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  • g99 8/8 pp. 11-14
  • Da leone ruggente a mite agnello

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  • Da leone ruggente a mite agnello
  • Svegliatevi! 1999
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Cattive compagnie
  • Il ruolo di mio padre nella mia vita
  • Mi rivolgo a Dio
  • Studio la Bibbia in prigione
  • Esco definitivamente dalle tenebre
  • Attendo con ansia il paradiso
  • Fuga verso la verità
    Svegliatevi! 1994
  • Ho trovato la libertà in prigione!
    Svegliatevi! 1987
  • Come si può ottenere la riabilitazione dei detenuti?
    Svegliatevi! 1975
  • “Mi avete fatto cambiare opinione sui testimoni di Geova”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1999
Altro
Svegliatevi! 1999
g99 8/8 pp. 11-14

Da leone ruggente a mite agnello

NARRATO DA ENRIQUE TORRES JR.

SONO nato nel 1941 a Puerto Rico, isola del Mar delle Antille dove si parla spagnolo. I miei genitori, di umili condizioni, erano cattolici, ma né loro né le mie sorelle né mio fratello (che morì da bambino), né io ricevemmo mai un’istruzione religiosa, e raramente andavamo in chiesa.

Nel 1949 la mia famiglia lasciò Puerto Rico per andare a vivere negli Stati Uniti. Ci stabilimmo a New York, nella parte orientale del quartiere di Harlem, conosciuta come El Barrio. Rimanemmo lì fino al 1953. Era dura imparare l’inglese. Questa barriera mi fece provare un senso di inferiorità.

Cattive compagnie

La mia famiglia andò a stare poi nella zona di Brooklyn, a Prospect Heights. Fu in questo periodo che i miei amici mi convinsero a far parte di una banda di teppisti, di cui in seguito divenni il capo. Dopo ciò divenni il capo di un’altra banda, implicata in furti d’auto. Incominciai anche a riscuotere il denaro di scommesse illegali per gli allibratori della zona. Da questo passai a furti con scasso e venni arrestato diverse volte prima ancora di compiere 15 anni. A quel tempo avevo già smesso di andare a scuola.

Quando avevo 16 anni le autorità, poiché accettai il patteggiamento, mi esiliarono a Puerto Rico per cinque anni. Mi spedirono da mio nonno, un poliziotto in pensione conosciuto e rispettato, e dalla sua famiglia. L’anno seguente però mio nonno mi rimandò a Brooklyn perché, ubriaco, mi cacciavo in risse, frequentavo persone poco raccomandabili e facevo furti con scasso.

Il ruolo di mio padre nella mia vita

Quando feci ritorno a New York trovai che mio padre aveva cominciato a studiare la Bibbia con i testimoni di Geova. La mia vita, però, aveva preso tutta un’altra piega. Mi ostinai a condurre una vita corrotta e mi diedi all’alcool e alla droga. Entrai in una banda che faceva furti con scasso e rapine a mano armata, e nel 1960 finii per essere arrestato. Venni giudicato colpevole e condannato a tre anni di prigione.

Nel 1963 mi venne concessa la scarcerazione condizionale. Ben presto, però, fui arrestato di nuovo per furto con scasso e rimasi recluso per due anni nella prigione di Rikers Island, a New York. Venni rilasciato nel 1965. Ma quello stesso anno fui arrestato per assassinio. Che temperamento feroce, da leone, mi ritrovavo!

La corte mi diede 20 anni da scontare a Dannemora, nella parte settentrionale dello stato di New York. Lì venni coinvolto nella sottocultura della prigione.

Comunque, come ho menzionato poc’anzi, mio padre stava studiando le Scritture con i testimoni di Geova. In seguito si battezzò e servì come anziano in una congregazione di Harlem. Quando ero detenuto mi veniva a trovare spesso e mi parlava sempre di Dio, del suo nome e del suo proposito.

Nondimeno, mentre ero in prigione a Dannemora, entrai a far parte di un gruppo di strozzini, che faceva prestiti con tassi di interesse esorbitanti. In quel periodo, nel 1971, scoppiò una rivolta in un altro carcere, il penitenziario Attica, nello stato di New York. La cosa fece notizia su molti giornali e ne parlarono la radio e la televisione di tutto il mondo. Dopo questa rivolta, per evitare che accadesse la stessa cosa a Dannemora, il direttore del carcere ritenne di dover scegliere i detenuti che avrebbero potuto avere una cattiva influenza sugli altri e li mise in isolamento in reparti speciali.

Su 2.200 detenuti, circa 200 di noi furono messi in isolamento. Dopo un’ulteriore selezione alcuni vennero brutalmente picchiati. Inoltre, come parte di quello che era chiamato “trattamento per modificare il comportamento”, venivano messe nel cibo sostanze stupefacenti.

Non era la prima volta che mi trovavo in isolamento perché avevo un comportamento ribelle. Ma questa era la prima volta che ero vittima di una tale crudeltà, e fu una cosa che mi toccò profondamente. Mi legarono mani e piedi e venni picchiato violentemente e ripetutamente dalle guardie. Dovetti inoltre sopportare continui insulti a motivo della mia razza e nazionalità. A causa delle umiliazioni e delle percosse, per tutto il tempo che rimasi in isolamento, circa tre mesi, feci lo sciopero della fame. Come risultato persi circa 22 chili.

Mio padre fece notare più volte alle autorità carcerarie le mie cattive condizioni di salute, ma fu ignorato. Questo mi lasciò senza speranza e decisi di scrivere a uomini politici chiedendo loro di fare qualcosa per tale ingiusto trattamento.

Mio padre informò ripetutamente i giornali delle percosse, delle umiliazioni e del fatto che venivano messi stupefacenti nel cibo dei detenuti reclusi nel reparto speciale. Solo un giornale, l’Amsterdam News, pubblicò un articolo sulle deplorevoli condizioni del carcere. Mio padre si recò anche diverse volte dal Commissario responsabile della rieducazione dei detenuti ad Albany, New York, e gli fu sempre detto che ero in un reparto ordinario. La denuncia che avevo presentato ai politici a proposito delle condizioni della prigione venne ignorata. Mi avvilii più che mai, poiché sembrava che non ci fosse nessun altro a cui rivolgersi per avere aiuto.

Fu allora che mi ricordai alcune cose di cui mi aveva parlato mio padre. Decisi di invocare l’aiuto di Dio.

Mi rivolgo a Dio

Prima di pregare mi ricordai che mio padre mi aveva costantemente incoraggiato a pregare non Gesù ma il padre di Gesù, che si chiama Geova. Mi inginocchiai sul pavimento della cella ed espressi profondo rammarico per le scelte che avevo fatto, che mi avevano portato a passare più di metà della mia vita in prigione. Supplicai con fervore Geova di aiutarmi a venir fuori da quella situazione perché ora mi rendevo conto che solo lui aveva il potere di liberarmi.

Non so per quanto tempo pregai, ma passai in rassegna il mio passato e ripetutamente supplicai Geova di perdonarmi. Promisi che mi sarei impegnato a imparare di più su di lui. Non molto tempo dopo mi tolsero dall’isolamento e mi misero insieme ai detenuti comuni. Questo pose fine al mio sciopero della fame.

Per mantenere la promessa di imparare di più riguardo a Geova, iniziai a leggere la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture. Una cosa che mi attirò di questa traduzione fu il colore verde della copertina. Questo colore mi attraeva perché la prigione, i vestiti, le celle, i muri e i corridoi erano tutti grigi, di un grigio deprimente. In seguito, con mio stupore, il colore di tutte queste cose venne cambiato: fu adottato il verde scuro. Questo colore venne scelto dal Dipartimento responsabile della rieducazione dei detenuti dopo la ribellione nel penitenziario Attica.

Iniziai anche a leggere articoli delle riviste La Torre di Guardia e Svegliatevi!, che mio padre mi faceva recapitare. Leggere le esperienze di molti testimoni di Geova che erano stati in prigione per non aver rinunciato alla loro fede e che avevano patito più di quello che avevo patito io mi toccò profondamente. Si trattava di gente che non aveva commesso nessun crimine, ma che aveva sofferto ingiustamente per rimanere fedele a Dio. Io, invece, avevo sofferto perché me lo meritavo. Leggere queste esperienze mi toccò il cuore e mi incoraggiò a imparare di più riguardo a Geova e al suo popolo.

Finalmente l’anno dopo comparii davanti alla commissione che aveva la facoltà di concedere la scarcerazione condizionale. Il mio caso fu riesaminato, anche la terribile esperienza nel reparto speciale. Fui felice di sapere che sarei stato scarcerato nel 1972.

Due settimane dopo il mio rilascio, andai alla locale Sala del Regno dei testimoni di Geova nella zona spagnola di Harlem. Ma mi sentivo ancora indegno di associarmi col popolo di Geova. E avevo ancora tanto da imparare riguardo a Geova, alla sua organizzazione e al suo popolo! Avevo anche bisogno di tempo per reinserirmi nella società, visto che ero stato in prigione per un periodo molto lungo.

Purtroppo non riuscii ad abbandonare le mie vecchie abitudini. Ancora una volta mi diedi alla droga, alla criminalità e intrapresi un modo di vivere empio. Come risultato fui condannato ad altri 15 anni di prigione. Nonostante ciò penso che Geova deve aver visto qualcosa di buono nel mio cuore, poiché non mi considerò mai irrecuperabile. Posso solo dirvi che sia che ci si trovi in prigione o meno, Geova non abbandona mai e non dà per persi coloro che desiderano sapere di più riguardo a lui.

Studio la Bibbia in prigione

Questa volta, di nuovo nella prigione di Dannemora, mi avvalsi dell’opportunità di studiare settimanalmente la Bibbia con un ministro dei testimoni di Geova. In seguito fui trasferito nella casa di reclusione di Mid-Orange, nella parte settentrionale dello stato di New York. Questo era un bel cambiamento rispetto al carcere di massima sicurezza di Dannemora.

Dopo aver trascorso due anni nel penitenziario Mid-Orange, iniziai a partecipare attivamente allo studio biblico che faceva un detenuto, con l’approvazione delle autorità carcerarie. La madre di questo detenuto, una testimone di Geova, aveva preso accordi perché lui facesse questo studio. Infine, continuando ad acquistare conoscenza, cominciai ad applicare i princìpi biblici e finalmente feci progresso spirituale.

Dopo che per sette volte mi era stata negata la scarcerazione condizionale, l’ottava volta la ottenni, anche se venni rilasciato con riluttanza. In precedenza mi era stata negata perché ero considerato un “criminale incallito”. Fui rilasciato dopo aver scontato 8 dei 15 anni a cui ero stato condannato.

Esco definitivamente dalle tenebre

Dopo essere stato rilasciato mi sviai di nuovo, e in poco tempo caddi nel vizio della droga. Convivevo inoltre con una donna. Questo era iniziato nel 1972. Nel 1983, però, ripresi a studiare la Bibbia con i testimoni di Geova. Questa volta iniziai a frequentare regolarmente le adunanze cristiane. Ma prima di cominciare a studiare e a frequentare le adunanze smisi di drogarmi e di fumare.

Nondimeno, contrariamente alle leggi di Dio sul matrimonio, continuavo a convivere. Questo turbava la mia coscienza, così cercai di convincere la mia ragazza a studiare la Bibbia e a legalizzare la nostra relazione. Lei disse, però, che la Bibbia era un libro di origine umana concepito dagli uomini per assoggettare le donne e che il matrimonio non era necessario.

Capii che non potevo continuare a vivere in modo immorale con una donna che non teneva in considerazione le leggi di Dio sul matrimonio. Così posi fine alla mia relazione e mi trasferii a Brooklyn. Sapevo di non poter parlare ad altri di Dio e dei suoi propositi se non mettevo la mia vita privata in armonia con le sue leggi.

Libero da ogni impedimento antiscritturale e dopo aver studiato la Bibbia per tre anni, con coscienza pura dedicai la mia vita a fare la volontà di Dio e simboleggiai questo battezzandomi a un’assemblea dei testimoni di Geova. Non mi sono mai rammaricato della promessa che avevo fatto di conoscere quel Dio il cui nome mio padre menzionava sempre. E mi impegnerò a fondo per mantenere la promessa che feci a Geova mentre ero nei sotterranei della prigione di Dannemora finché egli non porterà le molte benedizioni che ha promesso nella sua Parola.

Attendo con ansia il paradiso

Non vedo l’ora che arrivi il tempo in cui Geova trasformerà l’intera terra in un bel paradiso. (Salmo 37:11, 29; Luca 23:43) E attendo anche con ansia la realizzazione di un’altra promessa di Dio: la risurrezione dei morti, a cui sarà data l’opportunità di vivere per sempre sulla terra. (Giovanni 5:28, 29; Atti 24:15) Come sarà meraviglioso accogliere dalla tomba i miei cari che sono morti, inclusi mio padre, il mio fratello minore e altri che conoscevo e che sono morti prematuramente! Mi fermo spesso a pensare a questa promessa, e mi riempie di gioia. Un’altra gioia che ora ho è che le mie due sorelle e alcuni dei loro figli hanno dedicato la loro vita a Geova e si sono battezzati.

Ora, mentre dichiaro la mia fede ad altri e racconto loro la mia esperienza di vita, non posso fare a meno di provare soddisfazione nel fare conoscere loro le confortanti parole di Salmo 72:12-14: “Libererà il povero che invoca soccorso, anche l’afflitto e chiunque non ha soccorritore. Proverà commiserazione per il misero e per il povero, e salverà le anime dei poveri. Redimerà la loro anima dall’oppressione e dalla violenza, e il loro sangue sarà prezioso ai suoi occhi”.

La pazienza che Geova ha avuto con me mi ha riscaldato il cuore e mi ha permesso di conoscere e sviluppare le caratteristiche che egli vuole vedere nel suo popolo, non la ferocia del leone ma la mansuetudine e la mitezza dell’agnello. Questo è necessario perché Dio afferma nella sua Parola che “ai mansueti mostrerà favore”. — Proverbi 3:34.

[Testo in evidenza a pagina 12]

“Fui arrestato di nuovo per furto con scasso e rimasi recluso per due anni nella prigione di Rikers Island, a New York. Venni rilasciato nel 1965. Ma quello stesso anno fui arrestato per assassinio. Che temperamento feroce, da leone, mi ritrovavo!”

[Immagine a pagina 13]

Il giorno che mi battezzai

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