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    Svegliatevi! 1988 | 8 novembre
    • Roma, 6 giugno 1987. Sulla piazza antistante la Basilica di Santa Maria Maggiore il papa aprì l’“anno mariano” con la recita del rosario. In uno dei più importanti santuari mariani egli ripeté decine di volte l’Ave Maria, la preghiera pronunciata “forse più del Pater noster”, secondo un periodico cattolico.

      Da 16 altri santuari mariani collegati via satellite giunsero le voci di migliaia di ‘fedeli’ che si unirono al papa in preghiera.

  • Perché indire un “anno mariano”?
    Svegliatevi! 1988 | 8 novembre
    • Perché indire un “anno mariano”?

      Dal corrispondente di Svegliatevi! in Italia

      “IL PIANETA stretto a Maria”, “Con Maria verso il Duemila”, “Il mondo prega in diretta”, titolavano i giornali commentando la trasmissione in mondovisione del rosario, una fra le più tradizionali forme di culto cattoliche. Le voci di migliaia di fedeli si erano unite in preghiera a quella del papa. Ma perché tante persone assistevano a quell’evento? Cosa rendeva questo rosario tanto significativo? Perché ‘il mondo stretto attorno a Maria’?

      Con questa spettacolare cerimonia, Giovanni Paolo II affidava l’intera umanità alla “Madonna”, invocandone la protezione. In questo modo egli apriva l’anno mariano, un anno da lui dedicato a Maria.

      Com’era prevedibile l’evento ha suscitato sia consensi che polemiche. I cattolici tradizionalisti lo hanno entusiasticamente definito un “esempio eclatante di come nuove tecnologie possano diventare uno strumento prezioso al servizio di un avvenimento di fede”. Per altri, cattolici e no, si è invece trattato di un inutile spreco di denaro, di uno “show cosmico” di dubbio gusto. Molti sono rimasti perplessi perché per un avvenimento di natura religiosa si è fatto ricorso alla sponsorizzazione di “un team di rampanti imprese pubblicitarie”, per una spesa complessiva di circa tre miliardi di lire. E Giancarlo Zizola, vaticanista del Giorno, ha deplorato il fatto che si sia inscenato “un Barnum televisivo da milioni di dollari, riducendo la Madonna a supporto per l’‘usa e getta’ di lamette, biro e collants, e per un’idolatria religiosa senza più il senso del limite”. — 8 giugno 1987.

      Giovanni Paolo II, “il papa della Madonna”

      Cosa ha spinto il massimo esponente del cattolicesimo a indire un anno mariano? Diverse ragioni, a giudizio degli osservatori vaticani.

      Alcuni sottolineano il “fervore mariano” di Giovanni Paolo II. Tanti cattolici lo considerano “il papa della Madonna”. Non per nulla, nel suo stemma episcopale ha inserito ben visibile una “M”, iniziale di Maria. Come motto personale ha ripreso le parole di Luigi Maria Grignion da Montfort, un mistico cattolico del XVII secolo, consacrando tutto se stesso alla “Madonna” con le parole Totus tuus (Tutto tuo). Durante i suoi viaggi in Messico, Francia, Germania, Polonia, Brasile, Portogallo, Spagna e in altri paesi ha dato prova della sua ardente devozione per Maria visitando i più famosi santuari a lei dedicati. L’aver indetto un anno mariano è perciò, secondo gli osservatori, un’ulteriore dimostrazione della fervida “spiritualità mariana” del papa.

  • Perché indire un “anno mariano”?
    Svegliatevi! 1988 | 8 novembre
    • Nella preghiera composta per l’apertura dell’anno mariano, Giovanni Paolo II affidava a Maria “l’umanità intera con i suoi timori e le sue speranze”. Già in altre due occasioni egli le aveva affidato il mondo, come prima di lui fecero altri papi. Poiché i marianisti più ferventi son convinti che l’“attuale spaventosa crisi di fede” sia dovuta anche alla crisi del culto mariano, essi affermano che se il mondo tornerà a Maria, si risolveranno alcuni dei più grandi problemi dell’umanità. “Riprenderà la vita cristiana in sostituzione dell’attuale materialismo, avverrà la conversione delle nazioni che si professano atee. E l’umanità avrà pace”, scrive il periodico cattolico Ecce Mater Tua (giugno 1987).

      Maria e la speranza di un mondo nuovo

      Il papa spera, infine, che sotto la guida della “Madonna” sarà possibile prepararsi al Duemila, anno a cui il capo del cattolicesimo sta attribuendo grande rilievo. Secondo la Chiesa è indispensabile prepararsi a questa data perché, come dice il periodico cattolico Verona fedele (1º febbraio 1987), “l’umanità si trova, al tramontare di questo secolo, nel momento più tragico, ma anche più promettente, della sua storia. Siamo giunti a un bivio: da una parte la prospettiva quanto mai concreta dell’autodistruzione; dall’altra la speranza di un’era nuova, di un mondo nuovo . . . Facendo nostra una parola biblica, vorremmo dire che siamo ormai ‘agli ultimi tempi’, i tempi cioè che chiudono una tappa della storia umana, una tappa lunga e dolorosa; ma anche i tempi che sembrano aprirne un’altra, più serena e più felice”. È quindi per favorire il ritorno a Dio in un momento ritenuto cruciale che il papa ha affidato il mondo intero a Maria.

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