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LettoniaAnnuario dei Testimoni di Geova del 2007
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Solo dopo la guerra, alla fine degli anni ’40, la filiale della Germania riuscì a mettersi in contatto per posta con alcuni fratelli di Jelgava, Kuldīga, Riga e Ventspils.
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LettoniaAnnuario dei Testimoni di Geova del 2007
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I fratelli coglievano ogni opportunità per dare testimonianza informale. Ad esempio Marta Baldone, che lavorava come massaggiatrice in un ambulatorio di Ventspils, predicava ai suoi pazienti. Tra loro c’era Alexandra Preklonskaja (ora Rezevskis). Alexandra rammenta: “Marta mi insegnò che il nome di Dio è Geova, e imparai ad amare molto quel nome”.
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LettoniaAnnuario dei Testimoni di Geova del 2007
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Valija Lange, di Ventspils, non era ancora battezzata quando, nel settembre 1950, fu arrestata in una delle retate della polizia segreta sovietica, il KGB (Comitato di sicurezza dello Stato). Durante un interrogatorio che ebbe luogo nel cuore della notte a Riga, le fu chiesto: “Perché lei, cittadina dell’Unione Sovietica, è impegnata in attività contro lo Stato?” Valija rispose in modo calmo e rispettoso: “Sono motivata unicamente dal desiderio di servire Geova Dio, capire i suoi insegnamenti e farli conoscere ad altri”.
Il nome di Valija e quello di altri 19 testimoni figurano in un documento datato 31 ottobre 1950.
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LettoniaAnnuario dei Testimoni di Geova del 2007
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Nei campi di lavoro i fratelli continuarono a predicare e fare discepoli. Tra quelli che conobbero la verità in quelle circostanze c’è Jānis Garšk̗is, che si battezzò nel 1956 e ora vive a Ventspils. Egli dice: “Sono contento che Dio abbia permesso che fossi mandato in un campo, altrimenti non avrei conosciuto la verità”. Che atteggiamento lodevole!
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