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Ho contribuito al progresso dell’opera mondiale di istruzione biblicaLa Torre di Guardia 2003 | 1° aprile
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Biografia
Ho contribuito al progresso dell’opera mondiale di istruzione biblica
NARRATO DA ROBERT NISBET
Sobhuza II, re dello Swaziland, ricevette me e mio fratello George nella sua reggia. Era il 1936 ma ricordo ancora chiaramente quella conversazione. Il motivo per cui feci questa lunga conversazione con un re ha a che fare con una grande opera di istruzione biblica in cui sono impegnato da tanto tempo. Ora che ho 95 anni ripenso con piacere al contributo che ho dato a quest’opera che mi ha portato in cinque continenti.
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Ho contribuito al progresso dell’opera mondiale di istruzione biblicaLa Torre di Guardia 2003 | 1° aprile
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Incoraggiato dal fratello Rutherford
Poiché desideravo partecipare maggiormente a quest’opera di istruzione, nel 1931 intrapresi il ministero a tempo pieno come pioniere. Dovevo cominciare subito dopo l’assemblea che si sarebbe tenuta a Londra. Lì durante un intervallo il fratello Joseph Rutherford, che a quell’epoca sovrintendeva all’opera, volle parlarmi. Aveva in mente di mandare un pioniere in Africa. “Saresti disposto ad andarci?” mi chiese. Benché colto alla sprovvista risposi con decisione: “Sì”.
A quei tempi il nostro obiettivo principale era distribuire più letteratura biblica possibile, per cui ci spostavamo di continuo. Fui incoraggiato a rimanere celibe, come lo era la maggioranza dei fratelli che ricoprivano incarichi di sorveglianza a quell’epoca. Il mio territorio cominciava da Città del Capo, nella punta meridionale dell’Africa, e si estendeva lungo la costa orientale del continente, includendo anche le isole al largo della costa nell’Oceano Indiano. Per raggiungere il confine occidentale dovevo attraversare le roventi sabbie del deserto del Kalahari e salire fino alla sorgente del Nilo nel lago Vittoria. Insieme a un compagno dovevo rimanere sei mesi all’anno in uno o più dei paesi africani che si trovavano in questa vasta zona.
Duecento scatole di ricchezze spirituali
Quando arrivai a Città del Capo mi furono mostrate 200 scatole di letteratura biblica destinate all’Africa orientale. Si trattava di pubblicazioni in quattro lingue europee e quattro lingue asiatiche, ma non ce n’era neppure una nelle lingue africane. Chiesi perché tutte quelle pubblicazioni fossero lì ancor prima del mio arrivo e mi fu detto che erano destinate a Frank e Gray Smith, due pionieri che da poco erano andati a predicare nel Kenya. Quasi subito dopo il loro arrivo nel Kenya avevano preso entrambi la malaria e Frank era morto.
Anche se questa notizia mi fece riflettere, non mi persi d’animo. Io e il mio compagno David Norman partimmo da Città del Capo su una nave diretta in Tanzania, il primo paese dove avremmo predicato, distante circa 5.000 chilometri. Un’agenzia di viaggi di Mombasa, in Kenya, si occupò della letteratura e spedì le scatole nelle varie destinazioni da noi indicate. Inizialmente demmo testimonianza nei quartieri commerciali di ciascuna città: negozi e uffici. Tra le pubblicazioni che offrivamo c’era una serie di 9 libri e 11 opuscoli, che per i loro diversi colori finì per essere chiamata Serie Arcobaleno.
Quindi decidemmo di visitare Zanzibar, un’isola situata a circa 30 chilometri dalla costa orientale. Per secoli la città omonima era stata un centro per la tratta degli schiavi, ma era famosa anche per i chiodi di garofano, il cui odore si poteva sentire ovunque. Orientarsi era un’impresa perché la città era stata costruita senza alcun piano regolatore. Le strade facevano così tante giravolte che ci confondevamo ed era facile perdersi. L’albergo era abbastanza confortevole ma aveva le porte coperte di borchie e muri spessi per cui somigliava più a una prigione che a un albergo. Tuttavia lì avemmo buoni risultati e fummo felici di vedere che arabi, indiani e altri accettavano volentieri le nostre pubblicazioni.
Treni, battelli e auto
A quei tempi non era facile viaggiare nell’Africa orientale. Per esempio, durante il viaggio da Mombasa alle alteterre del Kenya il nostro treno fu fermato da un’invasione di locuste. Milioni di questi insetti coprivano il suolo e i binari della ferrovia, rendendoli così scivolosi che le ruote della locomotiva slittavano. L’unica soluzione fu di lavare i binari usando l’acqua bollente della locomotiva. In questo modo avanzammo lentamente finché superammo lo sciame di locuste. E che sollievo quando il treno cominciò a salire e fummo ristorati dal clima fresco delle alteterre!
Mentre le città sulla costa erano facilmente raggiungibili con il treno e il battello, nelle zone rurali si arrivava meglio con l’auto. Fui felice quando mio fratello George si unì a me, poiché allora fummo in grado di comprare un furgone abbastanza grande da poterlo dotare di letti, cucina, zanzariere alle finestre e in cui ricavammo anche spazio per un piccolo deposito. Inoltre facemmo montare gli altoparlanti sul tetto. Così equipaggiati il giorno davamo testimonianza di casa in casa e invitavamo la gente a venire la sera a sentire i discorsi che si tenevano nella piazza del mercato. Un disco diventato famoso era intitolato “L’inferno è caldo?” Con la nostra “casa mobile” facemmo il viaggio dal Sudafrica al Kenya, un tragitto di oltre 3.000 chilometri, e stavolta fu un piacere avere vari opuscoli in diverse lingue africane, che la gente accettava con grande entusiasmo.
Una cosa piacevole era che durante viaggi come questo potevamo vedere molti animali selvatici. Naturalmente, per la nostra incolumità dopo il calar delle tenebre non uscivamo dal furgone, ma vedere una così grande varietà di animali nel loro habitat rafforzò senz’altro la fede in Geova.
Inizia l’opposizione
Con gli animali selvatici eravamo cauti, ma questo non era niente in paragone con ciò che dovemmo fare per affrontare vari funzionari governativi e alcuni capi religiosi adirati che cominciarono a opporsi piuttosto apertamente alla nostra opera di predicazione del Regno. Uno dei principali problemi che incontrammo riguardava un fanatico che si faceva chiamare Mwana Lesa, che significa “Figlio di Dio”, e del suo gruppo noto con il nome di Kitawala, che purtroppo significa “Watchtower” (Torre di Guardia). Qualche tempo prima del nostro arrivo quest’uomo aveva annegato diversi africani, asserendo di battezzarli. Infine fu arrestato e impiccato. In seguito ebbi l’opportunità di parlare con il boia per spiegargli che quest’uomo non aveva nulla a che fare con la nostra Watch Tower Society.
Avemmo dei problemi anche con molti europei che, soprattutto per questioni finanziarie, non erano contenti della nostra opera educativa. Il gestore di un magazzino si lamentò dicendo: “Se i bianchi vogliono rimanere in questo paese, gli africani non devono scoprire come viene sfruttata la loro manodopera a buon mercato”. Per la stessa ragione il direttore di una compagnia per l’estrazione dell’oro mi ordinò senza mezzi termini di uscire dal suo ufficio e poi mi accompagnò adirato fin sulla strada.
Il governo della Rhodesia (l’attuale Zimbabwe) ci ordinò infine di lasciare il paese, influenzato senza dubbio da quegli uomini che ci facevano opposizione per motivi religiosi e commerciali. Ci appellammo contro questa decisione e riuscimmo a ottenere il permesso di restare, a patto che non predicassimo agli africani. La ragione addotta da un funzionario fu che la nostra letteratura biblica “non era adatta alla mente africana”. In altri paesi, comunque, l’opera educativa che compivamo tra gli africani non incontrò opposizione, anzi, fu bene accolta. Uno di questi paesi fu lo Swaziland.
Accoglienza reale nello Swaziland
Lo Swaziland è un piccolo paese indipendente con una superficie di 17.364 chilometri quadrati situato all’interno del territorio del Sudafrica. Fu lì che incontrammo re Sobhuza II, menzionato all’inizio di questo articolo, un uomo dotato di grande eloquenza. Conosceva bene l’inglese che aveva imparato frequentando un’università inglese. Vestito in modo informale, ci fece una calorosa accoglienza.
Nella nostra conversazione parlammo soprattutto del Paradiso terrestre che Dio si propone di portare per le persone giustamente disposte. Pur non essendo molto interessato all’argomento ci fece capire che c’era una questione simile che gli stava a cuore. Il re era impegnato a migliorare le condizioni di vita della gente povera e non istruita. Non approvava le attività di molti missionari della cristianità, che sembravano più interessati ad accrescere il numero dei fedeli che a istruire la gente. Però era a conoscenza dell’attività di alcuni nostri pionieri e ci lodò per l’opera di istruzione biblica che compivamo, specialmente perché veniva fatta senza alcun compenso o altro impegno.
L’opera di istruzione biblica si intensifica
Nel 1943 fu istituita la Scuola di Galaad (Watchtower Bible School of Gilead) per addestrare missionari. Essa incoraggiava a rivisitare gli interessati anziché impegnarsi soprattutto nella distribuzione di letteratura biblica. Nel 1950 io e George fummo invitati a frequentare la 16ª classe di Galaad.
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