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Il fattore Rh e voiSvegliatevi! 1994 | 8 dicembre
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Se un individuo Rh-negativo viene a contatto con il sangue di una persona Rh-positiva, può produrre molecole chiamate anticorpi che distruggono il sangue Rh-positivo.
In effetti questa è una normale reazione con cui il sistema immunitario combatte gli invasori estranei. Il problema è che una donna Rh-negativa può avere un bambino che eredita il sangue Rh-positivo dal padre. Se la placenta funziona alla perfezione e il sangue del neonato è tenuto separato da quello della madre, non ci sono problemi. (Confronta Salmo 139:13). Ma visto che il nostro corpo è imperfetto, a volte una piccola quantità del sangue del bambino può attraversare la placenta e venire a contatto con quello della madre. A volte questo accade a motivo di qualche esame medico, come l’amniocentesi (il prelievo di un campione del liquido amniotico che circonda il bambino che si sta sviluppando).
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Il fattore Rh e voiSvegliatevi! 1994 | 8 dicembre
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Esistono esami di laboratorio in grado di determinare se il bambino che ho in grembo è a rischio?
Sì, fino ad un certo punto. Durante la gravidanza si possono misurare i livelli di anticorpi nel sangue della madre per capire se essa sta producendo anticorpi contro il sangue del bambino. Inoltre, l’amniocentesi può aiutare a determinare se è in corso la distruzione dei globuli rossi del bambino e se quest’ultimo è in pericolo. Tuttavia a volte l’amniocentesi dà luogo a complicazioni, per cui bisogna ricorrervi con cautela.
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Il fattore Rh e voiSvegliatevi! 1994 | 8 dicembre
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Secondo i medici, quanto spesso dovrebbero somministrarmi le immunoglobuline anti-Rh?
Gli esperti dicono che vanno somministrate subito dopo qualsiasi evento possa aver fatto entrare del sangue Rh-positivo nel circolo di una donna Rh-negativa. Pertanto attualmente si raccomanda di somministrarle entro 72 ore dal parto se si riscontra che il sangue del bambino è Rh-positivo. La stessa raccomandazione vale in caso di amniocentesi o di aborto spontaneo.
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