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  • “Geova ama la giustizia”
    Avviciniamoci a Geova
    • Luce del sole che splende tra le nuvole.

      SECONDA PARTE

      “Geova ama la giustizia”

      Oggi nel mondo dilaga l’ingiustizia e spesso la responsabilità è attribuita erroneamente a Dio. La Bibbia però insegna una verità che rincuora: “Geova ama la giustizia” (Salmo 37:28). In questa parte vedremo in che modo Geova ha dimostrato la veracità di queste parole, dando una speranza a tutta l’umanità.

  • “Tutte le sue vie sono giustizia”
    Avviciniamoci a Geova
    • Giuseppe, legato, in una prigione sotterranea insieme ad altri prigionieri.

      CAPITOLO 11

      “Tutte le sue vie sono giustizia”

      1, 2. (a) Quali gravi ingiustizie subì Giuseppe? (b) In che modo Geova corresse le ingiustizie?

      ERA una grave ingiustizia. Quel giovane uomo di bell’aspetto non aveva commesso nessun reato, eppure si trovava rinchiuso in una prigione sotterranea, accusato ingiustamente di tentato stupro. Non era la prima volta che subiva un’ingiustizia. Anni prima, a 17 anni, questo ragazzo, Giuseppe, era stato tradito dai suoi stessi fratelli, che erano stati sul punto di assassinarlo. Poi era stato venduto come schiavo e portato in un paese straniero. Là aveva rifiutato le proposte immorali della moglie del suo padrone. Respinta, la donna aveva architettato la falsa accusa per la quale Giuseppe si trovava in prigione. Purtroppo sembrava che non ci fosse nessuno a intercedere per lui.

      2 Tuttavia Geova Dio, che “ama giustizia e diritto”, osservava (Salmo 33:5). Egli intervenne per correggere le ingiustizie, guidando gli eventi in modo che Giuseppe fosse finalmente liberato. Non solo: col tempo Giuseppe, l’uomo che era stato gettato in prigione, fu elevato a una posizione estremamente onorevole e di grande responsabilità (Genesi 40:15; 41:41-43; Salmo 105:17, 18). Una volta riabilitato, approfittò della sua posizione per favorire il proposito di Dio (Genesi 45:5-8).

      Giuseppe soffrì ingiustamente in prigione

      3. Perché non sorprende che tutti vogliamo essere trattati in modo giusto?

      3 Questa vicenda non ci tocca il cuore? Chi di noi non ha visto qualche ingiustizia o non l’ha subita? Tutti desideriamo essere trattati in modo giusto e imparziale. Questo non sorprende, dato che Geova ci ha dotati di qualità che rispecchiano la sua stessa personalità, e la giustizia è una delle sue qualità principali (Genesi 1:27). Per conoscere bene Geova dobbiamo capire il suo senso di giustizia. Così possiamo apprezzare ancora di più le sue meravigliose vie ed essere spinti ad avvicinarci a lui.

      Cos’è la giustizia?

      4. Dal punto di vista umano cosa si intende spesso per giustizia?

      4 Dal punto di vista umano la giustizia è spesso ritenuta niente più che l’applicazione imparziale delle norme di legge. Un libro dice che “la giustizia ha relazione con la legge, gli obblighi, i diritti e i doveri, e retribuisce secondo equità o merito” (Right and Reason—Ethics in Theory and Practice). La giustizia di Geova, però, non si limita alla fredda applicazione di regole, dettata dal senso del dovere.

      5, 6. (a) Qual è il significato dei termini delle lingue originali resi “giustizia”? (b) Cosa significa che Dio è giusto?

      5 Si possono capire meglio l’ampiezza e la profondità della giustizia di Geova esaminando i termini usati nelle lingue in cui fu scritta la Bibbia. Nelle Scritture Ebraiche i termini principali sono tre. Quello tradotto più spesso “giustizia” può anche essere reso “quello che è giusto” (Genesi 18:25). Gli altri due termini che di solito sono tradotti “giustizia” qualche volta vengono resi anche “diritto”, dato che nella Bibbia giustizia e diritto sono strettamente correlati (Amos 5:24). Infatti nelle Scritture Greche Cristiane il termine tradotto “giustizia” ha il senso di “qualità di ciò che è giusto o retto”.

      6 Perciò, dicendo che Dio è giusto, la Bibbia indica che fa sempre ciò che è giusto e lo fa in modo imparziale (Romani 2:11). In effetti è impensabile che agisca altrimenti. Il fedele Eliu esclamò: “È inconcepibile per il vero Dio agire malvagiamente e per l’Onnipotente comportarsi ingiustamente!” (Giobbe 34:10). Certo, per Geova è impossibile agire ingiustamente. Perché? Per due ragioni importanti.

      7, 8. (a) Perché Geova è incapace di agire ingiustamente? (b) Cosa spinge Geova a essere giusto in quello che fa?

      7 In primo luogo, Geova è santo. Come abbiamo notato nel capitolo 3, è infinitamente puro e retto. Perciò è incapace di agire ingiustamente. Vediamo cosa significa. La santità del nostro Padre celeste ci dà ogni ragione di confidare che non maltratterà mai i suoi figli. Gesù aveva questa fiducia. L’ultima sera della sua vita terrena pregò: “Padre santo, custodiscili [i discepoli] a motivo del tuo nome” (Giovanni 17:11). Nelle Scritture l’appellativo “Padre santo” si riferisce solo a Geova. Ciò è appropriato perché nessun padre umano si può paragonare a lui in santità. Gesù aveva completa fiducia che i discepoli sarebbero stati al sicuro nelle mani del Padre suo, che è assolutamente puro e completamente separato da ogni peccaminosità (Matteo 23:9).

      8 In secondo luogo, l’amore altruistico è proprio della natura stessa di Dio. Questo amore lo spinge a essere giusto quando tratta con gli altri. Invece l’ingiustizia, in tutte le sue molte forme, fra cui razzismo, discriminazione e parzialità, scaturisce spesso dall’avidità e dall’egoismo, che sono il contrario dell’amore. Riguardo all’amore di Dio, la Bibbia ci assicura: “Geova è giusto e ama gli atti giusti” (Salmo 11:7). E Geova dice di sé: “Io, Geova, amo la giustizia” (Isaia 61:8). Non è confortante sapere che il nostro Dio prova piacere nel fare ciò che è giusto? (Geremia 9:24).

      La misericordia e la perfetta giustizia di Geova

      9-11. (a) Che relazione c’è fra la giustizia e la misericordia di Geova? (b) Come sono evidenti sia la giustizia che la misericordia nel modo in cui Geova tratta gli esseri umani peccatori?

      9 La giustizia di Geova, come ogni altro aspetto della sua incomparabile personalità, è perfetta, poiché non manca di nulla. Esaltando Geova, Mosè scrisse: “La Roccia, perfetto è ciò che fa, poiché tutte le sue vie sono giustizia. Un Dio di fedeltà che non è mai ingiusto; egli è giusto e retto” (Deuteronomio 32:3, 4). Ogni espressione della giustizia di Geova è senza difetto: mai troppo tollerante, mai troppo severa.

      10 Esiste una stretta relazione fra la giustizia di Geova e la sua misericordia. Salmo 116:5 dice: “Geova è compassionevole e giusto; il nostro Dio è misericordioso”. Sì, Geova è sia giusto che misericordioso. Le due caratteristiche non sono in contrasto. Nel suo caso mostrare misericordia non significa mitigare la giustizia, come se altrimenti fosse troppo severa. Al contrario, spesso queste due qualità sono espresse nello stesso tempo, persino nello stesso atto. Facciamo un esempio.

      11 Tutti gli esseri umani hanno ereditato il peccato e perciò meritano la pena che ne deriva: la morte (Romani 5:12). Geova però non prova piacere nella morte dei peccatori. È “un Dio pronto a perdonare, compassionevole e misericordioso” (Neemia 9:17). Eppure, dato che è santo, non può condonare l’ingiustizia. Allora, come poteva mostrare misericordia a esseri umani che per natura sono peccatori? La risposta si trova in una delle più preziose verità della Parola di Dio: il riscatto, che Geova ha provveduto per la salvezza dell’umanità. Nel capitolo 14 impareremo qualcos’altro su questo dono amorevole, che è al tempo stesso profondamente giusto e sommamente misericordioso. Grazie al riscatto Geova può mostrare tenera misericordia ai peccatori pentiti pur attenendosi alle sue norme di perfetta giustizia (Romani 3:21-26).

      La giustizia di Geova rincuora

      12, 13. (a) Perché la giustizia di Geova ci avvicina a lui? (b) Che conclusione trasse Davide circa la giustizia di Geova, e come questo può confortarci?

      12 La giustizia di Geova non è una qualità fredda che ci allontana, ma è avvincente e ci avvicina a lui. La Bibbia descrive chiaramente la natura compassionevole della giustizia di Geova. Esaminiamo alcuni esempi toccanti di come Geova esercita la giustizia.

      13 La perfetta giustizia spinge Geova a essere fedele e leale con i suoi servitori. Il salmista Davide poté apprezzare personalmente questo aspetto della giustizia di Geova. In base alla propria esperienza e grazie allo studio delle vie di Dio, che conclusione trasse? Dichiarò: “Geova ama la giustizia e non abbandonerà chi gli è leale. I leali saranno custoditi per sempre” (Salmo 37:28). Che dichiarazione confortante! Il nostro Dio non abbandonerà neanche per un momento chi gli è fedele. Perciò possiamo contare sulla sua vicinanza e sulla sua amorevole cura. Lo garantisce la sua giustizia! (Proverbi 2:7, 8).

      14. In che modo l’interessamento di Geova per i bisognosi è evidente nella Legge che diede a Israele?

      14 La giustizia divina è sensibile ai bisogni degli afflitti. L’interessamento di Geova per i bisognosi è evidente nella Legge che diede a Israele. Per esempio, la Legge conteneva speciali disposizioni a favore degli orfani e delle vedove (Deuteronomio 24:17-21). Riconoscendo che per loro la vita poteva essere difficile, Geova stesso divenne il loro paterno Giudice e Difensore, colui che “rende giustizia all’orfano e alla vedova” (Deuteronomio 10:18; Salmo 68:5).a Avvertì gli israeliti che, se avessero maltrattato donne e ragazzi indifesi, avrebbe immancabilmente udito le loro grida, e dichiarò: “La mia ira si accenderà” (Esodo 22:22-24). L’ira non è una qualità dominante di Geova, ma le deliberate azioni ingiuste provocano la sua giusta indignazione, specie se ne sono vittime gli umili e gli indifesi (Salmo 103:6).

      15, 16. Qual è una prova davvero notevole dell’imparzialità di Geova?

      15 Geova inoltre ci assicura che “non tratta nessuno con parzialità né si fa corrompere con regali” (Deuteronomio 10:17). A differenza di molti uomini influenti, Geova non si fa condizionare né dalla ricchezza né dall’aspetto esteriore di una persona. Non ha nessun pregiudizio né fa favoritismi. Abbiamo una prova davvero notevole dell’imparzialità di Geova. Infatti l’opportunità di diventare suoi veri adoratori, con la prospettiva di vivere per sempre, non è solo per pochi eletti. Al contrario, “in ogni nazione accetta chi lo teme e fa ciò che è giusto” (Atti 10:34, 35). Questa prospettiva meravigliosa è offerta a tutti, indipendentemente da posizione sociale, colore della pelle o paese di provenienza. Non è vera giustizia questa?

      16 C’è un altro aspetto della perfetta giustizia di Geova che merita la nostra considerazione e il nostro rispetto: il modo in cui tratta chi viola le sue giuste norme.

      Non lascia impuniti i colpevoli

      17. Spiegate perché le ingiustizie di questo mondo non mettono in discussione la giustizia di Geova.

      17 Qualcuno potrebbe chiedersi: “Dato che Geova non condona le ingiustizie, come si spiegano le sofferenze ingiuste e le pratiche corrotte fin troppo comuni nel mondo di oggi?” Queste cose non mettono in discussione la giustizia di Geova. Le numerose ingiustizie di questo mondo malvagio sono una conseguenza del peccato che gli esseri umani hanno ereditato da Adamo. In un mondo in cui gli esseri umani imperfetti hanno scelto il proprio modo di vivere peccaminoso le ingiustizie abbondano, ma non sarà così per molto (Deuteronomio 32:5).

      18, 19. Cosa indica che Geova non tollererà per sempre coloro che violano deliberatamente le sue giuste leggi?

      18 Pur mostrando grande misericordia a coloro che si avvicinano a lui con sincerità, Geova non tollererà per sempre una situazione che disonora il suo santo nome (Salmo 74:10, 22, 23). Non ci si può prendere gioco del Dio di giustizia; lui non proteggerà coloro che peccano volontariamente dall’avverso giudizio che meritano per il loro comportamento. Geova è un “Dio misericordioso e compassionevole, che è paziente e abbonda in amore leale e verità, [...] ma non lascerà affatto impuniti i colpevoli” (Esodo 34:6, 7). Fedele a queste parole, Geova a volte ha ritenuto necessario punire coloro che violavano deliberatamente le sue giuste leggi.

      19 Pensiamo, ad esempio, al modo in cui Dio agì con l’antico Israele. Anche quando si stabilirono nella Terra Promessa, gli israeliti caddero più volte nell’infedeltà. Benché la loro corruzione lo ferisse, Geova non li rigettò immediatamente (Salmo 78:38-41). Anzi offrì loro misericordiosamente l’opportunità di cambiare condotta. E disse: “Non provo piacere nella morte del malvagio, ma nel fatto che il malvagio cambi la sua condotta e continui a vivere. Ravvedetevi, abbandonate la vostra cattiva condotta. Per quale ragione dovreste morire, o casa d’Israele?” (Ezechiele 33:11). Ritenendo preziosa la vita, Geova mandò ripetutamente i suoi profeti affinché gli israeliti abbandonassero la loro condotta malvagia, ma nell’insieme quel popolo dal cuore duro rifiutò di ascoltare e pentirsi. Infine, per amore del suo nome e di tutto ciò che rappresenta, Geova lo consegnò nelle mani dei nemici (Neemia 9:26-30).

      20. (a) Cosa ci insegna su Geova il modo in cui agì con Israele? (b) Perché il leone è messo in relazione con la presenza di Dio e il suo trono?

      20 Il modo in cui Geova agì con Israele ci insegna molto su di lui. Impariamo che ai suoi occhi non sfugge niente, che nota le ingiustizie e che è profondamente toccato da ciò che vede (Proverbi 15:3). È pure rassicurante sapere che cerca di mostrare misericordia se c’è motivo per farlo. Inoltre apprendiamo che la sua giustizia non è mai esercitata in modo precipitoso. A motivo della sua pazienza, molti concludono erroneamente che Geova non punirà mai i malvagi. Questo però non è affatto vero, poiché da come agì con Israele impariamo anche che la sua pazienza ha un limite. Geova non si discosta dalla giustizia. A differenza degli esseri umani, che spesso evitano di praticare la giustizia, non gli manca mai il coraggio di difendere ciò che è giusto. Appropriatamente il leone, simbolo di coraggiosa giustizia, è messo in relazione con la presenza di Dio e il suo trono (Ezechiele 1:10; Rivelazione 4:7).b Quindi possiamo essere sicuri che Geova adempirà la promessa di eliminare le ingiustizie dalla terra. Il suo modo di giudicare si può quindi riassumere così: fermezza quando è necessario, misericordia quando è possibile (2 Pietro 3:9).

      Avviciniamoci al Dio di giustizia

      21. Quando meditiamo sul modo in cui Geova esercita la giustizia, cosa dovremmo pensare di lui, e perché?

      21 Quando meditiamo sul modo in cui Geova esercita la giustizia, non dovremmo pensare che sia un giudice freddo, inflessibile, preoccupato solo di emettere giudizi contro i trasgressori. Piuttosto dovremmo pensare a lui come a un Padre amorevole ma fermo, che agisce sempre verso i suoi figli nel miglior modo possibile. Come Padre giusto, Geova equilibra la fermezza per ciò che è giusto con la tenera compassione per i suoi figli terreni, che hanno bisogno del suo aiuto e del suo perdono (Salmo 103:10, 13).

      22. Quale prospettiva ci ha dato Geova, e perché agisce in questo modo verso di noi?

      22 Possiamo essere davvero grati che la giustizia divina significhi molto di più che emettere sentenze contro i trasgressori. Guidato dalla sua giustizia, Geova ci ha dato una prospettiva davvero entusiasmante: la vita senza fine, perfetta, in un mondo dove “regnerà la giustizia” (2 Pietro 3:13). Il nostro Dio agisce in questo modo verso di noi perché la sua giustizia lo spinge a salvare anziché condannare. Una migliore comprensione della portata della giustizia di Geova ci avvicina veramente a lui. Nei prossimi capitoli esamineremo più nel dettaglio come Geova esprime questa ammirevole qualità.

      a Il termine reso “orfano” può riferirsi anche a soggetti di sesso femminile, e mostra che Geova si interessava profondamente di tutti gli orfani, sia maschi che femmine. Geova incluse nella Legge una decisione giudiziaria che garantiva un’eredità per le figlie di Zelofead rimaste orfane. Quella sentenza stabilì un precedente a sostegno dei diritti delle orfane (Numeri 27:1-8).

      b È interessante che, nel punire l’infedele Israele, Geova si paragoni a un leone (Geremia 25:38; Osea 5:14).

      Punti su cui meditare

      • Geremia 18:1-11 In che modo Geova insegnò a Geremia che non ha fretta di emettere giudizi avversi?

      • Abacuc 1:1-4, 13; 2:2-4 In che modo Geova assicurò ad Abacuc che non tollererà per sempre l’ingiustizia?

      • Zaccaria 7:8-14 Cosa prova Geova nei confronti di chi calpesta i diritti altrui?

      • Romani 2:3-11 Su quale base Geova giudica sia gli individui che le nazioni?

  • “C’è forse ingiustizia da parte di Dio?”
    Avviciniamoci a Geova
    • Lot e le sue due figlie arrivano sani e salvi a Zoar, mentre zolfo e fuoco scendono dal cielo su Sodoma e Gomorra.

      CAPITOLO 12

      “C’è forse ingiustizia da parte di Dio?”

      1. Che effetto possono avere su di noi certe ingiustizie?

      UN’ANZIANA vedova viene frodata di tutti i suoi risparmi. Un neonato indifeso viene abbandonato da una madre senza cuore. Un uomo è in prigione per un reato che non ha commesso. Come reagite di fronte a ingiustizie del genere? Probabilmente rimanete turbati, ed è comprensibile. Noi esseri umani abbiamo un forte senso del bene e del male. Quando viene commessa un’ingiustizia, siamo indignati. Vogliamo che la vittima sia risarcita e che il colpevole sia consegnato alla giustizia. Se ciò non avviene, forse ci chiediamo: “Dio non vede cosa succede? Perché non interviene?”

      2. Come reagì Abacuc alle ingiustizie, e perché Geova non lo rimproverò per questo?

      2 Nel corso della storia fedeli servitori di Geova hanno fatto domande simili. Per esempio, il profeta Abacuc chiese in preghiera a Dio: “Perché mi fai vedere l’ingiustizia? Come puoi restare spettatore dell’oppressione? Davanti a me ci sono soltanto distruzione e violenza, dovunque processi e contese” (Abacuc 1:3, Parola del Signore). Geova non rimproverò Abacuc per questa osservazione sincera, poiché è Lui che ha instillato negli esseri umani il concetto stesso di giustizia. Sì, Geova ci ha dotati in una certa misura del suo profondo senso di giustizia.

      Geova odia l’ingiustizia

      3. Perché si può dire che Geova è più consapevole dell’ingiustizia rispetto a noi?

      3 Geova non ignora l’ingiustizia. Vede quello che succede. A proposito dei giorni di Noè la Bibbia dice: “Geova vide [...] che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che nel loro cuore erano inclini a nutrire sempre e solo pensieri cattivi” (Genesi 6:5). Pensate a cosa comporta questa dichiarazione. Spesso la nostra percezione dell’ingiustizia si basa su qualche vicenda di cui abbiamo sentito parlare o che ci ha toccato personalmente. Invece Geova è consapevole dell’ingiustizia a livello mondiale, poiché vede tutto. Inoltre può discernere le intenzioni del cuore, il modo di pensare degradato che sta dietro le azioni ingiuste (Geremia 17:10).

      4, 5. (a) In che modo la Bibbia mostra che Geova si preoccupa di chi viene trattato ingiustamente? (b) Quali ingiustizie ha subìto Geova?

      4 Geova, però, non si limita a prendere atto dell’ingiustizia. Si preoccupa anche di chi ne è vittima. Quando gli israeliti erano trattati in modo crudele dalle nazioni nemiche, Geova era afflitto “sentendoli gemere a causa di quelli che li opprimevano e li maltrattavano” (Giudici 2:18). Forse avrete notato che alcuni più vedono le ingiustizie più diventano insensibili. Per Geova non è così. Ha visto l’ingiustizia in tutta la sua portata per circa 6.000 anni, eppure l’odio che prova per essa non diminuisce. Anzi, la Bibbia ci assicura che detesta cose come “la lingua falsa”, “le mani che spargono sangue innocente” e “il falso testimone che non fa che mentire” (Proverbi 6:16-19).

      5 Pensate, inoltre, alle forti critiche mosse da Geova agli ingiusti capi di Israele. Tramite un profeta chiese loro: “Non spetta a voi conoscere ciò che è giusto?” Dopo aver descritto con parole forti l’abuso di potere di quegli uomini corrotti, Geova predisse le conseguenze a cui sarebbero andati incontro: “Invocherete l’aiuto di Geova, ma egli non vi risponderà. In quel tempo nasconderà da voi la sua faccia a motivo delle vostre azioni malvagie” (Michea 3:1-4). Quanta avversione prova Geova per l’ingiustizia! D’altronde ha subìto lui stesso delle ingiustizie. Per migliaia di anni Satana l’ha accusato ingiustamente (Proverbi 27:11). Inoltre Geova subì il più orribile atto di ingiustizia quando suo Figlio, che “non [aveva commesso] alcun peccato”, fu messo a morte come un criminale (1 Pietro 2:22; Isaia 53:9). Chiaramente Geova non è all’oscuro della difficile situazione di chi subisce ingiustizie, né rimane indifferente.

      6. Come potremmo reagire di fronte a un’ingiustizia, e perché?

      6 Quando vediamo un’ingiustizia, o quando siamo noi stessi vittime di un trattamento ingiusto, è solo naturale avere una reazione forte. Siamo fatti a immagine di Dio, e l’ingiustizia è diametralmente opposta a tutto ciò che Geova rappresenta (Genesi 1:27). Perché, allora, la permette?

      Una questione molto importante

      7. Descrivete in che modo fu lanciato un attacco al nome e al modo di governare di Dio.

      7 La risposta a questa domanda ha relazione con una questione molto importante. Come abbiamo visto, il Creatore ha il diritto di governare la terra e tutti quelli che vi dimorano (Salmo 24:1; Rivelazione 4:11). Tuttavia all’inizio della storia dell’uomo il nome di Dio fu calunniato, e fu messo in discussione il suo modo di governare. Come avvenne questo? Geova aveva comandato al primo uomo, Adamo, di non mangiare il frutto di un certo albero del giardino di Eden. E se avesse disubbidito? Dio gli aveva detto: “Sicuramente morirai” (Genesi 2:17). Il comando di Dio non creava nessuna difficoltà ad Adamo e a sua moglie Eva. Ciò nonostante Satana convinse Eva che Dio era eccessivamente rigido. E se lei avesse effettivamente mangiato il frutto dell’albero? Satana le disse chiaro e tondo: “Sicuramente non morirete. Infatti Dio sa che il giorno stesso in cui mangerete il frutto di quell’albero i vostri occhi si apriranno e voi sarete come lui, conoscendo il bene e il male” (Genesi 3:1-5).

      8. (a) Cosa diede a intendere Satana con le parole che rivolse a Eva? (b) Cosa mise in discussione Satana circa il nome e la sovranità di Dio?

      8 Con le sue parole Satana diede a intendere a Eva non solo che Geova le aveva nascosto informazioni importanti, ma anche che le aveva mentito. Satana seminò nella mente di Eva dei dubbi riguardo al tipo di persona che Geova è. In questo modo infangò il nome di Dio. Inoltre, lanciò un attacco alla sovranità di Geova, cioè al suo modo di governare. Satana badò a non mettere in dubbio il fatto che Dio è davvero il sovrano supremo, ma mise in discussione la legittimità della sua sovranità e il modo in cui la esercita. In altre parole, asserì che Geova non esercita la sua sovranità in modo giusto e nei migliori interessi dei suoi sudditi.

      9. (a) Nel caso di Adamo ed Eva, quale fu il risultato della disubbidienza, e quali importanti domande furono suscitate? (b) Perché Geova semplicemente non distrusse i ribelli?

      9 Successivamente sia Adamo che Eva disubbidirono a Geova mangiando il frutto dell’albero proibito. La disubbidienza li rese passibili della pena di morte, proprio come Dio aveva decretato. La menzogna di Satana suscitò delle domande importanti. Geova ha veramente il diritto di governare l’umanità, o l’uomo dovrebbe governarsi da sé? Geova esercita la sua sovranità nel miglior modo possibile? Geova avrebbe potuto ricorrere alla sua onnipotenza e distruggere immediatamente i ribelli. Le questioni sollevate, però, non riguardavano la potenza di Dio, ma il suo nome, che include il suo modo di governare. Perciò eliminando Adamo, Eva e Satana, Dio non avrebbe dimostrato che il suo dominio era giusto. Anzi, questo avrebbe potuto mettere ancor più in discussione la sua autorità. Il solo modo per determinare se gli esseri umani sarebbero riusciti a governarsi da sé, indipendenti da Dio, era lasciar passare del tempo.

      10. Cosa ha rivelato la storia circa il dominio umano?

      10 Cosa ha rivelato il passare del tempo? Nel corso dei millenni sono state sperimentate molte forme di governo, tra cui autocrazia, democrazia, socialismo e comunismo. Il risultato complessivo è sintetizzato dalla franca osservazione della Bibbia: “L’uomo ha dominato l’uomo a suo danno” (Ecclesiaste 8:9). A ragione il profeta Geremia dichiarò: “So bene, o Geova, che l’uomo non è padrone della sua via. L’uomo che cammina non è padrone nemmeno di dirigere i suoi passi” (Geremia 10:23).

      11. Perché Geova lasciò che il genere umano fosse soggetto alle sofferenze?

      11 Geova sapeva fin dall’inizio che l’indipendenza, o l’autogoverno, del genere umano avrebbe causato molte sofferenze. Fu dunque ingiusto da parte sua permettere che l’inevitabile facesse il suo corso? Niente affatto. Facciamo un esempio. Supponete di avere un figlio che ha bisogno di un intervento chirurgico perché ha una malattia potenzialmente letale. Vi rendete conto che l’operazione comporterà una certa sofferenza, e questo vi addolora profondamente. Però sapete anche che l’intervento permetterà a vostro figlio di avere una salute migliore in seguito. Similmente Dio sapeva, e addirittura lo predisse, che tollerando il dominio umano ci sarebbero stati dolore e sofferenze (Genesi 3:16-19). Però sapeva pure che un sollievo duraturo e significativo sarebbe stato possibile solo se avesse permesso all’umanità di constatare i cattivi frutti della ribellione. Così la questione sarebbe stata risolta in modo permanente, per tutta l’eternità.

      La questione dell’integrità dell’uomo

      12. Come illustrato dal caso di Giobbe, quale accusa ha mosso Satana agli esseri umani?

      12 C’è un altro aspetto della questione. Quando ha messo in discussione il diritto di Geova di governare e il modo in cui lo fa, Satana non solo ha calunniato Geova attaccando la Sua sovranità e il Suo nome, ma ha anche calunniato i Suoi servitori mettendone in dubbio l’integrità. Notate, per esempio, quello che Satana disse a Geova a proposito del giusto Giobbe: “Non hai messo una siepe intorno a lui, alla sua casa e a ogni cosa che possiede? Hai benedetto l’opera delle sue mani, e il suo bestiame è aumentato molto nel paese. Prova invece a stendere la mano e a toccare tutto ciò che ha, e vedrai se non ti maledirà apertamente” (Giobbe 1:10, 11).

      13. Cosa sottintendeva l’accusa di Satana nei confronti di Giobbe, e in che modo questo riguarda tutti gli esseri umani?

      13 Satana sosteneva che Geova stava usando la sua potenza protettiva per comprare la devozione di Giobbe. Questo, a sua volta, sottintendeva che l’integrità di Giobbe non era autentica, che Giobbe adorava Dio solo per quello che poteva ricevere in cambio. Satana asseriva che Giobbe, se fosse stato privato della benedizione di Dio, avrebbe maledetto il suo Creatore. Sapeva che Giobbe si era distinto come “uomo integro e giusto, che teme Dio e si tiene lontano dal male”.a Quindi, se Satana fosse riuscito a infrangere l’integrità di Giobbe, cosa si sarebbe potuto supporre riguardo al resto dell’umanità? In realtà Satana stava mettendo in dubbio la lealtà di tutti coloro che desiderano servire Dio. Infatti, allargando la questione, disse a Geova: “L’uomo darà tutto ciò che ha per la sua vita” (Giobbe 1:8; 2:4).

      14. Cosa ha dimostrato la storia circa l’accusa che Satana ha mosso agli esseri umani?

      14 La storia ha dimostrato che, contrariamente all’asserzione di Satana, molti, come Giobbe, sono rimasti leali a Geova nelle prove. Con la loro condotta fedele hanno rallegrato Geova, e questo gli ha permesso di rispondere alla presuntuosa accusa di Satana secondo cui gli esseri umani avrebbero smesso di servire Dio di fronte alle difficoltà (Ebrei 11:4-38). Le persone giuste si rifiutano di voltare le spalle a Dio. Anche quando sono turbate a causa di situazioni molto difficili, hanno piena fiducia che Geova darà loro la forza di perseverare (2 Corinti 4:7-10).

      15. Cosa ci si potrebbe chiedere riguardo ai giudizi di Geova passati e futuri?

      15 La giustizia di Geova, però, non riguarda solo la questione della sovranità e quella dell’integrità dell’uomo. La Bibbia riporta i giudizi di Geova relativi a singoli individui e persino intere nazioni. Contiene anche profezie riguardanti giudizi che emetterà in futuro. Perché possiamo essere sicuri che i giudizi di Geova sono stati e saranno sempre giusti?

      Perché la giustizia di Dio è superiore

      Lot e le sue due figlie arrivano sani e salvi a Zoar, mentre zolfo e fuoco scendono dal cielo su Sodoma e Gomorra. Sullo sfondo, la moglie di Lot, che è diventata una colonna di sale.

      Geova non ‘spazzerà via il giusto insieme al malvagio’

      16, 17. Quali esempi dimostrano che gli esseri umani hanno una visione limitata della giustizia?

      16 Di Geova si può giustamente dire: “Tutte le sue vie sono giustizia” (Deuteronomio 32:4). Nessuno di noi può fare un’affermazione simile parlando di sé, poiché spesso la nostra limitata visione delle cose offusca la nostra capacità di capire ciò che è giusto. Prendiamo, per esempio, Abraamo. Supplicò Geova di non distruggere Sodoma, anche se i suoi abitanti erano molto malvagi. Chiese a Geova: “Davvero spazzerai via il giusto insieme al malvagio?” (Genesi 18:23-33). Ovviamente la risposta fu no. Geova “fece piovere zolfo e fuoco su Sodoma” solo quando il giusto Lot e le sue figlie arrivarono sani e salvi nella città di Zoar (Genesi 19:22-24). Giona invece “si infuriò” quando Dio mostrò misericordia agli abitanti di Ninive. Poiché aveva già annunciato la loro distruzione, Giona sarebbe stato contento di vederli sterminati, nonostante il loro sincero pentimento (Giona 3:10–4:1).

      17 Geova assicurò ad Abraamo che la Sua giustizia non prevede solo la distruzione dei malvagi, ma anche la salvezza dei giusti. Da parte sua, Giona dovette imparare che Geova è misericordioso. Se i malvagi cambiano condotta, è “pronto a perdonare” (Salmo 86:5). A differenza di certi esseri umani insicuri, Geova non emette un giudizio avverso semplicemente per affermare il suo potere, né evita di mostrare compassione per timore di essere considerato debole. È sua abitudine mostrare misericordia ogni volta che è possibile (Isaia 55:7; Ezechiele 18:23).

      18. Mostrate con la Bibbia che Geova non agisce per semplice sentimentalismo.

      18 Comunque Geova non è accecato da semplice sentimentalismo. Quando il suo popolo sprofondò nell’idolatria, Geova dichiarò con fermezza: “Ti giudicherò in base alla tua condotta e ti chiederò conto di tutte le cose detestabili che hai fatto. Il mio occhio non avrà pietà di te e non mostrerò compassione. Farò ricadere su di te gli effetti della tua condotta” (Ezechiele 7:3, 4). Perciò quando gli esseri umani sono impenitenti, Geova giudica di conseguenza, ma il suo giudizio si basa su prove concrete. Infatti quando un forte “grido contro Sodoma e Gomorra” giunse ai suoi orecchi, Geova disse: “Scenderò a vedere se agiscono veramente secondo il grido che è arrivato fino a me” (Genesi 18:20, 21). Possiamo essere veramente grati che Geova non sia come molti esseri umani che traggono conclusioni affrettate prima di aver ascoltato tutti i fatti. Geova è davvero come lo descrive la Bibbia, “un Dio di fedeltà che non è mai ingiusto” (Deuteronomio 32:4).

      Confidiamo nella giustizia di Geova

      19. Cosa possiamo fare se siamo perplessi per il modo in cui Geova esercita la giustizia?

      19 La Bibbia non risponde a ogni domanda relativa alle azioni passate di Geova, né fornisce ogni particolare su come Geova giudicherà singoli individui e gruppi nel futuro. Quando siamo perplessi a motivo di certe profezie o passi biblici che non forniscono simili particolari, possiamo manifestare la stessa lealtà del profeta Michea, che scrisse: “Resterò ad aspettare l’Iddio della mia salvezza” (Michea 7:7).

      20, 21. Perché possiamo avere fiducia che Geova farà sempre ciò che è giusto?

      20 Possiamo avere fiducia che in ogni situazione Geova farà ciò che è giusto. Anche quando le ingiustizie vengono apparentemente ignorate dall’uomo, Geova promette: “La vendetta è mia; io ripagherò” (Romani 12:19). Se sappiamo aspettare con pazienza, faremo nostra la ferma convinzione espressa dall’apostolo Paolo: “C’è forse ingiustizia da parte di Dio? No di certo!” (Romani 9:14).

      21 Nel frattempo viviamo in “tempi difficili” (2 Timoteo 3:1). Ingiustizia e “atti di oppressione” hanno dato origine a molte crudeltà (Ecclesiaste 4:1). Geova però non è cambiato. Odia sempre l’ingiustizia e si preoccupa molto di coloro che ne sono vittime. Se rimaniamo leali a lui e alla sua sovranità, Geova ci darà la forza di perseverare fino al tempo stabilito, quando sotto il suo Regno correggerà tutte le ingiustizie (1 Pietro 5:6, 7).

      a Parlando di Giobbe, Geova disse: “Non c’è nessuno come lui sulla terra” (Giobbe 1:8). Quindi probabilmente Giobbe visse dopo la morte di Giuseppe e prima che Mosè fosse nominato condottiero di Israele. Perciò in quel tempo si poteva ben dire che nessuno aveva un’integrità simile a quella di Giobbe.

      Punti su cui meditare

      • Deuteronomio 10:17-19 Perché possiamo essere certi dell’imparzialità di Geova?

      • Giobbe 34:1-12 Di fronte a un’ingiustizia, in che modo le parole di Eliu possono rafforzare la fiducia nella giustizia di Dio?

      • Salmo 1:1-6 Perché è rassicurante sapere che Geova soppesa accuratamente le azioni sia dei giusti che dei malvagi?

      • Malachia 2:13-16 Cosa provava Geova vedendo che le donne venivano ingiustamente abbandonate dai mariti?

  • “La legge di Geova è perfetta”
    Avviciniamoci a Geova
    • Mosè con in mano le due tavole di pietra con i Dieci Comandamenti.

      CAPITOLO 13

      “La legge di Geova è perfetta”

      1, 2. Perché molti hanno poco rispetto per la legge, eppure cosa possiamo provare per le leggi di Dio?

      “LA LEGGE è un pozzo senza fondo, [...] inghiotte tutto”. Questa dichiarazione compariva in un libro pubblicato nel 1712. L’autore denunciava un sistema giuridico in cui talvolta i processi si trascinavano nei tribunali per anni, riducendo in miseria chi chiedeva giustizia. In molti paesi il sistema giuridico e quello giudiziario sono così complessi, così pieni di ingiustizie, di pregiudizi e di incongruenze, che la mancanza di rispetto per la legge è sempre più diffusa.

      2 Considerate invece queste parole scritte circa 2.700 anni fa: “Quanto amo la tua legge!” (Salmo 119:97). Perché lo scrittore del salmo provava questi sentimenti? Perché la legge che lui amava non era stata emanata da qualche governo secolare, ma da Geova Dio. Studiando le leggi di Geova, proverete sempre più gli stessi sentimenti del salmista. Questo studio vi permetterà di farvi un’idea della più grande mente giudiziaria dell’universo.

      Il supremo Legislatore

      3, 4. In quali modi Geova ha dimostrato di essere un Legislatore?

      3 “C’è un solo Legislatore e Giudice”, dice la Bibbia (Giacomo 4:12). In effetti Geova è l’unico vero Legislatore. Perfino i movimenti dei corpi celesti sono governati dalle “leggi dei cieli” da lui stabilite (Giobbe 38:33). Miriadi di santi angeli sono pure governati dalle leggi di Geova, poiché sono organizzati in ranghi precisi e servono sotto il suo comando come suoi ministri (Salmo 104:4; Ebrei 1:7, 14).

      4 Geova ha dato delle leggi anche all’uomo. Ciascuno di noi ha una coscienza, che rispecchia il senso di giustizia di Geova. La coscienza, una sorta di legge interiore, può aiutarci a distinguere il bene dal male (Romani 2:14). I nostri primogenitori erano dotati di una coscienza perfetta, per cui avevano bisogno solo di poche leggi (Genesi 2:15-17). L’uomo imperfetto, invece, ha bisogno di più leggi che lo guidino nel fare la volontà di Dio. Patriarchi come Noè, Abraamo e Giacobbe ricevettero leggi da Geova Dio e le trasmisero alle rispettive famiglie (Genesi 6:22; 9:3-6; 18:19; 26:4, 5). Geova diventò un Legislatore in un modo nuovo quando per mezzo di Mosè diede il codice della Legge alla nazione di Israele. Questo codice giuridico ci dà una chiara idea del senso di giustizia di Geova.

      La Legge mosaica

      5. La Legge mosaica era un insieme di leggi macchinoso e complesso? Perché rispondete così?

      5 Molti pensano che la Legge mosaica fosse un insieme di leggi macchinoso e complesso. Un concetto del genere è ben lontano dalla verità. L’intero codice include più di 600 leggi. Potrebbero sembrare molte, ma pensate: alla fine del XX secolo le leggi federali degli Stati Uniti riempivano oltre 150.000 pagine e ogni due anni si aggiungono circa 600 altre leggi. Quindi in termini di voluminosità, la montagna di leggi umane fa apparire minuscola la Legge mosaica. Eppure la Legge di Dio guidava gli israeliti in aspetti della vita che le leggi moderne non prendono neanche in considerazione. Esaminiamola per sommi capi.

      6, 7. (a) Cosa differenzia la Legge mosaica da qualsiasi altro codice di leggi, e qual è il più grande comandamento della Legge? (b) In che modo gli israeliti potevano dimostrare di riconoscere la sovranità di Geova?

      6 La Legge esaltava la sovranità di Geova. Perciò la Legge mosaica non si può paragonare a nessun altro codice di leggi. La legge più importante era questa: “Ascolta, o Israele: Geova è il nostro Dio; c’è un solo Geova. Devi amare Geova tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua forza”. Come faceva il popolo di Dio a esprimergli amore? Doveva servirlo, sottomettendosi alla sua sovranità (Deuteronomio 6:4, 5; 11:13).

      7 Ciascun israelita dimostrava di riconoscere la sovranità di Geova sottomettendosi a coloro che avevano autorità su di lui. Genitori, capi, giudici, sacerdoti e, infine, il re rappresentavano tutti l’autorità divina. Geova considerava la ribellione contro chi aveva autorità una ribellione contro di lui. D’altra parte, chi aveva autorità rischiava di incorrere nell’ira di Geova se trattava il Suo popolo in modo ingiusto o arrogante (Esodo 20:12; 22:28; Deuteronomio 1:16, 17; 17:8-20; 19:16, 17). Sia chi aveva autorità che chi era sottoposto a quell’autorità doveva quindi sostenere la sovranità di Geova.

      8. In che modo la Legge metteva in risalto i criteri di santità stabiliti da Geova?

      8 La Legge metteva in risalto i criteri di santità stabiliti da Geova. I termini resi “santo” e “santità” ricorrono oltre 280 volte nella Legge mosaica. La Legge aiutava gli israeliti a distinguere ciò che era puro da ciò che era impuro, elencando circa 70 cose che potevano renderli cerimonialmente impuri. Queste leggi riguardavano l’igiene, l’alimentazione e persino l’eliminazione dei rifiuti. Leggi del genere recavano notevoli benefìci alla salute.a Tuttavia avevano uno scopo più elevato: quello di aiutare la popolazione a conservare il favore di Geova, evitando le pratiche peccaminose delle degradate nazioni circostanti. Facciamo un esempio.

      9, 10. Quali disposizioni relative al parto e ai rapporti sessuali erano incluse nel patto della Legge, e che benefìci derivavano da queste leggi?

      9 Certe disposizioni del patto della Legge stabilivano che i rapporti sessuali, anche fra persone sposate, e il parto comportavano un periodo di impurità (Levitico 12:2-4; 15:16-18). Simili disposizioni non sminuivano questi puri doni di Dio (Genesi 1:28; 2:18-25). Piuttosto davano risalto alla santità di Geova, aiutando i suoi adoratori a evitare qualsiasi contaminazione. Va notato che le nazioni intorno a Israele mischiavano l’adorazione con riti che esaltavano il sesso e la fertilità. La prostituzione maschile e femminile faceva parte della religione cananea, e questo causava una dilagante degradazione della peggiore specie. La Legge invece separava completamente l’adorazione di Geova da ciò che aveva a che fare con il sesso.b C’erano anche altri benefìci.

      10 Queste leggi servivano a insegnare una verità fondamentale.c Dopotutto, in che modo la macchia del peccato di Adamo si trasmetteva di generazione in generazione? Non si trasmetteva attraverso i rapporti sessuali e il parto? (Romani 5:12). Sì, la Legge di Dio ricordava al suo popolo la costante realtà del peccato. Tutti infatti siamo nati nel peccato (Salmo 51:5). Per avvicinarci al nostro santo Dio abbiamo bisogno del perdono e della redenzione.

      11, 12. (a) Quale essenziale principio di giustizia vigeva nella Legge? (b) Quali garanzie prevedeva la Legge contro gli abusi giudiziari?

      11 La Legge rispecchiava la perfetta giustizia di Geova. Nella Legge mosaica vigeva il principio dell’equivalenza, o equilibrio, nelle questioni giudiziarie. Perciò affermava: “Sarà vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede” (Deuteronomio 19:21). Quindi nelle cause penali la punizione doveva corrispondere al reato. Questo aspetto della giustizia divina permeava la Legge ed è tuttora fondamentale per capire il sacrificio di riscatto di Cristo Gesù, come verrà spiegato nel capitolo 14 (1 Timoteo 2:5, 6).

      12 La Legge inoltre prevedeva delle garanzie contro gli abusi giudiziari. Ad esempio, per stabilire la validità di un’accusa ci volevano almeno due testimoni. I giuramenti falsi prevedevano pene severe (Deuteronomio 19:15, 18, 19). Anche corruzione e tangenti erano rigorosamente vietate (Esodo 23:8; Deuteronomio 27:25). Persino negli affari il popolo di Dio doveva sostenere gli elevati criteri divini di giustizia (Levitico 19:35, 36; Deuteronomio 23:19, 20). Questo codice di leggi equo ed elevato era una grande benedizione per Israele.

      Leggi che danno risalto alla misericordia e all’equità nelle questioni giudiziarie

      13, 14. In che modo la Legge incoraggiava a trattare in maniera equa e imparziale sia il ladro che il derubato?

      13 La Legge mosaica era un insieme di regole rigide e spietate? Tutt’altro! Il re Davide fu ispirato a scrivere: “La legge di Geova è perfetta” (Salmo 19:7). Come sapeva bene, la Legge incoraggiava a mostrare misericordia e a trattare gli altri con equità. In che modo?

      14 Oggi in alcuni paesi sembra che la legge mostri più clemenza e protezione ai criminali che alle vittime. Per esempio, i ladri forse rimangono del tempo in prigione, ma le vittime sono ancora prive dei loro beni, e devono pure pagare le tasse con cui si provvede vitto e alloggio ai criminali. Nell’antico Israele non esistevano prigioni come quelle odierne. C’erano limiti rigorosi che regolavano la severità delle punizioni (Deuteronomio 25:1-3). Il ladro doveva compensare la vittima per quello che le aveva rubato e inoltre doveva pagare un ulteriore risarcimento. A quanto ammontava? Variava a seconda del caso. A quanto pare i giudici avevano la facoltà di soppesare diversi fattori, come il pentimento del peccatore. Questo spiegherebbe perché il risarcimento richiesto a un ladro secondo Levitico 6:1-7 è molto inferiore a quello indicato in Esodo 22:7.

      15. In che modo la Legge garantiva sia misericordia che giustizia nei casi di omicidio involontario?

      15 La Legge riconosceva misericordiosamente che non tutti i peccati sono intenzionali. Per esempio, quando un uomo uccideva qualcuno involontariamente, non doveva dare vita per vita se compiva l’azione giusta, cioè fuggire in una delle città di rifugio sparse nel territorio di Israele. Dopo che i giudici competenti avevano esaminato il caso, doveva rimanere nella città di rifugio fino alla morte del sommo sacerdote. Solo allora sarebbe stato libero di stabilirsi dove voleva. Così beneficiava della misericordia divina. Al tempo stesso questa legge sottolineava il grande valore della vita umana (Numeri 15:30, 31; 35:12-25).

      16. In che modo la Legge tutelava i diritti della persona?

      16 La Legge tutelava i diritti della persona. Pensate a come proteggeva chi si era indebitato. La Legge vietava di entrare in casa del debitore per impossessarsi di qualcosa come garanzia di un prestito. Il creditore doveva restare fuori e aspettare che il debitore gli portasse il pegno. Così la casa rimaneva inviolata. Se il creditore prendeva in pegno il mantello del debitore, doveva restituirlo prima di sera, poiché probabilmente il debitore ne aveva bisogno per coprirsi di notte (Deuteronomio 24:10-14).

      17, 18. Per quanto riguardava la guerra, in che modo gli israeliti differivano dalle altre nazioni, e perché?

      17 Sotto la Legge anche le guerre erano regolamentate. Il popolo di Dio non doveva combattere per soddisfare un semplice desiderio di potere o di conquista, ma per agire quale suo rappresentante nelle “Guerre di Geova” (Numeri 21:14). In molti casi gli israeliti dovevano prima offrire le condizioni di resa. Se una città rifiutava l’offerta, allora potevano assediarla, seguendo però le regole stabilite da Dio. A differenza di ciò che hanno fatto molti soldati nel corso della storia, gli uomini dell’esercito israelita non dovevano violentare le donne né perpetrare massacri. Dovevano rispettare anche l’ambiente, evitando di abbattere gli alberi da frutto del nemico.d Gli altri eserciti non erano soggetti a limitazioni del genere (Deuteronomio 20:10-15, 19, 20; 21:10-13).

      18 Rabbrividite al pensiero che in certi paesi ci sono bambini che ricevono addestramento militare? Nell’antico Israele nessun uomo al di sotto dei 20 anni veniva reclutato nell’esercito (Numeri 1:2, 3). Persino un adulto veniva esonerato se aveva troppa paura. L’uomo appena sposato era esonerato per un anno intero affinché, prima di intraprendere un servizio così rischioso, potesse veder nascere un erede. Così, spiegava la Legge, il giovane marito avrebbe avuto la possibilità di “rimanere a casa e far felice” la moglie appena sposata (Deuteronomio 20:5, 6, 8; 24:5).

      19. In che modo la Legge provvedeva alla tutela di donne, bambini, famiglie, vedove e orfani?

      19 La Legge inoltre proteggeva le donne, i bambini e le famiglie, disponendo che avessero il necessario. Comandava ai genitori di prestare costante attenzione ai figli e di insegnare loro le cose spirituali (Deuteronomio 6:6, 7). Vietava ogni forma di incesto, che era punito con la morte (Levitico, capitolo 18). Vietava similmente l’adulterio, che così spesso disgrega le famiglie e ne distrugge il senso di sicurezza e l’onore. La Legge provvedeva ai bisogni delle vedove e degli orfani e vietava con la massima severità di maltrattarli (Esodo 20:14; 22:22-24).

      20, 21. (a) Perché la Legge mosaica consentiva la poligamia fra gli israeliti? (b) In quanto al divorzio, perché la Legge differiva dalla norma ripristinata poi da Gesù?

      20 A questo riguardo, però, qualcuno potrebbe chiedersi perché la Legge consentisse la poligamia (Deuteronomio 21:15-17). Dobbiamo valutare queste leggi nel loro contesto storico. Chi giudica la Legge mosaica in base ai canoni e alla cultura odierna sicuramente non la comprenderà (Proverbi 18:13). Secondo la norma di Geova, stabilita tanto tempo fa in Eden, il matrimonio doveva essere l’unione durevole di un solo marito e una sola moglie (Genesi 2:18, 20-24). Tuttavia quando Geova diede la Legge a Israele, pratiche come la poligamia erano radicate da secoli. Geova sapeva bene che il suo “popolo ostinato” avrebbe spesso disubbidito anche a comandi fondamentali, come quelli contro l’idolatria (Esodo 32:9). Saggiamente, dunque, decise che non era il momento di riformare tutte le usanze matrimoniali. Tenete presente, però, che Geova non istituì la poligamia, ma si servì della Legge mosaica per regolarla fra il suo popolo e impedire gli abusi.

      21 Similmente la Legge mosaica consentiva a un uomo di divorziare dalla moglie per una serie relativamente ampia di gravi motivi (Deuteronomio 24:1-4). Gesù la definì una concessione che Dio aveva fatto agli israeliti “per la durezza del [loro] cuore”. Comunque simili concessioni erano temporanee. Per i suoi seguaci Gesù ripristinò la norma originale stabilita da Geova per il matrimonio (Matteo 19:8).

      La Legge incoraggiava l’amore

      22. In quali modi la Legge mosaica incoraggiava a mostrare amore, e verso chi?

      22 Riuscite a immaginare un sistema giuridico moderno che inviti a manifestare amore? La Legge mosaica incoraggiava a mostrare amore prima di tutto. Nel solo libro di Deuteronomio il verbo “amare” ricorre più di 20 volte. “Devi amare il tuo prossimo come te stesso” era il secondo dei due più grandi comandamenti di tutta la Legge (Levitico 19:18; Matteo 22:37-40). Gli israeliti dovevano mostrare questo amore non solo gli uni agli altri, ma anche agli stranieri che risiedevano fra loro, ricordando che anche loro erano stati stranieri in un altro paese. Dovevano mostrare amore ai poveri e agli afflitti, assistendoli sul piano economico e non approfittando della loro condizione disagiata. Dovevano trattare con benignità e considerazione persino gli animali da soma (Esodo 23:6; Levitico 19:14, 33, 34; Deuteronomio 22:4, 10; 24:17, 18).

      23. Cosa era spinto a fare lo scrittore del Salmo 119, e cosa vogliamo fare noi?

      23 Quale altra nazione aveva un simile codice di leggi? Non meraviglia che il salmista abbia scritto: “Quanto amo la tua legge!” Il suo amore, però, non era solo un sentimento. Lo spingeva ad agire, poiché si sforzava di ubbidire a quella legge e di vivere secondo i suoi dettami. Poi proseguì: “Su di essa rifletto tutto il giorno” (Salmo 119:11, 97). Sì, dedicava regolarmente del tempo allo studio delle leggi di Geova. Non c’è dubbio che in tal modo il suo amore per quelle leggi aumentava. Al tempo stesso cresceva anche il suo amore per il Legislatore, Geova Dio. Man mano che studiamo la legge divina, vogliamo anche noi avvicinarci sempre di più a Geova, il grande Legislatore e il Dio di giustizia.

      a Per esempio, le leggi che prescrivevano di seppellire gli escrementi umani, mettere in quarantena i malati e lavarsi dopo aver toccato un cadavere precorrevano i tempi di molti secoli (Levitico 13:4-8; Numeri 19:11-13, 17-19; Deuteronomio 23:13, 14).

      b Mentre nei templi cananei c’erano locali destinati all’attività sessuale, la Legge mosaica stabiliva che chi era in una condizione impura non poteva neanche entrare nel tempio. Quindi, dal momento che i rapporti sessuali comportavano un periodo di impurità, nessuno poteva legalmente introdurre il sesso nell’adorazione praticata nella casa di Geova.

      c Insegnare era uno degli scopi basilari della Legge. Infatti l’Encyclopaedia Judaica osserva che il termine ebraico per “legge”, tohràh, significa “istruzione”.

      d La Legge chiedeva specificamente: “Dovresti assediare un albero del campo come faresti con un uomo?” (Deuteronomio 20:19). Filone, filosofo ebreo del I secolo, citò questa legge, spiegando che Dio ritiene “ingiusto sfogare l’ira rivolta contro gli uomini su cose inanimate che non hanno fatto niente di male”.

      Punti su cui meditare

      • Levitico 19:9, 10; Deuteronomio 24:19 Cosa provate per il Dio che promulga questo tipo di leggi?

      • Salmo 19:7-14 Cosa provava Davide per “la legge di Geova”, e quanto dovrebbero essere preziose per noi le leggi divine?

      • Michea 6:6-8 In che modo questo passo biblico ci aiuta a capire che non c’è ragione di considerare gravose le leggi di Geova?

      • Matteo 23:23-39 In che modo i farisei dimostravano di non aver capito lo spirito della Legge, e in che modo questo è un esempio ammonitore per noi?

  • Geova provvede un “riscatto in cambio di molti”
    Avviciniamoci a Geova
    • Gesù in piedi vicino a una bilancia.

      CAPITOLO 14

      Geova provvede un “riscatto in cambio di molti”

      1, 2. Come descrive la Bibbia la condizione dell’umanità, e qual è l’unica via d’uscita?

      “TUTTA la creazione continua a gemere e soffrire” (Romani 8:22). Con queste parole l’apostolo Paolo descrive il triste stato in cui ci troviamo. Dal punto di vista umano sembra che non ci sia via d’uscita dalle sofferenze, dal peccato e dalla morte. Ma Geova non ha i limiti che hanno gli esseri umani (Numeri 23:19). Il Dio di giustizia ci ha provveduto una via d’uscita dalle afflizioni: il riscatto.

      2 Il riscatto è il più grande dono che Geova ha fatto all’umanità. Rende possibile la liberazione dal peccato e dalla morte (Efesini 1:7). È la base della speranza della vita eterna, in cielo o sulla terra paradisiaca (Luca 23:43; Giovanni 3:16; 1 Pietro 1:4). Ma cos’è esattamente il riscatto? Cosa ci insegna riguardo alla superlativa giustizia di Geova?

      Perché si rese necessario il riscatto

      3. (a) Perché si rese necessario il riscatto? (b) Perché Dio non poteva semplicemente trovare un’alternativa alla pena di morte per i discendenti di Adamo?

      3 Il riscatto si rese necessario a motivo del peccato di Adamo. Disubbidendo a Dio, Adamo lasciò alla sua progenie un’eredità di malattie, sofferenze, dolore e morte (Genesi 2:17; Romani 8:20). Dio avrebbe potuto lasciarsi guidare dal sentimentalismo e trovare un’alternativa alla pena di morte? No, perché far questo avrebbe significato ignorare la sua stessa legge: “Il salario del peccato è la morte” (Romani 6:23). E se Dio avesse invalidato le sue stesse norme di giustizia, avrebbero regnato l’illegalità e il caos universale.

      4, 5. (a) In che modo Satana calunniò Geova, e perché Geova fu costretto a rispondere a quelle accuse? (b) Quale accusa mosse Satana ai leali servitori di Geova?

      4 Come abbiamo visto nel capitolo 12, la ribellione in Eden sollevò questioni che andavano ben oltre la ribellione stessa. Satana infangò il buon nome di Geova Dio. In effetti lo accusò di essere un bugiardo e un dittatore crudele che privava della libertà le sue creature (Genesi 3:1-5). Inoltre, facendo sembrare che il proposito di Dio di riempire la terra di esseri umani giusti non potesse realizzarsi, Satana accusò Dio di aver fallito (Genesi 1:28; Isaia 55:10, 11). Se Geova avesse lasciato irrisolte queste questioni, molte creature intelligenti avrebbero potuto perdere in parte la fiducia nel suo modo di governare.

      5 Satana calunniò anche i leali servitori di Geova: asserì che servivano Dio solo per motivi egoistici e che sotto pressione nessuno gli sarebbe rimasto fedele (Giobbe 1:9-11). Le questioni sollevate erano molto più importanti della difficile situazione umana. Geova giustamente si sentiva costretto a rispondere alle calunniose accuse di Satana. Tuttavia, come poteva risolvere quelle questioni e contemporaneamente salvare l’umanità?

      Il riscatto: qualcosa di equivalente

      6. Quali sono alcune espressioni usate nella Bibbia per descrivere il mezzo stabilito da Dio per salvare l’umanità?

      6 La soluzione di Geova, a cui nessun essere umano avrebbe mai potuto pensare, era sia sommamente misericordiosa che profondamente giusta. Eppure era straordinariamente semplice. Per descriverla sono stati usati termini come espiazione, acquisto, riconciliazione, propiziazione e redenzione (Daniele 9:24; Atti 20:28; Colossesi 1:20; Ebrei 2:17; 9:12, nota in calce). Comunque, l’espressione che la descrive meglio è quella usata da Gesù stesso, che disse: “Il Figlio dell’uomo è venuto non per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come riscatto [greco: lỳtron] in cambio di molti” (Matteo 20:28).

      7, 8. (a) Cosa significa nelle Scritture il termine “riscatto”? (b) In che modo il riscatto implica qualcosa di equivalente?

      7 Cos’è il riscatto? Il termine greco usato qui deriva da un verbo che significa “sciogliere”, “liberare”. Veniva usato per indicare il prezzo pagato per la liberazione dei prigionieri di guerra. Quindi, fondamentalmente, si può definire riscatto il prezzo pagato per ricomprare qualcosa. Nelle Scritture Ebraiche la parola per “riscatto” (kòfer) deriva da un verbo che significa “coprire”. Per esempio, Dio disse a Noè che doveva coprire l’arca di catrame (Genesi 6:14). Questo ci aiuta a capire che riscattare significa anche coprire i peccati (Salmo 65:3).

      8 Va notato che secondo un dizionario questa parola (kòfer) “indica sempre qualcosa di equivalente”, cioè qualcosa di corrispondente (Theological Dictionary of the New Testament). Quindi, per riscattare o coprire il peccato, si deve pagare un prezzo che corrisponda pienamente al danno causato dal peccato o lo copra interamente. La Legge data da Dio a Israele stabiliva infatti: “Sarà vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede” (Deuteronomio 19:21).

      9. Perché gli uomini di fede offrivano sacrifici di animali, e come considerava Geova quei sacrifici?

      9 Gli uomini di fede da Abele in poi offrivano a Dio sacrifici di animali. Così facendo dimostravano di essere consapevoli del peccato e della necessità di redenzione, e di avere fede nella liberazione promessa da Dio tramite la sua “discendenza” (Genesi 3:15; 4:1-4; Levitico 17:11; Ebrei 11:4). Geova vedeva con favore quei sacrifici e approvava quegli adoratori. Tuttavia, dato che gli animali sono inferiori agli esseri umani, quelle offerte non potevano coprire realmente il peccato dell’uomo (Salmo 8:4-8). Perciò la Bibbia dice: “È impossibile che il sangue di tori e capri elimini i peccati” (Ebrei 10:1-4). Quei sacrifici erano solo una figura, o un simbolo, del vero sacrificio di riscatto che sarebbe stato offerto.

      Un “riscatto corrispondente”

      10. (a) A chi doveva corrispondere colui che doveva dare la sua vita come riscatto, e perché? (b) Perché bastava il sacrificio di un solo essere umano?

      10 “In Adamo tutti muoiono”, disse l’apostolo Paolo (1 Corinti 15:22). Il riscatto doveva quindi comportare la morte dell’esatto equivalente di Adamo: un essere umano perfetto (Romani 5:14). Nessun’altra creatura poteva equilibrare la bilancia della giustizia. Solo un essere umano perfetto, libero dalla condanna della morte adamica, poteva offrire un “riscatto corrispondente per tutti”, cioè tale da corrispondere perfettamente ad Adamo (1 Timoteo 2:6). Non era necessario sacrificare milioni e milioni di esseri umani corrispondenti a ciascun discendente di Adamo. L’apostolo Paolo spiegò: “Per mezzo di un solo uomo [Adamo] il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte” (Romani 5:12). E “dato che la morte è venuta per mezzo di un uomo”, Geova ha provveduto alla redenzione dell’umanità “per mezzo di un uomo” (1 Corinti 15:21). In che modo?

      Un “riscatto corrispondente per tutti”

      11. (a) In che modo colui che doveva dare la sua vita come riscatto “[avrebbe] gustato la morte per tutti”? (b) Perché Adamo ed Eva non potevano beneficiare del riscatto? (Vedi la nota in calce.)

      11 Geova dispose che un uomo perfetto sacrificasse volontariamente la propria vita. Secondo Romani 6:23, “il salario del peccato è la morte”. Sacrificando la sua vita, questo uomo perfetto “[avrebbe] gustato la morte per tutti”. In altre parole, avrebbe pagato il prezzo del peccato di Adamo (Ebrei 2:9; 2 Corinti 5:21; 1 Pietro 2:24). Ciò avrebbe avuto conseguenze profonde sul piano giuridico. Il riscatto avrebbe annullato la condanna a morte dei discendenti ubbidienti di Adamo e così avrebbe eliminato alla radice il potere distruttivo del peccato (Romani 5:16).a

      12. Spiegate in che modo pagando un unico debito si può recare beneficio a molti.

      12 Facciamo un esempio. Immaginate di vivere in una cittadina dove quasi tutti i residenti lavorano in una grossa ditta. Voi e i vostri vicini siete pagati bene e fate una vita agiata, fino al giorno in cui la ditta chiude i battenti. La ragione? Il direttore è diventato disonesto e ha portato l’azienda alla bancarotta. Improvvisamente senza lavoro, voi e i vostri vicini non siete più in grado di saldare i conti. Coniugi, figli e creditori soffrono a motivo della disonestà di un solo uomo. C’è una via d’uscita? Sì! Un ricco benefattore decide di intervenire. È consapevole del valore dell’azienda. Inoltre prova empatia per i tanti lavoratori e le loro famiglie. Perciò decide di pagare i debiti e di riaprire la ditta. La cancellazione di quell’unico debito reca sollievo a tutti i lavoratori, alle loro famiglie e ai creditori. Similmente la cancellazione del debito di Adamo reca beneficio a milioni e milioni di persone.

      Chi provvede il riscatto?

      13, 14. (a) In che modo Geova provvide il riscatto per l’umanità? (b) A chi andava pagato il riscatto, e perché questo pagamento era necessario?

      13 Solo Geova Dio poteva provvedere “l’Agnello [...] che toglie il peccato del mondo” (Giovanni 1:29). Però non mandò un angelo qualsiasi a salvare il genere umano, mandò colui che poteva dare la risposta finale e definitiva all’accusa mossa da Satana ai Suoi servitori. Sì, Geova fece il sacrificio supremo di mandare il suo Figlio unigenito, che era “la sua più grande gioia” (Proverbi 8:30). Volontariamente il Figlio di Dio “svuotò sé stesso” della sua natura spirituale (Filippesi 2:7). Geova trasferì miracolosamente la vita del suo primogenito Figlio celeste nel grembo di una vergine ebrea di nome Maria (Luca 1:27, 35). Come uomo si sarebbe chiamato Gesù, ma in senso giuridico avrebbe potuto essere definito il secondo Adamo, perché corrispondeva perfettamente al primo uomo (1 Corinti 15:45, 47). Gesù poté pertanto offrire sé stesso in sacrificio come riscatto per l’umanità peccatrice.

      14 A chi andava pagato quel riscatto? Salmo 49:7 dice esplicitamente che il riscatto viene pagato “a Dio”. Ma non è Geova stesso a provvedere il riscatto? Questo però non riduce il riscatto a uno scambio inutile, meccanico, come prendere del denaro da una tasca e metterlo in un’altra. Il riscatto non è uno scambio materiale, ma una transazione legale. Essendo disposto a provvedere al pagamento del riscatto, anche se questo gli sarebbe costato moltissimo, Geova dimostrò un’incrollabile adesione alla propria giustizia perfetta (Genesi 22:7, 8, 11-13; Ebrei 11:17; Giacomo 1:17).

      15. Perché era necessario che Gesù soffrisse e morisse?

      15 Nella primavera del 33 E.V. Gesù Cristo si sottomise volontariamente alla terribile prova che portò al pagamento del riscatto. Permise che lo arrestassero in base a false accuse, che lo giudicassero colpevole e che lo mettessero a morte inchiodato a un palo. Era proprio necessario che Gesù soffrisse tanto? Sì, perché si doveva risolvere la questione dell’integrità dei servitori di Dio. È significativo che Dio non abbia permesso a Erode di uccidere Gesù quando era bambino (Matteo 2:13-18). Da adulto infatti Gesù fu in grado di resistere agli attacchi di Satana con la piena comprensione delle questioni in gioco.b Rimanendo “leale, innocente, incontaminato, separato dai peccatori” nonostante l’orribile trattamento, dimostrò in modo inequivocabile e definitivo che Geova ha dei servitori che rimangono fedeli nella prova (Ebrei 7:26). Non c’è da meravigliarsi che in punto di morte Gesù abbia gridato trionfante: “È compiuto!” (Giovanni 19:30).

      Gesù completa la sua opera di redenzione

      16, 17. (a) In che modo Gesù continuò la sua opera di redenzione? (b) Perché Gesù doveva comparire “davanti a Dio per noi”?

      16 Gesù doveva ancora completare la sua opera di redenzione. Il terzo giorno dopo la sua morte, Geova lo risuscitò (Atti 3:15; 10:40). Con questo atto importantissimo Geova Dio non solo ricompensò il Figlio per il suo fedele servizio, ma gli diede l’opportunità di completare la sua opera di redenzione in qualità di Sommo Sacerdote (Romani 1:4; 1 Corinti 15:3-8). L’apostolo Paolo spiega: “Cristo, quando è venuto come sommo sacerdote [...] è entrato una volta per sempre nel luogo santo, non con il sangue di capri e di giovani tori, ma con il proprio sangue, facendoci ottenere una liberazione eterna. [...] Infatti Cristo non è entrato in un luogo santo fatto da mani umane, che è una copia della realtà, ma nel cielo stesso, per presentarsi ora davanti a Dio per noi” (Ebrei 9:11, 12, 24).

      17 Cristo non poteva portare il suo sangue letterale in cielo (1 Corinti 15:50). Portò invece quello che il sangue simboleggiava: il valore legale della vita umana perfetta che aveva dato in sacrificio. Presentò formalmente davanti a Dio il valore di quella vita come riscatto in cambio dell’umanità peccatrice. Geova accettò quel sacrificio? Sì, e questo divenne evidente alla Pentecoste del 33 E.V., quando a Gerusalemme fu versato lo spirito santo su circa 120 discepoli (Atti 2:1-4). Quell’avvenimento fu senz’altro entusiasmante, ma fu solo la prima di tante benedizioni che il riscatto avrebbe portato.

      I benefìci del riscatto

      18, 19. (a) Quali sono i due gruppi di persone che trarranno beneficio dalla riconciliazione resa possibile dal sangue di Cristo? (b) Per quelli della “grande folla”, quali sono alcuni benefìci del riscatto presenti e futuri?

      18 Nella sua lettera ai Colossesi, Paolo spiega che Dio volle riconciliare con sé tutte le altre cose tramite Gesù Cristo, facendo la pace mediante il sangue versato sul palo di tortura. Spiega inoltre che questa riconciliazione riguarda due distinti gruppi di persone, cioè “le cose nei cieli” e “le cose sulla terra” (Efesini 1:10; Colossesi 1:19, 20). Il primo gruppo è formato dai 144.000 cristiani a cui è offerta la speranza di servire come sacerdoti celesti e di governare come re la terra insieme a Cristo Gesù (Rivelazione 5:9, 10; 7:4; 14:1-3). Tramite loro, in un periodo di 1.000 anni, i benefìci del riscatto saranno gradualmente estesi all’umanità ubbidiente (1 Corinti 15:24-26; Rivelazione 20:6; 21:3, 4).

      19 “Le cose sulla terra” sono coloro che hanno la prospettiva di avere una vita perfetta nel Paradiso sulla terra. Rivelazione 7:9-17 li definisce “una grande folla” che sopravvivrà alla veniente “grande tribolazione”. Comunque non devono aspettare fino ad allora per godere dei benefìci del riscatto. Hanno già “lavato le loro vesti e le hanno rese bianche nel sangue dell’Agnello”. Siccome esercitano fede nel riscatto, sin d’ora ricevono i benefìci spirituali di questo amorevole provvedimento: sono dichiarati giusti come amici di Dio (Giacomo 2:23). Grazie al sacrificio di Gesù, possono avvicinarsi “con fiducia al trono dell’immeritata bontà” (Ebrei 4:14-16). Quando sbagliano, ricevono vero perdono (Efesini 1:7). Pur essendo imperfetti, hanno la coscienza pulita (Ebrei 9:9; 10:22; 1 Pietro 3:21). Quindi, essere riconciliati con Dio non è solo una speranza per il futuro, ma una realtà già da ora (2 Corinti 5:19, 20). Durante il Millennio saranno gradualmente ‘liberati dalla schiavitù della corruzione’ e avranno finalmente “la gloriosa libertà dei figli di Dio” (Romani 8:21).

      20. In che modo riflettere sul riscatto influisce personalmente su di noi?

      20 Siamo davvero grati a Dio, che per mezzo di Gesù ha provveduto il riscatto (Romani 7:25). Si tratta di qualcosa di semplice in linea di principio, ma abbastanza profondo da riempirci di timore reverenziale (Romani 11:33). E se ci riflettiamo sopra con gratitudine, il riscatto ci tocca il cuore e ci avvicina ancora di più al Dio di giustizia. Come il salmista, abbiamo ogni ragione di lodare Geova, colui che “ama giustizia e diritto” (Salmo 33:5).

      a Adamo ed Eva non potevano beneficiare del riscatto. La Legge mosaica stabiliva questo principio riguardo all’omicida volontario: “Non dovete accettare alcun riscatto per la vita di un assassino che merita di morire” (Numeri 35:31). Adamo ed Eva meritavano di morire perché avevano disubbidito a Dio volontariamente e consapevolmente. Così avevano rinunciato alla prospettiva della vita eterna.

      b Per controbilanciare il peccato di Adamo, Gesù doveva morire non come bambino perfetto, ma come uomo perfetto. Ricordate che il peccato di Adamo fu volontario, compiuto con piena coscienza della gravità dell’atto e delle sue conseguenze. Quindi, per diventare “l’ultimo Adamo” e coprire quel peccato, Gesù doveva scegliere consapevolmente di mantenere l’integrità e rimanere fedele a Geova (1 Corinti 15:45, 47). Così l’intera vita di Gesù, inclusa la sua morte di sacrificio, servì come “solo atto di giustificazione” (Romani 5:18, 19).

      Punti su cui meditare

      • Numeri 3:39-51 Perché è essenziale che il riscatto sia l’esatto equivalente?

      • Salmo 49:7, 8 Perché siamo debitori a Dio per aver provveduto il riscatto?

      • Isaia 43:25 In che modo questo versetto ci aiuta a capire che la salvezza dell’uomo non è la ragione principale per cui Geova ha provveduto il riscatto?

      • 1 Corinti 6:20 Che effetto dovrebbe avere il riscatto sul nostro comportamento e sul nostro modo di vivere?

  • Gesù ‘stabilisce la giustizia sulla terra’
    Avviciniamoci a Geova
    • Gesù rovescia un tavolo dei cambiavalute, ordinando loro di andare via dal tempio.

      CAPITOLO 15

      Gesù ‘stabilisce la giustizia sulla terra’

      1, 2. In quale occasione Gesù si adirò, e perché?

      GESÙ era visibilmente adirato, e a ragione. Forse trovate difficile immaginarvelo così, dato che era un uomo molto mite (Matteo 21:5). Naturalmente rimase perfettamente padrone di sé, perché la sua era una collera giusta.a Ma cosa aveva irritato a tal punto quell’uomo amante della pace? Una grave ingiustizia.

      2 Il tempio di Gerusalemme era molto caro a Gesù. In tutto il mondo era l’unico luogo sacro dedicato all’adorazione del suo Padre celeste. Ebrei provenienti da molti paesi percorrevano grandi distanze per venirvi ad adorare. Persino non ebrei timorati di Dio entravano nel cortile del tempio riservato a loro. Tuttavia all’inizio del suo ministero Gesù entrò nell’area del tempio e si trovò davanti una scena disgustante. Quel posto sembrava più un mercato che un luogo di culto. Era pieno di venditori e di cambiamonete. In cosa consisteva, però, l’ingiustizia? Per quegli uomini il tempio di Dio era semplicemente un luogo per sfruttare la gente, addirittura per derubarla. Come mai? (Giovanni 2:14).

      3, 4. Quale avido sfruttamento avveniva nella casa di Geova, e quale azione compì Gesù per correggere le cose?

      3 I capi religiosi avevano stabilito che per pagare la tassa del tempio si poteva usare solo un particolare tipo di monete. I visitatori dovevano cambiare il loro denaro per procurarsi quelle monete. Per questo i cambiavalute avevano collocato i loro tavoli proprio all’interno del tempio ed esigevano un compenso per ogni operazione. Anche la vendita di animali era molto redditizia. I visitatori che volevano offrire sacrifici potevano acquistarli da qualsiasi venditore della città, ma i funzionari del tempio potevano benissimo rifiutare le offerte dichiarandole non idonee. Invece le offerte acquistate nell’area del tempio venivano accettate di sicuro. Visto che la gente era alla loro mercé, i venditori a volte facevano pagare prezzi esorbitanti.b Era peggio che sfacciato affarismo, era furto.

      4 Gesù non poteva tollerare una simile ingiustizia. Quella era la casa del Padre suo. Fece una frusta di corde e scacciò i bovini e le pecore dal tempio. Poi si avvicinò a grandi passi ai cambiavalute e rovesciò i loro tavoli. Immaginate tutte quelle monete che si sparpagliavano sul pavimento di marmo. Gesù ordinò severamente agli uomini che vendevano colombe: “Portate via di qua queste cose!” (Giovanni 2:15, 16). Nessuno, a quanto pare, osò opporsi a quell’uomo coraggioso.

      “Portate via di qua queste cose!”

      Com’è il Padre, così è il Figlio

      5-7. (a) Come influì l’esistenza preumana di Gesù sul suo senso di giustizia, e cosa possiamo imparare studiando il suo esempio? (b) In che modo Gesù ha risposto alle ingiuste accuse di Satana, e come lo farà in futuro?

      5 Naturalmente i venditori tornarono. Circa tre anni dopo Gesù denunciò la stessa ingiustizia, questa volta citando proprio le parole con cui Geova aveva condannato coloro che avevano trasformato la sua casa in “un covo di ladri” (Geremia 7:11; Matteo 21:13). Quando Gesù vide che il popolo veniva sfruttato e che il tempio di Dio veniva contaminato, provò gli stessi sentimenti del Padre. E questo non sorprende. Per milioni e milioni di anni era stato ammaestrato dal suo Padre celeste. Di conseguenza aveva assimilato il senso di giustizia di Geova. Divenne un esempio vivente del detto “tale padre, tale figlio”. Quindi il modo migliore per farci una chiara idea della giustizia di Geova è riflettere sull’esempio di Gesù Cristo (Giovanni 14:9, 10).

      6 L’unigenito Figlio di Geova era presente quando Satana ingiustamente diede del bugiardo a Geova e mise in dubbio la legittimità del Suo dominio. Che calunnia! Il Figlio sentì anche l’ulteriore accusa di Satana: nessuno avrebbe servito Geova per motivi altruistici, per amore. Queste false accuse addolorarono di sicuro il Figlio. Come dovette essere emozionato apprendendo che avrebbe avuto un ruolo chiave nel rimettere le cose a posto! (2 Corinti 1:20). In che modo l’avrebbe fatto?

      7 Come abbiamo imparato nel capitolo 14, Gesù Cristo diede la risposta definitiva all’accusa di Satana che metteva in dubbio l’integrità delle creature di Geova. In tal modo pose la base per togliere il disonore dal santo nome di Dio, Geova, smascherando tutte le calunnie, inclusa quella secondo cui il Suo modo di governare è ingiusto. In qualità di principale Condottiero, Gesù stabilirà la giustizia divina in tutto l’universo (Atti 5:31). Anche la sua vita sulla terra rifletté la giustizia divina. Geova disse di lui: “Porrò su di lui il mio spirito ed egli farà sapere alle nazioni cos’è la giustizia” (Matteo 12:18). In che modo Gesù adempì queste parole?

      Gesù chiarisce “cos’è la giustizia”

      8-10. (a) In che modo le tradizioni orali dei capi religiosi ebrei suscitavano disprezzo per le donne e per i non ebrei? (b) In che modo le leggi orali resero gravosa la legge di Geova sul Sabato?

      8 Gesù amava la Legge di Geova e visse secondo quella Legge, mentre i capi religiosi dell’epoca la distorcevano e la applicavano in modo errato. Di loro Gesù disse: “Guai a voi, scribi e farisei, ipocriti! [...] Avete trascurato le cose più importanti della Legge, cioè la giustizia, la misericordia e la fedeltà” (Matteo 23:23). Quegli insegnanti della Legge di Dio non spiegavano “cos’è la giustizia”. Anzi, rendevano difficile capire cos’era giusto o sbagliato per Geova. In che modo? Ecco alcuni esempi.

      9 Geova aveva ordinato al suo popolo di rimanere separato dalle nazioni pagane circostanti (1 Re 11:1, 2). Tuttavia alcuni capi religiosi fanatici incoraggiavano il popolo a disprezzare chiunque non fosse ebreo. La Mishnàh conteneva persino questo precetto: “Non si lascino bovini nelle locande dei gentili poiché sono sospettati di bestialità”. Un simile pregiudizio generalizzato contro tutti i non ebrei era ingiusto e del tutto contrario allo spirito della Legge mosaica (Levitico 19:34). Altre regole imposte dagli uomini umiliavano le donne. La legge orale diceva che la moglie doveva camminare dietro, non accanto, al marito. All’uomo era intimato di non parlare in pubblico con una donna, neanche con sua moglie. Le donne, come gli schiavi, non potevano testimoniare in tribunale. C’era persino una preghiera da recitare in cui gli uomini ringraziavano Dio di non essere donne.

      10 I capi religiosi seppellirono la Legge di Dio sotto una massa di regole e precetti dettati dagli uomini. La legge del Sabato, per esempio, vietava semplicemente di lavorare di Sabato, riservando quel giorno all’adorazione, al ristoro spirituale e al riposo. I farisei, invece, la resero gravosa. Si arrogarono il diritto di stabilire cosa significasse esattamente “lavorare”. Definirono “lavoro” 39 attività diverse, come mietere o cacciare. Queste categorie diedero origine a infiniti quesiti. Se un uomo uccideva una pulce di Sabato, cacciava? Se raccoglieva una manciata di spighe per mangiare il grano mentre camminava, mieteva? Se guariva un malato, lavorava? Simili quesiti venivano affrontati ricorrendo a regole rigide e particolareggiate.

      11, 12. In che modo Gesù dimostrò di essere contrario alle tradizioni non scritturali dei farisei?

      11 In un clima del genere, come fece Gesù ad aiutare la gente a capire cos’è la giustizia? Con i suoi insegnamenti e il suo modo di vivere prese coraggiosamente posizione contro quei capi religiosi. Esaminiamo prima alcuni dei suoi insegnamenti. Condannò in modo diretto la miriade di precetti imposti dall’uomo, dicendo: “Con la tradizione che avete tramandato rendete la parola di Dio senza valore” (Marco 7:13).

      12 Gesù insegnò con vigore che i farisei erano in errore circa la legge del Sabato e che avevano addirittura frainteso interamente lo scopo di quella legge. Il Messia, spiegò Gesù, è “Signore del Sabato” e perciò ha il diritto di guarire la gente di Sabato (Matteo 12:8). E per sottolineare il punto compì pubblicamente guarigioni miracolose di Sabato (Luca 6:7-10). Quelle guarigioni erano un’anticipazione di ciò che farà in tutta la terra durante il Regno millenario. Il Millennio stesso sarà il più grande Sabato, quello in cui tutta l’umanità fedele si riposerà finalmente da secoli di fatiche sotto il peso del peccato e della morte.

      13. Quale legge entrò in vigore in seguito al ministero terreno di Cristo, e in che modo differiva dalla precedente?

      13 Inoltre Gesù rese chiaro cos’è la giustizia introducendo una nuova legge, “la legge del Cristo”, che entrò in vigore dopo che ebbe completato il suo ministero terreno (Galati 6:2). A differenza della Legge mosaica che la precedette, questa nuova legge non si basava prevalentemente su una serie di comandi scritti, ma su princìpi. Includeva però alcuni comandi diretti, fra cui quello che Gesù definì “un nuovo comandamento”. Gesù insegnò a tutti i suoi seguaci ad amarsi l’un l’altro come li aveva amati lui (Giovanni 13:34, 35). L’amore altruistico doveva essere la caratteristica di tutti coloro che vivono secondo “la legge del Cristo”.

      Un esempio vivente di giustizia

      14, 15. In che modo Gesù mostrò di riconoscere i limiti della propria autorità, e perché questo è rassicurante?

      14 Gesù non si limitò a insegnare l’amore. Visse “la legge del Cristo”; ne diventò l’espressione vivente. Esaminiamo tre modi in cui l’esempio di Gesù rese chiaro cos’è la giustizia.

      15 Primo, Gesù evitò scrupolosamente di commettere qualsiasi ingiustizia. Forse avrete notato che molte ingiustizie si verificano quando esseri umani imperfetti diventano arroganti e oltrepassano i giusti limiti della loro autorità. Gesù non lo fece. Una volta un uomo gli si avvicinò e gli disse: “Maestro, di’ a mio fratello di dividere l’eredità con me”. La risposta di Gesù? “Uomo, chi mi ha nominato giudice o arbitro fra voi due?” (Luca 12:13, 14). Interessante, no? Gesù era superiore a chiunque altro sulla terra in quanto a intelligenza, capacità di giudicare e autorità datagli da Dio; eppure rifiutò di occuparsi della faccenda, poiché non gli era stata concessa l’autorità specifica per farlo. Gesù ha sempre manifestato questa modestia, anche durante i millenni della sua esistenza preumana (Giuda 9). Il fatto che Gesù lasci umilmente decidere a Geova cosa è giusto dice molto di lui.

      16, 17. (a) In che modo Gesù manifestò giustizia nel predicare la buona notizia del Regno di Dio? (b) In che modo Gesù manifestava il suo senso di giustizia essendo misericordioso?

      16 Secondo, Gesù manifestò giustizia nel modo in cui predicava la buona notizia del Regno di Dio. Non mostrò nessun pregiudizio. Anzi, cercò scrupolosamente di raggiungere ogni tipo di persone, ricchi e poveri. I farisei, invece, allontanavano le persone comuni, povere e poco istruite, definendole sprezzantemente ʽam haʼàrets, o “popolo del paese”. Gesù si oppose con coraggio a quell’ingiustizia. Quando insegnava la buona notizia, quando mangiava con qualcuno, quando sfamava i presenti, quando li guariva o persino quando li risuscitava, imitava la giustizia di Dio, il quale vuole raggiungere “ogni tipo di persona” (1 Timoteo 2:4).c

      17 Terzo, Gesù spesso manifestava il suo senso di giustizia essendo profondamente misericordioso. Si sforzava di aiutare i peccatori (Matteo 9:11-13). Era pronto a venire in aiuto di chi non era in grado di difendersi. Per esempio, Gesù non si unì ai capi religiosi nel promuovere diffidenza nei confronti dei non ebrei. Ne aiutò misericordiosamente alcuni e insegnò loro, per quanto fosse stato mandato primariamente agli ebrei. Acconsentì a compiere un miracolo per un centurione romano, dicendo: “In Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande” (Matteo 8:5-13).

      18, 19. (a) In quali modi Gesù diede onore alle donne? (b) In che modo l’esempio di Gesù ci aiuta a capire che la giustizia è legata al coraggio?

      18 Similmente Gesù non appoggiò le idee prevalenti sulle donne, piuttosto fece con coraggio ciò che era giusto. Le donne samaritane erano considerate impure come i non ebrei. Eppure Gesù non esitò a predicare alla samaritana presso il pozzo di Sichar. Infatti fu a quella donna che per la prima volta Gesù dichiarò di essere il Messia promesso (Giovanni 4:6, 25, 26). I farisei dicevano che non si doveva insegnare la Legge di Dio alle donne, ma Gesù dedicò molto tempo ed energie per insegnare loro (Luca 10:38-42). E mentre la tradizione sosteneva che non ci si poteva fidare della testimonianza di una donna, Gesù diede a diverse donne il privilegio di essere le prime a vederlo dopo la risurrezione. Addirittura disse loro di andare a riferire ai discepoli quell’importantissimo avvenimento (Matteo 28:1-10).

      19 Gesù fece sapere alle nazioni cos’è la giustizia, e in molti casi lo fece correndo gravi rischi. Il suo esempio ci aiuta a capire che per difendere la vera giustizia ci vuole coraggio. A ragione fu chiamato “il Leone della tribù di Giuda” (Rivelazione 5:5). Ricorderete che il leone è simbolo di coraggiosa giustizia. Nel prossimo futuro, però, Gesù ‘stabilirà la giustizia sulla terra’ nel senso più pieno (Isaia 42:4).

      Il Re messianico ‘stabilisce la giustizia sulla terra’

      20, 21. Nel nostro tempo, in che modo il Re messianico promuove la giustizia in tutta la terra e all’interno della congregazione cristiana?

      20 Da quando è diventato il Re messianico nel 1914, Gesù ha promosso la giustizia sulla terra. In che modo? Ha garantito l’adempimento della sua profezia riportata in Matteo 24:14. I suoi seguaci sulla terra hanno insegnato a persone di tutte le nazioni la verità circa il Regno di Geova. Come Gesù, hanno predicato in modo giusto e imparziale, cercando di dare a tutti, giovani e vecchi, ricchi e poveri, uomini e donne, l’opportunità di conoscere Geova, il Dio di giustizia.

      21 Gesù promuove la giustizia anche all’interno della congregazione cristiana, di cui è il Capo. Come profetizzato, dà “doni sotto forma di uomini”, fedeli anziani cristiani che guidano la congregazione (Efesini 4:8-12). Nel pascere il prezioso gregge di Dio questi uomini seguono l’esempio di Gesù Cristo promuovendo la giustizia. Tengono sempre a mente che Gesù vuole che le sue pecore siano trattate con giustizia, indipendentemente da posizione, prestigio o condizione economica.

      22. Cosa prova Geova per le dilaganti ingiustizie del mondo odierno, e cosa ha incaricato il Figlio di fare al riguardo?

      22 Nel prossimo futuro, però, Gesù stabilirà la giustizia sulla terra in un modo senza precedenti. In questo mondo corrotto l’ingiustizia dilaga. Ogni bambino che muore di fame è vittima di un’ingiustizia inescusabile, specie se si pensa al denaro e al tempo sprecati per produrre armamenti e soddisfare i capricci di persone egoiste. I milioni di decessi evitabili che si verificano ogni anno sono solo una delle molte forme di ingiustizia che provocano la giusta ira di Geova. Egli ha incaricato il Figlio di combattere una guerra giusta contro l’intero sistema di cose malvagio per porre fine per sempre a ogni ingiustizia (Rivelazione 16:14, 16; 19:11-15).

      23. Dopo Armaghedon, in che modo Cristo farà valere la giustizia per tutta l’eternità?

      23 Comunque la giustizia di Geova non esige solo la distruzione dei malvagi. Egli ha pure incaricato il Figlio di governare come “Principe della pace”. Dopo la guerra di Armaghedon, Gesù stabilirà la pace su tutta la terra e governerà “mediante [...] la giustizia” (Isaia 9:6, 7). Allora avrà la gioia di annullare tutte le ingiustizie che hanno causato tanta infelicità e sofferenze nel mondo. Per tutta l’eternità farà valere fedelmente la perfetta giustizia di Geova. È indispensabile dunque che cerchiamo sin d’ora di imitare la giustizia di Geova. Vediamo in che modo.

      a Quando manifestava giusta ira, Gesù imitava Geova, che è “pronto a esprimere il suo furore” contro ogni malvagità (Naum 1:2). Per esempio, dopo aver detto ai suoi ostinati servitori che avevano trasformato la sua casa in “un covo di ladri”, Geova aggiunse: “Riverserò la mia ira e il mio furore su questo luogo” (Geremia 7:11, 20).

      b Secondo la Mishnàh, alcuni anni dopo ci fu una protesta per l’alto prezzo delle colombe vendute nel tempio. Il prezzo fu prontamente ridotto del 99 per cento circa. Chi guadagnava di più da questo commercio redditizio? Alcuni storici ipotizzano che i mercati del tempio fossero di proprietà della casa del sommo sacerdote Anna e fruttassero molto a quella facoltosa famiglia sacerdotale (Giovanni 18:13).

      c I farisei sostenevano che le persone umili, che non erano esperte della Legge, erano “gente maledetta” (Giovanni 7:49). Dicevano che non si doveva insegnare a persone del genere, né concludere affari, mangiare o pregare con loro. Permettere alla propria figlia di sposare un uomo di questo tipo sarebbe stato peggio che esporla alle bestie feroci. Ritenevano che la speranza della risurrezione fosse preclusa agli umili.

      Punti su cui meditare

      • Salmo 45:1-7 Perché possiamo avere fiducia che il Re messianico promuoverà perfetta giustizia?

      • Matteo 12:19-21 Secondo le profezie, in che modo il Messia avrebbe trattato gli umili?

      • Matteo 18:21-35 In che modo Gesù insegnò che la vera giustizia è accompagnata dalla misericordia?

      • Marco 5:25-34 In che modo Gesù dimostrò che la giustizia divina tiene conto delle circostanze individuali?

  • “Praticare la giustizia” camminando con Dio
    Avviciniamoci a Geova
    • Due anziani visitano una sorella e i suoi due figli per dare incoraggiamento. Ascoltano attentamente mentre lei parla.

      CAPITOLO 16

      “Praticare la giustizia” camminando con Dio

      1-3. (a) Perché siamo in debito verso Geova? (b) Cosa richiede da noi il nostro amorevole Liberatore?

      IMMAGINATE di essere intrappolati in una nave che sta per affondare. Proprio quando pensate che non c’è più speranza arriva qualcuno che vi trae in salvo. Che sollievo provate mentre vi porta lontano dal pericolo e dice: “Adesso sei al sicuro”! Non vi sentite in debito verso di lui? In effetti gli dovete la vita.

      2 Sotto certi aspetti, questo spiega ciò che Geova ha fatto per noi. Sicuramente siamo in debito verso di lui. Dopotutto ha provveduto il riscatto, dandoci la possibilità di essere liberati dalla morsa del peccato e della morte. Ci sentiamo al sicuro sapendo che, se esercitiamo fede in questo prezioso sacrificio, i nostri peccati vengono perdonati e il nostro futuro eterno è certo (1 Giovanni 1:7; 4:9). Come abbiamo visto nel capitolo 14, il riscatto è la suprema espressione dell’amore e della giustizia di Geova. Quale dovrebbe essere la nostra reazione?

      3 È appropriato considerare cosa richiede da noi il nostro amorevole Liberatore, Geova, che tramite il profeta Michea dice: “Egli ti ha spiegato, o uomo, ciò che è bene. E che cosa richiede da te Geova, se non di praticare la giustizia, di amare la lealtà e di camminare con modestia insieme al tuo Dio?” (Michea 6:8). Notate che una delle cose che Geova richiede da noi è di “praticare la giustizia”. Come possiamo far questo?

      Perseguiamo la “vera giustizia”

      4. Come facciamo a sapere che Geova si aspetta che viviamo in armonia con le sue giuste norme?

      4 Geova si aspetta che viviamo secondo le sue norme riguardo al bene e al male. Poiché le sue norme sono giuste, perseguiamo la giustizia quando ci conformiamo a esse. La Parola di Dio ci esorta: “Imparate a fare il bene, ricercate la giustizia” (Isaia 1:17; Sofonia 2:3). Ci incoraggia inoltre a “[rivestirci] della nuova personalità che è stata creata secondo la volontà di Dio in vera giustizia” (Efesini 4:24). La vera giustizia rifugge da violenza, impurità e immoralità, perché queste violano ciò che è santo (Salmo 11:5; Efesini 5:3-5).

      5, 6. (a) Perché per noi conformarsi alle norme di Geova non è un peso? (b) In che modo la Bibbia mostra che perseguire la giustizia è un processo continuo?

      5 Conformarsi alle giuste norme di Geova è forse un peso per noi? No. Chi viene attirato da Geova non trova gravoso fare ciò che lui richiede. Poiché amiamo il nostro Dio e tutto quello che rappresenta, vogliamo vivere come piace a lui (1 Giovanni 5:3). Ricordiamo che Geova “ama gli atti giusti” (Salmo 11:7). Se vogliamo imitare davvero la giustizia divina, dobbiamo imparare ad amare ciò che Geova ama e a odiare ciò che odia (Salmo 97:10).

      6 Per gli esseri umani imperfetti non è facile perseguire la giustizia. Dobbiamo spogliarci della vecchia personalità con le sue pratiche peccaminose e rivestirci di quella nuova. La Bibbia dice che la nuova personalità “si rinnova” per mezzo della conoscenza accurata (Colossesi 3:9, 10). L’espressione “si rinnova” indica che rivestirsi della nuova personalità è un processo continuo, che richiede uno sforzo diligente. Per quanto ci sforziamo di fare ciò che è giusto, a volte la nostra natura peccaminosa ci fa sbagliare in pensieri, parole e azioni (Romani 7:14-20; Giacomo 3:2).

      7. Come dovremmo considerare le ricadute mentre ci sforziamo di perseguire la giustizia?

      7 Mentre ci sforziamo di perseguire la giustizia, come dovremmo considerare le ricadute? Non vorremmo certo minimizzare la gravità del peccato. Al tempo stesso non dobbiamo mai darci per vinti, pensando che le nostre mancanze ci rendano non idonei per servire Geova. Il nostro misericordioso Dio ha preso provvedimenti perché chi si pente sinceramente abbia di nuovo il suo favore. Pensate alle rassicuranti parole dell’apostolo Giovanni: “Vi scrivo queste cose perché non pecchiate”. Poi, però, aggiunse realisticamente: “Ma se qualcuno commette un peccato [a motivo dell’imperfezione ereditata], abbiamo un soccorritore presso il Padre: Gesù Cristo” (1 Giovanni 2:1). Geova ha provveduto il sacrificio di riscatto affinché possiamo servirlo in modo a lui gradito nonostante la nostra natura peccaminosa. Questo non ci spinge forse a fare del nostro meglio per piacergli?

      La buona notizia e la giustizia divina

      8, 9. In che modo la proclamazione della buona notizia rivela la giustizia di Geova?

      8 Possiamo praticare la giustizia a imitazione di Dio partecipando pienamente alla predicazione della buona notizia del suo Regno. Che relazione c’è fra la giustizia di Geova e la buona notizia?

      9 Geova non porrà fine a questo sistema malvagio senza aver prima dato un avvertimento. Nella profezia su quello che sarebbe accaduto durante il tempo della fine Gesù disse: “In tutte le nazioni si deve prima predicare la buona notizia” (Marco 13:10; Matteo 24:3). L’uso del termine “prima” indica che l’opera di predicazione mondiale sarà seguita da altri avvenimenti. Tra questi ci sarà la predetta grande tribolazione, che significherà la distruzione dei malvagi e preparerà la strada a un giusto nuovo mondo (Matteo 24:14, 21, 22). Nessuno può accusare Geova di essere ingiusto nei confronti dei malvagi: facendo proclamare degli avvertimenti, dà loro ampie opportunità di cambiare ed evitare così la distruzione (Giona 3:1-10).

      10, 11. In che modo la nostra partecipazione alla predicazione della buona notizia riflette la giustizia divina?

      10 In che modo la nostra predicazione della buona notizia riflette la giustizia divina? Prima di tutto è giusto che facciamo il possibile per aiutare altri a ottenere la salvezza. Riflettete di nuovo sull’esempio del salvataggio da una nave che sta per affondare. Al sicuro su una scialuppa vorreste certo aiutare gli altri che sono ancora in acqua. Similmente ci sentiamo in dovere di aiutare coloro che si trovano ancora nelle pericolose “acque” di questo mondo malvagio. Molti, è vero, rifiutano il nostro messaggio. Comunque, finché Geova continua a essere paziente, abbiamo la responsabilità di aiutarli a ‘giungere al pentimento’ e avere così la speranza della salvezza (2 Pietro 3:9).

      11 Predicando la buona notizia a tutti coloro che incontriamo diamo prova di giustizia in un altro modo importante: dimostriamo imparzialità. Ricordiamo che “Dio non è parziale, ma in ogni nazione accetta chi lo teme e fa ciò che è giusto” (Atti 10:34, 35). Se vogliamo imitare la sua giustizia, non dobbiamo avere pregiudizi. Anzi dobbiamo portare la buona notizia a tutti indipendentemente da etnia, condizione sociale o situazione economica. Così diamo loro l’opportunità di udire e accettare la buona notizia (Romani 10:11-13).

      Il modo in cui trattiamo gli altri

      12, 13. (a) Perché non dovremmo affrettarci a giudicare? (b) Qual è il significato del consiglio di Gesù di ‘smettere di giudicare’ e ‘smettere di condannare’? (Vedi anche la nota in calce.)

      12 Possiamo praticare la giustizia anche trattando gli altri come Geova tratta noi. È molto facile giudicare gli altri, criticando i loro difetti e mettendo in dubbio i loro motivi. Ma ci piacerebbe che Geova scrutasse i nostri motivi e le nostre mancanze senza misericordia? Non è così che ci tratta Geova. Il salmista osservò: “Se tu tenessi conto degli errori, o Iah, chi potrebbe stare in piedi, o Geova?” (Salmo 130:3). Siamo molto contenti che il nostro giusto e misericordioso Dio scelga di non soffermarsi sulle nostre mancanze (Salmo 103:8-10). Quindi come dovremmo trattare gli altri?

      13 Se comprendiamo che Dio è giusto e misericordioso, non ci affretteremo a giudicare gli altri in questioni che in realtà non ci riguardano o che hanno un’importanza secondaria. Nel Discorso della Montagna Gesù avvertì: “Smettete di giudicare affinché non siate giudicati” (Matteo 7:1). Secondo il resoconto di Luca, Gesù aggiunse: “Smettete di condannare, e non sarete condannati affatto” (Luca 6:37).a Gesù era consapevole del fatto che gli esseri umani imperfetti hanno la tendenza a giudicare. Chiunque dei suoi ascoltatori avesse avuto l’abitudine di giudicare severamente gli altri avrebbe dovuto smettere di farlo.

      Una sorella predica a un uomo anziano disabile e a una ragazzina.

      Manifestiamo giustizia divina essendo imparziali nel portare ad altri la buona notizia

      14. Per quali ragioni dobbiamo ‘smettere di giudicare’?

      14 Perché dobbiamo ‘smettere di giudicare’? Prima di tutto perché la nostra autorità è limitata. Il discepolo Giacomo ci ricorda: “C’è un solo Legislatore e Giudice”, Geova. Poi fa questa domanda diretta: “Tu chi sei da giudicare il tuo prossimo?” (Giacomo 4:12; Romani 14:1-4). In secondo luogo, a motivo della nostra natura peccaminosa possiamo facilmente emettere giudizi ingiusti. Pregiudizi, orgoglio ferito, gelosia, ipocrisia e altri sentimenti e atteggiamenti possono indurci a farci un’idea sbagliata dei nostri simili. Inoltre abbiamo anche altri limiti, e tenerli in considerazione ci aiuterà a non giudicare frettolosamente gli altri. Non possiamo leggere nel cuore, né possiamo conoscere tutte le circostanze altrui. Chi siamo, quindi, da attribuire motivi errati ai compagni di fede o criticare gli sforzi che fanno per servire Dio? È molto meglio imitare Geova cercando quello che c’è di buono nei nostri fratelli e nelle nostre sorelle anziché concentrarci sulle loro mancanze.

      15. Quali parole e azioni non sono ammissibili fra gli adoratori di Dio, e perché?

      15 E che dire dei nostri familiari? Purtroppo nel mondo d’oggi alcuni dei giudizi più duri vengono emessi in quella che dovrebbe essere un’oasi di pace: la famiglia. Non è insolito sentire di mariti, mogli o genitori che ‘condannano’ i loro familiari a subire continue violenze fisiche o verbali. Ma parole crudeli, aspro sarcasmo e maltrattamenti non sono ammissibili fra gli adoratori di Dio (Efesini 4:29, 31; 5:33; 6:4). Il consiglio di Gesù di ‘smettere di giudicare’ e ‘smettere di condannare’ è sempre valido, anche tra le mura domestiche. Ricordate che per praticare la giustizia bisogna trattare gli altri come Geova tratta noi. E il nostro Dio non ci tratta mai in modo aspro o crudele. Anzi è “molto tenero” verso coloro che lo amano (Giacomo 5:11). Che splendido esempio da imitare!

      Gli anziani prestano servizio “per la giustizia”

      16, 17. (a) Cosa si aspetta Geova dagli anziani? (b) Cosa si deve fare quando un peccatore non manifesta sincero pentimento, e perché?

      16 Tutti abbiamo la responsabilità di praticare la giustizia, ma nella congregazione cristiana ce l’hanno in particolare gli anziani. Notate la descrizione profetica dei “principi”, o anziani, fatta da Isaia: “Ecco, un re regnerà per la giustizia, e principi governeranno per il diritto” (Isaia 32:1). Geova si aspetta che gli anziani servano negli interessi della giustizia. Come possono far questo?

      17 Questi uomini spiritualmente qualificati sono ben consapevoli che la giustizia, o il diritto, richiede che la congregazione sia moralmente e spiritualmente pura. A volte gli anziani sono obbligati a giudicare casi di trasgressione grave. Nel farlo ricordano che la giustizia divina mostra misericordia ogni volta che è possibile. Così cercano di indurre il peccatore a pentirsi. E se il peccatore non manifesta sincero pentimento nonostante gli sforzi per aiutarlo? Con perfetta giustizia la Parola di Geova indica che si devono prendere misure energiche: “Allontanate la persona malvagia di mezzo a voi”. Questo significa espellerla dalla congregazione (1 Corinti 5:11-13; 2 Giovanni 9-11). Gli anziani sono addolorati di dover compiere una simile azione, ma riconoscono che è necessaria per proteggere la purezza morale e spirituale della congregazione. Anche in questo caso, sperano che un giorno il peccatore possa tornare in sé e ritornare nella congregazione (Luca 15:17, 18).

      18. Cosa ricordano gli anziani quando danno consigli basati sulla Bibbia?

      18 Servire negli interessi della giustizia vuol dire anche dare consigli basati sulla Bibbia quando è necessario. Naturalmente gli anziani non cercano i difetti altrui. E non sono neanche alla ricerca di occasioni per correggere i fratelli. Tuttavia un compagno di fede potrebbe fare “un passo falso senza rendersene conto”. Ricordando che la giustizia divina non è né crudele né insensibile, gli anziani saranno spinti a “[cercare] di correggerlo con uno spirito di mitezza” (Galati 6:1). Perciò, quando correggono chi sbaglia, non useranno parole aspre. Al contrario, il consiglio dato in modo amorevole incoraggia chi lo riceve. Anche quando impartiscono appropriata riprensione, indicando schiettamente le conseguenze di un comportamento poco saggio, gli anziani ricordano che il compagno di fede che ha sbagliato è una pecora del gregge di Geova (Luca 15:7).b Se il consiglio e la riprensione sono chiaramente motivati dall’amore e sono impartiti con amore, è più probabile che servano a correggere chi sbaglia.

      19. Quali decisioni sono tenuti a prendere gli anziani, e su che cosa devono basare queste decisioni?

      19 Gli anziani sono spesso tenuti a prendere decisioni che riguardano i loro compagni di fede. Per esempio, si radunano periodicamente per considerare se altri fratelli della congregazione sono idonei per essere raccomandati come anziani o servitori di ministero. Gli anziani sanno che è importante essere imparziali. Nel prendere decisioni si lasciano guidare dai requisiti stabiliti da Dio per tali nomine, non fidandosi di semplici opinioni personali. Così agiscono “senza alcun pregiudizio, non facendo alcuna parzialità” (1 Timoteo 5:21).

      20, 21. (a) Cosa si sforzano di essere gli anziani, e perché? (b) Cosa possono fare gli anziani per aiutare “chi è depresso”?

      20 Gli anziani amministrano la giustizia divina anche in altri modi. Dopo aver predetto che gli anziani avrebbero prestato servizio “per la giustizia”, Isaia proseguì: “Ognuno di loro sarà come un riparo dal vento, un rifugio dal temporale, come ruscelli d’acqua in una terra arida, come l’ombra di un’imponente roccia in una terra riarsa” (Isaia 32:1, 2). Gli anziani si sforzano quindi di essere fonte di conforto e ristoro per i compagni di fede.

      21 Oggi, con tutti i problemi che tendono a scoraggiare, molti hanno bisogno di incoraggiamento. Anziani, cosa potete fare per aiutare “chi è depresso”? (1 Tessalonicesi 5:14). Ascoltatelo con empatia (Giacomo 1:19). Forse chi è depresso ha bisogno di parlare dell’ansia che opprime il suo cuore con qualcuno di cui si fida (Proverbi 12:25). Assicurategli che è benvoluto, apprezzato e amato, sia da Geova che dai suoi fratelli e dalle sue sorelle (1 Pietro 1:22; 5:6, 7). Inoltre potete pregare insieme a lui e per lui. Sentire un anziano pronunciare una fervida preghiera a suo favore può essere assai consolante (Giacomo 5:14, 15). I vostri amorevoli sforzi per aiutare chi è depresso non sfuggiranno all’attenzione del Dio di giustizia.

      Gli anziani riflettono la giustizia di Geova incoraggiando chi è scoraggiato

      22. In quali modi possiamo imitare la giustizia di Geova, e con quale risultato?

      22 Imitando la giustizia di Geova, ci avviciniamo sempre di più a lui. Quando sosteniamo le sue giuste norme, quando portiamo ad altri la salvifica buona notizia e quando ci concentriamo su quello che c’è di buono negli altri invece di andare in cerca dei loro difetti, manifestiamo giustizia divina. Anziani, quando salvaguardate la purezza della congregazione, quando date consigli scritturali edificanti, quando prendete decisioni imparziali e quando incoraggiate chi è scoraggiato, riflettete la giustizia divina. Geova si rallegra molto quando, guardando dai cieli, vede i suoi servitori che fanno del loro meglio per “praticare la giustizia” camminando con lui.

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