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  • Rapimenti: un problema mondiale
    Svegliatevi! 1999 | 22 dicembre
    • Rapimenti: un problema mondiale

      NEGLI ultimi dieci anni c’è stato in tutto il mondo un notevole aumento nel numero dei rapimenti. Secondo una notizia, tra il 1968 e il 1982 furono sequestrate quasi mille persone in 73 paesi. Ma alla fine degli anni ’90 le stime parlavano di 20-30.000 persone sequestrate ogni anno.

      I sequestri di persona sono un reato che sembra andare di moda dappertutto, dalla Russia alle Filippine, e i rapitori sono pronti ad afferrare qualsiasi cosa si muova. In un caso è stato rapito un bambino appena nato. In Guatemala una ottantaquattrenne costretta su una sedia a rotelle è stata rapita e tenuta in ostaggio per due mesi. A Rio de Janeiro ci sono delinquenti che rapiscono persone per la strada, e a volte chiedono riscatti di sole 200.000 lire.

      Nemmeno gli animali sembrano essere al sicuro. Anni fa in Thailandia alcuni delinquenti rapirono un elefante da lavoro del peso di sei tonnellate e chiesero un riscatto di circa 3 milioni. Si dice che in Messico le bande criminali incoraggino i loro membri più giovani a far pratica con animali domestici e da compagnia prima di passare ai sequestri di persona.

      In passato i sequestratori prendevano di mira soprattutto i ricchi, ma i tempi sono cambiati. Una notizia della Reuters afferma: “I rapimenti sono all’ordine del giorno in Guatemala, dove la gente ricorda con nostalgia i tempi in cui i ribelli di sinistra prendevano di mira soltanto un ristretto numero di uomini d’affari benestanti. Ora ricchi e poveri, giovani e vecchi sono nel mirino delle bande di sequestratori”.

      In genere solo i casi eclatanti vengono seguiti dai media, ma la stragrande maggioranza dei sequestri si conclude senza pubblicità. Anzi, ci sono vari motivi per cui i paesi “hanno poco interesse a pubblicizzare un caso di sequestro”. L’articolo che segue prenderà in esame diversi di questi motivi.

      [Cartina a pagina 3]

      (Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

      MESSICO

      Con circa 2.000 rapimenti l’anno, quella dei sequestri è stata definita “una piccola industria a conduzione familiare”.

      GRAN BRETAGNA

      Dal 1990 a oggi le assicurazioni contro i rapimenti stipulate con i Lloyd’s di Londra sono aumentate del 50 per cento all’anno.

      RUSSIA

      Solo nella regione caucasica, nella Russia meridionale, il numero dei sequestri di persona è passato da 272 nel 1996 a 1.500 nel 1998.

      FILIPPINE

      Stando alla rivista “Asiaweek”, “le Filippine sono probabilmente il paese asiatico con il maggior numero di sequestri di persona”. Vi operano più di 40 bande di sequestratori.

      BRASILE

      Si dice che in un solo anno i rapitori brasiliani abbiano incassato con i riscatti qualcosa come 2.300 miliardi di lire.

      COLOMBIA

      Negli ultimi anni ci sono stati ogni anno migliaia di rapimenti. Nel maggio 1999 i ribelli hanno sequestrato un centinaio di parrocchiani durante la messa.

      [Fonte]

      Mountain High Maps® Copyright © 1997 Digital Wisdom, Inc.

  • Rapimenti: commercio del terrore
    Svegliatevi! 1999 | 22 dicembre
    • Rapimenti: commercio del terrore

      “IL RAPIMENTO non è come i reati contro la proprietà. È un attacco perfido, spietato e insensibile al nucleo fondamentale dell’umanità, la famiglia”, dice Mark Bles nel suo libro The Kidnap Business (Il business dei rapimenti). Il rapimento sconvolge lo stato emotivo dei familiari, i quali passano di minuto in minuto e di ora in ora dalla speranza alla disperazione e viceversa, mentre lottano contro sensi di colpa, odio e senso di impotenza. L’incubo può protrarsi per giorni, mesi e a volte anche anni.

      Nella loro insaziabile avidità di denaro, i sequestratori fanno leva sui sentimenti dei familiari dell’ostaggio. Una banda di rapitori costrinsero l’ostaggio a scrivere una lettera aperta alla stampa in cui diceva: “Chiedo alla Stampa di pubblicarla ovunque, affinché, se non dovessi tornare, si sappia che la colpa non è soltanto dei miei rapitori ma anche dei miei familiari, che dimostrano di essere più attaccati ai soldi che a me”. Per accelerare il pagamento del riscatto, in Italia certi sequestratori hanno mutilato l’ostaggio facendo recapitare parti del suo corpo ai familiari o a emittenti televisive. Un rapitore messicano addirittura torturava gli ostaggi mentre contrattava per telefono con la famiglia.

      Certi rapitori, invece, cercano di ingraziarsi le vittime. Nelle Filippine, ad esempio, un uomo d’affari rapito venne tenuto a Manila in un albergo di lusso, dove i sequestratori gli servivano da bere e gli portavano delle prostitute in attesa del pagamento del riscatto. La maggioranza degli ostaggi, comunque, vengono tenuti segregati senza alcun riguardo per le loro necessità fisiche e igieniche. Molti vengono trattati brutalmente. In ogni caso la vittima vive nel terrore continuo per l’incertezza della sua situazione.

      Come affrontare il trauma

      Anche dopo essere state rilasciate, le vittime possono portarsi dietro cicatrici emotive. Un’infermiera svedese che venne rapita in Somalia ha detto: “Una cosa è fondamentale. Dovete parlare con amici e familiari e in caso di bisogno farvi assistere da persone esperte”.

      Alcuni psicoterapisti hanno messo a punto un metodo per aiutare le vittime. Nel corso di varie brevi sedute con esperti le vittime analizzano la loro esperienza prima di incontrarsi con i familiari e riprendere la vita normale. “Sottoponendosi alla terapia subito dopo il trauma si riduce il rischio di danni permanenti”, dice Rigmor Gillberg, esperta della Croce Rossa.

      Altre conseguenze

      I rapimenti non influiscono solo sulle vittime e sulle loro famiglie. Il timore dei sequestri di persona può scoraggiare il turismo e rallentare gli investimenti. Genera pure un senso di insicurezza nella società. Nel 1997, in pochi mesi sei compagnie internazionali abbandonarono le Filippine per la minaccia dei sequestri. Una donna filippina che lavora per l’associazione “Cittadini contro il crimine” ha esclamato: “Stiamo vivendo un incubo”!

      Un giornale ha scritto: “Fra i dirigenti d’azienda messicani il timore dei sequestri rasenta l’isterismo, e non a torto”. (The Arizona Republic) La rivista brasiliana Veja riferisce che, negli incubi dei bambini brasiliani, rapitori e rapinatori hanno preso il posto dei mostri. Nelle scuole di Taiwan si insegna come sfuggire ai tentativi di rapimento e negli asili degli Stati Uniti sono state installate telecamere a scopo preventivo.

      Il boom dei consulenti per la sicurezza

      A causa dell’aumento dei sequestri e delle situazioni delicate che vengono a crearsi c’è stato il boom delle società specializzate nella sicurezza. A Rio de Janeiro, in Brasile, ce ne sono più di 500, con un giro d’affari di circa 3.330 miliardi di lire.

      Un crescente numero di società internazionali che operano nel settore della sicurezza tengono corsi di prevenzione antisequestro, pubblicano rapporti sulle zone a rischio e conducono le trattative per il rilascio dell’ostaggio. Offrono consulenza a famiglie e ditte, insegnando le strategie dei sequestratori e fornendo aiuto psicologico. Alcune società cercano addirittura di acciuffare i rapitori e ricuperare i soldi del riscatto dopo la liberazione dell’ostaggio. Ma non lavorano gratis.

      Nonostante questi sforzi, in molti paesi i sequestri di persona sono in aumento. A proposito della situazione nell’America Latina, Richard Johnson, vicepresidente della società assicurativa Seitlin & Company, dice: “Tutto fa pensare che il numero dei rapimenti aumenterà”.

      Le ragioni dell’aumento

      Secondo gli esperti ci sono diverse ragioni che spiegano il recente aumento dei rapimenti. Una è la drammatica situazione economica che affligge certe zone. A Nalčik, in Russia, un volontario di un’organizzazione umanitaria ha detto: “Il modo migliore per fare quattrini è il collaudato metodo dei sequestri di persona”. In alcune ex repubbliche sovietiche sembra che i rapimenti servano per finanziare gli eserciti privati di alcuni signori della guerra.

      Oggi sempre più persone viaggiano per affari o per turismo, offrendo così nuove opportunità ai rapitori in cerca di ostaggi. In cinque anni il numero degli stranieri rapiti è raddoppiato. Fra il 1991 e il 1997 ci sono stati rapimenti di turisti in circa 26 paesi.

      Com’è che ci sono tutti questi rapitori? Alcuni conflitti si stanno spegnendo e gli ex combattenti, rimasti disoccupati e squattrinati, hanno tutte le capacità necessarie per intraprendere questa attività lucrativa.

      In modo analogo l’adozione di misure più efficaci contro le rapine in banca e i successi ottenuti nella lotta al traffico della droga hanno indotto alcuni criminali a dedicarsi ai sequestri di persona. Mike Ackerman, esperto in materia, spiega: “In tutti i paesi la repressione dei reati contro la proprietà fa aumentare i reati contro la persona”. Anche la pubblicità fatta al pagamento di ingenti somme chieste come riscatto può invogliare certi malviventi a compiere rapimenti.

      I motivi variano

      La maggioranza dei rapitori vuole il denaro e basta. Le richieste di riscatto vanno da pochi soldi agli oltre 110 miliardi di lire pagati per il rilascio di un magnate immobiliare di Hong Kong, che non fu mai liberato nonostante il pagamento del riscatto.

      Alcuni invece ricorrono ai rapimenti per farsi pubblicità o per ottenere viveri, medicinali, radio e automobili, come pure nuove scuole, strade e ospedali. In Asia un uomo d’affari fu liberato dopo che i sequestratori ottennero magliette e palloni da pallacanestro. Certi gruppi ricorrono ai rapimenti per spaventare e scoraggiare turisti e investitori stranieri, nella speranza di porre fine allo sfruttamento di terre e risorse naturali.

      Non mancano dunque né i motivi, né i mezzi, né i sequestratori, né le vittime potenziali. C’è altrettanta abbondanza di soluzioni? Quali sono alcune di esse, e possono essere davvero efficaci? Prima di rispondere a queste domande, esaminiamo alcune cause più profonde che hanno portato al boom dei rapimenti.

      [Riquadro a pagina 5]

      Se veniste rapiti

      Gli esperti suggeriscono quanto segue a chi venisse rapito:

      • Collaborate; non assumete un atteggiamento ostinato. Gli ostaggi che polemizzano hanno più probabilità di essere maltrattati, uccisi o prescelti per essere puniti.

      • Non fatevi prendere dal panico. Tenete presente che la maggioranza degli ostaggi sopravvive al sequestro.

      • Escogitate un sistema per tener conto del tempo.

      • Cercate di stabilire una specie di routine quotidiana.

      • Fate esercizio, anche se avete poche possibilità di muovervi.

      • Siate buoni osservatori: cercate di memorizzare dettagli, suoni e odori. Fate caso a caratteristiche particolari dei rapitori.

      • Se è possibile, parlate del più e del meno e cercate di dialogare con i sequestratori. Se cominciano a considerarvi come persona è meno probabile che vi facciano del male o vi uccidano.

      • Dite loro gentilmente quali sono le vostre necessità.

      • Non cercate mai di negoziare il vostro riscatto.

      • In caso di irruzione delle forze dell’ordine, gettatevi a terra e attendete passivamente l’evolversi degli eventi.

      [Riquadro a pagina 6]

      Assicurazioni contro i rapimenti, una questione controversa

      Una fiorente attività collegata con l’aumento dei rapimenti sono le assicurazioni. Dal 1990 i Lloyd’s di Londra hanno registrato un aumento del 50 per cento all’anno in questo tipo di assicurazioni. Sono sempre di più le compagnie che offrono polizze di questo genere. L’assicurazione prevede l’assistenza di un esperto nelle trattative per il rilascio, il pagamento del riscatto e a volte l’aiuto di professionisti per ricuperare la somma pagata ai rapitori. Ma la questione delle assicurazioni è molto controversa.

      Coloro che non sono d’accordo sostengono che così si contribuisce a fare del crimine un business e che è immorale guadagnare sui sequestri. Affermano pure che chi è assicurato potrebbe prendere minori precauzioni e che l’assicurazione facilita il compito dei rapitori di estorcere denaro, diventando così un incentivo per tale attività criminale. Alcuni temono addirittura che l’assicurato possa progettare il proprio sequestro per spillare quattrini all’assicurazione. In Italia, Germania e Colombia l’assicurazione contro i rapimenti è vietata.

      Coloro che sono favorevoli a questo tipo di assicurazione sottolineano che, come qualsiasi altra assicurazione, essa serve a ripartire fra tanti i danni di pochi. Secondo loro l’assicurazione offre una certa sicurezza, in quanto permette alle famiglie e alle ditte assicurate di valersi dell’aiuto di esperti che possono allentare la tensione, accordarsi con i rapitori per pagare di meno e rendere più facile il compito di acciuffarli.

      [Riquadro a pagina 7]

      La sindrome di Stoccolma

      Nel 1974 il rapimento di Patty Hearst, figlia del miliardario Randolph A. Hearst, editore di giornali, prese una piega sorprendente quando lei si schierò con i rapitori e partecipò a una rapina insieme a loro. In un altro caso, un calciatore spagnolo perdonò i suoi rapitori e fece loro tanti auguri.

      All’inizio degli anni ’70 questo fenomeno venne definito sindrome di Stoccolma, in seguito al dramma degli ostaggi sequestrati nel 1973 in una banca di Stoccolma, in Svezia. In quell’occasione alcuni ostaggi fecero amicizia con i sequestratori. Questo rapporto si è rivelato una protezione per gli ostaggi, come spiega il libro Criminal Behavior (Comportamento criminale): “Più la vittima e il rapitore si conoscono, più tendono a simpatizzare tra loro. Questo porta a ritenere che dopo un certo tempo è meno probabile che il malvivente faccia del male all’ostaggio”.

      Una donna inglese, che fu rapita in Cecenia e stuprata, ha detto: “Penso che quando la guardia cominciò a conoscerci come persone capì che non era giusto violentarmi. Smise di abusare di me e si scusò”.

  • Rapimenti: le cause di fondo
    Svegliatevi! 1999 | 22 dicembre
    • Rapimenti: le cause di fondo

      I RAPIMENTI sono ormai diventati una piaga. Ma la stessa cosa può dirsi di omicidi, stupri, furti, molestie ai minori e perfino del genocidio. Perché la vita è diventata così pericolosa che spesso la gente ha paura di uscire di casa la sera?

      Le cause basilari di questa escalation delle attività criminali, inclusi i rapimenti, sono legate a difetti profondamente radicati nella società umana. Sapevate che quasi 2.000 anni fa la Bibbia aveva previsto questi tempi pericolosi? Guardate cosa fu predetto in 2 Timoteo 3:2-5:

      “Gli uomini saranno amanti di se stessi, amanti del denaro, millantatori, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, sleali, senza affezione naturale, non disposti a nessun accordo, calunniatori, senza padronanza di sé, fieri, senza amore per la bontà, traditori, testardi, gonfi d’orgoglio, amanti dei piaceri anziché amanti di Dio, aventi una forma di santa devozione ma mostrandosi falsi alla sua potenza”.

      Probabilmente sarete d’accordo che queste parole, scritte tanto tempo fa, descrivono alla perfezione la situazione odierna. Nel nostro tempo il marciume della società umana è emerso con grande virulenza. Fatto significativo, la suindicata descrizione della deplorevole condotta dell’uomo è introdotta nella Bibbia con le parole: “Negli ultimi giorni ci saranno tempi difficili”. (2 Timoteo 3:1) Esaminiamo soltanto tre dei principali difetti della società che hanno contribuito al dilagare dei rapimenti.

      Problemi nel far rispettare la legge

      “Poiché la sentenza contro un’opera cattiva non è stata eseguita rapidamente, per questo il cuore dei figli degli uomini è in loro pienamente risoluto a fare il male”. — Ecclesiaste 8:11.

      Molte forze di polizia non hanno mezzi sufficienti per arginare il dilagare delle attività criminali. Perciò in molti paesi i rapimenti sono un tipo di reato che comporta pochi rischi per i malviventi. Nel 1996, solo il 2 per cento di tutti i rapitori colombiani è finito sotto processo. In Messico le somme pagate per i riscatti nel 1997 ammontarono a circa 370 miliardi di lire. Nelle Filippine alcuni sequestratori hanno perfino accettato assegni come modalità di pagamento.

      Per di più a volte la corruzione all’interno di settori delle forze dell’ordine impedisce di combattere efficacemente la criminalità. Persino capi di squadre di nuclei antisequestro in Messico, Colombia e nelle ex repubbliche sovietiche sono stati accusati di aver compiuto sequestri. Sulla rivista Asiaweek, il presidente del Senato delle Filippine, Blas Ople ha detto che secondo stime ufficiali nel 52 per cento dei rapimenti avvenuti nelle Filippine sono coinvolti agenti di polizia o militari in servizio o in pensione. Un famoso rapitore messicano sarebbe stato protetto da “un muro di complicità cementato da bustarelle elargite ad agenti municipali, statali e federali, e a magistrati”.

      Povertà e ingiustizie sociali

      “Io stesso tornai a vedere tutti gli atti di oppressione che si compiono sotto il sole, ed ecco, le lacrime di quelli che erano oppressi, ma non avevano confortatore; e dalla parte dei loro oppressori c’era il potere”. — Ecclesiaste 4:1.

      Oggi molti vivono in condizioni economiche e sociali disperate, e spesso sono loro a compiere rapimenti. Perciò in un mondo in cui il divario tra ricchi e poveri diventa sempre più grande e in cui le possibilità di guadagnarsi da vivere onestamente spesso scarseggiano, il rapimento continuerà a essere una tentazione. Finché ci sarà oppressione, i rapimenti saranno un modo per vendicarsi e per richiamare l’attenzione su quella che viene giudicata una situazione insostenibile.

      Avidità e mancanza di amore

      “L’amore del denaro è la radice di ogni sorta di cose dannose”. (1 Timoteo 6:10) “A causa dell’aumento dell’illegalità l’amore della maggioranza si raffredderà”. — Matteo 24:12.

      In tutta la storia l’amore del denaro ha spinto gli uomini a compiere azioni obbrobriose. E forse nessun altro crimine specula sull’angoscia, sul dolore e sulla disperazione degli esseri umani quanto i rapimenti. Molti sono spinti dall’avidità, cioè dall’amore del denaro, a brutalizzare e torturare una persona che non conoscono e a gettare nello sconforto la sua famiglia per settimane, mesi e a volte anni.

      È chiaro che c’è qualcosa di terribilmente sbagliato in una società che idoleggia il denaro e calpesta i valori umani. Senza dubbio questa situazione è un terreno fertile per ogni sorta di attività criminosa, rapimenti inclusi.

      Significa questo che viviamo in quelli che la Bibbia chiama gli “ultimi giorni”? In tal caso, che significherà questo per la terra e per noi? C’è una soluzione per i terribili problemi in cui si dibatte l’umanità, compresi i rapimenti?

      [Riquadro/Immagine a pagina 8]

      Nulla di nuovo

      Già nel XV secolo a.E.V. la Legge mosaica prevedeva la pena di morte per i rapitori. (Deuteronomio 24:7) Nel I secolo a.E.V. Giulio Cesare fu rapito e fu chiesto un riscatto, così come avvenne a Riccardo I Cuor di Leone, re d’Inghilterra, nel XII secolo E.V. La somma più alta che sia mai stata pagata come riscatto fu quella che gli inca diedero nel 1533 al conquistatore spagnolo Francisco Pizarro per ottenere la liberazione del loro capo Atahualpa: 24 tonnellate d’oro e d’argento. Ciò nonostante i conquistadores lo strangolarono.

  • Rapimenti: Esiste una soluzione?
    Svegliatevi! 1999 | 22 dicembre
    • Rapimenti: Esiste una soluzione?

      “I RAPIMENTI hanno raggiunto un livello intollerabile per il paese, e tutta la società deve combattere questo cancro”, ha esclamato il primo ministro della Cecenia promettendo di porre fine al flagello dei rapimenti in questa repubblica della Federazione Russa.

      Porre fine ai rapimenti? L’obiettivo è lodevole, ma la domanda è: Come?

      Gli sforzi che vengono compiuti

      Per combattere il fenomeno le autorità colombiane hanno assunto 2.000 agenti segreti, 24 pubblici ministeri e perfino uno speciale coordinatore antisequestri. A Rio de Janeiro, in Brasile, a una marcia di protesta contro la piaga cittadina dei rapimenti hanno partecipato circa 100.000 persone. In Brasile e Colombia gruppi paramilitari sono passati al contrattacco sequestrando familiari dei rapitori. E alcuni filippini hanno deciso di farsi giustizia da soli organizzandosi in squadre di vigilantes e linciando i rapitori.

      Le autorità guatemalteche hanno introdotto la pena di morte per i rapitori e il presidente ha mobilitato l’esercito per porre fine a questa piaga. In Italia il governo ha adottato misure energiche per combattere i sequestri, rendendo illegale il pagamento del riscatto e ponendo sotto sequestro i beni della famiglia per impedirle di pagare. Funzionari italiani sostengono con soddisfazione che queste misure hanno contribuito a ridurre il fenomeno dei sequestri. Chi è contrario a queste misure sostiene invece che il risultato è stato che le famiglie conducono trattative segrete con i rapitori e che questo ha ridotto il numero dei rapimenti denunciati. Secondo fonti indipendenti, in Italia il numero dei sequestri sarebbe in realtà raddoppiato rispetto agli anni ’80.

      Molte proposte, poche soluzioni

      Per molte famiglie di rapiti l’unica soluzione praticabile sembra quella di pagare e ottenere al più presto la liberazione dei propri cari. Ma gli esperti sostengono che se la somma richiesta è elevata e il riscatto viene pagato subito, i rapitori potrebbero considerare la famiglia un facile bersaglio e rifarsi vivi una seconda volta. Oppure potrebbero chiedere altri soldi prima di liberare l’ostaggio.

      Alcune famiglie hanno pagato ingenti somme solo per scoprire che la vittima era già morta. Perciò gli esperti dicono che non bisogna mai pagare un riscatto o avviare trattative prima di aver avuto la prova che l’ostaggio è vivo. La prova potrebbe consistere nella risposta a una domanda che solo l’ostaggio è in grado di dare. Alcune famiglie chiedono una foto dell’ostaggio che tiene in mano un giornale recente.

      Che dire delle azioni di forza per liberare l’ostaggio? Spesso comportano notevoli rischi. “In America Latina il 79 per cento degli ostaggi rimangono uccisi durante i tentativi per liberarli”, dice Brian Jenkins, esperto in materia. A volte però questi tentativi riescono.

      Non sorprende che molte soluzioni proposte si basino sulla prevenzione dei sequestri di persona. Non sono solo le autorità a muoversi in questa direzione. Ci sono quotidiani che pubblicano articoli su come evitare di essere rapiti, come gettarsi da un auto in corsa e come avere la meglio sui rapitori a livello psicologico. Palestre che propongono corsi di arti marziali per imparare a difendersi in caso di rapimento. Ditte che vendono microtrasmettitori del costo di circa trenta milioni di lire che possono essere impiantati nei denti dei bambini per aiutare la polizia a rintracciarli se venissero rapiti. E per coloro che possono permettersele, certe case automobilistiche producono auto “a prova di rapimento”, munite di gas lacrimogeni, feritoie per sparare dall’interno, vetri antiproiettile, gomme corazzate e ugelli per cospargere di olio l’asfalto.

      Alcuni ricchi pensano che la soluzione siano le guardie del corpo. Parlando però della situazione in Messico, Francisco Gomez Lerma, esperto nel campo della sicurezza, dice: ‘Le guardie del corpo servono a poco perché attirano l’attenzione e possono anche divenire complici dei rapitori’.

      Il problema dei rapimenti è così complesso e le sue radici sono così profonde che nulla che gli uomini possano fare sembra in grado di eliminarlo. Vuol dire che non c’è soluzione?

      Una soluzione c’è

      Questa rivista ha ripetutamente indicato qual è l’unica vera soluzione di tutti i problemi del genere umano. Tale soluzione fu additata da Gesù Cristo, il Figlio di Dio, quando insegnò ai suoi seguaci a pregare: “Venga il tuo regno. Si compia la tua volontà, come in cielo, anche sulla terra”. — Matteo 6:10.

      È chiaro che per gestire gli affari della grande varietà di persone che abitano sulla terra c’è bisogno di un giusto governo mondiale: il Regno di Dio di cui parlò Gesù. Dato che gli uomini non sono stati in grado di istituire un governo del genere, è saggio rivolgersi al Creatore, Geova Dio. La sua Parola, la Bibbia, dice che egli si propone di fare esattamente questo. — Salmo 83:18.

      Il profeta Daniele mise per iscritto il proposito di Geova: “Ai giorni di quei re l’Iddio del cielo stabilirà un regno che non sarà mai ridotto in rovina. . . . Esso stritolerà tutti questi regni e porrà loro fine, ed esso stesso sussisterà a tempi indefiniti”. (Daniele 2:44) La Bibbia descrive i passi progressivi che questo governo divino avrebbe compiuto per estirpare ogni attività criminosa, inclusi i rapimenti.

      È essenziale la giusta istruzione

      Senza dubbio converrete che per risolvere il problema dei rapimenti è essenziale inculcare nella gente valori sani. Considerate, ad esempio, quale sarebbe l’effetto sulla società umana se tutti seguissero queste esortazioni bibliche: “La vostra maniera di vivere sia libera dall’amore del denaro, accontentandovi delle cose presenti”. (Ebrei 13:5) “Non siate debitori di nulla a nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri”. — Romani 13:8.

      Potete farvi un’idea di come potrebbe essere la vita esaminando il programma di istruzione che i testimoni di Geova attualmente portano avanti in oltre 230 paesi del mondo. Questo programma ha prodotto eccellenti risultati in molte persone che un tempo erano avide o pericolosi criminali. Un ex sequestratore ha detto: “Compresi che per piacere a Dio dovevo spogliarmi della mia vecchia personalità e rivestirne una nuova, una personalità mansueta e simile a quella di Cristo Gesù”.

      Tuttavia nemmeno un ottimo programma educativo può riformare tutti i criminali, forse neanche la maggioranza di loro. Cosa accadrà a coloro che rifiuteranno di cambiare vita?

      Eliminati i malfattori

      Ai malfattori incorreggibili non sarà permesso di essere sudditi del Regno di Dio. La Bibbia dice: “Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non siate sviati. Né fornicatori, . . . né avidi, . . . né rapaci erediteranno il regno di Dio”. (1 Corinti 6:9, 10) “I retti son quelli che risiederanno sulla terra . . . In quanto agli sleali, ne saranno strappati via”. — Proverbi 2:21, 22.

      Secondo l’antica Legge di Dio, se un rapitore non si pentiva veniva messo a morte. (Deuteronomio 24:7) Nel Regno di Dio non ci sarà posto per le persone avide, come i rapitori. Oggi i criminali possono sfuggire alla giustizia umana, ma non potranno sfuggire alla giustizia di Dio. Qualunque malfattore voglia vivere sotto il giusto dominio del Regno di Geova dovrà cambiare vita.

      È ovvio che, se persistessero le condizioni che alimentano le attività criminose, la criminalità continuerebbe a esistere. Ma il Regno di Dio non lo permetterà, perché la Bibbia promette: “Il regno stesso . . . stritolerà tutti questi regni e porrà loro fine”, insieme a tutti coloro che praticano il male. Questa profezia biblica continua dicendo che il Regno di Dio sussisterà a tempi indefiniti. (Daniele 2:44) Immaginate quali cambiamenti ci saranno!

      Un nuovo mondo di giustizia

      Considerate un’altra profezia biblica. Descrive in maniera molto bella il futuro, dicendo: “Certamente edificheranno case e le occuperanno; e certamente pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto. Non edificheranno e qualcun altro occuperà; non pianteranno e qualcun altro mangerà. Poiché come i giorni dell’albero saranno i giorni del mio popolo; e i miei eletti useranno appieno l’opera delle loro proprie mani”. — Isaia 65:21, 22.

      Il Regno di Dio trasformerà l’intera terra. Tutti potranno godere appieno la vita, sviluppando le loro doti naturali, compiendo un lavoro soddisfacente e svagandosi in modo sano. In tutta la terra ci saranno condizioni tali che nessuno si sognerà mai di rapire il suo prossimo. Tutti si sentiranno pienamente al sicuro. (Michea 4:4) Così, grazie al Regno di Dio, l’attuale minaccia mondiale dei rapimenti sarà diventata un capitolo della storia a cui nessuno penserà più. — Isaia 65:17.

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