Uno sguardo al mondo
“Fonte di grande sofferenza per la Chiesa”
Ricevendo i vescovi del Canada orientale, Giovanni Paolo II si è occupato degli abusi sessuali compiuti dai preti. “Lo scandalo destato da quei membri del clero e da quei religiosi che hanno fallito a tale riguardo è stato fonte di grande sofferenza per la Chiesa in Canada”, ha detto ai presuli canadesi il papa, che ha aggiunto di aver pregato “per coloro che sono stati vittime di una cattiva condotta sessuale e per coloro che se ne sono resi colpevoli”. (L’Osservatore Romano, 8-9 novembre 1993) C’è chi pensa che abolire il celibato obbligatorio dei sacerdoti potrebbe contribuire sia a ridurre gli scandali legati agli abusi sessuali compiuti da religiosi che a risolvere “la scarsità o l’ineguale distribuzione dei sacerdoti”. Ma secondo Giovanni Paolo II “le difficoltà insite oggi nel mantenere il celibato non costituiscono una ragione sufficiente per sconvolgere la convinzione della Chiesa circa il suo valore e la sua validità”.
Perché ci si droga?
“Un buon numero di persone crede che la farmacologia moderna abbia una pillola per qualsiasi problema. Qualcuno non riesce a dormire? Prende una pillola. Vuole migliorare il rendimento sul lavoro? Ne prende un’altra”, spiega Alberto Corazza, capo della polizia di San Paolo, nella rivista brasiliana Veja. “È ovvio che questa cultura influenza i giovani”. E aggiunge: “L’80 per cento dei drogati ha gravi problemi familiari. Viene da una famiglia molto repressiva o molto permissiva oppure è cresciuto senza il padre”. Ma cosa possono fare i genitori per proteggere i giovani dalla droga? Corazza dice: “Potrebbe sembrare poco realistico, ma in un ambiente domestico equilibrato in cui esistono amore per i figli e dialogo è difficile che la droga riesca ad entrare”.
“La nazione più violenta”
“L’America è la nazione più violenta del mondo”, scrive la giornalista Ann Landers. “Nel 1990 sono state assassinate a colpi di pistola 10 persone in Australia, 22 in Gran Bretagna, 68 in Canada e 10.567 negli Stati Uniti”. È anche la nazione con più armi. I suoi cittadini possiedono oltre 200 milioni di armi da fuoco: quasi una per ciascuno dei 255 milioni di abitanti. La violenza non risparmia nemmeno le scuole. Quasi il 20 per cento di tutti gli studenti delle superiori gira con qualche arma. Ogni anno quasi 3 milioni di reati vengono commessi nei campus scolastici o nelle vicinanze. Ogni giorno 40 insegnanti vengono aggrediti, e circa 900 vengono minacciati di violenza fisica. Secondo la National Education Association, 100.000 studenti vanno a scuola ogni giorno armati di pistola, e in media ogni giorno 40 ragazzi rimangono uccisi o feriti da colpi di arma da fuoco. “La nostra tolleranza per la violenza è straordinaria, e le scuole non fanno che riflettere questo dato di fatto”, dice John E. Richters, dell’Istituto Nazionale americano di Igiene Mentale. Un insegnante di inglese che riusciva a convincere solo il 10 per cento dei suoi studenti di 12ª classe a scrivere un tema, è riuscito a coinvolgere tutta la classe quando ha assegnato il tema dal titolo: “La mia arma preferita”.
Un dilemma per la Chiesa
I vescovi del Canada occidentale hanno chiesto al Vaticano di ammorbidire la posizione della Chiesa sul celibato obbligatorio e di permettere a sacerdoti sposati di officiare per le popolazioni indigene dei Territori del Nord-Ovest. Secondo i vescovi la richiesta è giustificata da considerazioni di carattere culturale, unite alla carenza di sacerdoti nelle regioni settentrionali. “Il vescovo Denis Croteau”, dice il Toronto Star, “afferma che tra le popolazioni inuit e dene la famiglia ha un valore tale che un uomo, se non è sposato, non ha allevato una famiglia e non è invecchiato, ‘non è un capo e la gente non gli dà retta’”. Anche se papa Giovanni Paolo II e altri funzionari del Vaticano hanno prestato attenzione all’appello dei vescovi, non ci sono cambiamenti in vista. Il cardinale Jozef Tomko, capo della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, ha espresso il timore che “se si facesse un’eccezione per il Canada questa attirerebbe l’attenzione dei mezzi di comunicazione e darebbe il via ad una valanga di richieste in Africa, in Sudamerica e altrove”, afferma lo Star.
Aumenta la depressione
“Dodici studi indipendenti nel corso dei quali sono state intervistate in totale 43.000 persone in nove paesi hanno confermato i risultati di precedenti ricerche fatte in America, indicando che l’incidenza della depressione grave è cresciuta alquanto costantemente in gran parte del mondo durante il XX secolo”, afferma un periodico medico. (The Harvard Mental Health Letter) Dopo aver diviso i soggetti “in gruppi a seconda del decennio di nascita, da prima del 1905 fino a dopo il 1955”, quasi ogni studio ha rilevato che “le persone nate più di recente erano più soggette a soffrire di gravi forme di depressione nel corso della vita”. Quasi tutti gli studi, inoltre, indicavano un aumento costante della depressione grave nel corso del secolo.
Tutelare la salute dei bambini
“Nei paesi in via di sviluppo più di 230 milioni di bambini in età prescolare, ovvero il 43 per cento, sono debilitati a motivo della malnutrizione dovuta a mancanza di cibo e alle malattie”, afferma un comunicato stampa dell’ONU. Si calcola che nel 1993 4 milioni di bambini siano morti a motivo della malnutrizione, direttamente o perché questa ha aggravato le conseguenze delle malattie infettive. Qual è la soluzione? L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda che “tutti i neonati vengano allattati esclusivamente al seno dalla nascita sino a quando hanno 4-6 mesi. In seguito si dovrebbe continuare ad allattare i bambini integrando la loro dieta con alimenti appropriati e adeguati fino a quando hanno 2 anni e più”. Le madri e gli operatori sanitari sono esortati a non interpretare erroneamente i ritmi di crescita dei neonati allattati al seno come incertezze nella crescita così da introdurre prematuramente altri alimenti. Questo può essere pericoloso per i bambini e può provocare malnutrizione e malattie, specie laddove gli alimenti introdotti sono contaminati e inadeguati sul piano nutrizionale.
Schiavitù oggi
Anche se la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo afferma che “nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù”, centinaia di milioni di persone sono ugualmente ridotte in schiavitù. Anzi, secondo la rivista UN Chronicle, attualmente il numero delle persone che vivono praticamente in condizioni di schiavitù è addirittura superiore al numero degli schiavi tra il XVI e il XVIII secolo, “l’età d’oro della tratta degli schiavi”. Un aspetto allarmante della schiavitù odierna è che molto spesso le vittime sono bambini. Bambini di 7-10 anni sgobbano in fabbrica da 12 a 14 ore al giorno. Altri vivono in schiavitù come domestici, prostitute o soldati. “La manodopera infantile è molto richiesta”, riferisce il Centro delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, “perché è a buon mercato” e perché i bambini “hanno troppa paura per lamentarsi”. La schiavitù, osserva l’ONU, rimane un’odiosa “realtà moderna”.
Una formula per diventare obesi
Il numero di ore che i bambini in età prescolare dedicano ogni giorno a guardare la televisione è legato direttamente all’aumento del grasso corporeo che il bambino avrà in seguito. Ad affermarlo è il dott. Munro Proctor, della facoltà di medicina della Boston University, il quale ha condotto uno studio durato quattro anni su 97 bambini che, all’inizio dello studio, avevano dai tre ai cinque anni. I genitori controllavano ogni giorno le ore che i figli trascorrevano davanti al televisore, mentre ogni anno si misurava loro lo spessore cutaneo in diversi punti del corpo. La rivista canadese The Medical Post riferisce che “ogni bambino sedeva davanti alla televisione in media due ore al giorno. A ogni ora di TV in più al giorno corrispondeva un aumento di 0,8 millimetri nello spessore della cute nella zona dei tricipiti e un aumento di 4,1 millimetri nella somma degli spessori”. Il dott. Proctor giunge alla conclusione che guardare la TV induce a fare meno esercizio fisico, abbassa il metabolismo ed espone i bambini alla pubblicità di cibi ipercalorici che vengono consumati mentre si è inattivi.
L’isola delle vacanze
“La Banca [Mondiale] e il [Fondo Monetario Internazionale] chiedono al governo dello Srī Lanka di ridurre il numero dei giorni festivi in quel paese, che attualmente sono 174 su 365, costituendo probabilmente un record mondiale”, dice The Economist. “Come può un paese progredire quando la sua popolazione è in ferie per quasi metà dell’anno?” L’alto numero di giorni festivi riflette la varietà di razze e religioni che si riscontra nello Srī Lanka. Oltre alle 5 feste nazionali ci sono 20 feste religiose per buddisti, indù, musulmani e cristiani. In più, gli impiegati statali hanno 45 giorni di ferie all’anno, e molte imprese private ne concedono altrettanti ai propri dipendenti. Nondimeno, l’economia dello Srī Lanka continua la sua espansione. “L’agricoltura è il cuore dell’economia e dipende dai due monsoni che soffiano sull’isola nelle stagioni della raccolta”, afferma The Economist. “I monsoni non vanno in ferie”.
Camminare in stato di ebbrezza
“Mai mettersi al volante dopo aver bevuto”, dicono le campagne di informazione, e chi viene sorpreso a guidare in stato di ebbrezza deve pagare forti multe. Mentre si è sempre rivolta l’attenzione agli automobilisti ubriachi, si è parlato poco di chi cammina in stato di ebbrezza. Secondo un ente americano per la sicurezza stradale (National Highway Traffic Safety Administration), nel 1992 negli Stati Uniti 5.546 pedoni sono morti investiti, e oltre un terzo d’essi erano ubriachi. Questi costituiscono il 14 per cento dei decessi in incidenti stradali. Circa il 36 per cento di quelli sopra i 14 anni aveva un livello di alcool nel sangue sufficiente a renderli colpevoli di guida in stato di ebbrezza se fossero stati al volante. Attualmente si sa poco sul modo in cui prevenire questi decessi e sulle categorie più a rischio.