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  • g93 8/1 pp. 4-10
  • Il mondo sta cambiando: Dov’è diretto?

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  • Il mondo sta cambiando: Dov’è diretto?
  • Svegliatevi! 1993
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • In che modo la criminalità ha cambiato la nostra vita
  • Criminalità e droga
  • AIDS: ha prodotto un cambiamento?
  • Cambiamenti nella politica mondiale
  • L’immutata piaga del nazionalismo
  • Cambiamenti nell’ambiente
  • La religione sta cambiando il mondo?
  • Può l’uomo portare durevole pace e sicurezza?
    Vera pace e sicurezza: Come trovarla?
  • I delitti stanno realmente aumentando?
    Svegliatevi! 1973
  • Com’è il mondo oggi?
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  • La lotta contro la criminalità è una battaglia persa
    Svegliatevi! 1998
Altro
Svegliatevi! 1993
g93 8/1 pp. 4-10

Il mondo sta cambiando: Dov’è diretto?

ALCUNI cambiamenti stanno influendo in maniera profonda e durevole sulla vita di milioni di persone, addirittura su tutta la popolazione mondiale e sulle generazioni future. Criminalità violenta, droga, AIDS, inquinamento dell’acqua e dell’aria e deforestazione sono solo alcuni dei problemi attuali di cui risentiamo tutti. Anche la fine della guerra fredda e il diffondersi della democrazia di tipo occidentale e dell’economia di mercato stanno cambiando la vita di molti e influendo sul futuro. Prendiamo in esame alcuni di questi fattori.

In che modo la criminalità ha cambiato la nostra vita

Come sono le strade della vostra zona? Vi sentite sicuri se camminate per strada da soli di notte? Solo 30 o 40 anni fa, molti potevano persino lasciare aperta la porta di casa. Ma i tempi sono cambiati. Ora alcune porte hanno serrature doppie o triple, e molti hanno messo le sbarre alle finestre.

Oggi la gente ha paura di uscire per strada indossando i vestiti migliori e i gioielli. In certe città c’è chi è stato ucciso per una giacca di pelle o per una pelliccia di visone. Altri hanno perso la vita rimanendo coinvolti in sparatorie fra bande rivali di trafficanti di droga. Difficilmente passa un giorno senza che qualche innocente, spesso qualche bambino, venga ferito o ucciso da un proiettile vagante. Non ci si può fidare di parcheggiare l’automobile se non è dotata di qualche congegno antifurto per cercare di scoraggiare i ladruncoli. In questo mondo così corrotto, è cambiata anche la gente. Onestà e integrità sono valori quasi scomparsi. La fiducia non esiste più.

Criminalità e violenza sono fenomeni di portata mondiale. I titoli che seguono, presi da varie testate, lo confermano: “Guardie e ladri, criminalità organizzata e vizio: Mosca scopre in sé tutti questi elementi”, “In Corea comincia una nuova era, segnata subito dalla criminalità”, “Delinquenza nelle strade, triste realtà quotidiana a Praga”, “Il Giappone attacca la criminalità organizzata, e questa risponde”, “La stretta della Piovra: Fatto saltare in aria il più alto magistrato italiano antimafia”. La criminalità è un problema universale.

Inoltre, oggi la criminalità è diventata più violenta. La vita ha poco valore. In Brasile, una baraccopoli alla periferia di Rio de Janeiro è stata “ufficialmente riconosciuta dalle Nazioni Unite come il luogo più violento della terra. Vi vengono assassinate ogni anno più di 2.500 persone”. (World Press Review) In Colombia i baroni della droga mandano i loro sicarios adolescenti in motocicletta a regolare conti con rivali e debitori eseguendo su due piedi le loro condanne a morte. E spesso, guai a voi se assistete a un delitto, in Colombia o altrove. Potreste diventare la prossima vittima.

Un altro grosso cambiamento è che sempre più criminali sono dotati di micidiali armi automatiche, e sempre più privati cittadini scelgono di girare armati per motivi di sicurezza personale. Questa escalation di armi porta automaticamente a una escalation di morti e di feriti gravi, sia a motivo della criminalità che a motivo di incidenti. È ormai evidente a tutti che, avendo un’arma da fuoco in tasca o in casa, chiunque può diventare un potenziale assassino.

Criminalità e droga

Cinquant’anni fa, chi si sarebbe sognato che la droga sarebbe diventata un problema mondiale? Ora è una delle principali cause di criminalità e di violenza. Nel suo libro Terrorism, Drugs and Crime in Europe after 1992 (Terrorismo, droga e criminalità in Europa dopo il 1992), Richard Clutterbuck prevede che “a lungo andare l’aumento del traffico di stupefacenti potrebbe rivelarsi la più grave minaccia alla civiltà umana. . . . I profitti non solo conferiscono un enorme potere economico e politico ai baroni della droga [la Colombia ne è un chiaro esempio], ma servono anche a finanziare un numero spaventoso di delitti in tutto il mondo”. E afferma anche: “Una delle maggiori cause del terrorismo e dei crimini violenti nel mondo è il traffico di cocaina dai campi di coca in Colombia fino ai tossicodipendenti in Europa e negli USA”.

L’aumento mondiale della criminalità e della popolazione carceraria dimostra che ci sono milioni di persone con intenti criminali che hanno ben poco desiderio di cambiare. Troppi hanno visto che il crimine paga. Di conseguenza il mondo è cambiato, ma è cambiato in peggio. È diventato più pericoloso.

AIDS: ha prodotto un cambiamento?

Quella che all’inizio sembrava una malattia che colpiva soprattutto la popolazione omosessuale è diventata un flagello per persone di ogni razza e stile di vita. L’AIDS non ha più vittime preferenziali. In alcuni paesi africani sta decimando la popolazione eterosessuale. Di conseguenza, per alcuni la promiscuità sessuale sembra sia improvvisamente passata di moda: non per qualche motivo di ordine morale, beninteso, ma per paura del contagio. Lo slogan attuale è “sesso sicuro”, e la misura di prevenzione più raccomandata è l’uso del preservativo. L’astinenza è, tra le misure di prevenzione, la più impopolare. Ma quali ripercussioni avrà l’AIDS sulla famiglia umana nell’immediato futuro?

Di recente la rivista Time diceva: “Entro il 2000 l’AIDS potrebbe diventare la più grossa epidemia del secolo, eclissando l’influenza spagnola del 1918. Quel disastro uccise 20 milioni di persone, cioè l’1% della popolazione mondiale: più del doppio dei soldati morti nella prima guerra mondiale”. Per usare le parole di un’esperta, “questa epidemia ha proporzioni storiche”.

Nonostante i miliardi che si investono nella ricerca sull’AIDS, non esiste nessuna soluzione in vista. Una recente conferenza sull’AIDS tenuta in Olanda, ad Amsterdam, ha visto riuniti 11.000 tra scienziati ed esperti per studiare il problema. “L’atmosfera era cupa e rifletteva un decennio di delusioni, fallimenti e crescente tragedia. . . . L’umanità potrebbe non essere più vicina alla vittoria sull’AIDS di quando cominciò a combatterla. Non esiste nessun vaccino, nessuna cura e nemmeno un trattamento indiscutibilmente efficace”. (Time) Per chi oggi è sieropositivo, e ha molte probabilità di ammalarsi di AIDS, le prospettive sono tetre. Anche in questo campo si è avuto un cambiamento in peggio.

Cambiamenti nella politica mondiale

I cambiamenti politici degli ultimi quattro anni hanno colto di sorpresa molti leader, e forse più di tutti quelli americani. D’un tratto gli Stati Uniti si trovano senza un vero antagonista politico. C’è chi li ha paragonati a una squadra di basket grintosa e imbattibile la quale improvvisamente scopre che nessuno vuole più giocare con lei. Il loro imbarazzo veniva ben riassunto in un articolo scritto nel 1990 dal direttore della rivista Foreign Policy (Politica estera), Charles William Maynes: “Oggi il compito della politica estera degli USA non è quello di far uscire il paese da una guerra disastrosa, ma quello di istituzionalizzare la pace inaspettata che è scoppiata tra gli Stati Uniti e l’[ex] Unione Sovietica”.

La proliferazione della tecnologia nucleare presenta nuove minacce, mentre nel frattempo si continuano a combattere guerre con armi convenzionali, con grande gioia dei mercanti di armi. In un mondo che ha bisogno di pace, molti leader politici stanno rafforzando il loro esercito e i loro armamenti. E l’ONU, sull’orlo della bancarotta, si dà da fare cercando di coprire con qualche cerotto le piaghe ormai croniche del mondo.

L’immutata piaga del nazionalismo

Quando il comunismo cominciava a crollare, l’ex presidente degli Stati Uniti Bush lanciò l’idea di “un nuovo ordine mondiale”. Tuttavia, come hanno scoperto molti leader politici, è facile coniare begli slogan; cambiare davvero in meglio è molto più difficile. Nel suo libro After the Fall—The Pursuit of Democracy in Central Europe (Dopo il crollo: La ricerca della democrazia nell’Europa centrale), Jeffrey Goldfarb afferma: “Alla speranza incondizionata in un ‘nuovo ordine mondiale’ è subito subentrata la consapevolezza che ci portiamo ancora dietro i problemi più antichi, e a volte in una forma più virulenta che mai. L’euforia della liberazione . . . è stata spesso offuscata dalla disperazione dovuta alle tensioni politiche, ai conflitti nazionalistici, al fondamentalismo religioso e alla crisi economica”. La guerra civile in quella che era la Iugoslavia è un chiaro esempio dell’influenza divisiva della politica, della religione e del nazionalismo.

Goldfarb aggiunge: “Xenofobia [odio per gli stranieri] e insicurezza personale sono diventate realtà quotidiane nell’Europa centrale. La democrazia non produce automaticamente risultati economici, politici e culturali, e l’economia di mercato non solo promette ricchezze, ma crea anche problemi insormontabili a chi non ci si sa orizzontare”.

Tuttavia è evidente che questi problemi non sono limitati all’Europa centrale e alle repubbliche dell’ex Unione Sovietica; xenofobia e insicurezza economica esistono in tutto il mondo. La famiglia umana ne paga il prezzo sotto forma di sofferenze e di morte. E non c’è nessuna speranza di veder cambiare nell’immediato futuro queste mentalità radicate che generano odio e violenza. Perché? Perché l’educazione che in genere si riceve — dai genitori o da sistemi scolastici di ispirazione nazionalistica — inculca odio, intolleranza e idee di superiorità basate sulla nazionalità, sull’appartenenza a una certa tribù o a un certo gruppo etnico o sulla lingua.

Il nazionalismo, che il settimanale Asiaweek definisce “l’ultimo odioso ‘ismo’”, è uno dei fattori immutati che continuano a causare odio e spargimento di sangue. Questa rivista affermava: “Se l’orgoglio di essere serbo significa odiare un croato, se la libertà per un armeno significa vendicarsi su un turco, se l’indipendenza per uno zulù significa soggiogare uno xhosa e la democrazia per un romeno significa espellere un ungherese, allora il nazionalismo ha già toccato il fondo”.

Torna alla mente ciò che disse una volta Albert Einstein: “Il nazionalismo è una malattia infantile. È il morbillo della razza umana”. È una malattia che prima o dopo contagia quasi tutti, e continua a diffondersi. Nel 1946 lo storico britannico Arnold Toynbee scrisse: “Il patriottismo . . . ha sostituito in gran parte il cristianesimo come religione del mondo occidentale”.

La situazione attuale lascia sperare in un cambiamento della condotta umana? Secondo alcuni, questo cambiamento può avvenire solo se si cambia radicalmente l’istruzione. L’economista John K. Galbraith scrisse: “Il denominatore comune del progresso è la gente. Perciò . . . nessun miglioramento è possibile se non si migliora la gente, e il progresso è garantito quando la gente viene liberata e istruita. . . . Per prima cosa bisogna vincere l’analfabetismo”. Quali speranze ci sono che i sistemi educativi del mondo un giorno insegneranno l’amore e la tolleranza anziché l’odio e il sospetto? Quand’è che i profondi rancori tribali o etnici lasceranno il posto a fiducia e comprensione, alla consapevolezza che tutti noi apparteniamo a un’unica famiglia umana?

È chiaro che c’è bisogno di un vero cambiamento. Sandra Postel scrive in State of the World 1992:a “Ciò che resta di questo decennio dovrà dare luogo a trasformazioni molto più profonde e diffuse, se vogliamo coltivare ancora realistiche speranze di un mondo migliore”. E cosa ci possiamo aspettare? Richard Clutterbuck afferma: “Il mondo, però, rimane instabile e pericoloso. I fervori nazionalistici e religiosi rimarranno. . . . Gli anni ’90 potrebbero essere il decennio più pericoloso del secolo o quello che registrerà i maggiori progressi”. — Terrorism, Drugs and Crime in Europe after 1992.

Cambiamenti nell’ambiente

Negli ultimi decenni l’umanità è diventata consapevole del fatto che le attività umane stanno influendo sull’ambiente in modo pericoloso. La deforestazione massiccia sta provocando l’estinzione di innumerevoli specie animali e vegetali. E visto che le foreste sono il cosiddetto polmone verde della terra, distruggere le foreste significa anche ridurre la capacità della terra di trasformare l’anidride carbonica in ossigeno, essenziale per la vita. Un’altra conseguenza della distruzione delle foreste è che si depaupera il terreno superficiale, ponendo le basi per la desertificazione.

A questo riguardo si sono levate alcune voci di avvertimento, tra cui quella dell’uomo politico americano Al Gore, che nel suo libro Earth in the Balance—Ecology and the Human Spirit (La terra in bilico: Ecologia e spirito umano) scrive: “Se la deforestazione continua al ritmo attuale, praticamente tutte le foreste pluviali tropicali scompariranno entro il prossimo secolo. Se permettiamo che avvenga questa distruzione, l’umanità perderà il più ricco deposito di informazioni genetiche del pianeta, e con esso possibili rimedi per molte delle malattie che ci affliggono. In effetti, centinaia di medicinali importanti che oggi sono di uso comune derivano da piante e animali delle foreste tropicali”.

Gore ritiene che l’impatto dell’uomo sull’ambiente rappresenti una minaccia per la sopravvivenza già nell’immediato futuro. Afferma: “Mentre continuiamo ad espanderci in ogni nicchia ecologica concepibile, diventa più evidente la fragilità della nostra civiltà. . . . Nel giro di una sola generazione rischiamo di modificare la composizione dell’atmosfera terrestre in maniera molto più drastica di quanto abbia fatto qualsiasi vulcano in epoca storica, e gli effetti potranno durare per secoli”.

Non è solo l’atmosfera ad essere minacciata, ma secondo Gore e altri anche le riserve idriche sono in pericolo, specie nei paesi in via di sviluppo, “dove l’inquinamento dell’acqua si manifesta in maniera più acuta e tragica sotto forma di elevati tassi di mortalità per colera, tifo, dissenteria e diarrea”. Gore menziona poi il fatto che “oltre un miliardo e 700 milioni di persone non hanno riserve adeguate di acqua potabile non contaminata. Più di 3 miliardi di persone non hanno adeguati servizi igienici [gabinetti e fognature] e perciò rischiano di bere acqua contaminata. In India, ad esempio, 114 villaggi e città scaricano gli escrementi umani e altre acque di scolo non trattate direttamente nel Gange”. E dall’acqua di quel fiume dipende la vita di milioni di persone!

Gautam S. Kaji, vicepresidente della Banca Mondiale, avvertì in una conferenza a Bangkok che “il rifornimento idrico dell’Asia orientale potrebbe benissimo costituire il problema cruciale del prossimo secolo. . . . Nonostante i ben noti benefìci, in termini di salute e di produttività, che derivano dall’avere acqua potabile non contaminata, i governi dell’Asia orientale si trovano ora ad avere reti di distribuzione che non portano acqua potabile . . . Questo è l’aspetto dimenticato di uno sviluppo sensato dal punto di vista ambientale”. In tutto il mondo si trascura e si spreca uno degli elementi indispensabili alla vita, l’acqua pulita.

Questi sono tutti aspetti del nostro mondo che cambia, un mondo che in molte zone viene trasformato in una pericolosa fogna e che sta mettendo in pericolo l’esistenza futura dell’umanità. La domanda fondamentale è: I governi e i colossi dell’industria hanno la volontà e la motivazione per prendere provvedimenti onde evitare che le risorse della terra si esauriscano in blocco?

La religione sta cambiando il mondo?

In campo religioso troviamo forse il più grosso fallimento dell’uomo. Se l’albero si giudica dal frutto, allora la religione deve rispondere dei frutti di odio, intolleranza e guerra che ha prodotto nelle sue stesse file. Sembra che per molte persone la religione sia come la bellezza: una questione puramente esteriore. È come uno strato di vernice che si scrosta subito sotto le pressioni del razzismo, del nazionalismo e dell’instabilità economica.

Dal momento che il cristianesimo è la religione che insegna ad ‘amare il prossimo e i propri nemici’, cos’è accaduto ai cattolici e agli ortodossi dell’ex Iugoslavia? I loro sacerdoti li assolveranno nonostante tutte le persone che hanno ucciso e tutto l’odio che nutrono? Secoli di insegnamento “cristiano” hanno prodotto solo odio e omicidi nell’Irlanda del Nord? E che dire delle religioni non cristiane? Hanno prodotto frutti migliori? Induismo, sikhismo, buddismo, islamismo e scintoismo possono forse vantare una storia pacifica di reciproca tolleranza?

Anziché esercitare un’influenza positiva che abbia come obiettivo la civilizzazione dell’umanità, la religione ha fomentato il fanatismo, attizzando le fiamme del cieco patriottismo e benedicendo gli eserciti in due guerre mondiali e in molti altri conflitti. Non è stata una forza che ha prodotto cambiamenti positivi.

Pertanto, cosa ci si può aspettare dalla religione nel prossimo futuro? E cosa possiamo aspettarci che il futuro abbia in serbo per questo sistema mondiale? Quali cambiamenti ci saranno? Il terzo articolo prenderà in esame queste domande da un punto di vista singolare.

[Nota in calce]

a ISEDI, Torino, 1992, pagina 1.

[Immagine a pagina 7]

Il notevole aumento dei crimini violenti è un altro sintomo di cambiamento

[Immagini a pagina 8]

Nazionalismo e odio religioso continuano a provocare spargimenti di sangue

[Fonti]

Jana Schneider/Sipa

Malcom Linton/Sipa

[Immagini a pagina 9]

Rovinando l’ambiente, l’uomo sta cambiando i delicati equilibri della biosfera

[Fonti]

Laif/Sipa

Sipa

[Immagine a pagina 10]

1933: il nunzio apostolico Basallo di Torregrossa saluta Hitler. La storia mostra che la religione si è immischiata nella politica e nel nazionalismo

[Fonte]

Bundesarchiv Koblenz

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