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GiosuèPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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Attività quale successore di Mosè. Dopo la morte di Mosè, Giosuè si preparò a entrare nella Terra Promessa. Mandò i responsabili a istruire gli israeliti circa i preparativi per attraversare il Giordano di lì a tre giorni; ricordò ai gaditi, ai rubeniti e a metà della tribù di Manasse l’obbligo che avevano di dare man forte nella conquista del paese, e inviò due uomini in ricognizione a Gerico e dintorni. — Gsè 1:1–2:1.
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GiosuèPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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Nei pressi di Gerico, Giosuè ebbe poi un incontro con un principe angelico da cui ricevette istruzioni circa la tattica da seguire per prendere la città. Giosuè agì di conseguenza e, dopo avere votato Gerico alla distruzione, pronunciò una maledizione profetica sul suo futuro ricostruttore, maledizione che si adempì più di 500 anni dopo. (Gsè 5:13–6:26; 1Re 16:34) Quindi mosse contro Ai. In un primo momento un contingente israelita di circa 3.000 uomini venne sconfitto, perché non aveva l’aiuto di Geova a motivo della disubbidienza di Acan, che aveva preso per sé parte del bottino di Gerico. Dopo che Acan fu lapidato per questo peccato insieme alla sua famiglia, Giosuè tese un’imboscata contro Ai e ridusse la città a un cumulo di rovine. — Gsè 7:1–8:29.
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GiosuèPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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Tornati a Ghilgal al loro accampamento, Giosuè e i capi principali di Israele ricevettero dei messaggeri gabaoniti. Riconoscendo che Geova combatteva per gli israeliti, i gabaoniti riuscirono con l’inganno a concludere un patto di pace con Giosuè. Ma quando si seppe come stavano realmente le cose, Giosuè li rese schiavi. La notizia di ciò che avevano fatto i gabaoniti giunse anche ad Adoni-Zedec re di Gerusalemme. Per questo lui e altri quattro re cananei intrapresero una spedizione punitiva contro di loro. In risposta all’invocazione di aiuto dei gabaoniti, Giosuè da Ghilgal organizzò una marcia durata tutta la notte. Geova combatté per Israele in difesa dei gabaoniti, indicando che non disapprovava il patto che avevano fatto con loro. In seguito a una miracolosa grandinata perirono più avversari che nel combattimento vero e proprio. Geova ascoltò la voce di Giosuè persino prolungando le ore di luce per favorire la battaglia. — Gsè 9:3–10:14.
Giosuè sfruttò questa vittoria data da Dio conquistando Maccheda, Libna, Lachis, Eglon, Ebron e Debir, e infranse così la potenza cananea nel S del paese. Allora i re cananei del N, al comando di Iabin re di Hazor, radunarono i loro eserciti presso le acque di Merom per combattere contro Israele. Pur dovendo affrontare cavalli e carri da guerra, Giosuè fu incoraggiato da Dio a non cedere al timore. Ancora una volta Geova concesse la vittoria agli israeliti. Secondo le istruzioni, Giosuè tagliò i garretti dei cavalli e bruciò i carri nemici. Hazor stessa fu data alle fiamme. (Gsè 10:16–11:23) Così, nel giro di sei anni circa (cfr. Nu 10:11; 13:2, 6; 14:34-38; Gsè 14:6-10), Giosuè sconfisse 31 re e soggiogò gran parte della Terra Promessa. — Gsè 12:7-24; CARTINA, vol. 1, p. 737.
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