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Condannato due volte a 25 anni di lavori forzatiSvegliatevi! 2005 | 22 dicembre
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Questa volta fui mandato a lavorare nelle miniere di carbone di Vorkuta, il famigerato campo di lavoro forzato all’estremità settentrionale degli Urali, oltre il Circolo Polare Artico.
Scampo alla morte a Vorkuta
Vorkuta era un enorme complesso carcerario costituito da 60 campi di lavoro. Solo nel nostro campo c’erano oltre 6.000 lavoratori. Le temperature sottozero, unite alle condizioni di vita inumane e al lavoro nelle miniere di carbone, mietevano molte vite. Quasi ogni giorno c’erano morti da seppellire. Ero in pessime condizioni di salute, tanto che non riuscivo più a fare un lavoro pesante. Allora me ne diedero uno “più leggero”, caricare con la pala il carbone sui vagoni in sosta.
Le condizioni a Vorkuta erano talmente cattive che i minatori organizzarono uno sciopero, il quale però si trasformò in una vera e propria rivolta. Iniziarono perfino a gestirsi in maniera autonoma e costituirono un corpo di circa 150 uomini per opporre resistenza nel caso fossero intervenuti i soldati. Volevano che io e gli altri Testimoni, una trentina, facessimo parte del loro “esercito”. Ma noi ci rifiutammo.
La rivolta durò due settimane, finché arrivarono le forze armate e fucilarono tutti i ribelli. Ci dissero che i ribelli avevano intenzione di impiccarci proprio lì nell’officina! Tuttavia non erano riusciti a farlo. Tenuto conto degli sforzi sistematici compiuti dai sovietici per infrangere la nostra fede, potete capire perché attribuimmo la nostra sopravvivenza al nostro grande Dio, Geova!
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Condannato due volte a 25 anni di lavori forzatiSvegliatevi! 2005 | 22 dicembre
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[Immagine alle pagine 14 e 15]
I testimoni di Geova del campo di lavoro forzato di Vorkuta
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