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    La Torre di Guardia 2003 | 1° febbraio
    • Chi non ha fatto l’orribile esperienza d’essere brutalmente assalito da uno stupratore non riuscirà mai a capire quanto possa sconvolgere la vita. È un’esperienza così terrificante che la vittima può rimanere traumatizzata per il resto della vita.a Una giovane cristiana che alcuni anni fa fu aggredita da uno stupratore dice: “Non ci sono parole per descrivere il terrore che provai quella notte e il trauma che ho dovuto superare”. Comprensibilmente molti preferiscono non pensare neppure a questo inquietante argomento. Tuttavia in questo mondo malvagio la minaccia dello stupro è una realtà.

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    La Torre di Guardia 2003 | 1° febbraio
    • Anche nel triste caso che una donna sia sopraffatta e violentata, la sua lotta e le sue grida per ricevere aiuto non sono vane. Al contrario, dimostrano che ha fatto tutto il possibile per resistere all’aggressore. (Deuteronomio 22:26) Pur avendo subìto una così dura prova, può continuare ad avere la coscienza pulita, il rispetto di sé e la certezza che agli occhi di Dio è pura. L’orribile esperienza può averle causato traumi emotivi, ma sapere che ha fatto tutto il possibile per resistere all’aggressore favorirà la sua graduale guarigione.

      Per capire l’applicazione di Deuteronomio 22:23-27 dobbiamo tenere presente che questo breve brano non prende in esame tutte le possibili situazioni. Per esempio non parla del caso in cui la donna aggredita non può gridare perché è muta, priva di sensi o paralizzata dalla paura o perché l’uomo glielo impedisce mettendole una mano o del nastro adesivo sulla bocca. Tuttavia, dato che Geova è in grado di soppesare tutti i fattori, inclusi i motivi, in simili casi egli agisce con comprensione e giustizia, poiché “tutte le sue vie sono giustizia”. (Deuteronomio 32:4) Egli sa cos’è effettivamente accaduto e quali sforzi ha compiuto la vittima per resistere all’aggressore. Perciò la vittima che non ha potuto gridare, ma che ha fatto tutto ciò che era possibile in quelle circostanze, può lasciare la cosa nelle mani di Geova. — Salmo 55:22; 1 Pietro 5:7.

      Nonostante ciò alcune cristiane che sono state assalite e violentate sono continuamente tormentate da sensi di colpa. Ripensandoci ritengono che avrebbero dovuto fare di più per impedire che accadesse. Tuttavia, invece di incolpare se stesse, possono pregare Geova, chiedergli aiuto e confidare nella sua abbondante amorevole benignità. — Esodo 34:6; Salmo 86:5.

      Quindi le donne cristiane che al presente soffrono a causa dei traumi emotivi causati dall’incontro con uno stupratore possono avere fiducia che Geova capisce perfettamente i penosi sentimenti con cui devono lottare. La Parola di Dio assicura loro: “Geova è vicino a quelli che hanno il cuore rotto; e salva quelli che sono di spirito affranto”. (Salmo 34:18) Possono essere ulteriormente aiutate a far fronte al trauma accettando la sincera comprensione e l’amorevole appoggio dei compagni di fede della congregazione cristiana. (Giobbe 29:12; 1 Tessalonicesi 5:14) Inoltre, sforzandosi di concentrarsi su pensieri positivi, le vittime saranno aiutate ad avere “la pace di Dio che sorpassa ogni pensiero”. — Filippesi 4:6-9.

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