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Che cos’è la razza?Svegliatevi! 1993 | 22 agosto
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Che cos’è la razza?
RAZZA! A cosa vi fa pensare questa parola? Per alcuni significa discriminazione e oppressione. Per altri, odio, tumulti e persino omicidio.
Dai tumulti razziali negli Stati Uniti all’apartheid in Sudafrica, dai conflitti etnici nell’Europa orientale alle lotte in paesi come Srī Lanka e Pakistan, le differenze razziali hanno causato indicibili sofferenze e rovina.
Ma come mai è così? Perché, anche in paesi dove le persone sembrano tollerare quasi ogni altra cosa, quello della razza è un tasto così delicato? Perché le differenze razziali innescano tanta agitazione e tante ingiustizie? In poche parole, perché persone di razze diverse non possono andare d’accordo?
Per rispondere a queste domande non basta sapere che cos’è la razza e quali differenze ci sono tra una razza e l’altra. Dobbiamo anche capire quale ruolo ha la storia negli attuali rapporti tra le razze. Prima, però, vediamo cosa può dirci in merito la scienza.
Il problema di classificare gli esseri umani
Le persone che abitano in parti diverse del mondo hanno caratteristiche somatiche diverse: colore della pelle, lineamenti del volto, struttura dei capelli, e così via. Tali differenze somatiche distinguono una razza dall’altra.
Così, si parla comunemente di bianchi e di neri, facendo riferimento al colore della pelle. Ma si parla anche di ispanici, asiatici, scandinavi, ebrei e russi. Queste ultime classificazioni non si rifanno tanto a caratteristiche somatiche quanto a differenze geografiche, nazionali o culturali. Per la maggior parte delle persone, quindi, la razza non è determinata solo da caratteristiche somatiche ma anche da usanze, lingua, cultura, religione e nazionalità.
È interessante però notare che alcuni esperti in materia sono restii a usare la parola “razza”, e nei loro scritti la mettono sempre tra virgolette. Altri la evitano del tutto, e al suo posto usano espressioni come “entità etniche”, “gruppi”, “popolazioni” e “varietà”. Perché? Perché il termine “razza”, nella sua accezione comune, è talmente pieno di connotazioni e di implicazioni che, se usato senza ulteriori chiarimenti, spesso crea confusione.
Per biologi e antropologi una razza è semplicemente “una suddivisione di una specie che eredita caratteristiche fisiche che la distinguono da altre popolazioni della specie”. Ma la domanda è: Quali caratteristiche usare per descrivere gruppi diversi all’interno della specie umana?
Sono stati suggeriti fattori come colore della pelle, colore e struttura dei capelli, forma degli occhi e del naso, dimensioni del cervello e gruppo sanguigno, ma nessuno di questi è risultato del tutto soddisfacente per classificare le varietà del genere umano. Questo perché non esiste in natura nessun gruppo umano in cui tutti i componenti presentino questi caratteri in maniera uniforme.
Prendete il colore della pelle. Quasi tutti credono che l’umanità si possa dividere facilmente in cinque razze in base al colore della pelle: bianchi, neri, bruni, gialli e rossi. La razza bianca, secondo l’opinione generale, è caratterizzata da pelle bianca, capelli chiari e occhi azzurri. In realtà, però, all’interno della cosiddetta razza bianca c’è molta varietà nel colore dei capelli, degli occhi e della pelle. Il libro The Human Species (La specie umana) afferma: “Non solo oggi in Europa non esistono popolazioni composte da persone quasi tutte di un unico tipo; tali popolazioni non sono mai esistite”.
No, classificare la specie umana non è affatto facile, come osserva il libro The Kinds of Mankind (Le varietà umane): “Sembra che questo sia tutto ciò che possiamo dire: anche se non tutti gli esseri umani si assomigliano tra di loro, e anche se vediamo chiaramente che le persone differiscono in molti modi, gli scienziati non sono ancora concordi nel dire con esattezza quante varietà umane esistono. Non hanno nemmeno stabilito quali criteri si possano usare per assegnare le persone all’una o all’altra razza. Alcuni studiosi vorrebbero arrendersi e dire che il problema è troppo arduo, che non esiste soluzione!”
Tutto questo può sembrare sconcertante. Visto che a quanto pare gli scienziati non hanno problemi nel classificare animali e piante in generi, specie e sottospecie, perché trovano così difficile dividere l’umanità in razze?
“Il mito umano più pericoloso”
Secondo l’antropologo Ashley Montagu, molti credono che “caratteristiche mentali e somatiche siano legate fra loro, che le differenze somatiche corrispondano a differenze piuttosto marcate nelle capacità intellettive, e che queste differenze siano misurabili con test di QI e in base alle conquiste culturali di queste popolazioni”.
Molti perciò credono che, poiché le razze hanno caratteristiche somatiche differenti, alcune di esse siano superiori ad altre sotto il profilo intellettuale. Montagu, però, definisce questa idea “il mito umano più pericoloso”. Altri esperti sono d’accordo.
Morton Klass e Hal Hellman spiegano nel loro libro The Kinds of Mankind (Le varietà umane): “I singoli individui sono diversi; in tutte le popolazioni ci sono geni e imbecilli. Ma, dopo tutte le ricerche, studiosi degni di fiducia non hanno trovato prove accettabili di caratteristiche genetiche che facciano differire popolazioni in quanto a intelligenza o capacità”.
E allora perché tanti continuano a credere che differenze fisiche esteriori significhino che le razze sono fondamentalmente diverse? Com’è che si è data tanta importanza alla razza? Lo analizzeremo nel prossimo articolo.
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Perché si dà tanta importanza alla razza?Svegliatevi! 1993 | 22 agosto
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Perché si dà tanta importanza alla razza?
SIN dall’inizio della storia scritta il pensiero umano è stato dominato dall’idea di “loro” e “noi”. Molti si sono convinti di essere le uniche persone normali che fanno tutto nel modo giusto. Questo è ciò che gli scienziati chiamano etnocentrismo, l’idea che il proprio popolo e il proprio modo di fare siano i soli che contano.
Gli antichi greci, ad esempio, disprezzavano i “barbari”, termine che applicavano a chiunque non fosse greco. La parola “barbaro” nacque dal modo in cui le lingue straniere suonavano agli orecchi dei greci: una sequela incomprensibile di “bar-bar”. Anche gli egizi prima di loro e i romani in seguito si sentivano superiori a tutti gli altri popoli.
Per secoli i cinesi chiamarono il loro paese Zhong Guo, o Regno di Mezzo, perché erano convinti che la Cina fosse al centro del mondo se non dell’universo. In seguito, quando arrivarono in Cina missionari europei con capelli rossi, occhi verdi e carnagione rosea, i cinesi li bollarono come “diavoli stranieri”. Allo stesso modo, la prima volta che gli orientali misero piede in Europa e nel Nordamerica, per i loro occhi a mandorla e le loro usanze considerate strane divennero facile bersaglio di scherni e sospetti.
C’è però un fattore importante di cui tenere conto, come dice il libro The Kinds of Mankind (Le varietà umane): “Credere nella propria superiorità [razziale] è una cosa; cercare di dimostrarla, usando le scoperte della scienza, è tutt’altra cosa”. Gli sforzi tesi a dimostrare la superiorità di una razza su un’altra sono relativamente recenti. L’antropologo Ashley Montagu ha scritto che “l’idea che esistano razze umane naturali o biologiche che differiscono tra loro mentalmente oltre che fisicamente è un concetto che è stato sviluppato solo alla fine del diciottesimo secolo”.
Perché la questione della superiorità razziale divenne così importante durante il XVIII e il XIX secolo?
La tratta degli schiavi e la questione razziale
Uno dei motivi principali è che in quel periodo la lucrosa tratta degli schiavi aveva raggiunto il suo massimo sviluppo, e centinaia di migliaia di africani venivano catturati con la forza e costretti a diventare schiavi in Europa e nelle Americhe. Spesso le famiglie venivano divise: uomini, donne e bambini venivano inviati in diverse parti del mondo, per non rivedersi mai più. Come potevano i mercanti e i proprietari di schiavi, che si professavano quasi tutti cristiani, giustificare questi atti disumani?
Diffondendo l’idea che i neri dell’Africa fossero inferiori per natura. “Sono propenso a credere che tutti i negri, e in generale tutte le altre specie umane, siano per natura inferiori ai bianchi”, scrisse David Hume, filosofo scozzese del XVIII secolo. Infatti Hume asseriva che non si poteva trovare “nessun manufatto ingegnoso tra [i negri], nessuna arte, nessuna scienza”.
Queste affermazioni, però, erano sbagliate. La World Book Encyclopedia (1973) faceva notare: “Secoli fa esistevano regni negri altamente progrediti in varie parti dell’Africa. . . . Tra il 1200 e il 1600 a Tombouctou, nell’Africa occidentale, fiorì un’università negro-araba la cui fama si sparse in tutta la Spagna, l’Africa settentrionale e il Medio Oriente”. Nondimeno, i trafficanti di schiavi fecero presto ad adottare il punto di vista di filosofi come Hume secondo cui la razza nera era inferiore a quella bianca, o addirittura subumana.
La religione e la questione razziale
I trafficanti di schiavi trassero considerevole sostegno per le loro idee razziste dai capi religiosi. Già negli anni 1450-1460 gli editti dei papi di Roma approvarono che “pagani” e “infedeli” venissero sottomessi e ridotti in schiavitù affinché le loro “anime” si potessero salvare per il “Regno di Dio”. Forti della benedizione ecclesiastica, i primi esploratori e mercanti di schiavi europei non ebbero scrupoli di coscienza per il modo brutale in cui trattarono le popolazioni indigene.
“Nel decennio successivo al 1760, e per molti decenni ancora, la schiavitù dei neri ebbe l’approvazione di ecclesiastici e teologi cattolici, anglicani, luterani, presbiteriani e riformati”, afferma il libro Slavery and Human Progress (Schiavitù e progresso umano). “Nessuna chiesa o setta moderna aveva cercato di scoraggiare tra i propri aderenti il possesso e nemmeno il traffico di schiavi neri”.
Alcune chiese, sebbene parlassero di fratellanza cristiana universale, promuovevano anche insegnamenti che accrescevano la controversia razziale. Ad esempio, l’Encyclopaedia Judaica afferma che “fu solo dopo lunghe lotte e discussioni teologiche che gli spagnoli riconobbero che gli appartenenti alle razze indigene che avevano trovato in America erano uomini dotati di anima”.
L’idea era che, finché si “salvavano” le “anime” di questi indigeni convertendole al cristianesimo, non importava come questi venivano trattati fisicamente. E in quanto ai neri, molti capi religiosi sostenevano che erano comunque maledetti da Dio. Nel tentativo di dimostrarlo, si torcevano le Scritture. Gli ecclesiastici Robert Jamieson, A. R. Fausset e David Brown, nel loro commentario biblico, asseriscono: “Maledetto sia Canaan [Genesi 9:25] — questa maledizione si è adempiuta nella distruzione dei cananei — nell’umiliazione dell’Egitto e nella schiavitù degli africani, discendenti di Cam”. — Commentary, Critical and Explanatory, on the Whole Bible.
La Bibbia non insegna da nessuna parte che il capostipite della razza nera fosse maledetto. In realtà la razza nera discese da Cus, non da Canaan. Nel XVIII secolo John Woolman affermò che usare questa maledizione biblica per giustificare il fatto che i neri venissero ridotti in schiavitù e privati dei loro diritti naturali “è una congettura troppo grossolana per essere accettata dalla mente di qualsiasi persona che desideri sinceramente farsi guidare da saldi princìpi”.
La pseudoscienza e la questione razziale
Anche la pseudoscienza ha aggiunto la sua voce per cercare di sostenere la teoria secondo cui i neri sarebbero una razza inferiore. Il libro Essai sur l’inégalité des races humaines (Saggio sull’ineguaglianza delle razze umane), dello scrittore francese del XIX secolo Joseph de Gobineau, pose le basi per molte altre opere del genere. In esso, Gobineau divideva l’umanità in tre razze distinte in ordine decrescente di eccellenza: bianchi, gialli e neri. Sosteneva che le caratteristiche fondamentali di ogni razza erano nel sangue e che perciò ogni mescolanza attraverso matrimoni misti avrebbe portato al degrado e alla perdita delle qualità superiori.
Secondo Gobineau un tempo esisteva una razza pura di persone dalla pelle bianca, alte, bionde e con gli occhi azzurri che egli chiamò ariani. Furono gli ariani, diceva Gobineau, a introdurre la civiltà e il sanscrito in India, e furono gli ariani a fondare le civiltà dell’antica Grecia e di Roma. Ma attraverso i matrimoni misti con le popolazioni locali inferiori, queste civiltà un tempo gloriose andarono in rovina, insieme al genio e alle eccellenti qualità della razza ariana. Il popolo più vicino alla pura razza ariana che ancora esisteva, affermava Gobineau, si trovava nell’Europa settentrionale, cioè tra le popolazioni nordiche e, per estensione, germaniche.
Le idee fondamentali di Gobineau — la divisione in tre razze, la discendenza nel sangue, la razza ariana — non avevano nessun fondamento scientifico, e sono completamente sconfessate dall’odierna comunità scientifica. Nondimeno, furono accolte prontamente. Tra coloro che le accolsero c’era un inglese, Houston Stewart Chamberlain, il quale era talmente affascinato dalle idee di Gobineau che si trasferì in Germania e sostenne l’idea che solo attraverso i tedeschi si poteva sperare di preservare la purezza della razza ariana. Va da sé che gli scritti di Chamberlain divennero molto popolari in Germania, e il risultato fu tragico.
Il tragico risultato del razzismo
Nel suo libro Mein Kampf (La mia guerra), Adolf Hitler asseriva che la razza tedesca era la superrazza ariana destinata a governare il mondo. Hitler riteneva che gli ebrei, i quali a detta sua sabotavano l’economia tedesca, fossero un ostacolo a questo glorioso destino. Si arrivò così allo sterminio degli ebrei e di altre minoranze in Europa, senza dubbio uno dei capitoli più oscuri della storia umana. Questo fu il disastroso risultato delle idee razziste, comprese quelle di Gobineau e di Chamberlain.
Ma questa tragedia non si limitò all’Europa. Dall’altra parte dell’Atlantico, nel cosiddetto Nuovo Mondo, idee infondate dello stesso tipo provocarono indicibili sofferenze a generazioni di innocenti. Anche se dopo la Guerra Civile negli Stati Uniti gli schiavi africani vennero finalmente liberati, in molti stati furono emanate leggi che negavano ai neri molti privilegi di cui godevano gli altri cittadini. Perché? I cittadini bianchi ritenevano che la razza nera non possedesse la capacità intellettiva necessaria per partecipare ai doveri civili e al governo.
Quanto fossero radicati tali pregiudizi razziali lo dimostra un caso relativo ad una legge che vietava matrimoni misti tra bianchi e neri. Nel condannare una coppia che aveva infranto questa legge, un giudice disse: “L’Iddio Onnipotente creò le razze bianca, nera, gialla, malese e rossa, e le pose in continenti separati, e se non si interferisse con la Sua disposizione, questi matrimoni non esisterebbero”.
Il giudice non disse questo nel XIX secolo, e in qualche zona arretrata, ma nel 1958, e a neanche 100 chilometri di distanza dalla sede del Congresso degli Stati Uniti, a Washington! Fu solo nel 1967 che la Corte Suprema degli Stati Uniti abrogò tutte le leggi che vietavano i matrimoni tra persone di razza diversa.
Tali leggi discriminatorie — come pure la segregazione nelle scuole, nelle chiese e in altri luoghi pubblici e la discriminazione nel campo del lavoro e degli alloggi — portarono a disordini civili, proteste ed episodi di violenza che sono diventati realtà quotidiane negli Stati Uniti e in molti altri luoghi. A parte i morti e i danni materiali che ci sono stati, il dolore, l’odio, le umiliazioni e le sofferenze che ne sono derivati non possono che essere considerati la vergogna e il disonore di una società cosiddetta civile.
Il razzismo è così diventato una delle forze più divisive che piagano la società umana. Senz’altro è bene che tutti noi scrutiamo il nostro cuore e ci chiediamo: Rigetto ogni dottrina che insegna la superiorità di una razza su un’altra? Ho cercato di liberarmi di ogni possibile sentimento residuo di superiorità razziale?
È anche appropriato che ci chiediamo: C’è speranza che i pregiudizi e le tensioni razziali, oggi così prevalenti, si possano eliminare completamente? È possibile che persone diverse per nazionalità, lingua e abitudini vivano insieme in pace?
[Immagine a pagina 7]
Molti bianchi consideravano i neri esseri subumani
[Fonte]
Riprodotto da DESPOTISM—A Pictorial History of Tyranny
[Immagine a pagina 8]
I campi di sterminio nazisti furono un risultato disastroso delle idee razziste
[Fonte]
U.S. National Archives photo
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Quando tutte le razze vivranno insieme in paceSvegliatevi! 1993 | 22 agosto
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Quando tutte le razze vivranno insieme in pace
DIO “ha fatto da un solo uomo ogni nazione degli uomini, perché dimorino sull’intera superficie della terra”. (Atti 17:26) Questo è il semplice insegnamento della Bibbia sull’origine della famiglia umana.
Perciò tutti gli uomini, indipendentemente da dove vivono e da quali caratteristiche fisiche hanno, discendono da un unico ceppo comune. Ne consegue anche che, nonostante tutte le differenze visibili, “ogni nazione degli uomini” possiede le stesse capacità e le stesse facoltà intellettive. Sì, agli occhi di Dio gli uomini di ogni razza e nazionalità sono uguali. — Atti 10:34, 35.
Se il punto di vista biblico è corretto, c’è speranza che tutti i pregiudizi e le ingiustizie legati alle differenze di razza si possano eliminare. Inoltre, se la Bibbia è accurata sull’origine della famiglia umana, logicamente è anche in grado di darci informazioni che rivelano in che modo la razza umana può vivere insieme in pace.
Ebbene, cosa dimostrano i fatti? Il racconto biblico sull’origine dell’uomo è sostenuto dalla scienza?
Prove scientifiche
Il libro The Races of Mankind (Le razze umane), degli antropologi R. Benedict e G. Weltfish, osserva: “Il racconto biblico di Adamo ed Eva, padre e madre dell’intera razza umana, disse secoli fa la stessa verità che la scienza oggi ha mostrato: che tutti i popoli della terra sono una singola famiglia e hanno un’origine comune”. Questi scrittori fanno notare inoltre che “l’intricata costituzione del corpo umano . . . non potrebbe assolutamente essere la stessa in tutti gli uomini per ‘pura coincidenza’ se questi non avessero un’origine comune”.
L’opuscolo Race and Biology (Razza e biologia), di L. C. Dunn, professore di zoologia alla Columbia University, afferma: “Tutti gli uomini appartengono chiaramente a un’unica specie, essendo simili in tutte le caratteristiche fisiche fondamentali. I membri di ogni gruppo si possono sposare tra loro, e in effetti lo fanno”. Poi continua spiegando: “Eppure ogni essere umano è unico e differisce in aspetti secondari da qualunque altro. Questo è dovuto in parte ai diversi ambienti in cui le persone vivono e in parte a differenze nel patrimonio genetico”.
Le prove scientifiche sono schiaccianti. Dal punto di vista biologico non esistono affatto razze superiori e razze inferiori, razze pure e razze contaminate. Caratteristiche come il colore della pelle, dei capelli o degli occhi — che alcuni possono considerare importanti ai fini della razza — non dicono nulla sull’intelligenza e sulle capacità della persona. Sono invece il risultato dell’eredità genetica.
In effetti le differenze razziali sono minime, come scrive Hampton L. Carson nel libro Heredity and Human Life: “Il paradosso che ci si presenta è che ciascun gruppo di uomini appare esteriormente diverso, e tuttavia sotto queste differenze c’è una similarità fondamentale”.
Se tutti gli esseri umani formano quindi un’unica famiglia, perché allora esistono gravi problemi razziali?
Perché esiste il problema
Il motivo fondamentale per cui esiste il razzismo è il cattivo inizio che i primogenitori umani diedero alla loro progenie. Adamo ed Eva si ribellarono deliberatamente contro Dio e in questo modo divennero imperfetti, mancanti. Come risultato, l’imperfezione di Adamo — questa tendenza al male — fu trasmessa ai suoi discendenti. (Romani 5:12) Così fin dalla nascita tutti gli uomini sono inclini all’egoismo e all’orgoglio, il che ha portato a lotte e attriti razziali.
C’è un altro motivo per cui esiste il razzismo. Quando Adamo ed Eva si ribellarono alla sovranità di Dio, vennero a trovarsi sotto il dominio di una creatura spirituale malvagia che la Bibbia chiama Satana, o il Diavolo. Sotto l’influenza di questo essere, che “svia l’intera terra abitata”, spesso sono stati fatti sforzi deliberati per ingannare la gente sulla questione della razza. (Rivelazione 12:9; 2 Corinti 4:4) L’etnocentrismo — l’idea che il proprio gruppo sia superiore — è stato alimentato fino a diventare una fiamma consumante e, consapevolmente o no, milioni di persone ne sono state fortemente influenzate, con tragiche conseguenze.
Detto schiettamente, uomini egoisti e imperfetti sotto il controllo di Satana hanno diffuso tutti i falsi insegnamenti riguardo alla razza che sono stati la causa dei problemi razziali.
Pertanto, affinché la razza umana divenga unita, tutti devono credere che siamo veramente un’unica famiglia umana e che Dio ha fatto davvero “da un solo uomo ogni nazione degli uomini, perché dimorino sull’intera superficie della terra”. (Atti 17:26) Inoltre, perché tutte le razze vivano insieme in pace bisogna eliminare l’influenza di Satana sull’umanità. Avverrà mai questo? C’è qualche motivo per crederlo?
Vinti i pregiudizi razziali
Gesù Cristo indicò in che modo si potevano eliminare i pregiudizi razziali quando comandò ai suoi seguaci di ‘amarsi gli uni gli altri’ come lui aveva amato loro. (Giovanni 13:34, 35) Questo amore non doveva essere limitato agli appartenenti a una particolare razza o a un gruppo di razze. Tutt’altro! “Abbiate amore per l’intera associazione dei fratelli”, fu l’incoraggiamento che diede uno dei suoi discepoli. — 1 Pietro 2:17.
Come si manifesta questo amore cristiano? La Bibbia lo spiega dando la seguente esortazione: “Nel mostrare onore gli uni agli altri prevenitevi”. (Romani 12:10) Pensate a cosa avviene quando si mettono in pratica queste parole! Ciascuno tratta gli altri con vera dignità e rispetto, di qualunque razza o nazionalità siano, non guardandoli dall’alto in basso, ma anzi ‘considerandoli superiori’. (Filippesi 2:3) Quando esiste un simile spirito di sincero amore cristiano, il problema del pregiudizio razziale è risolto.
È vero che coloro ai quali sono stati inculcati pregiudizi razziali devono fare enormi sforzi per liberarsi da tali idee sataniche. Ma è possibile farlo! Nel I secolo tutti quelli che venivano accolti nella congregazione cristiana godevano di un’unità senza pari! L’apostolo Paolo la descrisse in questo modo: “Non c’è né giudeo né greco, non c’è né schiavo né libero, non c’è né maschio né femmina; poiché siete tutti una persona unitamente a Cristo Gesù”. (Galati 3:28) Sì, i veri seguaci di Cristo formavano una vera fratellanza.
Alcuni, però, potrebbero obiettare: ‘Oggi questo non può succedere’. E invece è già successo fra i testimoni di Geova, un’organizzazione composta da oltre quattro milioni e mezzo di persone! Certo, non tutti i Testimoni si sono liberati alla perfezione dai pregiudizi appresi da questo empio sistema. Realisticamente, una Testimone americana nera ha osservato a proposito dei suoi compagni di fede bianchi: “A volte scopro ancora in alcuni di loro qualche atteggiamento di superiorità razziale, e talvolta noto che certuni si trovano un po’ a disagio quando sono a stretto contatto con persone di un’altra razza”.
Tuttavia questa persona ha ammesso: “I testimoni di Geova hanno eliminato il pregiudizio razziale a un punto tale che nessun altro popolo della terra è riuscito a eguagliare. Si sforzano veramente di amarsi gli uni gli altri indipendentemente dalla razza . . . A volte mi sono talmente commossa che non ho potuto trattenere le lacrime vedendo il sincero amore dei Testimoni bianchi”.
L’unità razziale di cui godono alcuni — anche se sono milioni — fa davvero tanta differenza quando milioni di altri sono influenzati da idee sataniche di superiorità razziale? No, siamo d’accordo che questo non risolve i problemi razziali. La soluzione di questi problemi va al di là delle capacità umane. Solo il nostro Creatore, Geova Dio, può risolverli.
Possiamo essere felici che molto presto Geova, mediante il suo Regno retto da suo Figlio Gesù Cristo, libererà la terra da tutte le ingiustizie e da tutti coloro che promuovono egoisticamente le discriminazioni e gli odii, razziali e di altro genere. (Daniele 2:44; Matteo 6:9, 10) Poi, con un perfetto programma di istruzione sotto l’amministrazione di Cristo, tutte le razze godranno di vera unità. Man mano che tale istruzione aumenterà, vivranno in perfetta armonia senza alcuna traccia di discriminazione razziale. Si adempirà finalmente la promessa di Dio: “Le cose precedenti sono passate. . . . Ecco, faccio ogni cosa nuova”. — Rivelazione 21:4, 5.
Anelate al tempo in cui ci sarà vera fratellanza tra gli uomini e tutte le razze vivranno insieme in pace? In tal caso, vi invitiamo a frequentare una Sala del Regno a voi vicina, dove i testimoni di Geova si radunano regolarmente per studiare la Bibbia. Guardate da voi stessi se non danno prova di vero amore cristiano, verso persone di ogni razza.
[Immagine a pagina 10]
Ben presto tutte le razze vivranno ovunque insieme in pace
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