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Gerusalemme, “la città del gran Re”La Torre di Guardia 1998 | 15 ottobre
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Gerusalemme, “la città del gran Re”
“Non giurate . . . per Gerusalemme, perché è la città del gran Re”. — MATTEO 5:34, 35.
1, 2. Cosa rende perplessi alcuni riguardo a Gerusalemme?
GERUSALEMME: basta il nome per suscitare profondi sentimenti in persone di varie religioni. Nessuno di noi infatti può ignorare questa città millenaria, così spesso menzionata nelle notizie. Purtroppo molte di esse indicano che non sempre Gerusalemme è un luogo di pace.
2 Questo fatto potrebbe lasciare perplessi alcuni lettori della Bibbia. Anticamente il nome abbreviato di Gerusalemme era Salem, che significa “pace”. (Genesi 14:18; Salmo 76:2; Ebrei 7:1, 2) Ci si potrebbe dunque chiedere: ‘Come mai negli ultimi decenni c’è stata così poca pace nella città che porta tale nome?’
3. Dove possiamo trovare informazioni attendibili su Gerusalemme?
3 Per rispondere a questa domanda dobbiamo andare molto a ritroso nella storia e apprendere qualcosa sulla Gerusalemme dell’antichità. Ma qualcuno potrebbe pensare: ‘Non ho il tempo per mettermi a studiare la storia antica’. Nondimeno conoscere bene la storia dell’antica Gerusalemme è importante per tutti noi. La Bibbia ne spiega la ragione dicendo: “Tutte le cose che furono scritte anteriormente furono scritte per nostra istruzione, affinché per mezzo della nostra perseveranza e per mezzo del conforto delle Scritture avessimo speranza”. (Romani 15:4) La conoscenza biblica di Gerusalemme può dare conforto e una speranza di pace, non solo per quella città ma per il mondo intero.
Sede del “trono di Geova”
4, 5. Che parte ebbe Davide nel far avere a Gerusalemme un ruolo chiave nell’adempimento del proposito di Dio?
4 Nell’XI secolo a.E.V. Gerusalemme divenne nota in tutto il mondo come capitale di una nazione pacifica e sicura. Per volontà di Geova Dio il giovane Davide fu unto re su quell’antica nazione, Israele. Essendo la sede del governo a Gerusalemme, si poté dire che Davide e i regnanti della sua dinastia sedevano sul “trono del regno di Geova” o sul “trono di Geova”. — 1 Cronache 28:5; 29:23.
5 Davide, israelita della tribù di Giuda e uomo timorato di Dio, conquistò Gerusalemme sconfiggendo gli idolatri gebusei. All’epoca la città occupava solo una collina chiamata Sion, ma quel nome divenne sinonimo di Gerusalemme. Col tempo Davide fece portare l’arca del patto fra Dio e Israele a Gerusalemme, dove venne collocata in una tenda. Anni prima Dio aveva parlato al profeta Mosè da una nuvola sovrastante quella sacra Arca. (Esodo 25:1, 21, 22; Levitico 16:2; 1 Cronache 15:1-3) L’Arca simboleggiava la presenza di Dio, perché Geova era il vero Re di Israele. In un duplice senso, quindi, si poteva dire che Geova Dio regnava dalla città di Gerusalemme.
6. Cosa promise Geova riguardo a Davide e a Gerusalemme?
6 Geova promise a Davide che il regno della sua dinastia, rappresentato da Sion, o Gerusalemme, non avrebbe avuto fine. Ciò significava che un discendente di Davide avrebbe ereditato il diritto di regnare per sempre quale Unto di Dio, il Messia o Cristo.a (Salmo 132:11-14; Luca 1:31-33) La Bibbia rivela pure che questo erede permanente al “trono di Geova” non avrebbe regnato solo su Gerusalemme, ma su tutte le nazioni. — Salmo 2:6-8; Daniele 7:13, 14.
7. In che modo Davide promosse la pura adorazione?
7 Ogni tentativo di detronizzare il re Davide, l’unto di Dio, risultò vano. Le nazioni nemiche invece vennero soggiogate e i confini della Terra Promessa furono estesi fin dove Dio aveva stabilito. Davide ne approfittò per promuovere la pura adorazione. E molti salmi di Davide esaltano Geova quale vero Re di Sion. — 2 Samuele 8:1-15; Salmo 9:1, 11; 24:1, 3, 7-10; 65:1, 2; 68:1, 24, 29; 110:1, 2; 122:1-4.
8, 9. Che espansione conobbe la vera adorazione a Gerusalemme durante il regno di Salomone?
8 Durante il regno di Salomone, figlio di Davide, l’adorazione di Geova raggiunse nuove vette. Salomone ampliò Gerusalemme verso nord in modo da includere il colle di Moria (l’area su cui sorge l’attuale Cupola della Roccia). Su questa altura più elevata ebbe il privilegio di edificare un magnifico tempio alla lode di Geova. L’arca del patto venne collocata nel Santissimo di quel tempio. — 1 Re 6:1-38.
9 La nazione di Israele viveva in pace perché sosteneva con tutto il cuore l’adorazione di Geova, che aveva il proprio centro a Gerusalemme. Nelle Scritture troviamo questa bella descrizione: “Giuda e Israele erano molti, come i granelli di sabbia che sono presso il mare per moltitudine, e mangiavano e bevevano e si rallegravano. . . . E la pace stessa fu [di Salomone] in ogni sua regione tutt’intorno. E Giuda e Israele continuarono a dimorare al sicuro, ognuno sotto la sua propria vite e sotto il suo proprio fico”. — 1 Re 4:20, 24, 25.
10, 11. Che conferme archeologiche abbiamo di ciò che dice la Bibbia riguardo a Gerusalemme sotto il regno di Salomone?
10 L’archeologia conferma questa descrizione della prosperità del regno di Salomone. Yohanan Aharoni afferma: “La ricchezza che confluiva nella corte reale da ogni parte e il fiorente commercio . . . portarono a una rapida e notevole rivoluzione in ogni aspetto della cultura materiale. . . . Il cambiamento . . . si nota non solo negli oggetti di lusso, ma anche e soprattutto nella ceramica. . . . La qualità della ceramica e la sua cottura migliorarono enormemente”. — The Archaeology of the Land of Israel.
11 Similmente Jerry M. Landay scrive: “Sotto Salomone la civiltà israelita fece più progressi in tre decenni di quanti ne avesse fatti nei due secoli precedenti. Negli strati salomonici troviamo i resti di costruzioni monumentali, grandi città dalle mura massicce, il proliferare di quartieri residenziali con le dimore degli abbienti ben costruite in gruppi, un salto di qualità nell’abilità tecnica dei vasai e nei loro processi di fabbricazione. Troviamo anche i resti di manufatti che rappresentano beni prodotti in luoghi molto distanti, segni di un florido commercio e scambio internazionale”. — The House of David.
Dalla pace alla desolazione
12, 13. Come mai a Gerusalemme non si continuò a promuovere la vera adorazione?
12 La pace e la prosperità di Gerusalemme, città in cui sorgeva il santuario di Geova, meritavano di essere oggetto di preghiera. Davide scrisse: “Chiedete la pace di Gerusalemme. Quelli che ti amano, o città, saranno liberi da ansie. La pace continui dentro il tuo bastione, la libertà dalle ansie dentro le tue torri di dimora. Per amore dei miei fratelli e dei miei compagni ora certamente parlerò: ‘Ci sia pace dentro di te’”. (Salmo 122:6-8) Salomone, pur avendo avuto il privilegio di edificare il magnifico tempio in quella città pacifica, col tempo sposò molte donne pagane. Nella sua vecchiaia esse lo spinsero a promuovere l’adorazione di falsi dèi di quel tempo. Quell’apostasia ebbe l’effetto di corrompere l’intera nazione, privando sia essa che il popolo della vera pace. — 1 Re 11:1-8; 14:21-24.
13 All’inizio del regno di Roboamo, figlio di Salomone, dieci tribù si ribellarono e diedero vita al regno settentrionale di Israele. A causa dell’adorazione degli idoli, Dio permise che quel regno venisse rovesciato dall’Assiria. (1 Re 12:16-30) Il regno meridionale di Giuda, formato di due tribù, continuò ad avere sede a Gerusalemme. Ma col tempo anch’esse si allontanarono dalla pura adorazione, per cui Geova lasciò che nel 607 a.E.V. la città ribelle venisse distrutta dai babilonesi. Per 70 anni gli ebrei languirono in esilio in Babilonia. Poi, per misericordia di Dio, poterono tornare a Gerusalemme e ristabilirvi la vera adorazione. — 2 Cronache 36:15-21.
14, 15. Che ruolo chiave tornò ad avere Gerusalemme dopo l’esilio babilonese, ma con quale differenza?
14 Dopo 70 anni di desolazione, gli edifici cadenti dovevano essere ricoperti dalle erbacce. Le mura di Gerusalemme erano in rovina, e là dove un tempo si ergevano le porte e le torri di sostegno c’erano ampie brecce. Eppure gli ebrei reduci dall’esilio si fecero coraggio. Costruirono un altare nel punto in cui prima sorgeva il tempio e cominciarono a offrire sacrifici quotidiani a Geova.
15 Era un inizio promettente, ma la Gerusalemme restaurata non sarebbe mai più stata la capitale di un regno retto da un discendente di Davide. Gli ebrei erano governati da un governatore nominato dai persiani, i conquistatori di Babilonia, e dovevano pagare loro le tasse. (Neemia 9:34-37) Tuttavia, benché “calpestata”, Gerusalemme era ancora l’unica città in tutta la terra che godeva dello speciale favore di Geova Dio. (Luca 21:24) Quale centro della pura adorazione, essa rappresentava anche il diritto di Dio di esercitare la sua sovranità sulla terra tramite un discendente del re Davide.
Opposizione dei vicini pagani
16. Perché gli ebrei che tornarono da Babilonia smisero di restaurare Gerusalemme?
16 Ben presto gli ebrei tornati a Gerusalemme dall’esilio posero le fondamenta di un nuovo tempio. Ma i popoli vicini, che praticavano la falsa religione, inviarono ad Artaserse re di Persia una lettera piena di calunnie, in cui sostenevano che gli ebrei si sarebbero ribellati. Per tutta risposta Artaserse ordinò di sospendere qualsiasi attività edilizia a Gerusalemme. Se foste vissuti allora in quella città, probabilmente vi sareste chiesti cosa le riservava il futuro. Così gli ebrei smisero di costruire il tempio e si dedicarono interamente alle proprie attività materiali. — Esdra 4:11-24; Aggeo 1:2-6.
17, 18. In che modo Geova fece sì che Gerusalemme venisse riedificata?
17 Circa 17 anni dopo il ritorno in patria, Dio suscitò i profeti Aggeo e Zaccaria per correggere la mentalità del suo popolo. Mossi a pentimento, gli ebrei ripresero la costruzione del tempio. Frattanto era salito al trono di Persia il re Dario, che fece verificare l’ordine emanato da Ciro di ricostruire il tempio di Gerusalemme. Dopo ciò Dario inviò una lettera a tutti i vicini degli ebrei, intimando loro di ‘starsene lontani da Gerusalemme’ e di dare un contributo finanziario dalla tassa del re per il completamento della ricostruzione. — Esdra 6:1-13.
18 Gli ebrei completarono il tempio nel 22º anno dal ritorno in patria. È comprensibile che quella storica impresa meritasse di essere celebrata con grande allegrezza. Eppure Gerusalemme e le mura in gran parte giacevano ancora in rovina. Così “ai giorni di Neemia il governatore e di Esdra il sacerdote, il copista”, si prestò alla città la necessaria attenzione. (Neemia 12:26, 27) Risulta che per la fine del V secolo a.E.V. Gerusalemme era stata completamente riedificata, divenendo una delle principali città del mondo antico.
Il Messia!
19. Cosa disse il Messia a conferma dello status esclusivo di Gerusalemme?
19 Ma facciamo un salto in avanti di alcuni secoli, fino a un avvenimento di importanza universale: la nascita di Gesù Cristo. L’angelo di Geova Dio aveva detto alla vergine che doveva divenire madre di Gesù: “Geova Dio gli darà il trono di Davide suo padre, . . . e del suo regno non ci sarà fine”. (Luca 1:32, 33) Anni dopo, Gesù pronunciò il famoso Sermone del Monte, nel quale diede incoraggiamento e consigli su molti argomenti. Per esempio, esortò gli ascoltatori ad adempiere i voti fatti a Dio, ma a stare attenti a non giurare per delle frivolezze. Disse: “Avete anche udito che fu detto agli antichi: ‘Non devi giurare senza adempiere, ma devi pagare a Geova i tuoi voti’. Ma io vi dico: Non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re”. (Matteo 5:33-35) È degno di nota che Gesù riconobbe lo status esclusivo che Gerusalemme aveva da secoli. Era “la città del gran Re”, Geova Dio.
20, 21. Quale voltafaccia fecero molti abitanti di Gerusalemme?
20 Verso la fine della sua vita terrena, Gesù si presentò agli abitanti di Gerusalemme in qualità di Re debitamente unto. In quella circostanza entusiasmante, molti gridarono con gioia: “Benedetto colui che viene nel nome di Geova! Benedetto il regno, che viene, del nostro padre Davide!” — Marco 11:1-10; Giovanni 12:12-15.
21 In meno di una settimana, però, le folle si lasciarono aizzare contro Gesù dai capi religiosi di Gerusalemme. Gesù avvertì che la città di Gerusalemme e l’intera nazione avrebbero perso la loro condizione di favore presso Dio. (Matteo 21:23, 33-45; 22:1-7) Per esempio, dichiarò: “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, . . . quante volte ho voluto radunare i tuoi figli, come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali! Ma voi non avete voluto. Ecco, la vostra casa vi è abbandonata”. (Matteo 23:37, 38) Alla Pasqua del 33 E.V. gli oppositori fecero ingiustamente mettere a morte Gesù fuori di Gerusalemme. Tuttavia Geova risuscitò il suo Unto e lo glorificò concedendogli la vita spirituale immortale nella Sion celeste, evento da cui tutti noi possiamo trarre beneficio. — Atti 2:32-36.
22. Dopo la morte di Gesù, che applicazione hanno molti riferimenti a Gerusalemme?
22 È chiaro che da allora in poi la maggioranza delle profezie non ancora adempiute relative a Sion, o Gerusalemme, si applicano a disposizioni celesti o agli unti seguaci di Gesù. (Salmo 2:6-8; 110:1-4; Isaia 2:2-4; 65:17, 18; Zaccaria 12:3; 14:12, 16, 17) Diversi riferimenti a “Gerusalemme” o “Sion” scritti dopo la morte di Gesù hanno chiaramente un significato simbolico e non si applicano alla città letterale né al luogo in cui sorge. (Galati 4:26; Ebrei 12:22; 1 Pietro 2:6; Rivelazione 3:12; 14:1; 21:2, 10) La prova definitiva che Gerusalemme non era più “la città del gran Re” si ebbe nel 70 E.V., quando fu distrutta dagli eserciti romani, come predetto da Daniele e da Gesù Cristo. (Daniele 9:26; Luca 19:41-44) Né gli scrittori biblici né Gesù stesso predissero che la Gerusalemme terrena avrebbe riottenuto lo speciale favore di Geova Dio di cui aveva goduto un tempo. — Galati 4:25; Ebrei 13:14.
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Gerusalemme è ‘al di sopra della vostra principale causa di allegrezza’?La Torre di Guardia 1998 | 15 ottobre
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Gerusalemme è ‘al di sopra della vostra principale causa di allegrezza’?
“Mi si attacchi la lingua al palato . . . se non facessi ascendere Gerusalemme al di sopra della mia principale causa di allegrezza”. — SALMO 137:6.
1. Che sentimenti provavano molti esuli ebrei verso la città scelta da Dio?
ERANO trascorsi quasi sette decenni da che i primi esuli ebrei erano tornati a Gerusalemme nel 537 a.E.V. Il tempio di Dio era stato ricostruito, ma la città giaceva ancora in rovina. Nel frattempo una nuova generazione era cresciuta in esilio. Senza dubbio molti di loro si sentivano come il salmista, che cantò: “Se io ti dimenticassi, o Gerusalemme, possa la mia destra dimenticare”. (Salmo 137:5) Alcuni non si limitavano a ricordare Gerusalemme: con le loro azioni dimostravano che era ascesa ‘al di sopra della loro principale causa di allegrezza’. — Salmo 137:6.
2. Chi era Esdra, e come fu benedetto?
2 Prendete, ad esempio, il sacerdote Esdra. Ancor prima di tornare in patria si era adoperato con zelo a favore della pura adorazione a Gerusalemme. (Esdra 7:6, 10) Fu riccamente benedetto per questo. Geova Dio spinse il cuore del re di Persia a concedere a Esdra il privilegio di ricondurre a Gerusalemme un secondo gruppo di esiliati. Per di più il re diede loro una grossa contribuzione sotto forma di oro e argento “per abbellire la casa di Geova”. — Esdra 7:21-27.
3. Come dimostrò Neemia che Gerusalemme era la cosa che gli stava più a cuore?
3 Circa 12 anni dopo, un altro ebreo, Neemia, agì in maniera decisa. Prestava servizio nel palazzo reale di Persia a Susan. Aveva una posizione di prestigio come coppiere del re Artaserse, ma non era quella ‘la sua principale causa di allegrezza’. Desiderava ardentemente tornare a Gerusalemme per ricostruirla. Per mesi Neemia pregò a questo riguardo e Geova Dio lo benedisse. Saputo cosa stava a cuore a Neemia, il re persiano gli diede una scorta militare e delle lettere che lo autorizzavano a ricostruire Gerusalemme. — Neemia 1:1–2:9.
4. Come possiamo dimostrare che l’adorazione di Geova è al di sopra di qualunque altra causa di allegrezza che potremmo avere?
4 Senza dubbio Esdra, Neemia e molti ebrei che collaborarono con loro dimostrarono che per loro l’adorazione di Geova, che aveva il proprio centro a Gerusalemme, era più importante di qualsiasi altra cosa, che era ‘al di sopra della loro principale causa di allegrezza’, cioè al di sopra di qualunque altra cosa di cui potessero rallegrarsi. Di che incoraggiamento sono essi per tutti coloro che oggi considerano allo stesso modo Geova, la sua adorazione e l’organizzazione diretta dal suo spirito! Può dirsi questo di voi? Dimostrate con la vostra perseveranza nel compiere opere di santa devozione che il privilegio di adorare Geova con il suo popolo dedicato è la vostra principale causa di allegrezza? (2 Pietro 3:11) Come ulteriore incoraggiamento in tal senso, consideriamo gli eccellenti risultati del viaggio di Esdra a Gerusalemme.
Benedizioni e responsabilità
5. Quali ricche benedizioni ricevettero gli abitanti di Giuda ai giorni di Esdra?
5 Il gruppo di circa 6.000 esuli che tornò insieme a Esdra portò contribuzioni sotto forma di oro e argento per il tempio di Geova. Al valore attuale, quelle contribuzioni ammonterebbero a oltre 60 miliardi di lire. Era circa sette volte di più dell’oro e dell’argento che erano riusciti a portare i primi reduci dall’esilio. Come dovettero essere grati a Geova gli abitanti di Gerusalemme e di Giuda per tutto l’aiuto che ricevettero sotto forma di risorse umane ed economiche! Ma le ricche benedizioni di Dio comportano anche delle responsabilità. — Luca 12:48.
6. Tornato in patria, cosa scoprì Esdra, e come reagì?
6 Ben presto Esdra scoprì che molti ebrei, fra cui alcuni sacerdoti e anziani, avevano violato la Legge di Dio sposando donne pagane. (Deuteronomio 7:3, 4) Giustamente fu molto addolorato da quella violazione del patto della Legge di Dio. “Appena udii questa cosa mi strappai la veste e il manto senza maniche, . . . e sedevo attonito”. (Esdra 9:3) Poi, alla presenza degli israeliti in ansia, Esdra aprì il suo cuore a Geova in preghiera. Facendosi udire da tutti, ricordò i passati atti di disubbidienza commessi da Israele e l’avvertimento divino su ciò che sarebbe accaduto se avessero contratto matrimoni con i pagani che abitavano nel paese. E concluse: “O Geova, Dio d’Israele, tu sei giusto, poiché noi siamo restati quale popolo scampato come in questo giorno. Ecco, siamo dinanzi a te nella nostra colpa, poiché è impossibile stare dinanzi a te a causa di ciò”. — Esdra 9:14, 15.
7. (a) Che eccellente esempio diede Esdra nell’affrontare quella trasgressione? (b) Come reagirono i colpevoli ai giorni di Esdra?
7 Esdra usò l’espressione “noi”. Sì, incluse se stesso benché personalmente non fosse colpevole. Il suo profondo dolore e la sua umile preghiera toccarono il cuore del popolo e lo spinsero a compiere opere degne di pentimento. Gli israeliti stessi proposero una soluzione dolorosa: tutti quelli che avevano violato la Legge di Dio avrebbero rimandato le rispettive mogli nel loro paese, insieme ai figli avuti da loro. Esdra acconsentì e incoraggiò i colpevoli a farlo. Con l’autorità conferitagli dal re di Persia, Esdra aveva la facoltà di mettere a morte tutti i trasgressori della legge o di bandirli da Gerusalemme e da Giuda. (Esdra 7:12, 26) Ma sembra che non abbia avuto necessità di avvalersene. “Tutta la congregazione” disse: “Ci spetta di fare esattamente secondo la tua parola”. Inoltre confessarono: “Noi ci siamo ribellati in grande misura in questa faccenda”. (Esdra 10:11-13) Nel capitolo 10 di Esdra sono elencati per nome 111 uomini che misero in atto la decisione presa congedando le mogli straniere e i figli avuti da loro.
8. Perché l’azione drastica di mandare via le mogli straniere era nell’interesse di tutta l’umanità?
8 Questa azione non era solo nell’interesse di Israele, ma di tutta l’umanità. Se non fosse stato fatto nulla per correggere la situazione, gli israeliti avrebbero rischiato di essere assimilati dalle nazioni circostanti. In tal caso la linea di discendenza che doveva portare al Seme promesso per la benedizione di tutto il genere umano sarebbe stata contaminata. (Genesi 3:15; 22:18) Sarebbe stato difficile stabilire l’identità del Seme promesso quale discendente del re Davide, della tribù di Giuda. Circa 12 anni dopo, si prestò di nuovo attenzione a questa questione di importanza vitale quando “il seme d’Israele si separava da tutti gli stranieri”. — Neemia 9:1, 2; 10:29, 30.
9. Quale buon consiglio dà la Bibbia ai cristiani che hanno il coniuge incredulo?
9 Cosa possono imparare da questo racconto gli odierni servitori di Geova? In effetti i cristiani non sono sotto il patto della Legge. (2 Corinti 3:14) Ubbidiscono alla “legge del Cristo”. (Galati 6:2) Per questo al cristiano che ha il coniuge incredulo Paolo consiglia: “Se un fratello ha la moglie incredula, ed essa acconsente a dimorare con lui, non la lasci”. (1 Corinti 7:12) Inoltre i cristiani sposati con increduli sono scritturalmente tenuti a operare per la riuscita del loro matrimonio. (1 Pietro 3:1, 2) Spesso l’ubbidienza a questo buon consiglio è stata benedetta nel senso che il coniuge incredulo ha cambiato opinione sulla vera adorazione. Alcuni sono addirittura diventati fedeli cristiani battezzati. — 1 Corinti 7:16.
10. Che lezione possono trarre i cristiani dai 111 israeliti che mandarono via le mogli straniere?
10 Nondimeno il caso degli israeliti che mandarono via le mogli straniere è un’ottima lezione per i cristiani non sposati: non dovrebbero cominciare a fare la corte a persone del sesso opposto che non sono credenti. Evitare una relazione del genere può essere difficile, anche doloroso, ma è la scelta migliore per continuare ad avere la benedizione di Dio. Ai cristiani è comandato: “Non siate inegualmente aggiogati con gli increduli”. (2 Corinti 6:14) Qualsiasi cristiano che intende sposarsi dovrebbe cercare un coniuge fra i veri compagni di fede. — 1 Corinti 7:39.
11. Come quegli israeliti, in che modo possiamo essere messi alla prova per quanto riguarda la nostra principale causa di allegrezza?
11 Ci sono molti altri campi in cui i cristiani hanno fatto dei cambiamenti quando è stato fatto loro notare che stavano andando in una direzione antiscritturale. (Galati 6:1) Di tanto in tanto questa rivista ha indicato dei comportamenti antiscritturali che avrebbero impedito a una persona di rimanere nell’organizzazione di Dio. Per esempio, nel 1973 il popolo di Geova comprese pienamente che l’uso di droga e il vizio del tabacco sono peccati gravi. Per seguire una condotta santa occorre ‘purificarsi da ogni contaminazione di carne e di spirito’. (2 Corinti 7:1) Diversi presero a cuore questo consiglio biblico: furono disposti a sopportare i sintomi di astinenza pur di continuare a far parte del puro popolo di Dio. Sono state date chiare istruzioni scritturali anche per quanto riguarda il sesso, l’abbigliamento, l’acconciatura e lo scegliere saggiamente il lavoro, lo svago e la musica. Qualunque principio scritturale venga portato alla nostra attenzione, vogliamo lasciarci prontamente ‘ristabilire’, come fecero i 111 israeliti. (2 Corinti 13:11) Dimostreremo così che il privilegio di adorare Geova insieme al suo santo popolo ‘ascende al di sopra della nostra principale causa di allegrezza’.
12. Cosa accadde nel 455 a.E.V.?
12 Dopo aver riferito l’episodio delle mogli straniere, la Bibbia non ci dice cosa accadde a Gerusalemme nei successivi 12 anni. Senza dubbio le nazioni vicine divennero più ostili a causa dello scioglimento di molte alleanze matrimoniali. Nel 455 a.E.V. Neemia arrivò a Gerusalemme con una scorta militare. Era stato nominato governatore di Giuda e portava con sé lettere del re di Persia che lo autorizzavano a ricostruire la città. — Neemia 2:9, 10; 5:14.
Opposizione dei vicini invidiosi
13. Che atteggiamento manifestarono i vicini degli ebrei che praticavano la falsa religione, e come reagì Neemia?
13 Le popolazioni vicine, che praticavano la falsa religione, si opposero allo scopo per cui era venuto Neemia. I loro capi lo minacciarono dicendo: “Vi ribellate contro il re?” Dimostrando fede in Geova, Neemia rispose: “L’Iddio dei cieli è Colui che ci concederà successo, e noi stessi, suoi servitori, ci leveremo, e dobbiamo edificare; ma voi stessi non avete nessuna parte, né diritto, né memoriale a Gerusalemme”. (Neemia 2:19, 20) Quando iniziarono i lavori di riparazione delle mura, gli stessi nemici schernirono i costruttori dicendo: ‘Che cosa fanno i deboli giudei? Faranno rivivere le pietre dai mucchi di rifiuti polverosi? Se una volpe salisse contro di esso, certamente demolirebbe il loro muro di pietre’. Anziché rispondere a quelle osservazioni, Neemia pregò: “Odi, o Dio nostro, poiché siamo divenuti oggetto di disprezzo; e fa ricadere il loro biasimo sulla loro propria testa”. (Neemia 4:2-4) Neemia diede continuamente questo eccellente esempio di fiducia in Geova! — Neemia 6:14; 13:14.
14, 15. (a) Come fronteggiò Neemia la minaccia dei nemici di ricorrere alla violenza? (b) In che modo i testimoni di Geova sono riusciti a continuare la loro opera di edificazione spirituale nonostante l’accanita opposizione?
14 Nell’assolvere il loro importante incarico di predicare, anche i testimoni di Geova odierni confidano in Dio. Gli oppositori cercano di ostacolare quest’opera schernendoli. A volte persone interessate al messaggio del Regno non fanno progresso perché non ce la fanno a sopportare gli scherni. Quando non riescono con gli scherni, gli oppositori possono adirarsi e minacciare di ricorrere alla violenza. Questo è ciò che dovettero affrontare i costruttori delle mura di Gerusalemme. Ma Neemia non si lasciò intimidire. Armò i costruttori nell’eventualità di un attacco nemico e rafforzò la loro fede dicendo: “Non abbiate timore a causa d’essi. Ricordatevi di Geova grande e tremendo; e combattete per i vostri fratelli, per i vostri figli e per le vostre figlie, per le vostre mogli e per le vostre case”. — Neemia 4:13, 14.
15 Come ai giorni di Neemia, ai testimoni di Geova è stato fornito il necessario per continuare l’opera di edificazione spirituale nonostante l’accanita opposizione. “Lo schiavo fedele e discreto” ha provveduto ai servitori di Dio cibo spirituale che rafforza la loro fede e permette loro di essere produttivi anche dove l’opera è al bando. (Matteo 24:45) Perciò Geova ha continuato a benedire il suo popolo facendolo aumentare in tutta la terra. — Isaia 60:22.
Problemi interni
16. Quali problemi interni minacciavano lo spirito dei costruttori delle mura di Gerusalemme?
16 Man mano che la ricostruzione delle mura di Gerusalemme andava avanti, il compito si faceva più arduo. Fu allora che venne alla luce un problema che minava lo spirito dei costruttori che lottavano contro l’opposizione. Per la carenza di generi alimentari, alcuni ebrei avevano difficoltà a provvedere il cibo alla famiglia e a pagare le tasse al governo persiano. Gli ebrei ricchi prestavano loro cibo e denaro. Contrariamente a quanto stabilito dalla Legge di Dio, però, gli israeliti poveri dovevano dare in pegno le loro terre e i loro figli come garanzia che avrebbero restituito il denaro con gli interessi. (Esodo 22:25; Levitico 25:35-37; Neemia 4:6, 10; 5:1-5) Adesso i creditori minacciavano di prendersi le loro terre e di costringerli a vendere i loro figli come schiavi. Di fronte a questo atteggiamento poco amorevole e materialista Neemia andò su tutte le furie. Agì prontamente affinché Geova continuasse a benedire la ricostruzione delle mura di Gerusalemme.
17. Cosa fece Neemia affinché Geova continuasse a benedire i lavori di ricostruzione, e con quale risultato?
17 Fu indetta “una grande assemblea” e Neemia spiegò chiaramente agli israeliti ricchi che Geova non approvava il loro comportamento. Poi fece appello ai colpevoli, fra cui c’erano dei sacerdoti, perché restituissero tutti gli interessi che avevano preso e le terre che avevano illegalmente sottratto a coloro che non potevano pagare gli interessi. Lodevolmente i colpevoli dissero: “Faremo la restituzione, e da loro non richiederemo nulla. Faremo esattamente come tu dici”. Non lo dissero solo a parole, perché la Bibbia riferisce che “il popolo faceva secondo questa parola” di Neemia. E tutta la congregazione lodò Geova. — Neemia 5:7-13.
18. I testimoni di Geova sono ben noti per quale spirito?
18 Che dire dei nostri giorni? Lungi dall’essere degli sfruttatori, i testimoni di Geova sono ben noti per il loro spirito generoso nei confronti dei compagni di fede e di altre persone colpite da avversità. Come ai giorni di Neemia, questo ha dato luogo a molte espressioni di gratitudine e di lode nei confronti di Geova. Al tempo stesso però “lo schiavo fedele e discreto” ha ritenuto opportuno dare consigli scritturali su questioni d’affari e sulla necessità di evitare l’avidità e lo sfruttamento. In certi paesi è comune chiedere un esorbitante “prezzo della sposa”, ma la Bibbia avverte chiaramente che gli avidi e i rapaci non erediteranno il Regno di Dio. (1 Corinti 6:9, 10) La reazione positiva della maggioranza dei cristiani a tali consigli ci ricorda quella degli antichi ebrei che capirono che era peccato sfruttare i fratelli poveri.
Completate le mura di Gerusalemme
19, 20. (a) Che effetto ebbe sugli oppositori religiosi il completamento delle mura di Gerusalemme? (b) Che vittoria hanno riportato i testimoni di Geova in molti paesi?
19 Nonostante l’opposizione, le mura di Gerusalemme furono completate in 52 giorni. Che effetto ebbe questo sugli oppositori? Neemia dice: “Appena tutti i nostri nemici lo udirono e tutte le nazioni che ci stavano intorno lo vedevano, subito si sentirono molto avviliti ai propri occhi, e seppero che quest’opera era stata fatta dal nostro Dio”. — Neemia 6:16.
20 Oggi gli avversari continuano a opporsi all’opera di Dio in vari modi e luoghi. Tuttavia milioni di persone hanno visto che è inutile opporsi ai testimoni di Geova. Prendete, ad esempio, i tentativi fatti in passato per mettere fine all’opera di predicazione nella Germania nazista, nell’Europa orientale e in molti paesi dell’Africa. Sono tutti falliti e ora molti riconoscono che ‘quest’opera è fatta dal nostro Dio’. Che ricompensa per coloro che in tali paesi sono rimasti fedeli e hanno fatto ‘ascendere [l’adorazione di Geova] al di sopra della loro principale causa di allegrezza’!
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Una Gerusalemme all’altezza del suo nomeLa Torre di Guardia 1998 | 15 ottobre
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3. Quanti anni passano prima che si parli di nuovo di Esdra, e in quali circostanze lo ritroviamo?
3 La Bibbia non dice dove fosse Esdra nei 12 anni intercorsi fra la sua visita a Gerusalemme e l’arrivo di Neemia in città. La precaria condizione spirituale della nazione durante quel periodo fa pensare che Esdra fosse assente. Lo ritroviamo però a prestare fedelmente servizio a Gerusalemme come sacerdote subito dopo la ricostruzione delle mura cittadine.
Un meraviglioso giorno di assemblea
4. Cosa c’era di particolare nel primo giorno del settimo mese del calendario israelita?
4 Le mura di Gerusalemme furono completate giusto in tempo per l’importante mese festivo di tishri, settimo mese del calendario religioso di Israele. Il primo giorno di tishri era una speciale festa di novilunio detta festa dello squillo di tromba. Quel giorno i sacerdoti suonavano le trombe mentre venivano offerti sacrifici a Geova. (Numeri 10:10; 29:1) Era un giorno che preparava gli israeliti per l’annuale giorno di espiazione, che cadeva il 10 di tishri, e per la gioiosa festa della raccolta, che andava dal 15º al 21º giorno dello stesso mese.
5. (a) In che modo Esdra e Neemia impiegarono il “primo giorno del settimo mese”? (b) Perché gli israeliti si misero a piangere?
5 “Il primo giorno del settimo mese”, “tutto il popolo” si radunò, probabilmente dietro incoraggiamento di Neemia e di Esdra. C’erano uomini, donne e “tutti quelli abbastanza intelligenti da ascoltare”. Perciò anche i bambini erano presenti e attenti mentre Esdra leggeva la Legge sul podio “dall’alba fino a mezzogiorno”. (Neemia 8:1-4) A intervalli regolari i leviti aiutavano il popolo a comprendere ciò che veniva letto. Gli israeliti scoppiarono in lacrime allorché si resero conto di quanto essi e i loro antenati fossero venuti meno riguardo all’ubbidire alla Legge di Dio. — Neemia 8:5-9.
6, 7. Cosa possono imparare i cristiani da ciò che fece Neemia affinché gli israeliti smettessero di piangere?
6 Ma quella non era un’occasione per piangere e fare cordoglio. Era una festa, e avevano appena finito di ricostruire le mura di Gerusalemme. Perciò Neemia li aiutò ad avere il giusto spirito dicendo: “Andate, mangiate le cose grasse e bevete le cose dolci, e mandate porzioni a colui per il quale non è stato preparato nulla; poiché questo giorno è santo al nostro Signore, e non vi contristate, poiché la gioia di Geova è la vostra fortezza”. Ubbidientemente “tutto il popolo se ne andò . . . a mangiare e a bere e a mandare porzioni e a darsi a grande allegrezza, poiché avevano compreso le parole che erano state loro rese note”. — Neemia 8:10-12.
7 Gli odierni servitori di Dio possono imparare molto da questo episodio. Quelli che hanno il privilegio di svolgere parti alle adunanze e alle assemblee dovrebbero tenere presente quanto indicato sopra. Oltre a provvedere i consigli correttivi che a volte sono necessari, alle adunanze e alle assemblee si dà risalto ai benefìci e alle benedizioni derivanti dall’osservare le norme di Dio. I presenti vengono lodati per le buone opere che compiono e vengono incoraggiati a perseverare. Dopo le adunanze e le assemblee i servitori di Dio dovrebbero tornare a casa con il cuore pieno di gioia per l’edificante istruzione ricevuta dalla Parola di Dio. — Ebrei 10:24, 25.
Un altro raduno gioioso
8, 9. Quale adunanza speciale si tenne il secondo giorno del settimo mese, e con quale risultato per il popolo di Dio?
8 Il secondo giorno di quel mese speciale, “i capi dei padri di tutto il popolo, i sacerdoti e i leviti, si raccolsero presso Esdra il copista, sì, per acquistare perspicacia delle parole della legge”. (Neemia 8:13) Esdra era sicuramente idoneo per condurre quell’adunanza, perché “aveva preparato il suo cuore per consultare la legge di Geova e per metterla in pratica e per insegnare in Israele regolamento e giustizia”. (Esdra 7:10) Senza dubbio quell’adunanza diede risalto ad aspetti in cui il popolo di Dio doveva aderire più strettamente al patto della Legge. Era urgente fare i dovuti preparativi per celebrare l’imminente festa delle capanne.
9 Quella festa, che durava una settimana, fu celebrata nel modo dovuto, con tutto il popolo che dimorava in ripari temporanei fatti di rami e foglie di vari alberi. Il popolo eresse le capanne sui tetti a terrazza, nei cortili delle abitazioni, nei cortili del tempio e nelle pubbliche piazze di Gerusalemme. (Neemia 8:15, 16) Che eccellente opportunità fu quella per congregare il popolo e leggergli la Legge di Dio! (Confronta Deuteronomio 31:10-13). Ciò fu fatto tutti i giorni della festa, “dal primo giorno fino all’ultimo giorno”, col risultato che il popolo di Dio provò “grandissima allegrezza”. — Neemia 8:17, 18.
Non dovremmo trascurare la casa di Dio
10. Perché il 24º giorno del settimo mese fu indetta un’adunanza speciale?
10 C’è un tempo e un luogo appropriato per correggere eventuali serie carenze del popolo di Dio. Comprendendo a quanto pare che era giunto il momento di fare questo, Esdra e Neemia proclamarono un digiuno il 24º giorno del mese di tishri. Ancora una volta fu letta la Legge di Dio e il popolo fece confessione dei propri peccati. Poi i leviti passarono in rassegna gli atti misericordiosi compiuti da Dio verso il suo popolo ribelle, elevarono a Geova toccanti espressioni di lode e concordarono “una disposizione degna di fede”, autenticata mediante sigillo dai principi, dai leviti e dai sacerdoti. — Neemia 9:1-38.
11. Quale “disposizione degna di fede” concordarono gli ebrei?
11 Tutto il popolo giurò di osservare la “disposizione degna di fede” che era stata messa per iscritto. Gli ebrei si dissero disposti a “camminare nella legge del vero Dio”. E acconsentirono a non stringere alleanze matrimoniali con i “popoli del paese”. (Neemia 10:28-30) Inoltre promisero solennemente di osservare il sabato, di fare ogni anno una contribuzione monetaria per sostenere la vera adorazione, di fornire legna per l’altare dei sacrifici, di offrire in sacrificio i primi nati dei greggi e delle mandrie e di portare le primizie della terra nelle sale da pranzo del tempio. Chiaramente erano determinati a ‘non trascurare la casa del loro Dio’. — Neemia 10:32-39.
12. Cosa implica oggi il non trascurare la casa di Dio?
12 Oggi i servitori di Geova devono stare attenti a non trascurare il privilegio di ‘rendere sacro servizio’ nei cortili del grande tempio spirituale di Geova. (Rivelazione [Apocalisse] 7:15) Questo include il fare regolarmente fervide preghiere per il progresso dell’adorazione di Geova. Per vivere in armonia con tali preghiere occorre prepararsi per le adunanze cristiane e prendervi parte attiva, valersi delle disposizioni per predicare la buona notizia e aiutare gli interessati rivisitandoli e tenendo con loro, se possibile, studi biblici. Molti che non vogliono trascurare la casa di Dio fanno contribuzioni finanziarie per l’opera di predicazione e per la manutenzione dei luoghi in cui si pratica la vera adorazione. Forse possiamo anche partecipare alla costruzione di luoghi di adunanza, di cui c’è tanto bisogno, e contribuire a mantenerli puliti e in ordine. Un modo importante in cui possiamo dimostrare il nostro amore per la casa spirituale di Dio è quello di operare per la pace tra i compagni di fede e di assistere coloro che hanno bisogno di aiuto materiale o spirituale. — Matteo 24:14; 28:19, 20; Ebrei 13:15, 16.
Una gioiosa inaugurazione
13. Prima che le mura di Gerusalemme potessero essere inaugurate, quale questione urgente si doveva risolvere, e che eccellente esempio diedero molti?
13 La “disposizione degna di fede” suggellata ai giorni di Neemia preparò l’antico popolo di Dio per il giorno dell’inaugurazione delle mura di Gerusalemme. Ma c’era un’altra questione che si doveva risolvere urgentemente. Gerusalemme, ora cinta da ampie mura con 12 porte, aveva bisogno di una popolazione più numerosa. Benché vi risiedessero alcuni israeliti, “la città era ampia e grande, e dentro c’era poca gente”. (Neemia 7:4) Per risolvere questo problema gli israeliti “gettarono le sorti per portare uno su dieci a dimorare a Gerusalemme, la città santa”. Lo slancio con cui molti accolsero quella disposizione spinse il popolo a benedire “tutti gli uomini che si offrirono volontariamente di dimorare a Gerusalemme”. (Neemia 11:1, 2) Che eccellente esempio per i veri adoratori di oggi che sono in grado di trasferirsi dove c’è più bisogno di cristiani maturi!
14. Cosa avvenne il giorno dell’inaugurazione delle mura di Gerusalemme?
14 Ben presto iniziarono i preparativi per il gran giorno dell’inaugurazione delle mura di Gerusalemme. Musicisti e cantori furono fatti venire dalle vicine città di Giuda e suddivisi in due grandi cori di rendimento di grazie, ciascuno dei quali avrebbe marciato in testa a una processione. (Neemia 12:27-31, 36, 38) I cori e le processioni partirono dal punto delle mura più distante dal tempio, probabilmente dalla Porta della Valle, e marciarono in direzioni opposte fino a ricongiungersi presso la casa di Dio. “E sacrificavano quel giorno grandi sacrifici e si rallegravano, poiché il vero Dio stesso li fece rallegrare con grande gioia. E anche le donne e i fanciulli stessi si rallegrarono, tanto che l’allegrezza di Gerusalemme si poteva udire lontano”. — Neemia 12:43.
15. Perché la dedicazione delle mura di Gerusalemme non fu una causa di gioia permanente?
15 La Bibbia non menziona la data in cui si tenne quella gioiosa celebrazione. Indubbiamente fu un momento molto importante, se non l’apice, della ricostruzione di Gerusalemme. Certo c’erano ancora molti lavori da fare all’interno della città. Col tempo però gli abitanti di Gerusalemme persero l’apprezzamento per le cose spirituali. Per esempio, quando Neemia visitò la città una seconda volta, trovò che la casa di Dio era stata nuovamente trascurata e che gli israeliti erano tornati a sposare donne pagane. (Neemia 13:6-11, 15, 23) Quelle stesse condizioni deplorevoli sono confermate dagli scritti del profeta Malachia. (Malachia 1:6-8; 2:11; 3:8) Perciò la dedicazione delle mura di Gerusalemme non fu una causa di gioia permanente.
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