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  • I catari: Martiri cristiani?

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  • I catari: Martiri cristiani?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1995
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Dissenso religioso nell’Europa medievale
  • Predicatori itineranti
  • Chi erano i catari?
  • Atteggiamento nei confronti della Bibbia
  • Non erano cristiani
  • Un’empia crociata
  • L’Inquisizione dà il colpo di grazia
  • I valdesi: dall’eresia al protestantesimo
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2002
  • I valdesi: eretici o ricercatori di verità?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1982
  • La spaventosa Inquisizione
    Svegliatevi! 1986
  • Erano cristiani i metodi di conversione usati dalla cristianità?
    Svegliatevi! 1982
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1995
w95 1/9 pp. 27-30

I catari: Martiri cristiani?

“UCCIDETELI tutti. Dio riconoscerà i suoi”. In quel giorno d’estate del 1209, la popolazione di Béziers, nella Francia meridionale, fu massacrata. Il monaco Arnaldo Amalrico, legato pontificio a capo dei crociati cattolici, non mostrò alcuna misericordia. Quando i suoi uomini gli chiesero come distinguere i cattolici dagli eretici, si dice che abbia dato la risposta scellerata citata sopra. Gli storici cattolici cercano di attenuarne la gravità asserendo che abbia risposto: “Non preoccupatevi. Credo che ben pochi si convertiranno”. Quale che fosse esattamente la sua risposta, il risultato fu il massacro di almeno 20.000 uomini, donne e bambini per mano di circa 300.000 crociati, guidati da prelati della Chiesa Cattolica.

Quali furono le cause di questo massacro? Era solo l’inizio della crociata contro gli albigesi promossa da papa Innocenzo III contro cosiddetti eretici della Linguadoca, una regione della Francia centro-meridionale. Prima che finisse, una ventina di anni dopo, forse un milione di persone — catari, valdesi e anche molti cattolici — avevano perso la vita.

Dissenso religioso nell’Europa medievale

La rapida espansione del commercio nell’XI secolo determinò grandi cambiamenti nelle strutture sociali ed economiche dell’Europa medievale. Sorsero delle cittadine per ospitare il crescente numero di artigiani e mercanti. Questo creò l’ambiente adatto per la diffusione di nuove idee. Nella Linguadoca, dove più che in qualsiasi altra località d’Europa si era creata una società molto tollerante e progredita, mise radici il dissenso religioso. Una città della Linguadoca, Tolosa, era la terza metropoli d’Europa per ricchezza. Quello era il mondo in cui fiorì la poesia dei trovatori, alcune delle cui liriche vertevano su argomenti politici e religiosi.

Descrivendo la situazione religiosa nell’XI e XII secolo, un periodico afferma: “Nel XII secolo, come in quello precedente, si continuò a mettere in discussione l’etica degli ecclesiastici, la loro opulenza, la loro venalità e la loro immoralità, ma specialmente la loro ricchezza e il loro potere, la loro collusione con le autorità secolari e il loro servilismo”. — Revue d’histoire et de philosophie religieuses.

Predicatori itineranti

Persino papa Innocenzo III riconobbe che la corruzione dilagante in seno alla chiesa era causa del proliferare di predicatori itineranti dissidenti in Europa, specialmente nella Francia meridionale e nell’Italia settentrionale. La maggioranza di questi erano catari o valdesi. Il papa rimproverò i preti per non aver educato il popolo, dicendo: “I figli mancano del pane che non volete spezzare per loro”. Eppure, lungi dal promuovere l’insegnamento della Bibbia fra il popolo, Innocenzo III asseriva che “tale è la profondità della divina Scrittura, che non solo i semplici e gli illetterati, ma anche i sapienti e i dotti non sono in grado di scrutarne pienamente il significato”. La lettura della Bibbia fu vietata a tutti fuorché al clero, e poi permessa soltanto in latino.

Per contrastare la predicazione itinerante dei dissidenti, il papa approvò la costituzione dell’Ordine dei Frati Predicatori, o Domenicani. In contrasto con l’opulento clero cattolico, questi frati dovevano essere predicatori itineranti incaricati di difendere l’ortodossia cattolica dagli “eretici” della Francia meridionale. Il papa inviò pure legati pontifici a discutere con i catari per cercare di ricondurli nell’ovile cattolico. Essendo falliti questi tentativi, e in seguito alla morte di uno dei suoi legati — ucciso, si disse, da un eretico — nel 1209 Innocenzo III bandì la crociata contro gli albigesi. Albi era una delle città in cui i catari erano particolarmente numerosi, per cui i cronisti ecclesiastici chiamarono i catari albigesi (in francese Albigeois) e usarono il termine per designare tutti gli “eretici” di quella regione, inclusi i valdesi. (Vedi il riquadro sotto).

Chi erano i catari?

La parola “cataro” viene dal greco katharòs, che significa “puro”. Dall’XI fino al XIV secolo, il catarismo si diffuse particolarmente in Lombardia, nell’Italia settentrionale, e in Linguadoca. Le credenze dei catari erano un misto di dualismo orientale e gnosticismo, forse importate da commercianti stranieri e missionari. Un’enciclopedia religiosa definisce il dualismo cataro come la credenza in “due princìpi: uno buono, che governava tutto ciò che era spirituale, l’altro cattivo, responsabile del mondo materiale, compreso il corpo dell’uomo”. (The Encyclopedia of Religion) I catari credevano che Satana avesse creato il mondo materiale, irrimediabilmente condannato alla distruzione. La loro speranza era quella di sfuggire al malvagio mondo materiale.

I catari erano divisi in due gruppi: i perfetti e i credenti. I perfetti venivano iniziati col rito del battesimo spirituale, detto consolamentum. Veniva eseguito tramite l’imposizione delle mani, dopo un periodo di prova di un anno. Si riteneva che il rito liberasse il postulante dal dominio di Satana, purificandolo da ogni peccato e impartendogli lo spirito santo. Da ciò la designazione di “perfetto”, applicata all’élite relativamente esigua di coloro che agivano da ministri dei credenti. I perfetti facevano voto di astinenza, di castità e di povertà. Se sposato, il perfetto doveva lasciare il coniuge, perché i catari credevano che il peccato originale fosse il rapporto sessuale.

I credenti erano persone che, pur non adottando uno stile di vita ascetico, accettavano il catarismo. Inginocchiandosi davanti al perfetto per rendergli onore, in un rito detto melioramentum, il credente chiedeva perdono e una benedizione. Per poter condurre una vita normale, i credenti stipulavano con il perfetto una convenenza, o accordo, in base alla quale avrebbero ricevuto il battesimo spirituale, o consolamentum, in punto di morte.

Atteggiamento nei confronti della Bibbia

Benché citassero ampiamente la Bibbia, i catari la consideravano più che altro un libro di allegorie e favole. Pensavano che le Scritture Ebraiche fossero per la maggior parte opera del Diavolo. Usavano parti delle Scritture Greche, come i passi che contrappongono la carne allo spirito, per sostenere la loro filosofia dualistica. Nel “Padrenostro”, pregavano per ricevere ‘il pane supersostanziale’ (o “pane spirituale”), invece che per ‘il pane quotidiano’, dato che per loro quello materiale era un male necessario.

Molte dottrine dei catari erano in aperta contraddizione con la Bibbia. Per esempio, credevano nell’immortalità dell’anima e nella reincarnazione. (Confronta Ecclesiaste 9:5, 10; Ezechiele 18:4, 20). Basavano le loro credenze anche su testi apocrifi. Tuttavia, dal momento che tradussero certe parti delle Scritture in volgare, si può dire che in certa misura i catari contribuirono a far conoscere meglio la Bibbia nel Medioevo.

Non erano cristiani

I perfetti si consideravano i legittimi successori degli apostoli e di conseguenza si ritenevano “cristiani”, accentuando la definizione con l’aggiunta di “veri” o “buoni”. Di fatto però molte credenze catare erano estranee al cristianesimo. Pur riconoscendo Gesù come Figlio di Dio, i catari negavano la sua venuta nella carne e il suo sacrificio di riscatto. Interpretando erroneamente la condanna biblica della carne e del mondo, credevano che tutta la materia avesse origine dal male. Perciò sostenevano che Gesù poteva aver avuto soltanto un corpo spirituale e che mentre era sulla terra aveva un corpo carnale soltanto in apparenza. Come certi apostati del I secolo, i catari erano ‘persone che non confessavano Gesù Cristo venuto nella carne’. — 2 Giovanni 7.

Malcolm D. Lambert scrive che il catarismo “sostituì la morale cristiana con un ascetismo forzato, . . . eliminò il concetto di redenzione negando il potere salvifico [della morte di Cristo]”. (Medieval Heresy) A suo avviso “le vere affinità dei perfetti erano quelle con i maestri dell’ascetismo orientale, i bonzi e i fachiri della Cina o dell’India, gli adepti dei misteri orfici o i maestri dello gnosticismo”. Secondo il catarismo, la salvezza non dipendeva dal sacrificio di riscatto di Gesù Cristo, ma dal consolamentum, o battesimo nello spirito santo. Per coloro che venivano purificati in tal modo, la morte significava la liberazione dalla materia.

Un’empia crociata

La gente comune, stanca delle esose pretese del clero e della diffusa decadenza, era attratta dal modo di vivere dei catari. I perfetti identificavano la Chiesa Cattolica e la sua gerarchia con la “sinagoga di Satana” e la “madre delle meretrici” di Rivelazione (Apocalisse) 3:9 e 17:5. Il catarismo prosperava e stava spodestando la chiesa nel sud della Francia. Papa Innocenzo III reagì bandendo e finanziando la cosiddetta crociata contro gli albigesi, la prima organizzata in seno alla cristianità contro una popolazione che si definiva cristiana.

Tramite lettere e legati, il papa sobillò sovrani, conti, duchi e cavalieri cattolici d’Europa. Promise indulgenze e le ricchezze della Linguadoca a tutti coloro che avrebbero combattuto per estirpare l’eresia “con ogni mezzo”. Il suo grido non cadde su orecchi sordi. Guidato da prelati e monaci cattolici, un esercito eterogeneo di crociati provenienti dal nord della Francia, dalle Fiandre e dalla Germania mosse verso sud lungo la valle del Reno.

La distruzione di Béziers segnò l’inizio di una guerra di conquista che divorò la Linguadoca in un’orgia di fuoco e sangue. Albi, Carcassonne, Castres, Foix, Narbona, Termes e Tolosa caddero tutte nelle mani dei crociati assetati di sangue. Nelle roccheforti catare di Cassès, Minerve e Lavaur, centinaia di perfetti furono arsi sul rogo. Secondo il cronista Pierre des Vaux-de-Cernay, un monaco, i crociati ‘bruciarono vivi i perfetti con gioia di cuore’. Nel 1229, dopo 20 anni di lotte e devastazioni, la Linguadoca fu assoggettata alla Corona francese. Ma il massacro non era ancora finito.

L’Inquisizione dà il colpo di grazia

Nel 1231 papa Gregorio IX istituì l’Inquisizione papale per dare una mano alla lotta armata.a Il sistema inquisitorio fu inizialmente basato su denunce e confessioni estorte, e in seguito sulla tortura sistematica. Il suo obiettivo era di estirpare ciò che la spada non era riuscita a distruggere. I giudici dell’Inquisizione — perlopiù frati domenicani e francescani — rispondevano del loro operato solo al papa. La pena prevista per il reato di eresia era la morte sul rogo. Il fanatismo e la brutalità degli inquisitori furono tali che scoppiarono rivolte ad Albi e a Tolosa, come pure altrove. Ad Avignonet, tutti i componenti del tribunale dell’Inquisizione furono trucidati.

Nel 1244, con la resa della fortezza di Montségur, sui monti, ultimo rifugio di numerosi perfetti, per il catarismo suonarono le campane a morto. Circa 200 uomini e donne perirono in massa sul rogo. Negli anni successivi l’Inquisizione snidò gli ultimi catari. Sembra che in Linguadoca l’ultimo sia finito sul rogo nel 1330. Il succitato libro di Lambert osserva: “La sconfitta del catarismo fu il primo fiore all’occhiello dell’Inquisizione”.

I catari erano tutt’altro che veri cristiani. Ma le loro critiche alla Chiesa Cattolica ne giustificarono forse lo spietato sterminio da parte di cosiddetti cristiani? Torturando e massacrando quelle decine di migliaia di dissidenti, i loro persecutori e carnefici cattolici infangarono il nome di Dio e di Cristo e misero in cattiva luce il vero cristianesimo.

[Nota in calce]

a Per ulteriori particolari sull’Inquisizione medievale, vedi l’articolo “La spaventosa Inquisizione”, pubblicato in Svegliatevi! del 22 aprile 1986, pagine 20-3.

[Riquadro a pagina 28]

I VALDESI

Verso la fine del XII secolo “Pierre” Valdès, o “Pietro” Valdo, ricco mercante di Lione, finanziò le prime traduzioni di parti della Bibbia in vari dialetti del provenzale, lingua parlata nel sud e nel sud-est della Francia. Cattolico devoto, rinunciò alla sua attività commerciale e si dedicò alla predicazione del Vangelo. Disgustati dalla corruzione del clero, molti altri cattolici lo seguirono e divennero predicatori itineranti.

Ben presto Valdo si scontrò con l’ostilità del clero locale, che persuase il papa a vietare la sua testimonianza pubblica. Sembra che egli abbia risposto: “Dobbiamo ubbidire a Dio anziché agli uomini”. (Confronta Atti 5:29). Per la sua tenacia, Valdo fu scomunicato. I suoi seguaci, chiamati valdesi, o poveri di Lione, cercarono zelantemente di seguire il suo esempio, andando a predicare a due a due di casa in casa. Questo portò alla rapida diffusione delle loro dottrine in tutta la Francia meridionale, orientale e in parte di quella settentrionale, nonché nell’Italia settentrionale.

In linea di massima auspicavano il ritorno alle credenze e pratiche del cristianesimo primitivo. Fra gli altri insegnamenti, contestavano il purgatorio, le preghiere per i morti, la venerazione di Maria, le preghiere rivolte ai “santi”, l’adorazione del crocifisso, le indulgenze, l’Eucaristia e il battesimo dei bambini.b

Gli insegnamenti dei valdesi erano in netto contrasto con il dualismo non cristiano dei catari, con cui vengono spesso confusi. La confusione è principalmente dovuta ai polemisti cattolici che cercarono deliberatamente di identificare la predicazione valdese con le dottrine degli albigesi, o catari.

[Nota in calce]

b Per ulteriori informazioni sui valdesi, vedi l’articolo “I valdesi: eretici o ricercatori di verità?”, pubblicato nella Torre di Guardia del 1º febbraio 1982, pagine 12-15.

[Immagine a pagina 29]

Settemila persone morirono nella Chiesa di S. Maria Maddalena a Béziers, dove i crociati massacrarono 20.000 uomini, donne e bambini

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