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Rinsaldate i vincoli familiari prima che sia troppo tardiSvegliatevi! 1991 | 22 settembre
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Rinsaldate i vincoli familiari prima che sia troppo tardi
“La famiglia è la più antica istituzione umana. Sotto molti aspetti è la più importante. È l’elemento fondamentale della società. Intere civiltà sono sopravvissute o scomparse, secondo che la vita familiare fosse forte o debole”. — The World Book Encyclopedia (Edizione del 1973).
IL NUCLEO familiare è come un ombrello protettivo per i figli. Oggi, in molti luoghi, questo “ombrello” è pieno di buchi mentre in altri viene chiuso e riposto nell’armadio. La famiglia tradizionale è frequentemente considerata sorpassata e di secondaria importanza. I programmi televisivi presentano spesso i padri come degli sciocchi, le madri come più intelligenti dei padri, i figli come quelli che la sanno più lunga.
L’infedeltà coniugale è all’ordine del giorno. In alcuni paesi industrializzati, un matrimonio su due finisce col divorzio. Mentre il numero dei divorzi aumenta vertiginosamente, le famiglie con un solo genitore si moltiplicano. Sono sempre più numerosi coloro che convivono senza essere sposati. Gli omosessuali cercano di conferire un tono di dignità alla loro relazione sposandosi. Il sesso, normale e anormale, ha un ruolo centrale nei film e nelle videocassette. Le scuole considerano la castità non realistica e distribuiscono profilattici per rendere la fornicazione esente da pericoli, senza però riuscirci. Le malattie trasmesse per via sessuale e le gravidanze tra giovanissime aumentano in modo vertiginoso. Le vittime sono i bambini, se pure è permesso loro di venire al mondo. Con la scomparsa della famiglia tradizionale, i primi a rimetterci sono i figli.
Anni fa il premio Nobel Alexis Carrel, nel suo libro L’uomo, questo sconosciuto, diede un avvertimento: “La società moderna ha commesso il grave errore di sostituire, fin dalla più tenera età, la scuola all’insegnamento familiare, e vi è stata trascinata per tradimento delle donne che abbandonano i figli alle governanti [ora ancor prima, con la baby-sitter e l’asilo] per occuparsi della propria carriera, delle ambizioni mondane, dei piaceri sessuali, delle fantasie letterarie o artistiche, o semplicemente per giocare a bridge, andare al cinema, perdere il tempo in una pigrizia affaccendata; hanno causato in tal modo la distruzione della compagine familiare, dove il bambino cresceva in compagnia degli adulti e imparava molto da loro. . . . Per progredire l’individuo richiede una relativa solitudine e l’attenzione della piccola compagine familiare”. — Trad. di V. Porta, Milano, Bompiani, 1936, p. 281.
Più recentemente il comico Steve Allen, parlando dell’assalto di cui è oggetto la famiglia da parte della televisione, in cui turpiloquio e immoralità sessuale sono così comuni, ha detto: “Questa corrente ci trasporta dritto dritto nella fogna. Il linguaggio che i genitori proibiscono ai figli di usare viene ora incoraggiato non solo da canali in cui è lecito trasmettere tutto, ma anche da quelle reti che un tempo seguivano nobili princìpi. Gli spettacoli in cui si vedono bambini e altri che usano un linguaggio volgare non fanno altro che mettere in risalto il crollo della famiglia americana”.
Quale eredità lascia la società ai suoi figli? Leggete i giornali, guardate la televisione, vedete le videocassette, sentite il telegiornale della sera, ascoltate la musica rap, osservate intorno a voi l’esempio degli adulti. I bambini hanno una sovrabbondanza di cibi scadenti per la mente e per il cuore. “Se volete distruggere un paese”, ha detto l’ex ministro della Pubblica Istruzione inglese sir Keith Joseph, “ne corrompete la moneta”. Poi ha aggiunto: “Il sistema per distruggere una società è quello di corrompere i bambini”. E oggi questo avviene in misura straordinaria. Si parla molto della delinquenza minorile; si dovrebbe parlare di più della delinquenza degli adulti.
Ne pagheremo lo scotto
In un discorso pronunciato all’inizio di quest’anno Geneva B. Johnson, presidente e direttore generale di Family Service America, ha detto: “La famiglia è profondamente, forse mortalmente, malata”. Definendola “una situazione triste per molti nostri bambini”, la donna, pessimista per il futuro, ha poi aggiunto: “Una nazione che è pronta a permettere che tanti suoi bambini siano privi di un alloggio, di un’alimentazione, di un’assistenza medica e di un’istruzione adeguati e si sentano emarginati in una società opulenta finirà per pagarne lo scotto”. Lo stiamo già pagando. Potete dedurlo leggendo i giornali, sentendo i notiziari e vedendo la televisione. Ecco alcuni esempi:
Judonne tira fuori una pistola e spara tre colpi al petto di Jermaine uccidendolo. Jermaine aveva 15 anni. Judonne ne ha 14. Erano molto amici. Avevano litigato per una ragazza.
Cento persone si riuniscono per il funerale di Michael Hilliard, un ragazzo di 16 anni. Gli hanno sparato alla testa mentre si allontanava dopo una discussione a una partita di pallacanestro.
A Brooklyn (New York, USA) tre adolescenti hanno appiccato il fuoco a una coppia di senzatetto. Poiché non c’erano riusciti con l’alcool, hanno provato con la benzina. Ci sono riusciti.
In Florida (USA) un bambino di cinque anni ne ha spinto uno ai primi passi nella tromba delle scale dal quinto piano, provocandone la morte.
Nel Texas (USA) un ragazzo di dieci anni ha preso una pistola e ha sparato al suo compagno di giochi nascondendone poi il corpo.
In Georgia (USA) un quindicenne ha accoltellato il direttore della scuola che lo disciplinava.
A New York (USA) una banda di ventenni armati di mazze, tubi, accette, coltelli e una mannaia di macellaio si sono scatenati nei pressi di un edificio occupato da senzatetto, tagliando la gola a uno di loro e ferendone molti altri. Perché? Un investigatore ha spiegato: “Si divertivano assalendo i senzatetto”.
A Detroit (Michigan, USA) un ragazzo di 11 anni e uno di 15 hanno violentato una bambina di 2 anni. Avrebbero lasciato la vittima in una discarica di rifiuti.
A Cleveland (Ohio, USA) quattro bambini tra i sei e i nove anni hanno violentato una bambina di nove anni in una scuola elementare. Il giornalista Brent Larkin ha commentato il fatto sul Plain Dealer di Cleveland, dicendo: “Questo episodio è una dimostrazione eloquente di cosa sta succedendo in questo paese, di come il nostro sistema di valori si stia sgretolando”.
Il dott. Leslie Fisher, docente di psicologia alla Cleveland State University, ha dato la colpa alla televisione. L’ha chiamata “una grande macchina del sesso” e ha detto che “bambini di 8 o 9 anni guardano queste cose”. Ha attribuito lo sfacelo della famiglia americana anche ai genitori: “Mamma e papà sono troppo presi dai loro problemi e non riescono a trovare il tempo per prestare attenzione ai figli”.
Chi semina vento, raccoglie tempesta
Varie componenti della società, specie i mass media, personaggi dello spettacolo, industria dello spettacolo — componenti che traggono profitto dall’assecondare l’aspetto peggiore della natura umana — vomitano sesso, violenza e corruzione, contribuendo così in notevole misura alla degradazione dei giovani e allo sfacelo della famiglia. Si avvera dunque il detto che chi semina vento, raccoglie tempesta. Tutti i nodi infine vengono al pettine. Chi male semina, male raccoglie.
La società sta forse producendo una generazione di figli senza coscienza? Questa domanda fu sollevata dopo l’episodio tristemente famoso del Central Park di New York in cui una donna di 28 anni fu picchiata, violentata e abbandonata per morta da una banda di adolescenti vagabondi. La polizia disse che erano “compiaciuti e senza rimorsi” e che quando vennero arrestati “scherzavano, chiacchieravano e cantavano”. Dissero per quali ragioni l’avevano fatto: “È stato divertente”, “ci annoiavamo”, “era qualcosa da fare”. La rivista Time li definì “spiritualmente monchi” e disse che avevano “perso, o forse mai sviluppato, quell’annesso spirituale che chiamiamo coscienza”.
U.S.News & World Report fece la seguente raccomandazione: “Questa nazione deve fare qualcosa per evitare un’altra generazione di bambini privi di coscienza”. Il dott. Ken Magid, un noto psicologo, e Carole McKelvey mettono in evidenza questo pericolo in un loro libro esplosivo intitolato High Risk: Children Without a Conscience (Alto rischio: bambini senza coscienza). Storie di pazienti e testimonianze di psicologi e psichiatri confermano ampiamente ciò che sostiene Magid: La radice del problema è la mancanza di quello stretto legame che dovrebbe crearsi tra genitore e figlio alla nascita e nei successivi anni dello sviluppo.
Non c’è dubbio che bisogna rinsaldare i vincoli familiari durante gli anni dello sviluppo dei figli, prima che sia troppo tardi!
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Amore a prima vista e poi per sempre!Svegliatevi! 1991 | 22 settembre
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Amore a prima vista e poi per sempre!
“SE GUARDATE un bambino appena nato”, fa notare la dottoressa Cecilia McCarton, dell’Albert Einstein College of Medicine di New York, “noterete che è straordinariamente sveglio e in sintonia con l’ambiente. Risponde alla madre. Si gira verso i rumori. E fissa il volto della madre”. E la madre stabilisce il contatto visivo con il suo bambino. È amore a prima vista, per entrambi!
Questo stretto legame fra la madre e il bambino si stabilisce in maniera naturale se il parto avviene senza l’impiego di farmaci che intontiscono la madre e il bambino. Il pianto del piccolo stimola nella madre la produzione di latte. Il contatto epidermico fra il bambino e la madre fa liberare in lei un ormone che riduce l’emorragia dopo il parto. Il bambino nasce con dei programmi cerebrali mirati a garantirgli l’attaccamento: pianti, succhiamenti, mormorii e gorgoglii, sorrisi e uno scalciare estasiato per richiamare le attenzioni della madre. L’attaccamento, soprattutto alla madre, permette al neonato di sviluppare un sentimento di amore, di affetto e di fiducia. Il padre diventa presto una figura significativa, e sebbene la sua relazione non sia così intima come quella della madre aggiunge un’importante dimensione con colpetti, solletico, delicati sballottamenti, a cui il bambino risponde con risatine e movimenti eccitati.
Il dott. Richard Restak riferisce che per un neonato essere tenuto in braccio e coccolato è importante come essere nutrito. “Per il normale sviluppo di un bambino”, dice, “il contatto fisico è necessario quanto il cibo e l’ossigeno. La madre tende le braccia al neonato, lo stringe, e tutta una serie di processi psicobiologici vengono armoniosamente innescati”. Quando questo si verifica, anche il cervello fisico sviluppa “una diversa configurazione di protuberanze e scissure”.
Attenzione al distacco
Alcuni affermano che se fra la madre e il bambino non si crea questo legame al momento della nascita, le conseguenze saranno tragiche. Non è così. Quando la madre si prende amorevolmente cura del suo piccolo, possono esserci centinaia di momenti di intimità nelle settimane che seguono durante le quali può stabilirsi questo stretto legame. Se questi momenti di intimità vengono a mancare per un periodo di tempo più lungo, però, le conseguenze possono essere gravissime. “Benché abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri per l’intero arco della vita”, dice il dott. Restak, “questo bisogno è più acuto nel primo anno. Un bambino non può sopportare di essere privato della luce, dell’opportunità di guardare un volto umano, del piacere di essere preso in braccio, coccolato, vezzeggiato, coperto di premure, toccato”.
I bambini piangono per molteplici ragioni. Di solito vogliono attenzione. Se dopo un po’ nessuno risponde al loro pianto, smettono. Pensano che la persona che si prende cura di loro non risponda. Piangono di nuovo. Se non hanno ancora nessuna risposta, si sentono trascurati, insicuri. Provano a piangere più forte. Se la cosa continua a lungo e si ripete spesso, il bambino si sente abbandonato. Prima si arrabbia, poi si infuria e infine rinuncia. Diventa apatico. Non ricevendo amore, non impara ad amare. La coscienza non viene sviluppata. Non ha fiducia in nessuno, non gli importa di nessuno. Diventa un bambino difficile e, in casi estremi, sviluppa una personalità psicopatica incapace di provare rimorso per gli atti criminosi.
L’amore che nasce al primo sguardo non deve finire lì, ma deve continuare per sempre. Non solo a parole ma anche con i fatti. “Non amiamo a parole né con la lingua, ma con opera e verità”. (1 Giovanni 3:18) Baci e abbracci a volontà. Presto, prima che sia troppo tardi, insegnate e inculcate i veri valori della Parola di Dio, la Bibbia. Allora potrà dirsi dei vostri figli quello che si poté dire di Timoteo: “Dall’infanzia hai conosciuto gli scritti sacri, che possono renderti saggio”. (2 Timoteo 3:15) Dedicate loro del tempo ogni giorno, per tutto il periodo dell’infanzia e dell’adolescenza. “Queste parole che oggi ti comando devono essere nel tuo cuore; e le devi inculcare a tuo figlio e parlarne quando siedi nella tua casa e quando cammini per la strada e quando giaci e quando ti levi”. — Deuteronomio 6:6, 7.
‘Anche se piangiamo, è per il nostro bene’
Per molti quello della disciplina è un argomento scottante. Tuttavia, che i genitori la impartiscono nel debito modo è un aspetto essenziale dell’amore che mostrano ai figli. Una bambina lo ha riconosciuto. Ha preparato una cartolina per la madre così indirizzata: “Alla mamma, una bella signora”. Vi aveva disegnato a matita un sole dorato, uccelli in volo e fiori rossi. La cartolina diceva: “Questa è per te perché ti amiamo tutti. Abbiamo voluto mostrarti la nostra gratitudine con questa cartolina. Quando riceviamo brutti voti, tu firmi il nostro foglio. Quando siamo cattivi ci dai uno schiaffo. Anche se piangiamo, sappiamo che è per il nostro bene. . . . Desidero solo dirti che ti voglio tanto, tanto bene. Grazie di tutto quello che fai per me. Baci affettuosi. [Firmato] Michela”.
Michela è d’accordo con il pensiero di Proverbi 13:24: “Chi trattiene la sua verga odia suo figlio, ma chi lo ama è colui che in effetti lo cerca con la disciplina”. L’uso della verga, simbolo dell’autorità, può richiedere una sculacciata, ma molte volte questo non è necessario. Poiché i bambini sono diversi e diverso è il comportamento errato, anche la disciplina dev’essere diversa. Un rimprovero gentile può bastare; il comportamento ostinato può richiedere un rimedio più forte: “Il rimprovero opera più profondamente in chi ha intendimento che il colpire cento volte uno stupido”. (Proverbi 17:10) Altrettanto valido è il detto: “Il servitore [o il bambino] non si farà correggere dalle semplici parole, poiché comprende ma non presta ascolto”. — Proverbi 29:19.
Nella Bibbia il verbo “disciplinare” è usato con il significato di istruire, addestrare, castigare, quindi anche sculacciare se questo è necessario per correggere un certo comportamento. Ebrei 12:11 ne indica lo scopo: “Veramente, nessuna disciplina al presente sembra essere gioiosa, ma dolorosa; tuttavia a quelli che ne sono stati addestrati produce poi un pacifico frutto, cioè giustizia”. I genitori non devono impartire la disciplina in modo troppo severo: “Padri, non esasperate i vostri figli, affinché non si scoraggino”. (Colossesi 3:21) Ma non devono neppure essere troppo permissivi: “La verga e la riprensione sono ciò che dà sapienza; ma il ragazzo lasciato senza freno farà vergogna a sua madre”. (Proverbi 29:15) Chi è permissivo dice: ‘Fa’ come ti pare; non seccarmi’. Chi impartisce la disciplina dice: ‘Fa’ ciò che è giusto; io mi interesso di te’.
U.S.News & World Report del 7 agosto 1989 diceva giustamente: “I genitori che non sono troppo severi nel punire ma che stabiliscono limiti precisi e li fanno rispettare, hanno molte più probabilità che i loro figli riescano bene e che vadano d’accordo con gli altri”. L’articolo concludeva dicendo: “Forse il fatto più interessante che emerge da tutti i dati scientifici è questo: ciò che conta veramente non è una gran quantità di dettagli tecnici, ma lo stabilire nell’ambito di ciascuna famiglia un modello di amore e fiducia nonché limiti accettabili. Il vero scopo della disciplina, una parola che ha la stessa radice latina di discepolo, non è quello di punire in modo sfrenato i bambini ma di insegnare loro e di guidarli aiutandoli ad acquistare autocontrollo”.
Sentono quello che dite, imitano quello che fate
Un articolo sulla disciplina pubblicato da una rivista (The Atlantic Monthly) iniziava con questa affermazione: “Ci si può aspettare che un bambino si comporti bene solo se i suoi genitori vivono secondo i valori che gli insegnano”. L’articolo proseguiva mostrando l’importanza dell’autocontrollo: “Gli adolescenti che si comportavano bene avevano in genere genitori che erano essi stessi persone responsabili, oneste e disciplinate, che vivevano secondo i valori professati e che incoraggiavano i figli a fare altrettanto. Quando, nel corso dell’indagine, bravi adolescenti sono stati messi a contatto con adolescenti difficili, il loro comportamento non ne ha risentito in modo permanente. Avevano completamente assimilato i valori dei genitori”. Si è verificato nel loro caso ciò che dice il proverbio: “Addestra il ragazzo secondo la via per lui; anche quando sarà invecchiato non se ne allontanerà”. — Proverbi 22:6.
I genitori che cercavano di inculcare nei figli veri valori, senza però seguirli essi stessi, non avevano successo. I loro figli “non erano riusciti ad assimilare quei valori”. Lo studio dimostrò che “la cosa che contava veramente era se i genitori seguivano nella loro vita i valori che cercavano di insegnare ai figli”.
È come ha detto lo scrittore James Baldwin: “I figli non sono mai stati molto bravi ad ascoltare i grandi, ma non hanno mai mancato di imitarli”. Se amate i vostri figli e volete inculcare in loro veri valori, usate il miglior metodo che ci sia: Quando insegnate qualcosa, siate i primi a farlo. Non siate come gli scribi e i farisei la cui ipocrisia fu condannata da Gesù quando disse: “Perciò fate e osservate tutte le cose che vi dicono, ma non fate secondo le loro opere, poiché dicono ma non fanno”. (Matteo 23:3) Non siate neppure come quelli a cui l’apostolo Paolo chiese con tono accusatorio: “Tu, dunque, che insegni a qualcun altro, non insegni a te stesso? Tu, che predichi di ‘non rubare’, rubi?” — Romani 2:21.
Oggi molti sostengono che la Bibbia sia superata e che le sue norme non siano pratiche. Gesù contesta questo modo di pensare dicendo: “In ogni modo, che la sapienza sia giusta è provato da tutti i suoi figli”. (Luca 7:35) I racconti che seguono, fatti da famiglie di molti paesi, mostrano l’esattezza delle sue parole.
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Uno stretto legame con la madre favorisce lo sviluppo emotivo del bambino
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È pure indispensabile che il padre trascorra del tempo con il bambino
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Educare i figli: Con l’amore, la disciplina, l’esempio e i valori spiritualiSvegliatevi! 1991 | 22 settembre
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Educare i figli: Con l’amore, la disciplina, l’esempio e i valori spirituali
GENITORI di vari paesi hanno scritto come sono riusciti a impartire una buona educazione ai loro figli cominciando da quando avevano pochi giorni e continuando fino all’adolescenza. Questi genitori sono tutti testimoni di Geova, per cui ciò che hanno scritto sottolinea la necessità di prestare attenzione ai quattro aspetti menzionati nel titolo. I brani riportati qui danno risalto soltanto ad alcuni dei diversi aspetti a cui hanno prestato attenzione nell’educare i loro figli.
Dalle Hawaii
“La Bibbia ci dice che l’amore è ‘la più grande’ di tutte le qualità. Nella casa e nella famiglia deve regnare l’amore in tutte le sue preziose sfaccettature. Carol ed io abbiamo manifestato questa qualità divina nel nostro matrimonio. Siamo uniti. Ci piace stare insieme. Sono perfettamente convinto che il segreto per educare bene i figli stia in una coppia felicemente sposata.
“Ricordo ancora oggi i forti sentimenti che provai i giorni e le settimane dopo la nascita della nostra prima bambina. L’inizio di una nuova vita ci riempiva di meraviglia. Carol era così felice e contenta mentre allattava la piccola Rachel. Ne ero felice per lei, ma provavo anche un po’ di risentimento, una punta di gelosia. Fra Carol e Rachel stava nascendo un legame, ma io? Mi sentivo come se fossi stato spinto fuori, con delicatezza, ma pur sempre spinto fuori dal nucleo familiare. Con l’aiuto di Geova riuscii a esprimere i miei sentimenti e la mia preoccupazione a Carol, e lei fu molto comprensiva e disposta a collaborare.
“Da allora in poi sono potuto stare più vicino alla nostra piccolina rendendomi utile per tutte le faccende che la riguardavano, anche le più sgradevoli: lavare un pannolino sporco è un’esperienza unica, a dir poco! Abbiamo avuto altri cinque figli dopo Rachel. Rebecca è l’ultima e ora ha otto anni. Abbiamo tenuto uno studio biblico con ognuno dei nostri figli, adattandolo alle sue personali necessità.
“Desidero menzionare un’altra cosa circa l’educazione dei bambini nei primi anni. Carol ed io abbiamo provato gioia nel parlare con i nostri bambini sin dal giorno della nascita. Parlavamo di tutto. A volte parlavamo di Geova e delle sue bellissime, stupende opere. Altre volte parlavamo di cose sciocche, scherzose, divertenti. Naturalmente cercavamo di insegnare loro qualcosa, ma si trattava più che altro di passare insieme dei momenti piacevoli, momenti di innocente distensione. Credo che questi discorsi abbiano contribuito molto al legame che è nato fra genitori e figli. Sono serviti senz’altro a creare il buon dialogo che abbiamo avuto nella nostra famiglia.
“Geova ci ha insegnato che le cose spirituali hanno più valore, che è importante prodigarsi. Carol ed io non abbiamo mai avuto cose materiali in abbondanza, ma non le abbiamo mai cercate né ci sono mai mancate veramente. Se avessimo lavorato di più per diventare ricchi, non avremmo avuto abbastanza tempo da dedicare a Geova e alla nostra famiglia. Abbiamo fatto la scelta giusta”. (Seguono i commenti di Carol).
“Credo che l’allattamento contribuisca molto al legame tra madre e figlio. Si passa così tanto tempo a vezzeggiare il proprio bambino e lo si tiene così a lungo in braccio che si crea inevitabilmente uno stretto vincolo. La madre non può mai allontanarsi dal bambino per più di due-quattro ore. Mio marito ed io siamo sempre stati molto decisi a non lasciare i nostri figli alle baby-sitter. Ho sempre desiderato ammaestrare io stessa i miei bambini e seguirli nella crescita. Così quando erano piccoli non lavoravo fuori di casa. Credo che questo li abbia aiutati a capire quanto erano importanti per noi. Il modo principale per stabilire uno stretto legame con i figli è quello di passare del tempo con loro. Nulla può sostituire la tua presenza fisica. Le cose materiali, per quante esse siano, non potranno mai prendere il tuo posto.
“Gli anni dell’adolescenza furono difficili solo perché dovevo abituarmi all’idea che i bambini crescevano. Era difficile accettare il fatto che non avevano più tanto bisogno di me e che stavano diventando indipendenti. È un periodo in cui ti prende la paura e in cui tutto il lavoro di insegnamento, di disciplina e di educazione che hai fatto viene messo alla prova. In effetti è troppo tardi cominciare quando sono ormai adolescenti. Allora è troppo tardi per cercare di insegnare loro i princìpi morali, l’amore per le persone e specialmente l’amore per Geova. Bisogna iniziare dalla nascita a inculcare queste cose.
“Hai 12 anni per portare a termine il tuo lavoro prima dei critici anni dell’adolescenza. Ma se hai lavorato sodo per applicare i princìpi biblici, quando essi decidono di voler servire Geova di cuore quello è il tempo di mietere gioia e pace”. — Edward e Carol Owens.
Dallo Zimbabwe
“I figli sono ‘un’eredità da Geova’. Così dice la Bibbia in Salmo 127:3. Ricordando questo fatto siamo stati aiutati, come genitori, a fare tutto il possibile per prenderci cura di questa eredità. Nella nostra famiglia si cercava anzitutto di fare le cose insieme: pregare insieme, studiare la Bibbia insieme, adorare insieme, lavorare insieme, andare a trovare gli amici insieme, giocare insieme.
“A volte la disciplina era necessaria. Una volta nostro figlio, poco più che adolescente, arrivò a casa tardi. Eravamo preoccupati. Fu evasivo. Capimmo che qualcosa non andava, ma decidemmo di rimandare la cosa all’indomani. Verso mezzanotte sentimmo bussare alla porta della nostra camera da letto. Era nostro figlio e aveva le lacrime agli occhi.
“‘Papà, mamma, sono sveglio da quattro ore, tutto perché non ho ascoltato il consiglio biblico che mi avete dato riguardo alle cattive compagnie. Oggi dopo la scuola alcuni ragazzi hanno insistito perché andassi a nuotare con loro, e uno di essi mi ha spinto sott’acqua. Se un altro non mi avesse soccorso, sarei affogato. Hanno riso di me e hanno detto che ero un fifone. Sono venuto subito a casa, ma sono rimasto fuori perché mi sentivo colpevole. Mi dispiace di non avervi ascoltato quando mi avete messo in guardia circa le cattive compagnie, come dice la Bibbia’. — 1 Corinti 15:33.
“Si è messo a piangere e altrettanto abbiamo fatto noi. Eravamo contenti che avesse imparato la lezione, ma l’abbiamo disciplinato perché la lezione lasciasse un segno più profondo. Esodo 34:6, 7 mostra che Geova è misericordioso e perdona l’errore, ma che tuttavia ‘non esenterà affatto dalla punizione’”. — David e Betty Mupfururirwa.
Dal Brasile
“Sono vedova e devo allevare il mio ragazzo da sola. Lavoro anche come insegnante. Non è facile ammaestrare e disciplinare i ragazzi. Quel che ci vuole è un ammaestramento coerente, disciplina equilibrata e il buon esempio da parte dei genitori. È stato difficile per me essere ferma e allo stesso tempo comprensiva. Ho dovuto coltivare l’arte di ascoltare, in particolar modo di ascoltare con il cuore. È importante comunicare: non solo parlare, ma coinvolgere il figlio, far leva sui suoi sentimenti. Ho cercato di farlo sentire parte della famiglia facendogli dire la sua riguardo al bilancio familiare. Quando arrivava la bolletta della luce o dell’acqua, oppure quando il prezzo degli abiti o delle scarpe saliva, ne parlavamo insieme.
“È importante rivolgere lodi sincere quando le cose sono fatte bene. Allorché se ne presentava l’opportunità, gli mostravo l’utilità di seguire le leggi e i princìpi di Dio. In un’occasione, dopo averlo consigliato varie volte, dovetti usare la verga letterale. Mi fu molto difficile farlo, ma i risultati furono davvero ottimi! Nel periodo dell’adolescenza ci sono degli alti e dei bassi, ma si comprende l’utilità dell’insegnamento e della disciplina. Mi parla dei suoi problemi personali ed esprime i suoi sentimenti.
“Devo stare attenta a mantenere un buon dialogo. Quindi cerco di non essere troppo presa dal mio lavoro per avere sempre del tempo da dedicare a mio figlio. Quando in effetti sorgono problemi, mi sforzo di ascoltare con molta attenzione, e con l’aiuto di Geova li risolviamo. Gli dico che anch’io faccio sbagli. Una volta ero molto arrabbiata e gli ho detto di ‘chiudere il becco’. Lui replicò che dire a qualcuno di ‘chiudere il becco’ è mancanza d’amore. Aveva ragione. Quel pomeriggio abbiamo veramente parlato a lungo”. — Yolanda Moraes.
Dalla Repubblica di Corea
“Ho seguito diligentemente i princìpi biblici nella mia vita familiare. Un brano in particolare, Deuteronomio 6:6-9, si era profondamente impresso nel mio cuore. Così ho cercato di stare il più possibile con i miei figli, di stare loro vicino, di inculcare nella loro mente e nel loro cuore i princìpi della Parola di Dio. Inoltre invitavo a casa nostra missionari e membri della famiglia Betel, cioè persone impegnate a tempo pieno, per dare ai miei figli un’idea di com’è il servizio continuo.
“La prima cosa che i genitori dovrebbero fare quando i figli causano problemi è quella di manifestare i frutti dello spirito. È facile arrabbiarsi con i figli e perdere le staffe. Noi genitori, però, dobbiamo avere pazienza e comportarci in modo esemplare. È importante rispettare i figli e dare loro l’opportunità di spiegare la situazione. Se non ci sono chiare prove che hanno fatto qualcosa di male, abbiate fiducia in loro e siate sempre incoraggianti. Se un figlio deve essere disciplinato, prima ragionate con lui, mostrategli in che cosa ha sbagliato e spiegate in che modo il suo operato ha recato dispiacere a Geova e ai suoi genitori. Solo allora disciplinatelo. Spesso i miei figli, dopo che li avevo disciplinati, dicevano: ‘Papà, non riesco a capirmi, non so proprio per quale motivo sono stato ribelle. Che sciocco sono stato!’ Apprezzano i genitori che si interessano abbastanza di loro da disciplinarli.
“I genitori devono stare attenti ai primi segni di condotta errata. Quando il mio figlio maggiore frequentava la terza media, sentii provenire dalla sua stanza della musica rock a tutto volume. Scoprii che faceva parte di un gruppo di studenti (più grandi ed esemplari che davano consigli ad altri studenti) e che aveva risentito dell’influenza mondana. Seppi che per le continue insistenze di altri del gruppo, oltre che per curiosità, aveva fumato. Ragionammo insieme sui pericoli del fumo, e mio figlio decise di sua spontanea volontà di lasciare il gruppo. Per colmare il vuoto lasciato dalle discutibili attività scolastiche a cui non si dedicava più, disponemmo delle sane attività ricreative insieme alla famiglia e ai componenti della congregazione.
“Infine desidero dire che la cosa più importante per i genitori è quella di dare il buon esempio. Avevo sempre detto ai miei due ragazzi che volevo servire Dio come ministro a tempo pieno nella predicazione della buona notizia. Quando il mio secondo figlio terminò la scuola, potei andare in pensione (lavoravo in una fabbrica di seta) e intraprendere il ministero a tempo pieno. I miei due ragazzi videro la mia determinazione e seguirono il mio esempio. Dopo avere scontato una pena detentiva a motivo della neutralità, entrambi intrapresero il servizio a tempo pieno che continuano ancor oggi”. — Shim Yoo Ki.
Dalla Svezia
“Abbiamo allevato sette figli, cinque maschi e due femmine. Ora sono adulti e sono tutti molto attivi nel predicare la buona notizia del Regno di Dio. I nostri figli hanno cominciato in tenera età ad assistere alle adunanze di congregazione e ad accompagnarci nel servizio di campo. Hanno imparato un po’ per volta a compiere l’opera di predicazione: suonare il campanello, salutare, presentarsi e offrire un foglietto di invito, un volantino o una rivista. Erano ancora piccoli quando hanno cominciato a pronunciare discorsi nella Scuola di Ministero Teocratico.
“A volte sorgevano problemi seri che richiedevano un’attenzione particolare. In questi casi è importante essere amorevoli e pazienti, ed evitare di gridare o di litigare. I problemi venivano risolti ragionando sulle cose e dando risalto al modo di pensare di Geova. Abbiamo insegnato loro come usare il denaro. Da ragazzi, hanno fatto dei lavoretti come consegnare i giornali, raccogliere la torba, fare del giardinaggio, ecc. Andando a trovare i nonni che abitavano molto lontano si sono resi conto dei problemi degli anziani e sono stati aiutati ad essere comprensivi nei loro riguardi.
“In occasione del 30º anniversario delle nostre nozze abbiamo ricevuto la seguente lettera:
“‘Ai nostri amati genitori:
“‘GRAZIE DI TUTTO! Il caloroso affetto di cui ci avete circondato, la fede sincera che avete inculcato in noi, la meravigliosa speranza che ci avete dato sono cose che non si possono valutare né con le parole né con il denaro. Speriamo tuttavia di farvi capire, attraverso questo piccolo pegno, i profondi sentimenti che nutriamo per voi, nostri amati padre e madre. [Firmato] I vostri figli’.
“Ripensando a tutti questi ‘progetti ventennali’ proviamo profonda gratitudine verso Geova, il nostro Padre celeste, che è stato tanto misericordioso verso di noi”. — Bertil e Britta Östberg.
Varie dichiarazioni di genitori
“L’allattamento materno è il metodo stabilito da Geova per mettere il bambino in stretto contatto fisico con la madre, ma il padre può fare la sua parte dondolandolo. Quasi tutte le sere avevo la gioia di cullare i miei figli tra le braccia e dondolarli per farli addormentare”.
“Essendo il padre, non ero in grado di allattare i nostri figli, ma potevo avere uno stretto contatto fisico con loro facendo loro il bagno tutte le sere. Che divertimento, per me e per loro!”
“Ogni tanto porto fuori a pranzo uno dei nostri figli, a turno, io e lui soli. A loro piace trovarsi a tu per tu col papà”.
“Col passare degli anni, a poco a poco concedevamo loro più libertà e affidavamo loro maggiori responsabilità. Quando si tiene in mano una molla bisogna allentare gradualmente la stretta per evitare che schizzi via”.
“Mostrate tanto affetto. Nessun bambino è mai morto di baci e abbracci, mentre i loro sentimenti possono morire senza di essi”.
“Siate pazienti, non scoraggiateli. Non battete sempre sullo stesso tasto. Lasciate che acquistino sicurezza. A ogni critica fate seguire quattro lodi!”
“Fate del vostro meglio per loro, affinché diano il meglio di sé”.
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Rebecca, e tutti i bambini come lei, hanno bisogno di affetto sincero
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Trovando il tempo di fare le cose insieme si contribuisce a creare un forte vincolo familiare
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