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SansonePerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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In seguito, nei pressi di Timna, Sansone incontrò un leone. Reso potente dallo spirito di Dio, squarciò l’animale in due con le sole mani.
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SansonePerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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Ma “lo spirito di Geova divenne operante su di lui, e le funi che erano sulle sue braccia si fecero come fili di lino che siano stati bruciati dal fuoco, così che i suoi ceppi si fusero dalle sue mani”. Presa una mascella d’asino fresca Sansone abbatté mille uomini, poi attribuì questa vittoria a Geova.
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SansonePerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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Un’altra volta Sansone andò in casa di una prostituta nella città filistea di Gaza. Saputolo, i filistei gli tesero un’imboscata, con l’intenzione di ucciderlo la mattina. Ma a mezzanotte Sansone si alzò e divelse la porta della città, i pilastri laterali e la sbarra, e li portò “in cima al monte che è di fronte a Ebron”. (Gdc 16:1-3; vedi GAZA n. 1). Questa fu una grande umiliazione per i filistei, poiché lasciava Gaza indifesa e alla mercé dei nemici. Il fatto che Sansone fosse in grado di compiere un’impresa così straordinaria indica che aveva ancora lo spirito di Dio.
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SansonePerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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Con questa azione i filistei diedero una volta di più a Sansone motivo di vendicarsi su di loro. Egli ne uccise molti, “ammucchiando gambe su cosce”. — Gdc 14:20–15:8.
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SansonePerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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Per interesse materiale essa cercò di scoprire il segreto della forza di Sansone. Tre volte egli le diede risposte fuorvianti. Ma a motivo della fastidiosa insistenza di lei, alla fine cedette e le rivelò che la sua forza derivava dal fatto che era nazireo dalla nascita. Dalila allora si mise in contatto con i filistei per consegnarlo loro e ricevere la ricompensa. Mentre Sansone dormiva sulle sue ginocchia, Dalila gli fece radere i capelli. Al suo risveglio, egli non aveva più lo spirito di Geova, poiché si era lasciato attirare in una situazione che provocò l’interruzione del suo nazireato. La sua forza non dipendeva dai capelli stessi, ma da ciò che rappresentavano, cioè la speciale relazione che Sansone aveva con Geova in qualità di nazireo. Interrotta quella relazione, Sansone non era diverso da qualsiasi altro uomo. Perciò i filistei lo poterono accecare, legare con ceppi di rame e costringere a far girare la macina nella prigione. — Gdc 16:4-21.
Mentre Sansone languiva in prigione i filistei disposero di tenere un grande sacrificio in onore del loro dio Dagon, a cui attribuivano il merito di aver catturato Sansone. In gran numero, inclusi tutti i signori dell’asse, si radunarono nella casa usata per l’adorazione di Dagon. Solo sul tetto c’erano 3.000 uomini e donne. Gli allegri filistei fecero condurre fuori della prigione Sansone, i cui capelli nel frattempo erano ricresciuti, perché contribuisse al loro divertimento. Giunto sul posto Sansone chiese al ragazzo che lo accompagnava di lasciargli toccare le colonne che sostenevano l’edificio. Quindi pregò Geova: “Ricordati di me, ti prego, e rafforzami, ti prego, solo questa volta, o tu, il vero Dio, e lascia che mi vendichi sui filistei con la vendetta per uno dei miei due occhi”. (Gdc 16:22-28) Può darsi che abbia pregato per vendicarsi di uno soltanto dei suoi occhi riconoscendo che la loro perdita era dovuta in parte al suo stesso errore. O può darsi che ritenesse impossibile vendicarsi completamente quale rappresentante di Geova.
Sansone si appoggiò alle due colonne di sostegno e “si curvò con potenza”, facendo crollare la casa. Questo provocò la sua stessa morte e quella di più filistei di quanti egli non ne avesse uccisi in tutta la sua vita. I parenti lo seppellirono “fra Zora ed Estaol nel luogo di sepoltura di Manoa suo padre”. Quindi Sansone morì fedele a Geova dopo avere giudicato Israele per 20 anni. Perciò il suo nome viene giustamente menzionato insieme a quello di uomini che, grazie alla fede, furono resi potenti. — Gdc 15:20; 16:29-31; Eb 11:32-34.
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