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  • Libro biblico numero 40: Matteo
    “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
    • Scrittore: Matteo

  • Libro biblico numero 40: Matteo
    “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
    • 4. Cosa si sa dello scrittore del primo Vangelo?

      4 Il primo a mettere per iscritto la buona notizia intorno al Cristo fu Matteo. Il suo nome probabilmente è una forma abbreviata dell’ebraico “Mattitia”, che significa “dono di Geova”. Matteo fu uno dei dodici apostoli scelti da Gesù. Ebbe una relazione stretta e intima con il Signore mentre questi viaggiava per tutta la Palestina predicando e insegnando in merito al Regno di Dio. Prima di divenire discepolo di Gesù, Matteo era stato esattore di tasse, occupazione che i giudei detestavano perché rammentava loro di continuo che non erano liberi ma sotto la dominazione imperiale di Roma. Matteo era anche chiamato Levi ed era figlio di Alfeo. Accolse prontamente l’invito di Gesù a seguirlo. — Matt. 9:9; Mar. 2:14; Luca 5:27-32.

      5. Perché è certo che fu Matteo a scrivere il primo Vangelo?

      5 Benché il Vangelo attribuito a Matteo non lo nomini come scrittore, la testimonianza degli storici della chiesa primitiva dimostra al di là di ogni dubbio che fu lui a scriverlo. Forse per nessun libro antico l’identità dello scrittore è stata stabilita con tanta chiarezza e unanimità come per il libro di Matteo. Dal tempo di Papia di Gerapoli (inizi del II secolo E.V.) in poi abbiamo una serie di antiche testimonianze comprovanti che Matteo scrisse questo Vangelo e che esso è parte autentica della Parola di Dio. La Cyclopedia di McClintock e Strong dichiara: “Passi di Matteo sono citati da Giustino Martire, dall’autore dell’Epistola a Diogneto . . . , da Egesippo, Ireneo, Taziano, Atenagora, Teofilo, Clemente, Tertulliano e Origene. Che il libro in nostro possesso non abbia subìto nessun improvviso cambiamento è per noi un dato di fatto non semplicemente per il contenuto di queste citazioni, ma anche per la loro stessa natura, per la fiducia con cui si fa riferimento ad esso come a un’autorità certa, per l’assenza di qualsiasi ombra di dubbio”.a Il fatto che Matteo fu un apostolo e che, come tale, ebbe su di sé lo spirito di Dio ci assicura che scrisse un racconto fedele.

      6, 7. (a) Quando e in che lingua fu scritto in origine il Vangelo di Matteo? (b) Che cosa indica che fu scritto in primo luogo per gli ebrei? (c) Nella Traduzione del Nuovo Mondo, quante volte questo Vangelo contiene il nome Geova, e perché?

      6 Matteo scrisse il suo libro in Palestina. L’anno esatto non si conosce, ma le annotazioni alla fine di alcuni manoscritti (tutti successivi al X secolo E.V.) dicono che fu il 41 E.V. Esistono prove che in origine Matteo scrisse il suo Vangelo nell’ebraico comune del suo tempo e in seguito lo tradusse in greco. Nella sua opera De viris inlustribus (Sugli uomini illustri), capitolo III, Girolamo afferma: “Matteo, detto anche Levi, da pubblicano fattosi Apostolo, fu il primo in Giudea che scrisse il Vangelo di Cristo, nella lingua degli Ebrei, per quelli che s’erano convertiti dal giudaismo”.b Girolamo aggiunge che il testo ebraico di questo Vangelo era conservato ai suoi giorni (IV e V secolo E.V.) nella biblioteca che Panfilo aveva creato a Cesarea.

      7 All’inizio del III secolo Origene, commentando i Vangeli, scrisse, secondo una citazione che ne fa Eusebio di Cesarea: “Per primo fu scritto quello Secondo Matteo, il quale . . . lo pubblicò per i fedeli provenienti dal Giudaismo, dopo averlo composto nella lingua degli Ebrei”.c Che sia stato scritto tenendo presenti in primo luogo gli ebrei è evidente dalla genealogia che riporta — la quale mostra la discendenza legale di Gesù a partire da Abraamo — e dai numerosi riferimenti che fa alle Scritture Ebraiche per indicare che esse additavano la venuta del Messia.

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