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La chiamata di MatteoLa Torre di Guardia 1986 | 15 maggio
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In seguito, forse per celebrare il fatto di essere stato chiamato da Gesù, Matteo tiene a casa sua una grande festa. Oltre a Gesù e ai Suoi discepoli, vi partecipano alcuni ex colleghi di Matteo. In genere, questi uomini sono disprezzati dai loro connazionali ebrei, perché riscuotono le tasse per le odiate autorità romane. Per di più, spesso esigono fraudolentemente che le persone paghino più del dovuto.
Notando che al banchetto Gesù sta in compagnia di persone del genere, i farisei chiedono ai suoi discepoli: “Perché il vostro maestro mangia con gli esattori di tasse e coi peccatori?” Udendo la domanda, Gesù risponde: “I sani non hanno bisogno del medico, ma quelli che si sentono male sì. Andate, dunque, e imparate che cosa significa questo: ‘Voglio misericordia, e non sacrificio’. Poiché io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”.
A quanto pare, Matteo ha invitato questi esattori di tasse a casa sua perché possano ascoltare Gesù ed essere guariti in senso spirituale. Perciò, Gesù sta in loro compagnia per aiutarli a conseguire una relazione sana con Dio. Gesù non disprezza queste persone come fanno gli ipocriti farisei. Piuttosto, spinto dalla compassione, assolve il ruolo di medico spirituale nei loro confronti.
Così, mostrando misericordia a dei peccatori, Gesù non sta condonando i loro peccati, ma esprime gli stessi amorevoli sentimenti che ha manifestato verso coloro che sono malati dal punto di vista fisico. Ricordate, ad esempio, quando in modo compassionevole allungò la mano e toccò il lebbroso, dicendo: “Lo voglio. Sii reso puro”. Sia consentito anche a noi di mostrare misericordia, aiutando le persone che hanno bisogno, assistendole soprattutto in senso spirituale.
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La chiamata di MatteoLa Torre di Guardia 1986 | 15 maggio
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[Immagine a tutta pagina a pagina 9]
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