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  • L’infallibilità e i primi cristiani
    Svegliatevi! 1989 | 8 febbraio
    • Matteo 16:18: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”.

      Luca 22:32: “Ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli”.

      Giovanni 21:15-17: “Pasci i miei agnelli”. “Pasci le mie pecorelle”. “Pasci le mie pecorelle”. — Versione cattolica della CEI.

      I succitati brani, secondo la Chiesa Cattolica, dimostrerebbero: primo, che Pietro era il “Principe degli Apostoli”, cioè che esercitava il primato fra loro; secondo, che era infallibile; e, terzo, che avrebbe avuto dei “successori” con le sue stesse prerogative, il primato e l’infallibilità.

      Al riguardo Giuseppe Alberigo, docente di storia della chiesa, fa tuttavia questi significativi commenti: “Nel NT [Nuovo Testamento] non ricorre mai, come è noto, la parola ‘papa’, né la relativa sostantivazione ‘papato’. L’unica figura dominante è Gesù di Nazaret; tra i discepoli e in modo particolare tra gli apostoli è molto problematico riconoscere, sulla base dei testi, una figura emergente in assoluto. Pietro, Giovanni, Giacomo, Paolo costituiscono altrettante figure molto caratterizzate e significative, diverse tra di loro e complementari. Senza dubbio Pietro è presentato come uno degli interlocutori privilegiati del Cristo, anche se non l’unico, né sempre il più significativo”.

      Cosa credevano i primi cristiani? Il prof. Alberigo osserva: “Nei primi secoli non esiste un’elaborazione dottrinale né pragmatica della figura e delle funzioni del papa. . . . Anche per Cipriano [scrittore del III secolo] l’eventualità di un ‘episcopus episcoporum’ [vescovo dei vescovi] è un’aberrazione, come afferma nel sinodo di Cartagine”.

      Quando si affermò la dottrina del papato? Il prof. Alberigo dice: “Verso la fine del IV sec. la rivendicazione da parte della chiesa romana di una funzione apostolica, cioè di coordinamento, per le chiese dell’occidente si fa più insistente”. Fu “durante l’episcopato di Leone I [V secolo]”, aggiunge Alberigo, che si sviluppò “la tesi del ‘principato’ di Pietro tra gli apostoli, fondandolo su Mt 16,18”. “Non si incontrano nel NT indicazioni di Gesù sui successori di Pietro o degli altri apostoli”.2

  • L’infallibilità e i primi cristiani
    Svegliatevi! 1989 | 8 febbraio
    • Pietro: un papa o uno fra uguali?

      Quale strumento impiegò Gesù per dirigere l’opera dei suoi fedeli seguaci dopo la sua ascensione al cielo? Costituì forse uno di loro come suo “Vicario” con poteri supremi, come il papa? No, non stabilì una sorta di governo monarchico sulla congregazione. Piuttosto affidò la cura del gregge a un corpo o collegio di fedeli servitori. Al suo inizio la congregazione cristiana fu diretta dall’intero corpo dei dodici apostoli a cui si aggiunsero anziani della congregazione di Gerusalemme.

      Furono i dodici apostoli, tutti insieme, a decidere come provvedere alle necessità materiali dei bisognosi. (Atti 6:1-6) Fu ancora il corpo dei dodici a decidere chi mandare ai samaritani che avevano accettato la buona notizia. Fu stabilito di inviare Pietro e Giovanni. In questa circostanza Pietro, anziché essere colui che ha il potere di decidere da solo, appare piuttosto come un semplice ‘inviato’ degli apostoli. — Atti 8:14.

      Infine, durante l’assemblea tenutasi a Gerusalemme verso il 49 E.V., furono “gli apostoli e gli anziani” a decidere in base alle Scritture che non era necessario circoncidere i gentili convertitisi al cristianesimo. (Atti 15:1-29) Dalla narrazione storica risulta chiaro che non fu Pietro ma Giacomo, fratellastro del Signore Gesù, a presiedere quell’assemblea. Infatti fu lui a concludere l’esame dell’argomento dicendo: “La mia decisione è di non turbare quelli delle nazioni che si volgono a Dio”. (Atti 15:19) Avrebbe potuto Giacomo parlare di una ‘propria decisione’ se Pietro, lì presente, avesse detenuto il primato fra gli apostoli?

      L’apostolo Paolo, parlando dei vari ministeri che contribuivano a edificare la congregazione, non menzionò il cosiddetto magistero del papa, ma il servizio collettivo di tutti gli apostoli. — 1 Corinti 12:28; Efesini 4:11, 12.

      Pietro, a motivo del suo zelo e spirito di iniziativa, svolse indubbiamente un ruolo “considerevole”, come scrive Alberigo.2 Gesù gli diede “le chiavi del regno dei cieli”. (Matteo 16:19) Egli impiegò queste simboliche chiavi per aprire a giudei, samaritani e gentili l’opportunità di entrare nel Regno dei cieli. (Atti 2:14-40; 8:14-17; 10:24-48) Gli fu data inoltre la responsabilità di ‘legare’ e ‘sciogliere’, compito affidato anche agli altri apostoli. (Matteo 16:19; 18:18, 19) Doveva pascere la congregazione cristiana, ciò che devono fare tutti i sorveglianti cristiani. — Atti 20:28; 1 Pietro 5:2.

      Comunque, altri apostoli oltre a Pietro furono “preminenti” per le loro qualità cristiane. Paolo parlò di “quelli che sembravano essere colonne” della congregazione, riferendosi a “Giacomo e Cefa [Pietro] e Giovanni”. (Galati 2:2, 9) Giacomo, il fratellastro di Gesù, svolse compiti particolarmente importanti. Presiedé, come si è già detto, l’assemblea di Gerusalemme. Vari episodi confermano il notevole ruolo da lui svolto. — Atti 12:17; 21:18-25; Galati 2:12.

      Dio conferì molti poteri ai fedeli discepoli di Gesù, compreso quello di fare miracoli. Ma non risulta che abbia attribuito loro la prerogativa di fare dichiarazioni infallibili. Pietro, per quanto fedele, commise errori. Fu ripreso da Gesù, e una volta l’apostolo Paolo lo corresse in pubblico. — Matteo 16:21-23; 26:31-34; Galati 2:11-14.

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