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Una porta aperta nelle isole di San BlasLa Torre di Guardia 1988 | 15 maggio
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All’ingresso di una certa capanna erano allineate circa 50 immagini in legno intarsiato di varie dimensioni. Bolivar ci spiegò che erano state messe lì allo scopo di scacciare gli spiriti maligni. Quando la donna che venne alla porta ci disse che il marito non stava bene, comprendemmo il perché delle immagini, dato che spesso le malattie vengono attribuite ai demoni.
All’interno trovammo il marito sdraiato su un’amaca. Sospesi a una corda, sopra di lui c’erano decine di archi in miniatura con minuscole frecce dalla punta rossa puntate verso il malato. Nelle intenzioni, servivano a spaventare gli spiriti maligni. Per terra c’erano parecchie zucche contenenti piccole immagini, pipe e semi di cacao abbrustoliti. Secondo loro servivano a placare gli spiriti.
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Una porta aperta nelle isole di San BlasLa Torre di Guardia 1988 | 15 maggio
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I testimoni di Geova predicano la buona notizia del Regno nelle San Blas dal 1969 e una cinquantina di persone frequentano attualmente le nostre adunanze. (Matteo 24:14) Le autorità locali, però, non ci permettono di predicare in certe isole. Qualche tempo fa i Sahilas di Ustupu, la seconda isola per numero di abitanti, chiesero un colloquio con i testimoni di Geova per decidere se riconoscerli ufficialmente o no. A quanto pare, Geova ci sta ‘aprendo una porta’. — 1 Corinti 16:9.
Durante un’udienza preliminare, si capì subito qual era la principale preoccupazione delle autorità locali. Ci dissero che nella comunità operavano già quattro gruppi religiosi — cattolici, battisti, Chiesa di Dio e mormoni — ognuno dei quali aveva un grande edificio di culto, e alcuni di questi erano lasciati in abbandono. Poiché c’è così poca terra sull’isola, le autorità ci vanno caute prima di ammettere nuovi gruppi religiosi sull’isola.
Grazie a un interprete abbiamo spiegato che in oltre 200 paesi del mondo i testimoni di Geova hanno contribuito al benessere delle comunità con le elevate norme morali che seguono. Abbiamo assicurato ai funzionari che le nostre adunanze si sarebbero per il momento tenute nelle case dei Testimoni del posto e che, se si fosse resa necessaria la costruzione di un particolare edificio di culto, non sarebbe rimasto inutilizzato, in quanto alle nostre adunanze c’è un’elevata frequenza.
Dopo una conversazione di circa un’ora, i funzionari decisero di trattare la questione alla successiva riunione dei Sahilas, che avrebbe avuto luogo verso la fine di quella stessa settimana. Dovevamo aspettare.
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