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Agiamo con fede per avere l’approvazione di DioLa Torre di Guardia (per lo studio) 2016 | Aprile
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I SACRIFICI FATTI DI CUORE DIMOSTRANO LA NOSTRA FEDE
11, 12. Quale promessa fece Iefte, e cosa significava?
11 Iefte era consapevole che per liberare Israele dagli ammoniti avrebbe avuto bisogno dell’aiuto di Dio. Promise a Geova che, se gli avesse concesso la vittoria, avrebbe offerto come “olocausto” la prima persona che sarebbe uscita dalla sua casa una volta tornato dalla battaglia (Giud. 11:30, 31). Ma cosa significava quell’offerta?
12 Geova detesta i sacrifici umani ed è evidente che Iefte non aveva intenzione di compiere un sacrificio del genere (Deut. 18:9, 10). Sotto la Legge mosaica un olocausto era un sacrificio completamente bruciato offerto per intero a Geova; è chiaro quindi che Iefte intendeva dedicare una persona all’esclusivo servizio a Dio. Quella persona avrebbe prestato servizio permanente presso il tabernacolo. Geova accettò le condizioni proposte da Iefte e lo benedisse con una schiacciante vittoria, permettendogli di sconfiggere e sottomettere gli avversari (Giud. 11:32, 33). Ma chi sarebbe stata la persona da offrire come “olocausto” a Dio?
13, 14. Cosa ci fanno capire le parole riportate in Giudici 11:35 riguardo alla fede di Iefte?
13 Torniamo alla scena descritta all’inizio dell’articolo. Quando Iefte ritorna dalla battaglia, la persona che gli va incontro è la sua amata figlia, l’unica che ha! Cosa farà Iefte davanti a questa prova? Manterrà la parola lasciando che sua figlia vada a servire al tabernacolo per il resto della sua vita?
14 Ancora una volta, per fare la scelta giusta Iefte si fece guidare dai princìpi divini. Forse rifletté sulle parole di Esodo 23:19, che esortavano il popolo a offrire di tutto cuore il meglio a Geova. La Legge indicava anche che quando un uomo faceva un voto doveva adempierlo. Infatti stabiliva: “Nel caso che un uomo faccia un voto a Geova [...] non deve violare la sua parola. Deve fare secondo tutto ciò che è uscito dalla sua bocca” (Num. 30:2). Come la fedele Anna, che visse probabilmente nello stesso periodo, Iefte avrebbe dovuto tener fede alla sua promessa, pur sapendo cosa avrebbe comportato sia per lui che per sua figlia. Non aveva altri figli: lei era la sua unica speranza di avere un discendente a cui trasmettere il suo nome e la sua eredità (Giud. 11:34). Comunque, Giudici 11:35 riporta queste parole di Iefte: “Ho aperto la mia bocca a Geova, e non posso tornare indietro”. La sua fedeltà gli costò moltissimo ma gli fece ottenere il favore di Dio e la sua benedizione. Noi cosa avremmo fatto al suo posto?
15. Che promessa hanno fatto molti di noi, e come possiamo dimostrare la nostra fede?
15 Quando abbiamo dedicato la nostra vita a Geova gli abbiamo promesso che avremmo fatto la sua volontà senza riserve. Sapevamo che per mantenere tale promessa avremmo dovuto dimostrare spirito di sacrificio. Ma come reagiamo quando ci viene chiesto di fare cose che almeno inizialmente non ci piacciono? Quando facciamo questo tipo di sacrifici e siamo disposti a servire Dio in modi che non troviamo facili o ci mettono a disagio, dimostriamo la nostra fede. Le benedizioni che ne derivano sono sempre molto più grandi di qualunque sacrificio, per quanto difficile possa essere (Mal. 3:10).
Come possiamo dimostrare una fede simile a quella di Iefte e di sua figlia? (Vedi i paragrafi 16 e 17)
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Agiamo con fede per avere l’approvazione di DioLa Torre di Guardia (per lo studio) 2016 | Aprile
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16. Come reagì la figlia di Iefte alla promessa fatta dal padre? (Vedi l’immagine iniziale.)
16 Per la figlia di Iefte non sarà stato facile accettare le conseguenze del voto fatto dal padre. Questo voto era diverso da quello con cui Anna aveva dedicato il figlio Samuele al servizio nel tabernacolo come nazireo (1 Sam. 1:11). Un nazireo poteva sposarsi e farsi una famiglia. La figlia di Iefte, invece, sarebbe stata offerta interamente a Geova come “olocausto”: avrebbe dovuto rinunciare alle gioie della famiglia (Giud. 11:37-40). In quanto figlia di un capo vittorioso di Israele, avrebbe potuto essere data in matrimonio all’uomo migliore di tutto il paese. Invece ora sarebbe diventata un’umile servitrice presso il tabernacolo. Come reagì la giovane donna? Dimostrò che per lei il servizio a Geova veniva prima di ogni altra cosa dicendo: “Padre mio, se hai aperto la bocca a Geova, fammi secondo ciò che è uscito dalla tua bocca” (Giud. 11:36). Sacrificò il suo legittimo desiderio di sposarsi e di avere figli per promuovere la vera adorazione. Come possiamo imitare il suo spirito di sacrificio?
17. (a) Come possiamo imitare la fede di Iefte e di sua figlia? (b) In che modo le parole di Ebrei 6:10-12 ci incoraggiano ad avere spirito di sacrificio?
17 Per servire Geova al meglio migliaia di giovani stanno facendo sacrifici rinunciando di buon grado a sposarsi o ad avere figli, almeno per il momento. Anche alcuni fratelli più avanti con gli anni forse stanno facendo dei sacrifici: impiegano parte del tempo che potrebbero passare con figli e nipoti per partecipare a progetti di costruzione o per frequentare la Scuola per evangelizzatori del Regno e servire dove c’è più bisogno. Altri fratelli mettono da parte faccende personali per partecipare alle campagne di predicazione nel periodo della Commemorazione. Questo servizio reso di tutto cuore rallegra profondamente Geova, che non dimentica le nostre opere e l’amore che gli mostriamo. (Leggi Ebrei 6:10-12.) Possiamo fare ulteriori sacrifici per servire Geova più pienamente?
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