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Influenza: le conoscenze attualiSvegliatevi! 2005 | 22 dicembre
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Potrebbe ripresentarsi?
Secondo molti esperti, la questione non è se un ceppo influenzale così aggressivo si ripresenterà, ma quando e come. Anzi alcuni sostengono che all’incirca ogni 11 anni scoppi un’epidemia influenzale di media entità e che ogni 30 anni ne scoppi una molto pericolosa. Stando a queste statistiche, l’umanità avrebbe già dovuto essere colpita da una nuova pandemia.
Nel 2003 una rivista medica riferiva: “Sono trascorsi 35 anni dall’ultima pandemia influenzale e, secondo i dati disponibili, il lasso di tempo più lungo tra una pandemia e la successiva è stato di 39 anni”. (Vaccine) L’articolo proseguiva: “Il virus di tipo pandemico potrebbe manifestarsi in Cina o in un paese vicino e potrebbe avere una struttura antigenica di superficie o fattori virulenti derivati da virus influenzali di animali”.
Secondo lo stesso articolo il virus “si diffonderà rapidamente in tutto il mondo. Ci saranno diverse ondate di influenza. La morbilità sarà elevata in ogni fascia di età e ci saranno estesi sconvolgimenti sociali ed economici in tutti i paesi. Il tasso di mortalità sarà particolarmente alto in quasi tutte, se non tutte, le fasce di età. È improbabile che il sistema sanitario, anche nei paesi più ricchi, riesca a soddisfare adeguatamente la domanda di cure mediche”.
Quanto è allarmante questo scenario? Lo scrittore John M. Barry, citato in precedenza, fa questa riflessione: “Un terrorista con un’arma nucleare è l’incubo di ogni uomo politico. Anche una nuova pandemia influenzale dovrebbe esserlo”.
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Perciò si ripropone l’inquietante domanda: ‘Potremmo trovarci in una situazione analoga a quella del 1918-19?’ Notate cosa afferma uno studio condotto da un importante istituto di ricerca con sede a Londra: “Sotto certi aspetti oggi le condizioni sono simili a quelle del 1918: grazie allo sviluppo dei trasporti c’è un enorme volume di viaggi internazionali, ci sono numerose zone di guerra con relativi problemi di malnutrizione e condizioni igieniche precarie, la popolazione mondiale è cresciuta fino a sei miliardi e mezzo di persone, e una fetta sempre più grande della popolazione vive in aree urbane con infrastrutture pessime per lo smaltimento dei rifiuti”. — National Institute for Medical Research.
Un autorevole esperto americano ha concluso: “In parole semplici, ogni anno che passa siamo più vicini alla prossima pandemia”.
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