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Quando la bellezza è solo esterioreLa Torre di Guardia 1989 | 1° febbraio
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Un uomo che non cadde vittima della sua bellezza fu Giuseppe, fratellastro minore di Dina. (Genesi 30:20-24) Quando Giuseppe era un ragazzo i suoi fratelli, per gelosia, lo vendettero schiavo perché fosse portato in Egitto. Lì egli fu acquistato da un funzionario militare di nome Potifar, ed essendo onesto e diligente gli fu affidata la responsabilità della casa di Potifar. Nel frattempo “Giuseppe divenne bello di forme e bello d’aspetto”. — Genesi 39:6.
La moglie di Potifar si invaghì di Giuseppe e cercò sfacciatamente di sedurlo. Ma il giovane mostrò di avere anche bellezza interiore oltre che attrattiva fisica: si rifiutò di peccare contro il suo padrone, Potifar, e scappò via dalla donna. Come risultato, finì in prigione. Perché? La moglie di Potifar, indispettita, lo accusò falsamente di aver cercato di violentarla! Ma nemmeno questa amara esperienza inasprì il carattere di Giuseppe, e l’ottimo esempio che ha lasciato mentre si trovava in grandissime difficoltà ha incoraggiato da allora tutte le persone oneste.
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La vera bellezza si può sviluppareLa Torre di Guardia 1989 | 1° febbraio
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Giuseppe mostrò innata bontà rifiutandosi di peccare contro il suo padrone, Potifar. Dimostrò anche padronanza di sé quando fuggì per non essere sedotto dalla moglie di Potifar. E fu un esempio di mitezza, pace e longanimità non permettendo che le molte avversità della sua vita lo amareggiassero.
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