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EsodoPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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Mar Rosso, non ‘mare di canne’. Quest’ultima ipotesi si basa sul ragionamento che l’ebraico yam-sùf (tradotto “Mar Rosso”) significa letteralmente “mare di canne (giunchi)”, per cui gli israeliti non avrebbero attraversato il braccio del Mar Rosso corrispondente all’attuale golfo di Suez, ma un mare di canne, una zona acquitrinosa come la regione dei Laghi Amari. Questo però non concorda con il pensiero degli antichi traduttori della Settanta greca, che tradussero yam-sùf con l’espressione greca erythrà thàlassa, alla lettera “Mar Rosso”. Cosa assai più importante, sia Luca, lo scrittore di Atti (nel citare Stefano), sia l’apostolo Paolo usarono questo stesso nome greco nel descrivere gli avvenimenti dell’Esodo. — At 7:36; Eb 11:29; vedi MAR ROSSO.
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EsodoPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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È ovvio che una travolgente inondazione del genere sarebbe stata impossibile in una palude. Inoltre in un acquitrino poco profondo i cadaveri non sarebbero stati trascinati dalle onde sulla spiaggia, come in effetti avvenne, tanto che “Israele vide gli egiziani morti sulla spiaggia del mare”. — Eso 14:22-31; CARTINA e ILLUSTRAZIONE, vol. 1, p. 537.
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