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Una voce nel silenzioSvegliatevi! 1995 | 22 agosto
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Una voce nel silenzio
CINQUANT’ANNI fa fu ucciso un mostro. Quando il mondo alzò il velo per osservare il Terzo Reich dopo la sua caduta, la scena raccapricciante che si presentò era un incubo troppo grande per essere compreso. Soldati e civili insieme potevano solo rimanere attoniti, in un muto orrore, di fronte ai resti agghiaccianti di una mostruosa macchina fatta per uccidere.
Quest’anno migliaia di persone hanno celebrato il 50º anniversario della liberazione dei campi di concentramento camminando in silenzio in quei luoghi desolati. Si sforzavano di concepire l’enormità dei crimini commessi: solo nel campo di sterminio di Auschwitz erano state uccise circa 1.500.000 persone! È stata un’occasione in cui stare in silenzio, un’occasione per riflettere su quanto l’uomo è stato disumano con i suoi simili. Tra i freddi forni crematori, nelle baracche vuote, fra i mucchi di scarpe echeggiavano domande inquietanti.
Oggi si prova orrore, indignazione. L’Olocausto, durante il quale diversi milioni di ebrei furono sistematicamente trucidati, rivela quanto era mostruoso e malvagio il nazismo. Ma che dire di allora? Chi ebbe il coraggio di parlare? Chi non lo ebbe?
Molti vennero a sapere per la prima volta delle stragi di massa solo alla fine della seconda guerra mondiale. Un libro spiega: “Le foto e i cinegiornali dei centri e dei campi di sterminio liberati dagli Alleati nel 1944 e nel 1945 portarono per la prima volta la scioccante realtà all’attenzione del grande pubblico, specie in occidente”. — Fifty Years Ago—Revolt Amid the Darkness.
Tuttavia, prima ancora che venissero istituiti i campi di sterminio una voce denunciava i pericoli del nazismo e lo faceva mediante Svegliatevi!, la rivista che avete in mano. All’inizio era nota come L’Età d’Oro e nel 1937 il titolo fu cambiato in Consolazione. A cominciare dal 1929 queste riviste, pubblicate dai testimoni di Geova, avvertirono coraggiosamente dei pericoli del nazismo, dimostrandosi all’altezza della dichiarazione che riportavano in copertina: “Una rivista di fatti, speranza e coraggio”.
“Come si può rimanere in silenzio”, chiedeva Consolazione nel 1939, “di fronte agli orrori di un paese, come la Germania, in cui 40.000 persone innocenti vengono arrestate in un colpo solo; in cui 70 di loro sono state messe a morte in una sola notte in una sola prigione; . . . in cui tutte le case, gli istituti e gli ospedali per gli anziani, i poveri e i bisognosi e tutti gli orfanotrofi vengono distrutti?”
Sì, come si poteva rimanere in silenzio? Mentre il mondo in generale non conosceva o non prestava fede alle orrende notizie che trapelavano dalla Germania e dai territori occupati, i testimoni di Geova non potevano starsene in silenzio. Essi conoscevano per esperienza diretta le crudeltà del regime nazista, e non avevano paura di parlare.
[Fonte dell’immagine a pagina 3]
Foto U.S. National Archives
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Perché non ebbero paura di parlareSvegliatevi! 1995 | 22 agosto
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Perché non ebbero paura di parlare
RIPENSANDOCI, si potrebbe dire che lo scontro fra i testimoni di Geova e il nazismo, o nazionalsocialismo, era assolutamente inevitabile. Come mai? A motivo delle inflessibili richieste dei nazisti che erano in conflitto con tre fondamentali convinzioni bibliche dei Testimoni, ovvero: (1) Geova Dio è il Sovrano Supremo. (2) I veri cristiani sono politicamente neutrali. (3) Dio risusciterà coloro che si saranno dimostrati fedeli a lui sino alla morte.
Queste convinzioni basate sulla Bibbia indussero i testimoni di Geova a schierarsi risolutamente contro le empie pretese naziste. Essi perciò parlarono coraggiosamente e denunciarono il nazismo per la sua malvagità.
I testimoni di Geova si rifiutarono di dire “Heil Hitler!” Si rifiutarono perché attribuiscono la loro salvezza a Dio e hanno dedicato la loro vita a lui solo. La Bibbia dice di Geova: “Tu solo sei l’Altissimo su tutta la terra”. — Salmo 83:18.
In effetti dire “Heil Hitler!” implicava ammettere che la salvezza veniva attraverso Hitler. I Testimoni non potevano essere fedeli a Dio e nello stesso tempo acclamare in questo modo qualche essere umano. Sia la loro vita che la loro lealtà e fedeltà appartenevano a Dio.
I testimoni di Geova avevano chiari precedenti per rifiutarsi di ubbidire alle illecite richieste di Hitler. Ad esempio, quando nel I secolo agli apostoli di Gesù fu ordinato di smettere di dichiarare la buona notizia riguardo a Cristo, essi non acconsentirono. Dissero: “Dobbiamo ubbidire a Dio come governante anziché agli uomini”. La Bibbia dice che a motivo della loro decisa presa di posizione le autorità “li fustigarono e ordinarono loro di smettere di parlare in base al nome di Gesù”. Gli apostoli, però, si rifiutarono di ubbidire a quel comando che sfidava Dio. “Continuavano senza posa a insegnare e a dichiarare la buona notizia”. — Atti 5:29, 40-42.
Molti antichi cristiani morirono per aver ubbidito a Dio anziché agli uomini. Moltissimi perirono nelle arene romane per essersi rifiutati, in pratica, di acclamare Cesare rendendogli un atto di adorazione. Ma per loro dimostrarsi fedeli a Dio fino alla morte era un onore e una vittoria, un po’ come un soldato valoroso è disposto a morire per la sua patria.
Dal momento che i testimoni di Geova sostengono un unico governo, il Regno di Dio, alcuni li hanno considerati sovversivi. Ma nulla potrebbe essere più lontano dalla verità. A imitazione degli apostoli di Gesù, “essi non fanno parte del mondo”. (Giovanni 17:16) Sono politicamente neutrali. La lealtà a Dio li spinge a ubbidire alle leggi dei governi umani sotto cui vivono. Sì, sono esemplari nell’essere ‘sottoposti alle autorità superiori’. (Romani 13:1) Non hanno mai incitato a ribellarsi a nessun governo umano!
Esiste, però, un confine che non si può valicare in nessuna circostanza. È il confine tra i doveri che i testimoni di Geova hanno nei confronti dell’uomo e i doveri che hanno nei confronti di Dio. Essi rendono a Cesare, ovvero alle autorità governative, quello che è di Cesare ma a Dio quello che è di Dio. (Matteo 22:21) Se qualcuno tenta di esigere da loro ciò che appartiene a Dio, il suo tentativo è destinato a fallire.
Che dire se un Testimone è minacciato di morte? Ebbene, i testimoni di Geova hanno incrollabile fiducia nella capacità di Dio di riportarli in vita. (Atti 24:15) Perciò assumono la stessa posizione che assunsero i tre giovani ebrei nell’antica Babilonia. Quando li minacciarono di gettarli in una fornace ardente questi giovani dissero al re Nabucodonosor: “Se dev’essere, il nostro Dio che serviamo ci può liberare. . . . Ti sia noto, o re, che i tuoi dèi non sono quelli che noi serviamo, e certamente non adoreremo l’immagine d’oro che hai eretto”. — Daniele 3:17, 18.
Così, come abbiamo osservato prima, quando Hitler cominciò a ergersi su un piedistallo facendo di se stesso un dio, era inevitabile uno scontro ideologico. Il Terzo Reich, sguainata la spada, si trovò faccia a faccia con un piccolo gruppo di testimoni di Geova che avevano giurato lealtà al vero Dio, l’Iddio Onnipotente, Geova. Ma prima ancora che cominciasse la battaglia, l’esito era già deciso.
[Riquadro a pagina 5]
Fedeli sino alla morte
WOLFGANG KUSSEROW fu uno di quelli che vennero messi a morte perché rimasero fedeli a Dio e si rifiutarono di sostenere il nazismo. Poco prima di essere decapitato, il 28 marzo 1942, scrisse ai suoi genitori e ai suoi fratelli: “Come vostro terzo figlio e fratello, devo lasciarvi domattina. Non siate tristi, perché verrà il giorno in cui saremo di nuovo insieme. . . . Come sarà grande allora la nostra gioia, quando saremo riuniti! . . . Ora siamo stati strappati gli uni agli altri, e ciascuno di noi deve superare la prova; allora saremo ricompensati”.
L’8 gennaio 1941, poco prima di essere messo a morte, Johannes Harms scrisse nella sua ultima lettera al padre: “La mia condanna a morte è già stata annunciata e sono incatenato sia di giorno che di notte — i segni (sulla carta) sono quelli delle manette . . . Caro papà, ti invoco nello spirito, rimani fedele, come io ho cercato di rimaner fedele, e quindi ci rivedremo. Penserò a te proprio sino alla fine”.
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Denunciati i crimini del nazismoSvegliatevi! 1995 | 22 agosto
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Denunciati i crimini del nazismo
NEGLI anni ’20, mentre la Germania lottava per riprendersi dalla sconfitta subita nella prima guerra mondiale, i testimoni di Geova si davano da fare per distribuire enormi quantità di pubblicazioni bibliche. In questo modo non solo offrivano conforto e speranza al popolo tedesco, ma lo avvertivano anche del crescente potere del militarismo. Tra il 1919 e il 1933 i Testimoni distribuirono in media otto libri, opuscoli o riviste a ciascuna dei circa 15 milioni di famiglie in Germania.
Le riviste L’Età d’Oro e Consolazione spesso richiamavano l’attenzione sugli sviluppi militaristici che avvenivano in Germania. Nel 1929, più di tre anni prima che Hitler salisse al potere, l’edizione tedesca dell’Età d’Oro affermava coraggiosamente: “Il nazionalsocialismo è . . . un movimento che sta agendo . . . direttamente al servizio del nemico dell’uomo, il Diavolo”.
Alla vigilia dell’ascesa al potere di Hitler, L’Età d’Oro del 4 gennaio 1933 diceva: “Incombe la minacciosa ombra del movimento nazionalsocialista. Sembra incredibile che un partito politico dalle origini così insignificanti e dalla politica così poco ortodossa possa nel giro di pochi anni assumere proporzioni tali da eclissare la struttura di un governo nazionale. Eppure Adolf Hitler e il suo partito nazionalsocialista (i nazisti) hanno compiuto questa rara impresa”.
Un appello alla comprensione
Hitler divenne cancelliere della Germania il 30 gennaio 1933, e un paio di mesi dopo, il 4 aprile 1933, la filiale dei testimoni di Geova di Magdeburgo fu confiscata. L’ordinanza, tuttavia, fu ritirata il 28 aprile 1933, e la proprietà venne restituita. Cosa sarebbe accaduto?
Nonostante l’evidente ostilità del regime di Hitler, i testimoni di Geova organizzarono un’assemblea a Berlino per il 25 giugno 1933. I presenti furono circa 7.000. I Testimoni chiarirono pubblicamente le loro intenzioni: “La nostra organizzazione non è politica in nessun senso. Insistiamo solo nell’insegnare alla gente la Parola di Geova Dio, e questo senza impedimenti”.
In questo modo i testimoni di Geova si sforzarono sinceramente di chiarire la loro posizione. Quali furono le conseguenze?
Inizia l’attacco
L’incrollabile neutralità dei Testimoni, come pure la loro lealtà al Regno di Dio, non erano accettabili per il governo di Hitler. I nazisti non intendevano tollerare che qualcuno rifiutasse di sostenere la loro ideologia.
Immediatamente dopo la fine dell’assemblea di Berlino i nazisti confiscarono di nuovo la filiale di Magdeburgo, il 28 giugno 1933. Interruppero adunanze di Testimoni e fecero degli arresti. Ben presto i Testimoni cominciarono ad essere licenziati. Le loro case furono oggetto di irruzioni, ed essi furono picchiati e arrestati. Entro l’inizio del 1934 i nazisti avevano sequestrato ai Testimoni 65 tonnellate di pubblicazioni bibliche e le avevano bruciate fuori di Magdeburgo.
La risolutezza dei Testimoni
Nonostante questi attacchi iniziali, i testimoni di Geova non vacillarono e denunciarono pubblicamente l’oppressione e l’ingiustizia. Nel numero del 1º novembre 1933 della Torre di Guardia compariva l’articolo “Non li temete!” Era stato preparato specialmente per i Testimoni tedeschi e li esortava a farsi coraggio nonostante le crescenti pressioni.
Il 9 febbraio 1934 J. F. Rutherford, il presidente della Watch Tower Society, inviò una lettera di protesta a Hitler affermando: “Lei può opporsi con successo a qualunque uomo, ma non può opporsi con successo a Geova Dio. . . . In nome di Geova Dio e del Suo unto Re, Cristo Gesù, le chiedo formalmente di ordinare a tutti i funzionari e i servitori del suo governo che ai testimoni di Geova in Germania sia permesso di radunarsi pacificamente e di adorare Dio senza impedimenti”.
Rutherford stabilì come limite il 24 marzo 1934. Disse che se entro quel giorno la condizione dei Testimoni tedeschi non fosse migliorata, i fatti relativi alla persecuzione sarebbero stati pubblicati in tutta la Germania e nel resto del mondo. I nazisti risposero all’ultimatum di Rutherford aumentando gli abusi e inviando molti testimoni di Geova nei campi di concentramento, che erano stati istituiti da poco. I Testimoni furono quindi tra i primi ad essere reclusi in questi campi.
I Testimoni denunciano le atrocità naziste
Come avevano promesso, i testimoni di Geova cominciarono a denunciare le atrocità che avvenivano in Germania. I Testimoni di tutto il mondo inviarono ripetutamente proteste al governo di Hitler.
Il 7 ottobre 1934 tutte le congregazioni dei testimoni di Geova della Germania si riunirono per udire la lettura di una lettera che veniva inviata ai funzionari del governo di Hitler. Essa diceva: “C’è un netto contrasto fra la vostra legge e la legge di Dio . . . Perciò con la presente vi comunichiamo che ad ogni costo ubbidiremo ai comandamenti di Dio, ci raduneremo per studiare la sua Parola e lo adoreremo e lo serviremo come ha comandato”.
Lo stesso giorno, in 49 altri paesi i testimoni di Geova si riunirono in una speciale assemblea e inviarono il seguente telegramma a Hitler: “Il maltrattamento che infliggete ai testimoni di Geova sorprende tutte le persone buone della terra e disonora il nome di Dio. Astenetevi dal perseguitare ulteriormente i testimoni di Geova; altrimenti Dio distruggerà voi e il vostro partito”.
I nazisti risposero quasi immediatamente intensificando la persecuzione. Hitler stesso urlò: “Questa genia sarà sterminata in Germania!” Ma più aumentò l’opposizione, più la determinazione dei Testimoni divenne incrollabile.
Nel 1935 L’Età d’Oro denunciò i metodi di tortura simili a quelli dell’Inquisizione usati dal regime nazista e il suo sistema spionistico. Rivelò pure che la Gioventù Hitleriana si proponeva di cancellare dai giovani tedeschi la fede in Dio. L’anno seguente una campagna della Gestapo su scala nazionale portò all’arresto di migliaia di Testimoni. Poco dopo, il 12 dicembre 1936, i Testimoni risposero con una loro campagna: tappezzarono la Germania di decine di migliaia di copie di una risoluzione che denunciava la persecuzione dei testimoni di Geova.
Il 20 giugno 1937 i Testimoni che erano ancora liberi distribuirono un altro messaggio molto dettagliato sulla persecuzione. Riportava i nomi di funzionari e citava date e luoghi. La Gestapo rimase allibita da questa denuncia e dalla capacità dei Testimoni di diffonderla.
L’amore per il prossimo fu ciò che spinse i Testimoni ad avvisare il popolo tedesco di non lasciarsi ingannare dalla grandiosa visione di un glorioso dominio millenario del Terzo Reich. “Dobbiamo dire la verità e dare l’avvertimento”, diceva l’opuscolo Di fronte ai fatti, pubblicato nel 1938. “Riconosciamo che il governo totalitario . . . è il prodotto di Satana presentato come sostituto del regno di Dio”. I testimoni di Geova furono tra i primi a essere oggetto delle violenze naziste, ma denunciarono con vigore le atrocità commesse ai danni di ebrei, polacchi, handicappati e altri.
La risoluzione “Avvertimento!”, adottata a un’assemblea dei testimoni di Geova tenuta a Seattle (Washington, USA) nel 1938, diceva: “I fascisti e i nazisti, organizzazioni politiche radicali, hanno ingiustamente assunto il controllo di molti paesi europei . . . Tutta la popolazione sarà irreggimentata, tutte le libertà saranno soppresse e tutti saranno costretti a cedere al dominio di un dittatore dispotico, e allora tornerà pienamente in vigore l’antica Inquisizione”.
Rutherford parlò regolarmente alla radio, pronunciando vigorose conferenze sulla natura satanica del nazismo. Le conferenze venivano ritrasmesse in tutto il mondo e distribuite in milioni di copie in forma stampata. Il 2 ottobre 1938 pronunciò il discorso “Fascismo o libertà”, in cui accusò Hitler senza mezzi termini.
“In Germania il popolo comune è amante della pace”, esclamò Rutherford. “Il Diavolo ha messo al potere il suo rappresentante Hitler, un individuo di mente perversa, crudele, iniqua e spietata . . . Egli perseguita spietatamente i Giudei perché essi furono il popolo che aveva [stretto un] patto con Geova del quale portavano il nome, e perché Cristo Gesù era un Giudeo”. — Fascismo o libertà, pubblicato nel 1939 dalla Watch Tower Bible and Tract Society, pagina 11.
Quando il furore nazista contro i testimoni di Geova si intensificò ulteriormente, le denunce dei Testimoni si fecero ancora più roventi. Il numero del 15 maggio 1940 di Consolazione affermava: “Hitler è un tale perfetto figlio del Diavolo che questi discorsi e queste decisioni scorrono attraverso lui come acqua attraverso una fogna ben costruita”.
Denunciati gli orrori dei campi
Anche se l’opinione pubblica in gran parte ignorò l’esistenza dei campi di concentramento fino al 1945, negli anni ’30 nelle pubblicazioni della Società (Watch Tower) comparvero spesso descrizioni dettagliate di questi campi. Nel 1937, ad esempio, Consolazione parlò di esperimenti con gas venefici condotti a Dachau. Entro il 1940 i Testimoni nelle loro pubblicazioni avevano fatto il nome di 20 diversi campi e avevano parlato delle terribili condizioni che vi esistevano.
Come mai i testimoni di Geova conoscevano così bene i campi di concentramento? Quando nel 1939 iniziò la seconda guerra mondiale, c’erano già 6.000 Testimoni rinchiusi in campi e prigioni. Lo storico tedesco Detlef Garbe calcola che in quel periodo i Testimoni costituivano dal 5 al 10 per cento dell’intera popolazione dei campi!
A un seminario sui Testimoni e l’Olocausto, Garbe affermò: “Delle 25.000 persone che ammisero di essere testimoni di Geova all’inizio del Terzo Reich, circa 10.000 furono imprigionate per un periodo di tempo più o meno lungo. Di queste, oltre 2.000 furono mandate nei campi di concentramento. Questo significa che i testimoni di Geova furono, ad eccezione degli ebrei, il gruppo religioso più perseguitato dalle SS”.
Nel giugno 1940 Consolazione diceva: “Quando la Germania iniziò la Blitzkrieg [guerra-lampo] in Polonia c’erano 3.500.000 ebrei . . . , e se le notizie che raggiungono il mondo occidentale sono esatte la loro distruzione sembra in corso”. Nel 1943 Consolazione osservò: “Intere nazioni come i greci, i polacchi e i serbi vengono sistematicamente sterminate”. Entro il 1946, L’Età d’Oro e Consolazione avevano identificato 60 diverse prigioni e campi di concentramento.
I Testimoni frustrano gli sforzi dei nazisti
Anche se i nazisti tentarono di fermare il flusso di pubblicazioni della Società (Watch Tower), un funzionario di Berlino ammise: “È difficile trovare in Germania i luoghi segreti in cui si continuano a stampare le pubblicazioni degli Studenti Biblici; nessuno porta con sé nomi o indirizzi e nessuno tradisce gli altri”.
Nonostante i suoi sforzi furiosi, la Gestapo non riuscì mai in nessun momento a catturare più della metà del totale dei Testimoni della Germania. Immaginate la frustrazione del complesso sistema spionistico nazista: non era in grado di radunare e zittire questo minuscolo esercito né di fermare il flusso delle pubblicazioni. Le pubblicazioni raggiunsero le strade e penetrarono persino oltre le recinzioni di filo spinato dei campi di concentramento!
Trionfo sulla barbarie
I nazisti, considerati maestri nel piegare la volontà umana, cercarono disperatamente di indurre i testimoni di Geova a violare la loro neutralità cristiana, ma fallirono miseramente. Il libro The Theory and Practice of Hell (Teoria e pratica dell’inferno) affermava: “Non si può evitare l’impressione che, psicologicamente parlando, le SS non furono mai all’altezza della sfida presentata loro dai testimoni di Geova”.
Sì, i testimoni di Geova, sostenuti dallo spirito di Dio, vinsero la battaglia. La dott. Christine King, storico e rettrice dell’Università dello Staffordshire, in Inghilterra, descrisse così le parti impegnate nel conflitto: “Una [i nazisti] enorme, potente, apparentemente invincibile. L’altra [i Testimoni] minuscola . . . armata solo della propria fede . . . I testimoni di Geova misero moralmente in ginocchio la potenza della Gestapo”.
I testimoni di Geova erano una piccola enclave pacifica all’interno del reame nazista. Eppure a modo loro combatterono e vinsero una battaglia: la battaglia per il diritto di adorare il proprio Dio, la battaglia per amare il prossimo e la battaglia per dire la verità.
[Riquadro a pagina 9]
I Testimoni denunciarono l’esistenza dei campi di concentramento
AUSCHWITZ, Buchenwald, Dachau e Sachsenhausen erano nomi sconosciuti alla maggioranza delle persone fino a dopo la seconda guerra mondiale, ma erano ben noti ai lettori dell’Età d’Oro e di Consolazione. I rapporti dei testimoni di Geova, fatti uscire di nascosto dai campi con grande rischio e resi noti nelle pubblicazioni della Società (Watch Tower), denunciarono le mire omicide del Terzo Reich.
Nel 1933 L’Età d’Oro conteneva il primo di molti articoli sull’esistenza di campi di concentramento in Germania. Nel 1938 i testimoni di Geova pubblicarono il libro Crociata contro il cristianesimo in francese, tedesco e polacco. Esso documentava con cura i crudeli attacchi subiti dai Testimoni per mano dei nazisti e includeva schemi dei campi di concentramento di Sachsenhausen e di Esterwegen.
Il premio Nobel Thomas Mann scrisse: “Ho letto il vostro libro e la sua terribile documentazione con viva emozione. Non posso descrivere il sentimento misto di orrore e ribrezzo che ho provato analizzando questi racconti di degradazione umana e di abominevole crudeltà. . . . Rimanere in silenzio servirebbe solo all’indifferenza morale del mondo . . . Avete fatto il vostro dovere pubblicando questo libro e portando alla luce questi fatti”. — Il corsivo è nostro.
[Riquadro a pagina 10]
I Testimoni furono tra i primi nei campi di concentramento
GENEVIÈVE de Gaulle, nipote dell’ex presidente francese Charles de Gaulle, apparteneva alla Resistenza francese. Catturata e in seguito, nel 1944, rinchiusa nel campo di concentramento di Ravensbrück, conobbe i testimoni di Geova. Dopo la seconda guerra mondiale la signora De Gaulle ha pronunciato conferenze in tutta la Svizzera e ha parlato spesso dell’integrità e del coraggio dei Testimoni. In un’intervista del 20 maggio 1994 ha detto di loro:
“Furono tra i primi ad essere deportati nel campo. Molti erano già morti . . . Li riconoscevamo dal loro contrassegno. . . . Era assolutamente proibito loro parlare delle proprie credenze o avere qualsiasi libro religioso, e specialmente la Bibbia, che era considerata il libro sovversivo per eccellenza. . . . So di una [testimone di Geova], e mi è stato detto che ce n’erano altre, che fu messa a morte perché possedeva alcune pagine di versetti biblici. . . .
“Quello che ammiravo molto in loro era che avrebbero potuto andarsene in qualsiasi momento semplicemente firmando una dichiarazione con cui rinnegavano la loro fede. In ultima analisi queste donne, all’apparenza tanto deboli e sfinite, erano più forti delle SS, che avevano dalla loro parte il potere e ogni mezzo. [I testimoni di Geova] avevano la loro forza, ed era la loro forza di volontà che nessuno poteva piegare”.
[Riquadro a pagina 11]
La condotta dei Testimoni nei campi di concentramento
L’AMORE per il prossimo — per i compagni di cella, di baracca e di campo di concentramento — spingeva i Testimoni a condividere non solo il cibo spirituale, ma anche qualsiasi alimento materiale avessero.
Un ebreo sopravvissuto al campo di concentramento di Buchenwald spiegò: “Lì incontrai i Bibelforscher. Rendevano di continuo testimonianza alla loro fede. In effetti niente li faceva smettere di parlare del loro Dio. Erano sempre pronti ad aiutare gli altri prigionieri. Quando, il 10 novembre 1938, in seguito al pogrom ci fu un grande afflusso di ebrei nel campo, i ‘Jehovah’s schwein’ [“maiali di Geova”], come li chiamavano le guardie, andarono in giro a dare una razione di pane agli ebrei vecchi e affamati, restando essi stessi senza cibo anche per quattro giorni”.
Analogamente, un’ebrea che è stata internata nel campo di concentramento di Lichtenburg disse a proposito dei Testimoni: “Erano un popolo coraggioso, che sopportava il proprio destino con forza d’animo. Anche se ai prigionieri non ebrei era proibito parlare con noi, queste donne non osservarono mai questa norma. Pregavano per noi come se fossimo loro familiari e ci scongiuravano di tener duro”.
[Riquadro a pagina 12]
Predetti i tentativi di negare l’Olocausto
NEL numero del 26 settembre 1945 Consolazione osservò che in futuro si sarebbero potuti fare tentativi per rivedere la storia e negare ciò che era accaduto. L’articolo “Il nazismo è stato distrutto?” diceva:
“I propagandisti pensano che la gente abbia la memoria corta. È loro intenzione cancellare la storia passata, presentandosi sotto la falsa luce di moderni benefattori, nascondendo le prove che li incolpano”.
La rivista avvertiva con perspicacia: “Fino a quando Geova non combatterà Armaghedon, lo spettro del nazismo continuerà ad affacciarsi”.
[Diagrammi a pagina 11]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
Questi schemi dei campi di concentramento comparvero nelle pubblicazioni dei Testimoni nel 1937
[Immagine a pagina 7]
I 150 che lavoravano alla filiale di Magdeburgo dei testimoni di Geova nel 1931
[Immagini a pagina 8]
Le pubblicazioni dei testimoni di Geova denunciarono la collaborazione delle chiese con il nazismo
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Perché le chiese rimasero in silenzioSvegliatevi! 1995 | 22 agosto
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Perché le chiese rimasero in silenzio
L’8 DICEMBRE 1993 il dott. Franklin Littell, della Baylor University, parlò allo United States Holocaust Memorial Museum di una problematica “verità assodata”. Qual era questa verità?
La verità, disse Littell, era che “sei milioni di ebrei furono presi di mira e assassinati sistematicamente nel cuore della cristianità da cattolici, protestanti e ortodossi battezzati che non furono mai rimproverati, né tanto meno scomunicati”. Una voce, però, ebbe coerentemente il coraggio di denunciare il coinvolgimento del clero con il regime di Hitler. E questa voce, come abbiamo visto, fu quella dei testimoni di Geova.
Hitler era un cattolico battezzato, come molti capi del suo governo. Perché non furono scomunicati? Perché la Chiesa Cattolica non condannò gli orrori che questi uomini commettevano? Perché anche le chiese protestanti rimasero in silenzio?
Le chiese rimasero davvero in silenzio? Ci sono prove che sostennero gli sforzi bellici di Hitler?
Il ruolo della Chiesa Cattolica
Lo storico cattolico E. I. Watkin ha scritto: “Per quanto sia doloroso ammetterlo, non possiamo, negli interessi di una falsa edificazione o di una disonesta lealtà, negare o ignorare il fatto storico che i vescovi hanno regolarmente sostenuto tutte le guerre combattute dal governo del loro paese. . . . Quando si è trattato di nazionalismo in tempo di guerra hanno parlato quali portavoce di Cesare”.
Quando Watkin disse che i vescovi della Chiesa Cattolica avevano “sostenuto tutte le guerre combattute dal governo del loro paese” intendeva anche le guerre di aggressione combattute da Hitler. Friedrich Heer, cattolico e professore di storia all’Università di Vienna, ha ammesso: “Nella cruda realtà della storia tedesca, la croce e la svastica furono sempre più unite, finché la svastica proclamò il messaggio della vittoria dai campanili delle cattedrali tedesche, bandiere con la svastica apparvero ai lati degli altari e teologi, pastori, ecclesiastici e statisti tedeschi sia cattolici che protestanti accolsero di buon grado l’alleanza con Hitler”.
I leader cattolici appoggiarono le guerre di Hitler in maniera talmente incondizionata che il professore cattolico Gordon C. Zahn scrisse: “I cattolici tedeschi, i quali guardavano ai loro capi religiosi come ad una sicura guida spirituale, riguardo alla loro partecipazione alle guerre di Hitler ricevettero le stesse risposte che avrebbero ricevuto da Hitler medesimo”. — Gordon C. Zahn, I cattolici tedeschi e le guerre di Hitler, trad. di L. Chiappini, Vallecchi, Firenze, 1973, pagine 18, 19.
Che i cattolici abbiano seguito ubbidientemente la direttiva dei loro ecclesiastici è stato documentato dal prof. Heer. Egli osservò: “Su circa trentadue milioni di cattolici tedeschi — quindici milioni e mezzo dei quali erano uomini — solo sette [individui] rifiutarono apertamente il servizio militare. Sei di loro erano austriaci”. Prove più recenti mostrano che alcuni altri cattolici, come pure qualche protestante, si opposero con coraggio allo stato nazista a motivo delle loro convinzioni religiose. Alcuni giunsero al punto di pagare con la vita la propria presa di posizione, mentre nello stesso tempo i loro capi spirituali si stavano vendendo al Terzo Reich.
Chi altri rimase in silenzio, e chi no
Come abbiamo notato sopra, il prof. Heer incluse i capi protestanti fra coloro che “accolsero di buon grado l’alleanza con Hitler”. È così?
Molti protestanti si sono autoaccusati di essere rimasti in silenzio durante le guerre di aggressione di Hitler. Ad esempio, nell’ottobre del 1945 undici eminenti ecclesiastici si riunirono per redigere la cosiddetta ammissione di colpa di Stoccarda. Essi dissero: “Ci accusiamo di non essere stati più coraggiosi nel confessare le nostre convinzioni, più fedeli nel dire le nostre preghiere, più gioiosi nell’esprimere la nostra fede e più appassionati nel manifestare il nostro amore”.
Nel suo libro History of Christianity (Storia del cristianesimo) Paul Johnson scrisse: “Di 17.000 pastori evangelici, non ce ne furono mai, in qualsiasi momento, più di cinquanta che scontassero lunghe condanne [per non avere sostenuto il regime nazista]”. Facendo un contrasto fra questi pastori e i testimoni di Geova, Johnson scrisse: “I più coraggiosi furono i testimoni di Geova, che proclamarono la loro decisa opposizione dottrinale sin dal principio e ne pagarono le conseguenze. Rifiutarono di cooperare in qualsiasi misura con lo stato nazista”.
Nel 1939, l’anno in cui scoppiò la seconda guerra mondiale, Consolazione citava le seguenti parole di T. Bruppacher, un ministro protestante: “Mentre uomini che si definiscono cristiani sono venuti meno nelle prove decisive, questi sconosciuti testimoni di Geova, quali martiri cristiani, si stanno opponendo in maniera incrollabile alla violazione delle coscienze e all’idolatria pagana. Un giorno lo studioso di storia delle religioni dovrà riconoscere che non le grandi chiese, ma questi individui calunniati e derisi si sono opposti per primi alla furia del demonio nazista . . . Rifiutano l’adorazione di Hitler e la svastica”.
Analogamente, Martin Niemöller, ecclesiastico protestante che fu lui stesso internato in un campo di concentramento nazista, in seguito confessò: ‘Si può veracemente ricordare che, nel corso dei secoli, le chiese cristiane hanno sempre acconsentito a benedire guerre, truppe e armi e che in maniera assai poco cristiana hanno pregato per l’annientamento del nemico’. E ammise: “Tutto questo è colpa nostra e colpa dei nostri padri, ma ovviamente non è colpa di Dio”.
Niemöller quindi aggiunse: “E pensare che noi cristiani odierni ci vergogniamo della cosiddetta setta dei seri studiosi della Bibbia [i testimoni di Geova], che a centinaia e a migliaia sono finiti nei campi di concentramento e sono morti per aver rifiutato di prendere parte alla guerra e di uccidere altri uomini”.
Susannah Heschel, docente di studi ebraici, ha scoperto documenti ecclesiastici i quali dimostrano che il clero luterano fu disposto ad appoggiare Hitler, anzi, fu desideroso di farlo. La Heschel ha detto che quegli ecclesiastici implorarono il privilegio di esporre la svastica nelle loro chiese. La sua ricerca ha dimostrato che la stragrande maggioranza degli ecclesiastici non erano collaboratori forzati ma sostenitori entusiasti di Hitler e dei suoi ideali ariani.
Quando la Heschel tiene una conferenza, spesso i membri di qualche chiesa le chiedono: “Cosa potevamo fare?”
La sua risposta è: “Potevate essere come i testimoni di Geova”.
Perché rimasero in silenzio
Il motivo per cui le chiese rimasero in silenzio diventa chiaro. È perché il clero della cristianità e i suoi greggi avevano abbandonato gli insegnamenti della Bibbia per appoggiare lo stato politico. Nel 1933 la Chiesa Cattolica firmò un concordato con i nazisti. Il cardinale cattolico Faulhaber scrisse a Hitler: “Questa stretta di mano col Papato . . . è un atto che porterà benefìci incomparabili. . . . Dio preservi il Cancelliere [Hitler] del Reich”.
Sì, la Chiesa Cattolica come pure altre chiese divennero ancelle del malvagio governo di Hitler. Anche se Gesù Cristo disse che i suoi veri seguaci “non fanno parte del mondo”, le chiese e i loro parrocchiani divennero parte integrante del mondo di Hitler. (Giovanni 17:16) Di conseguenza non denunciarono gli orrori contro l’umanità che i nazisti commettevano nei loro campi di sterminio.
È vero che alcuni coraggiosi individui cattolici, protestanti e di varie altre religioni si opposero allo stato nazista. Ma mentre alcuni di loro pagarono con la vita, i loro capi spirituali, che asserivano di servire Dio, agivano come burattini del Terzo Reich.
Ci fu, però, una voce che ebbe coerentemente il coraggio di parlare. Anche se i mezzi di informazione, in generale, chiusero un occhio sul ruolo delle chiese come attori principali del dramma nazista, i testimoni di Geova si sentirono obbligati a smascherare il tradimento e l’ipocrisia del clero, denunciando nei dettagli la sua collusione col nazismo. Nelle colonne della precorritrice di questa rivista come pure in altre pubblicazioni, in tutti gli anni ’30 e ’40, essi pubblicarono aspre accuse denunciando le organizzazioni religiose che divennero ancelle del nazismo.
Identificati i veri seguaci di Cristo
I testimoni di Geova sono completamente diversi dalle religioni del mondo. Non essendo parte del mondo, non partecipano alle guerre delle nazioni. Ubbidendo alle istruzioni di Dio ‘hanno fatto delle loro spade vomeri’. (Isaia 2:4) Sì, ubbidendo alle istruzioni di Cristo si amano gli uni gli altri. (Giovanni 13:35) Questo significa che non vanno mai in guerra per farsi intenzionalmente del male gli uni gli altri.
Per quanto riguarda l’identificare i veri adoratori di Dio, la Bibbia dice molto chiaramente: “I figli di Dio e i figli del Diavolo sono manifesti da questo fatto: Chiunque non pratica la giustizia non ha origine da Dio, né ha origine da Dio colui che non ama il suo fratello. Poiché questo è il messaggio che avete udito dal principio, che dobbiamo avere amore gli uni per gli altri; non come Caino, che ebbe origine dal malvagio e scannò il suo fratello”. — 1 Giovanni 3:10-12.
Sì, la storia rivela che i testimoni di Geova hanno dimostrato sempre amore per il prossimo, anche di fronte a forti pressioni. Quando Hitler combatté guerre in tutta Europa i Testimoni rimasero fermi nonostante i brutali tentativi dei nazisti di farli partecipare a quel bagno di sangue. La professoressa Christine King ha riassunto bene l’argomento dicendo: “I testimoni di Geova ebbero il coraggio di parlare. Parlarono chiaro fin dall’inizio. Parlarono con una sola voce. E parlarono con enorme coraggio, il che è una lezione per tutti noi”.
Fino a che questo mondo non sarà al sicuro sotto l’amorevole dominio del governo di Geova e non sarà libero da guerre e malvagità, i testimoni di Geova continueranno a parlare. Fino a quando sarà volontà del Sovrano Signore Geova, questa rivista smaschererà i mali di questo mondo satanico e annuncerà la sola vera speranza per l’umanità, il Regno di Dio. — Matteo 6:9, 10.
[Immagini a pagina 13]
La stampa americana confermò che le chiese appoggiavano il nazismo
The New York Times, 25 settembre 1939, Late City Edition, pagina 6
New York Post, 27 agosto 1940, Blue Final Edition, pagina 15
The New York Times, 7 dicembre 1941, Late City Edition, pagina 33
[Immagine a pagina 15]
A differenza delle chiese, i testimoni di Geova ebbero il coraggio di denunciare il nazismo
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