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  • g98 22/6 pp. 26-27
  • Un robot esplora Marte

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  • Un robot esplora Marte
  • Svegliatevi! 1998
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Esplorazione di Marte
  • Avventura e scoperte
  • Ritorno sul pianeta rosso
    Svegliatevi! 1999
  • Marte visto da vicino
    Svegliatevi! 2009
  • Sonde su altri pianeti
    Svegliatevi! 1973
  • Colle
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
Altro
Svegliatevi! 1998
g98 22/6 pp. 26-27

Un robot esplora Marte

LA MIA famiglia ed io osservavamo tutti eccitati mentre il razzo vettore della navicella spaziale Mars Pathfinder (Apripista per Marte) partiva dalla rampa di lancio di Cape Canaveral, in Florida. Ci chiedevamo: ‘Riuscirà ad atterrare su Marte? Quali nuove scoperte ci aspettano?’

La preoccupazione per il successo del Pathfinder dipendeva in parte dalle due precedenti missioni su Marte, quelle di Mars Observer e Mars 96, entrambe fallite. Inoltre il Pathfinder doveva tentare un atterraggio difficile, senza precedenti.

La navicella spaziale cominciò a penetrare nell’atmosfera di Marte a una velocità di quasi 27.000 chilometri orari. Dopo aver aperto un paracadute per decelerare e poi scendere a un’altezza di 98 metri circa, lanciò dei razzi per rallentare ancora. La navicella spaziale era anche protetta da diversi airbag riempiti di gas. Il 4 luglio 1997, a una velocità di 65 chilometri orari, il Mars Pathfinder toccò la superficie di Marte.

Il primo impatto fece rimbalzare la navicella a una quindicina di metri. Dopo essere rimbalzata come un’enorme palla altre 15 volte o giù di lì, si fermò. Quindi gli airbag si sgonfiarono e rientrarono. Pur essendo stato progettato in modo da raddrizzarsi se necessario, il Pathfinder per caso atterrò correttamente. Infine spiegò i suoi petali simili a quelli di un fiore, rivelando strumenti scientifici, antenne radio, pannelli solari e un veicolo chiamato Sojourner.

Esplorazione di Marte

Ben presto la telecamera del Pathfinder ispezionava il paesaggio circostante. Annidato in una vasta pianura chiamata Chryse Planitia, che significa “Pianura d’oro”, vicino a una zona chiamata Ares Vallis, cioè “Valle di Marte”, il Pathfinder rivelò una superficie rocciosa ondulata e lontane colline: ideali per essere esplorate dal Sojourner. Questo bravo piccolo robot, lungo 65 centimetri, doveva eseguire rilevamenti visivi con la sua telecamera e misurare con uno spettrometro la quantità di elementi chimici presenti nelle rocce e nel suolo.

Gli scienziati e gli ingegneri incaricati della missione iniziarono l’esplorazione per mezzo del Sojourner. Dato che i segnali radio impiegano molti minuti a percorrere la distanza fra la Terra e Marte, gli operatori non potevano guidare direttamente il Sojourner. Il Sojourner perciò contava soprattutto sulla propria capacità di evitare i pericoli del terreno marziano. Faceva questo usando raggi laser per determinare la grandezza e la posizione delle pietre che incontrava sul suo cammino. Quindi il computer gli ordinava di procedere sulle pietre se erano abbastanza piccole o di deviare se erano troppo grosse.

Avventura e scoperte

Articoli di giornali e riviste presentarono a milioni di persone le foto della superficie di Marte scattate dal Pathfinder. Man mano che arrivavano nuove vedute di Marte, la gente sulla terra si divertiva delle trovate del veicolo vagante, attratta dai panorami colorati del paesaggio roccioso e collinoso, ed era affascinata dalle nuvole e dai tramonti del cielo di Marte. Durante il primo mese il sito Internet dedicato alla missione del Pathfinder è stato visitato da oltre 500 milioni di interessati alle imprese del veicolo spaziale.

Il Pathfinder ha fornito una marea di dati, superando perfino le previsioni degli scienziati della missione. Questo nonostante abbia operato a temperature che andavano da 0°C a ben 80° sotto zero. Cosa ha rivelato questa missione?

Le telecamere e gli strumenti hanno scoperto pietre, terreno e nuvole di polvere di varie composizioni chimiche, colorazioni e strutture, a indicare che su Marte sono avvenuti complessi processi geologici. Piccole dune nel paesaggio circostante attestavano che venti nord-orientali avevano accumulato sabbia libera. Prima dell’alba il cielo sfoggiava nuvole formate da molecole di acqua ghiacciata. Con il dissolversi delle nuvole e l’arrivo dell’alba il cielo diventava rosso a motivo del pulviscolo presente nell’atmosfera. A volte turbini di polvere, mulinelli di vento e polvere passavano sul veicolo spaziale.

Il Mars Pathfinder ci ha offerto un’esperienza che è letteralmente fuori del mondo. Stati Uniti e Giappone progettano altre missioni su Marte per tutto il prossimo decennio. Ora una sonda, la Mars Global Surveyor, sta orbitando intorno a Marte per compiere altre ricerche scientifiche. Certamente Marte diventerà sempre più familiare man mano che visiteremo il pianeta rosso attraverso gli occhi di navi spaziali dotate di robot. — Da un collaboratore.

[Immagini a pagina 26]

Lancio

Atterraggio

Su Marte

[Fonte]

Tutte le foto: NASA/JPL

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