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ParaguayAnnuario dei Testimoni di Geova del 1998
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Dopo questa serie di avvenimenti, nel 1978 i figli dei testimoni di Geova che si astenevano dal cantare l’inno nazionale cominciarono a essere espulsi da scuola, senza la possibilità di iscriversi a un’altra scuola.
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ParaguayAnnuario dei Testimoni di Geova del 1998
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Alimentate le fiamme della persecuzione
Alcuni anni dopo l’inizio della proscrizione gli arresti cessarono. Un po’ alla volta i fratelli cominciarono a usare le Sale del Regno e a tenere piccole assemblee. Ma nel 1984 ad un tratto tutto questo ebbe fine quando un giornale locale annunciò che quattro studenti che erano testimoni di Geova erano stati espulsi dall’Istituto Tecnico Professionale di Asunción perché non volevano cantare l’inno nazionale. Ciò diede il via a una campagna ancora più estesa contro i testimoni di Geova. Dopo di che quasi tutti i figli dei testimoni di Geova in età scolare furono espulsi. Molti di questi ragazzi non sarebbero più potuti tornare a scuola.
Dal 2 al 5 maggio di quell’anno il giornale Hoy (Oggi) pubblicò una serie di articoli diffamatori scritti da Antonio Colón, un sacerdote cattolico. Poi quell’anno fu eletto un nuovo ministro della Pubblica Istruzione e dei Culti, ma questi continuò la politica del suo predecessore. In seguito a una sua dichiarazione fortemente nazionalistica, a quasi tutti i figli dei testimoni di Geova fu negata l’iscrizione a scuola per l’anno successivo. A favore di un gruppo di dieci studenti, sei dei quali erano stati espulsi e quattro si erano visti rifiutare l’iscrizione, venne presentato un appello alle autorità giudiziarie per rivendicare il diritto dei testimoni di Geova di far frequentare ai figli la scuola senza che questi dovessero rinunciare alla loro fede o ai dettami della loro coscienza. La sentenza del tribunale fu favorevole ai Testimoni. Ma il Ministero della Pubblica Istruzione e dei Culti ricorse alla Corte Suprema.
Per tutto il 1985 si continuò a fare pubblicità alla questione. Alcuni giornalisti difendevano la posizione dei testimoni di Geova, mentre quelli vicini agli ambienti governativi continuarono ad attaccarli. Il 23 luglio 1985, mentre la controversia era ancora molto accesa, la sede mondiale dei testimoni di Geova inviò una lettera al presidente del Paraguay.
Forte della sentenza favorevole di un tribunale inferiore relativa al caso dei ragazzi in età scolare, la filiale incoraggiò le congregazioni a ricominciare a usare più apertamente le Sale del Regno. Questo avrebbe obbligato le autorità a prendere una posizione più netta, o contro di noi o concedendo maggiore libertà.
Il 21 marzo 1986 il coordinatore del Comitato di Filiale fu convocato al comando di polizia. “State usando di nuovo i vostri luoghi di adunanza e non vi è permesso di farlo”, fu l’avvertimento. Il fratello Gavilán rispose: “Permettetemi di ricordarvi che il decreto che revocava il nostro riconoscimento giuridico è stato impugnato circa la sua costituzionalità. Questo processo al momento è all’esame della Corte Suprema; la Corte non ha ancora preso una decisione. Poiché un’azione di incostituzionalità ha un effetto sospensivo su quel decreto, da un punto di vista giuridico abbiamo diritto di svolgere le nostre attività finché non viene emessa la decisione finale della Corte”. “Io non sono un avvocato”, rispose il poliziotto, “per cui non posso obiettare. In questo caso portatemi un elenco dei vostri luoghi di adunanza e vediamo cosa succede”. Questo pose fine al colloquio. Le informazioni richieste furono presentate insieme alla relativa documentazione legale. Le Sale del Regno non vennero più chiuse.
Tuttavia il 26 febbraio 1987 la Corte Suprema presieduta dal giudice Luis María Argaña emise una sentenza sfavorevole ai testimoni di Geova nel caso dei ragazzi in età scolare. Nei circoli intellettuali questa fu considerata una decisione politica, e non pochi la condannarono. Che effetto ebbe tutto ciò sull’opera dei testimoni di Geova?
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