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PilatoPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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Giuseppe Flavio cita ancora un altro incidente. Per costruire un acquedotto e portare l’acqua a Gerusalemme da una distanza di circa 40 km, Pilato attinse denaro dal tesoro del tempio. Grandi folle protestarono contro questa azione durante una visita di Pilato a Gerusalemme. Pilato aveva sparpagliato in mezzo alla folla soldati in abiti civili. A un segnale convenuto essi attaccarono, facendo morti e feriti fra gli ebrei. (Antichità giudaiche, XVIII, 60-62 [iii, 2]; Guerra giudaica, II, 175-177 [ix, 4]) L’impresa a quanto pare fu portata a termine. Quest’ultimo incidente è stato spesso identificato con la circostanza in cui Pilato ‘mescolò il sangue dei galilei con i loro sacrifici’, com’è riportato in Luca 13:1. Da questa espressione sembra di capire che quei galilei vennero uccisi proprio nell’area del tempio. Non è possibile stabilire se si tratta dello stesso incidente descritto da Giuseppe Flavio o di un’altra circostanza. Comunque, dato che i galilei erano sudditi di Erode Antipa, tetrarca della Galilea, quell’eccidio può avere almeno in parte contribuito all’inimicizia esistente fra Pilato ed Erode fino all’epoca del processo di Gesù. — Lu 23:6-12.
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PilatoPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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Secondo lo storico ebreo Giuseppe Flavio, i suoi rapporti con i sudditi ebrei erano iniziati male. Pilato aveva mandato di notte a Gerusalemme soldati romani che portavano stendardi con l’effigie dell’imperatore. Questo provocò grande risentimento; una delegazione di ebrei si recò a Cesarea per protestare contro la presenza degli stendardi e chiedere che venissero ritirati. Dopo cinque giorni di discussione, Pilato cercò di spaventare i delegati minacciandoli di morte, ma la loro determinazione lo indusse ad accogliere la loro richiesta. — Antichità giudaiche, XVIII, 55-59 (iii, 1).
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PilatoPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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Giuseppe Flavio riferisce che Pilato fu poi destituito in seguito alle accuse presentate dai samaritani al suo immediato superiore, Lucio Vitellio, legato di Siria. La protesta verteva intorno all’uccisione da parte di Pilato di diversi samaritani, che un impostore aveva indotto a radunarsi presso il monte Gherizim nella speranza di scoprire presunti tesori sacri nascostivi da Mosè. Vitellio mandò Pilato a Roma per presentarsi a Tiberio e mise al suo posto Marcello. Tiberio morì nel 37 E.V. mentre Pilato era in viaggio per Roma. (Antichità giudaiche, XVIII, 85-89 [iv, 1, 2])
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