fummo colti di sorpresa. Tre giorni prima eravamo stati informati che a breve le nostre pubblicazioni sarebbero state vietate. L’ufficiale vestito in pompa magna lesse un lungo proclama e poi chiese di essere portato alla tipografia per sigillare la nostra macchina da stampa. Mio marito gli disse che era arrivato troppo tardi. La macchina da stampa era stata venduta il giorno prima”.
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