-
Questa è la nostra eredità spirituale!La Torre di Guardia 2013 | 15 febbraio
-
-
Questa è la nostra eredità spirituale!
“Questa è l’eredità dei servi del Signore” (ISA. 54:17, Nuova Riveduta [NVR])
1. Cosa ha preservato Geova per il bene dell’umanità?
GEOVA, l’“Iddio vivente e permanente”, ha preservato il suo vivificante messaggio per l’umanità. È un messaggio che non verrà meno, perché “la parola di Geova dura per sempre” (1 Piet. 1:23-25). Siamo davvero grati che egli abbia amorevolmente fatto giungere fino a noi informazioni così preziose attraverso la sua Parola scritta, la Bibbia.
2. Cosa ha custodito Dio nella sua Parola così che i suoi servitori potessero usarlo?
2 Dio ha preservato nella sua Parola anche il nome che si è scelto, così che i suoi servitori potessero usarlo. Le Scritture menzionano per la prima volta “Geova Dio” quando narrano “la storia dei cieli e della terra” (Gen. 2:4). Il nome di Dio fu miracolosamente inciso diverse volte sulle tavolette di pietra contenenti i Dieci Comandamenti. Ad esempio il primo inizia così: “Io sono Geova tuo Dio” (Eso. 20:1-17). Il nome divino sopravvive grazie al fatto che il Sovrano Signore Geova lo ha preservato insieme alla sua Parola a dispetto di tutti gli sforzi di Satana per cancellare entrambi (Sal. 73:28).
3. Cosa ha preservato Dio nonostante le tenebre spirituali che avvolgono l’umanità?
3 Nella sua Parola, inoltre, Geova ha preservato la verità. Non smetteremo mai di ringraziarlo per averci donato luce e verità spirituale. (Leggi Salmo 43:3, 4.) Mentre l’umanità brancola nelle tenebre e nell’errore, noi continuiamo a camminare gioiosi nella luce che proviene da lui (1 Giov. 1:6, 7).
LA NOSTRA PREZIOSA EREDITÀ
4, 5. Quale privilegio speciale abbiamo dal 1931?
4 Noi cristiani abbiamo una preziosa eredità. Il termine “eredità” significa fra l’altro “retaggio di qualità morali, di tradizioni, di beni spirituali” (Grande Dizionario della Lingua Italiana, Battaglia) o “patrimonio spirituale trasmesso ai posteri” (Grande Dizionario Italiano dell’Uso, De Mauro). La nostra eredità spirituale include l’accurata conoscenza della Parola di Dio e il chiaro intendimento della verità su di lui e sui suoi propositi. Ma oltre a queste benedizioni c’è anche un privilegio speciale.
Fu una gioia adottare il nome Testimoni di Geova all’assemblea del 1931
5 Fu all’assemblea tenuta nel 1931 a Columbus, nell’Ohio, che tale privilegio entrò a far parte del nostro patrimonio spirituale. Sul programma stampato dell’assemblea comparivano le lettere “J” e “W”. Una sorella raccontò: “Si fecero diverse ipotesi su cosa volesse dire ‘JW’: Just Wait [aspettate], Just Watch [state a guardare], e poi quella giusta”. Fino ad allora ci eravamo chiamati Studenti Biblici, ma con la risoluzione di domenica 26 luglio 1931 adottammo il nome Testimoni di Geova [in inglese Jehovah’s Witnesses, da cui le iniziali “J” e “W”]. Ricevere questo nome scritturale fu emozionante. (Leggi Isaia 43:12.) “Non dimenticherò mai l’alto grido e l’applauso che fecero tremare quel luogo di adunanza”, ebbe a dire un fratello. Nessun altro aveva voluto tale nome; eppure da oltre 80 anni Dio benedice il fatto che noi lo portiamo. Essere suoi Testimoni è veramente un onore senza pari!
6. Quali informazioni accurate rientrano nella nostra eredità spirituale?
6 La nostra eredità spirituale comprende una gran quantità di accurate e preziose informazioni tramandate dal passato. Prendiamo il caso di Abraamo, Isacco e Giacobbe: nelle famiglie di questi patriarchi sicuramente si parlava di cosa fare per essere graditi a Geova. Forte di questo bagaglio, il giusto Giuseppe rifiutò di commettere immoralità sessuale per non “peccare realmente contro Dio” (Gen. 39:7-9). Anche i cristiani si tramandavano tradizioni oralmente o con l’esempio. È questo il caso delle informazioni che Paolo trasmise alle congregazioni circa il Pasto Serale del Signore (1 Cor. 11:2, 23). Ai nostri giorni, ciò che abbiamo bisogno di sapere per adorare Dio “con spirito e verità” si trova nella sua Parola scritta. (Leggi Giovanni 4:23, 24.) La Bibbia esiste per illuminare l’intera umanità, ma noi servitori di Geova l’apprezziamo in modo particolare.
7. Quale rincuorante promessa fa parte della nostra eredità spirituale?
7 Del nostro patrimonio spirituale, inoltre, fanno parte le molte vicende, narrate in anni recenti nelle pubblicazioni, che dimostrano come Geova sia ‘al nostro fianco’ (Sal. 118:7). Ne deriva una consapevolezza che ci fa sentire al sicuro anche quando siamo perseguitati. Tale eredità spirituale, sempre più ricca, include questa rincuorante promessa: “‘Qualsiasi arma formata contro di te non avrà successo, e qualsiasi lingua si levi contro di te in giudizio tu la condannerai. Questo è il possedimento ereditario [o eredità, NVR] dei servitori di Geova, e la loro giustizia viene da me’, è l’espressione di Geova” (Isa. 54:17). Nonostante tutte le “armi” che ha a disposizione, Satana non può farci del male in modo irrimediabile.
8. Cosa vedremo in questo e nel prossimo articolo?
8 Satana ha cercato di distruggere la Parola di Dio, eliminare il nome divino e annientare la verità. Tuttavia non può competere con Geova, che infatti ha frustrato tutti i suoi sforzi. In questo e nel prossimo articolo vedremo (1) come Dio ha custodito la sua Parola, (2) come ha preservato il suo nome e (3) in che modo provvede e preserva la verità di cui disponiamo.
GEOVA HA CUSTODITO LA SUA PAROLA
9-11. Quali esempi dimostrano che la Bibbia è sopravvissuta a numerosi attacchi?
9 Geova ha custodito la sua Parola a dispetto di tutti i tentativi fatti per distruggerla. A proposito delle traduzioni bibliche in volgare, un’enciclopedia afferma: “Il Concilio di Tolosa del 1229 ne proibì l’uso ai laici in occasione delle lotte contro gli albigesi e valdesi [...]; l’assemblea tenuta nel 1234 a Tarragona in Spagna sotto Giacomo I promulgò una proibizione analoga [...]. La Sede romana intervenne per la prima volta nel 1559, allorché l’Indice di Paolo IV proibì di stampare e detenere le B[ibbie] in volgare senza il permesso del S[ant’] Uffizio”.a
10 Nonostante i numerosi attacchi, la Bibbia è sopravvissuta. Intorno al 1382 John Wycliffe produsse insieme ai suoi collaboratori la prima traduzione della Bibbia in inglese. Un altro traduttore fu William Tyndale, che nel 1536 pagò con la vita questa sua attività. Legato a un palo, avrebbe gridato: “Signore, apri gli occhi al re d’Inghilterra”. Dopodiché fu strangolato e arso.
11 Nel 1535 fece la sua comparsa la traduzione inglese della Bibbia di Miles Coverdale. Questi basò la sua traduzione sui libri da Genesi a Cronache e sul “Nuovo Testamento” prodotti da Tyndale; altre parti delle Scritture le tradusse dal latino e dalla Bibbia tedesca di Lutero. Oggi la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture si fa apprezzare per la chiarezza, per la fedeltà ai testi originali e per l’utilità nel ministero. Siamo felici che nessuna potenza, demonica o umana, potrà mai impedire la sopravvivenza della Parola di Geova.
GEOVA HA PRESERVATO IL SUO NOME
Uomini come Tyndale diedero la vita per la Parola di Dio
12. Che ruolo ha avuto la Traduzione del Nuovo Mondo nella preservazione del nome divino?
12 Geova Dio ha fatto in modo che il suo nome non venisse completamente eliminato dalla sua Parola. In questo la Traduzione del Nuovo Mondo ha avuto un ruolo di primo piano. Nell’introduzione il comitato dei suoi devoti traduttori ha scritto: “La principale caratteristica di questa traduzione è il ripristino del nome divino al suo giusto posto nel testo italiano. Nel far questo si è usata la forma italiana comunemente accettata, ‘Geova’, 6.973 volte nelle Scritture Ebraiche e 237 volte nelle Scritture Greche Cristiane”. La Traduzione del Nuovo Mondo è attualmente disponibile, per intero o in parte, in oltre 116 lingue, e ne sono state stampate più di 178.545.862 copie.
13. Perché si può dire che il nome di Dio è noto agli esseri umani fin dalla loro creazione?
13 Il nome di Dio è noto agli esseri umani fin dalla loro creazione. Adamo ed Eva lo conoscevano, e sapevano esattamente come pronunciarlo. Quando Cam mancò di rispetto a suo padre Noè, questi disse: “Benedetto sia Geova, l’Iddio di Sem, e Canaan [figlio di Cam] divenga suo schiavo” (Gen. 4:1; 9:26). Dio stesso dichiarò: “Io sono Geova. Questo è il mio nome; e non darò a nessun altro la mia propria gloria”. Disse anche: “Io sono Geova, e non c’è nessun altro. Eccetto me, non c’è nessun Dio” (Isa. 42:8; 45:5). Geova ha fatto sì che il suo nome fosse preservato e fatto conoscere alle persone in tutto il mondo. È un grande onore usare il nome divino e servire Geova come suoi Testimoni! È come se gridassimo: “Alzeremo i nostri vessilli nel nome del nostro Dio” (Sal. 20:5).
14. Oltre che nella Bibbia, dove si può trovare il nome di Dio?
14 Il nome di Dio non compare soltanto nella Bibbia. Lo riporta, per esempio, la Stele moabita, scoperta a Dibon, una ventina di chilometri a est del Mar Morto. La stele menziona il re israelita Omri e fornisce un resoconto della ribellione dei moabiti contro Israele dal punto di vista del loro re, Mesa (1 Re 16:28; 2 Re 1:1; 3:4, 5). Ma il valore della Stele moabita sta nel fatto che vi compare il nome divino nella forma del Tetragramma. Anche le Lettere di Lachis, frammenti di terracotta rinvenuti in Israele, contengono più volte il Tetragramma.
15. Cos’è la Settanta, e perché fu prodotta?
15 I primi traduttori della Bibbia ebbero una parte nella preservazione del nome divino. Dopo l’esilio babilonese, durato dal 607 al 537 a.E.V., molti ebrei non tornarono in Giuda e Israele. Nel III secolo a.E.V. Alessandria, in Egitto, ospitava ormai una nutrita comunità ebraica che aveva bisogno di una traduzione delle Scritture Ebraiche in greco, all’epoca lingua internazionale. Tale versione, conosciuta come la Settanta, fu completata entro il II secolo a.E.V. In alcune copie riporta la forma ebraica del nome Geova.
16. Spiegate come un’opera del 1640 usava il nome divino.
16 Il nome divino si trova nel Bay Psalm Book, la prima opera letteraria prodotta nelle colonie inglesi d’America. Nella sua edizione originale, stampata nel 1640, contiene una traduzione dei Salmi dall’ebraico nell’inglese dell’epoca. Il nome di Dio compare in passi come Salmo 1:1, 2, dove si dice che l’“uomo benedetto” non cammina nel consiglio del malvagio, “ma nella legge di Iehovah è il suo vivo diletto”. Altre informazioni sul nome di Dio si trovano nell’opuscolo Il nome divino che durerà per sempre.
GEOVA HA PRESERVATO LA VERITÀ SPIRITUALE
17, 18. (a) Cosa si intende per “verità”? (b) In cosa consiste “la verità della buona notizia”?
17 Siamo felici di servire “Geova, Dio di verità” (Sal. 31:5). Secondo un dizionario, “verità” significa “fedeltà, conformità alla realtà delle cose e dei fatti; veridicità” (Il grande Italiano, Gabrielli). Nell’ebraico biblico il termine frequentemente reso “verità” si riferisce a qualcosa che è vero, degno di fiducia, fedele, fattuale. La parola greca per “verità” denota conformità ai fatti o a ciò che è giusto e appropriato.
18 Geova ha preservato la verità spirituale e ci ha reso sempre più disponibile la conoscenza d’essa (2 Giov. 1, 2). La nostra comprensione della verità migliora costantemente, poiché “il sentiero dei giusti è come la fulgida luce che risplende sempre più finché il giorno è fermamente stabilito” (Prov. 4:18). Non possiamo che dirci d’accordo con l’affermazione di Gesù: “La tua parola è verità” (Giov. 17:17). La Parola di Dio contiene “la verità della buona notizia”, cioè l’insieme degli insegnamenti cristiani (Gal. 2:14). Tra questi vi sono i fatti riguardanti il nome di Geova, la sua sovranità, il sacrificio di riscatto di Gesù, la risurrezione e il Regno. Vediamo perciò come Dio ha protetto la verità dai tentativi di Satana di annientarla.
SVENTATO UN ATTACCO ALLA VERITÀ
19, 20. Chi era Nimrod, e quale tentativo fallì ai suoi giorni?
19 Nell’epoca successiva al Diluvio era comune questo modo di dire: “Proprio come Nimrod potente cacciatore in opposizione a Geova” (Gen. 10:9). Dato che si opponeva a Geova Dio, Nimrod in effetti adorava Satana; era paragonabile a quegli oppositori ai quali Gesù disse: “Voi siete dal padre vostro il Diavolo e desiderate compiere i desideri del padre vostro. Egli [...] non si attenne alla verità” (Giov. 8:44).
20 I domini di Nimrod includevano Babele e altre città tra i fiumi Tigri ed Eufrate (Gen. 10:10). Fu forse per suo ordine che intorno al 2269 a.E.V. cominciò la costruzione di Babele e della sua torre. In contrasto con la volontà di Geova che l’umanità popolasse l’intera terra, i costruttori dissero: “Suvvia! Edifichiamoci una città e anche una torre con la sua cima nei cieli, e facciamoci un nome celebre, affinché non siamo dispersi su tutta la superficie della terra”. Tuttavia, dovettero abbandonare il loro piano quando Dio “[confuse] la lingua di tutta la terra” e li disperse (Gen. 11:1-4, 8, 9). Se questo era stato un tentativo di Satana per dare inizio a un’unica religione in cui tutti avrebbero adorato lui, la sua macchinazione fallì su tutta la linea. Nel corso della storia umana l’adorazione di Geova non è mai stata sopraffatta, e ora si diffonde sempre di più.
21, 22. (a) Perché la falsa religione non ha mai realmente minacciato la sopravvivenza della vera adorazione? (b) Cosa vedremo nel prossimo articolo?
21 La falsa religione non ha mai realmente minacciato la sopravvivenza della vera adorazione, perché il nostro grande Insegnante ha custodito la sua Parola scritta, ha fatto conoscere il suo nome al genere umano ed è stato la Fonte inesauribile di verità spirituale (Isa. 30:20, 21). Adorare Geova secondo verità ci dà gioia, ma richiede che rimaniamo spiritualmente desti, confidando pienamente in lui e seguendo la guida del suo spirito santo.
22 Il prossimo articolo spiegherà come si sono sviluppate alcune false dottrine, le quali, come vedremo, passate al vaglio delle Scritture, si sgretolano. Mostrerà poi come Geova, l’incomparabile Custode della verità, ci ha benedetto con i veri insegnamenti che fanno parte della nostra preziosa eredità spirituale.
a Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, 1949, Vol. II, coll. 1572-1573.
-
-
Apprezziamo la nostra eredità spirituale?La Torre di Guardia 2013 | 15 febbraio
-
-
Apprezziamo la nostra eredità spirituale?
Dio rivolse l’attenzione alle nazioni per trarne un popolo per il suo nome (ATTI 15:14)
1, 2. (a) Cos’era “la capanna di Davide”, e come sarebbe stata riedificata? (b) Chi sono oggi coloro che servono insieme Geova?
NEL corso di una storica adunanza tenuta dal corpo direttivo a Gerusalemme nel 49 E.V., il discepolo Giacomo disse: “Simeone [Pietro] ha narrato completamente come Dio per la prima volta rivolse l’attenzione alle nazioni per trarne un popolo per il suo nome. E con questo sono concordi le parole dei Profeti, come è scritto: ‘Dopo queste cose tornerò e riedificherò la capanna di Davide che è caduta; e riedificherò le sue rovine e la erigerò di nuovo, affinché quelli che rimangono degli uomini cerchino premurosamente Geova, insieme a persone di tutte le nazioni, persone che sono chiamate con il mio nome, dice Geova che fa queste cose, note dall’antichità’” (Atti 15:13-18).
2 “La capanna [o casa reale] di Davide” era caduta con la detronizzazione del re Sedechia (Amos 9:11). Ma sarebbe stata riedificata grazie a Gesù (discendente di Davide) che avrebbe regnato a tempo indefinito (Ezec. 21:27; Atti 2:29-36). Come fece notare Giacomo in quell’adunanza epocale, la profezia di Amos si stava adempiendo col radunamento di eredi del Regno sia ebrei che gentili. Oggi un rimanente di cristiani unti e milioni di “altre pecore” di Gesù dichiarano insieme la verità della Bibbia quali servitori di Geova (Giov. 10:16).
LA SFIDA DELL’ESILIO
3, 4. Come poté il popolo di Geova sopravvivere spiritualmente durante l’esilio babilonese?
3 Con la deportazione babilonese del popolo ebraico fu chiaro che “la capanna di Davide” era caduta. Babilonia era una roccaforte della falsa religione. Come poté dunque il popolo di Dio sopravvivere spiritualmente durante i 70 anni di esilio che andarono dal 607 al 537 a.E.V.? Nello stesso modo in cui oggi il popolo di Geova sopravvive in questo mondo sotto il controllo di Satana (1 Giov. 5:19). La ricca eredità spirituale di cui godiamo contribuisce alla nostra sopravvivenza.
4 Una parte del nostro patrimonio spirituale è costituita dalla Parola di Dio. Gli ebrei esiliati non avevano le Sacre Scritture per intero, ma avevano la Legge mosaica, compresi i Dieci Comandamenti, conoscevano i “canti di Sion”, ricordavano molti proverbi ispirati e avevano memoria delle imprese dei servitori di Geova di epoche passate. In quegli anni di esilio piansero spesso ripensando a Sion, e non dimenticarono Geova. (Leggi Salmo 137:1-6.) Questo li tenne spiritualmente in vita persino lì in Babilonia, con tutte le sue false dottrine e pratiche religiose.
LA TRINITÀ, UNA DOTTRINA MOLTO ANTICA
5. Quali triadi, o trinità, si veneravano nella religione babilonese ed egizia?
5 Un aspetto rilevante della religione babilonese era il culto di triadi di dèi. Una di queste triadi era composta da Sin (dio-luna), Shamash (dio-sole) e Ishtar (dea della fertilità e della guerra). Nella religione dell’antico Egitto non era insolito che un dio fosse raffigurato come sposato con una dea che gli dava un figlio; i tre formavano “una triade divina o trinità in cui il padre, fra l’altro, non sempre era il capo, ma si accontentava a volte del ruolo di principe consorte, mentre la divinità principale del luogo rimaneva la dea” (New Larousse Encyclopedia of Mythology). Una di queste triadi era formata dal dio Osiride, dalla dea Iside e dal loro figlio Horus.
6. Come definireste la Trinità? Cosa ci ha protetto da questo errore dottrinale?
6 Anche la cristianità ha la sua triade: la Trinità. Il clero insegna che il Padre, il Figlio e lo spirito santo sono un solo Dio. Dire che Dio è trino, però, rappresenta un affronto alla sua sovranità, perché in pratica lo riduce alla terza parte di una ipotetica deità. Il popolo di Geova è stato protetto da questa falsa dottrina grazie al fatto che crede alle seguenti parole ispirate: “Ascolta, o Israele: Geova nostro Dio è un solo Geova” (Deut. 6:4). Visto che Gesù stesso citò questo passo, come potrebbe un vero cristiano credere in qualcosa di diverso? (Mar. 12:29).
7. Perché una persona che crede nella Trinità non può battezzarsi in simbolo di una valida dedicazione a Dio?
7 La dottrina della Trinità è in aperto contrasto con le parole pronunciate da Gesù quando affidò ai suoi seguaci l’incarico di “[fare] discepoli di persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo” (Matt. 28:19). Chi vuole battezzarsi quale vero cristiano e testimone di Geova deve riconoscere la supremazia del Padre, Geova stesso, come pure la posizione e l’autorità del Figlio, Gesù. Deve inoltre credere che lo spirito santo è la forza attiva di Dio, e non il terzo elemento di una trinità (Gen. 1:2). Se una persona continuasse a credere nella Trinità non potrebbe battezzarsi in simbolo di una valida dedicazione a Geova Dio. Reputiamo davvero prezioso il patrimonio spirituale che ci ha protetto da simili dottrine che disonorano Dio!
SI FA STRADA LO SPIRITISMO
8. Che concetto avevano i babilonesi di divinità e demoni?
8 La religione babilonese era un proliferare di false dottrine, divinità, demoni e spiritismo. Un’enciclopedia biblica afferma: “Subito dopo gli dèi, in ordine di importanza nella religione bab[ilonese] venivano i demoni, i quali avevano il potere di tormentare gli uomini con molteplici malattie fisiche e mentali. Buona parte delle pratiche religiose era disperatamente volta a contrastare il potere di questi demoni; e agli dèi venivano continuamente rivolte preghiere per avere protezione” (The International Standard Bible Encyclopaedia).
9. (a) In che modo molti ebrei furono contaminati da false credenze? (b) Cosa ci impedisce di metterci volontariamente sotto l’influenza demonica?
9 Molti degli ebrei esuli in Babilonia furono contaminati da idee non scritturali. In seguito, con la diffusione del pensiero greco, in tanti si esposero al controllo demonico adottando l’idea che i demoni potessero essere sia buoni che cattivi. La nostra eredità spirituale ci impedisce di metterci volontariamente sotto l’influenza demonica, perché sappiamo che Dio condannò le pratiche spiritistiche babiloniche (Isa. 47:1, 12-15). E noi ci lasciamo guidare dal suo punto di vista sullo spiritismo. (Leggi Deuteronomio 18:10-12; Rivelazione 21:8.)
10. Cosa possiamo dire delle dottrine e delle pratiche di Babilonia la Grande?
10 Oggi anche i sostenitori di Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione, praticano lo spiritismo come facevano i babilonesi (Riv. 18:21-24). Un’opera di consultazione spiega: “Babilonia [la Grande] abbraccia più di un solo impero o una sola cultura. È caratterizzata più dalle prevalenti idolatrie che da confini geografici o temporali” (The Interpreter’s Dictionary of the Bible). Babilonia la Grande con il suo carico di spiritismo, idolatria e altri peccati è ancora in vita, ma non lo sarà ancora per molto. (Leggi Rivelazione 18:1-5.)
11. Quali avvertimenti contro lo spiritismo abbiamo pubblicato negli anni?
11 Geova dichiarò: “Non posso sopportare l’uso del potere magico” (Isa. 1:13). La pratica dello spiritismo godeva di largo credito nel XIX secolo. Pertanto La Torre di Guardia di Sion del maggio 1885 (inglese) affermava: “La credenza che i morti vivano in un’altra dimensione o condizione non è nulla di nuovo. Era comune anche nella religione degli antichi, ed era alla base di tutte le mitologie”. L’articolo aggiungeva che l’idea non scritturale che i morti possano comunicare con i vivi “ha mascherato e rafforzato l’inganno perpetrato dai ‘demoni’ che si presentano come gli spiriti disincarnati dei defunti. Essi si son serviti ben volentieri di questo stratagemma per nascondere la loro identità, riuscendo così a mantenere il controllo sulle menti e le vite di molti”. Simili avvertimenti si trovavano moltissimi anni fa nell’opuscolo What Say the Scriptures About Spiritism? (Cosa dicono le Scritture circa lo spiritismo?), e si trovano anche nelle nostre pubblicazioni più recenti.
ESISTE UN OLTRETOMBA IN CUI LE ANIME SOFFRONO?
12. In che modo, sotto ispirazione, Salomone descrisse la condizione dei morti?
12 “Tutti quelli che hanno conosciuto la verità” sanno rispondere a questa domanda (2 Giov. 1). Siamo senz’altro d’accordo con le parole di Salomone: “Un cane vivo è meglio che un leone morto. Poiché i viventi sono consci che moriranno; ma in quanto ai morti, non sono consci di nulla [...]. Tutto ciò che la tua mano trova da fare, fallo con la tua medesima potenza, poiché non c’è lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceol [la comune tomba del genere umano], il luogo al quale vai” (Eccl. 9:4, 5, 10).
13. In che modo la religione e la cultura greca influenzarono gli ebrei?
13 Gli ebrei avevano tutti gli elementi per conoscere la verità riguardo ai morti. Tuttavia quando l’impero greco fu diviso fra i generali di Alessandro Magno si tentò di unire Giuda e Siria promuovendo la religione greca e la cultura ellenistica. Di conseguenza, gli ebrei adottarono i falsi insegnamenti relativi all’immortalità dell’anima e all’esistenza di un oltretomba di tormenti. Ma non furono i greci a inventare l’immagine di un oltretomba pieno di anime sofferenti perché già i babilonesi descrivevano “l’aldilà [...] come un luogo pieno di orrori, [...] dominato da dèi e demoni potentissimi e spietati” (The Religion of Babylonia and Assyria). Già i babilonesi quindi credevano nell’immortalità dell’anima.
14. Cosa sapevano Giobbe e Abraamo della morte e della risurrezione?
14 Sebbene non disponesse delle Scritture, il giusto Giobbe conosceva la verità sulla condizione dei morti. Sapeva inoltre che, se fosse morto, Geova, il quale è un Dio amorevole, avrebbe desiderato fortemente di risuscitarlo (Giob. 14:13-15). Anche Abraamo credeva nella risurrezione. (Leggi Ebrei 11:17-19.) Visto che non si può risuscitare qualcuno che non può morire, quegli uomini devoti non credevano nell’immortalità dell’anima. Lo spirito di Dio senza dubbio aiutò Giobbe e Abraamo a capire la condizione dei morti e a riporre fede nella risurrezione. Anche queste verità costituiscono il nostro patrimonio spirituale.
“LA LIBERAZIONE MEDIANTE IL RISCATTO”, UNA VERITÀ FONDAMENTALE
15, 16. In che modo siamo stati liberati dal peccato e dalla morte?
15 Siamo grati a Dio per averci rivelato la verità riguardo al provvedimento da lui preso per liberarci dal peccato e dalla morte ereditati da Adamo (Rom. 5:12). Sappiamo infatti che Gesù “non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua anima come riscatto in cambio di molti” (Mar. 10:45). Siamo felici di conoscere la verità sulla “liberazione mediante il riscatto pagato da Cristo Gesù” (Rom. 3:22-24).
16 Gli ebrei e i gentili del I secolo dovevano pentirsi dei loro peccati ed esercitare fede nel sacrificio di riscatto di Gesù. In caso contrario non avrebbero potuto ottenere il perdono. Lo stesso vale oggi (Giov. 3:16, 36). Chi rimane legato a false dottrine come la Trinità e l’immortalità dell’anima non può avvalersi del riscatto. Noi invece possiamo, perché conosciamo la verità riguardo al Figlio di Dio, “mediante il quale abbiamo la nostra liberazione per riscatto, il perdono dei nostri peccati” (Col. 1:13, 14).
CONTINUIAMO A SERVIRE GEOVA
17, 18. Dove possiamo trovare utili informazioni sulla nostra storia, e come possiamo farne tesoro?
17 Ci sarebbe tanto altro da dire sulle verità che abbiamo fatto nostre, sulle esperienze vissute quali servitori di Dio e sulle benedizioni spirituali e materiali di cui godiamo. Da decenni leggiamo nei nostri Annuari gli entusiasmanti resoconti delle attività che svolgiamo in tutto il mondo. La nostra storia è stata narrata nei due video Fede all’opera e in pubblicazioni come I Testimoni di Geova, proclamatori del Regno di Dio. Inoltre le nostre riviste spesso pubblicano emozionanti racconti in prima persona di tanti cari fratelli e sorelle.
18 Nella giusta misura, esaminare la storia moderna dell’organizzazione di Geova ci è di beneficio, proprio come lo era per gli israeliti riflettere su come Dio li aveva liberati dal giogo egizio (Eso. 12:26, 27). Ormai avanti con gli anni e memore di tutte le meravigliose gesta di Dio che aveva visto di persona, Mosè esortò Israele dicendo: “Ricorda i giorni antichi, considerate gli anni passati di generazione in generazione; chiedilo a tuo padre, e te lo può raccontare; ai tuoi vecchi, e te lo possono dire” (Deut. 32:7). Tutti noi, “popolo e gregge del [suo] pascolo”, lodiamo Dio con gioia e parliamo ad altri dei suoi potenti atti (Sal. 79:13). Forti degli insegnamenti che traiamo dalla nostra storia, inoltre, guardiamo al futuro con la determinazione di continuare a servire Geova.
19. Dal momento che godiamo di luce spirituale, cosa dovremmo fare?
19 Ringraziamo Dio di averci dato luce spirituale invece di lasciarci vagare nelle tenebre! (Prov. 4:18, 19). Continuiamo perciò a studiare diligentemente la sua Parola e a parlare con zelo ad altri della verità, con lo spirito devoto del salmista che rivolse al Sovrano Signore Geova queste parole di lode: “Menzionerò la tua giustizia, la tua soltanto. O Dio, tu mi hai insegnato fin dalla mia giovinezza, e fino ad ora continuo ad annunciare le tue opere meravigliose. E anche fino alla vecchiaia e ai capelli grigi, o Dio, non mi lasciare, finché io annunci il tuo braccio alla generazione, a tutti quelli che devono venire, la tua potenza” (Sal. 71:16-18).
20. Quali questioni correlate sono in ballo, e qual è la vostra posizione al riguardo?
20 Quali servitori di Geova dedicati, comprendiamo le questioni correlate della sovranità divina e dell’integrità dell’uomo. Ecco perché proclamiamo l’innegabile verità che Geova è il Sovrano universale ed è degno della nostra assoluta devozione (Riv. 4:11). Inoltre, con il sostegno del suo spirito, siamo in grado di “annunciare la buona notizia ai mansueti”, “fasciare quelli che hanno il cuore rotto” e “confortare tutti quelli che fanno lutto” (Isa. 61:1, 2). Nonostante i tentativi di Satana di dominare il popolo di Dio e l’umanità intera — tentativi destinati a fallire — apprezziamo grandemente la nostra eredità spirituale e siamo decisi a mantenerci integri e a lodare ora e per sempre il Sovrano Signore Geova! (Leggi Salmo 26:11; 86:12.)
-