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La Spagna dei mori: un sorprendente retaggioSvegliatevi! 1988 | 8 novembre
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Islam: ‘Veicolo di trasmissione delle tecniche’
L’occupazione della Spagna da parte dei mori avrebbe avuto conseguenze durature anche per il resto dell’Europa. Specie nel periodo in cui i regni della cristianità della Spagna settentrionale stavano progressivamente inglobando gli stati musulmani del sud, la Spagna dei mori servì da intermediaria fra Est e Ovest, facilitando la diffusione della cultura, della scienza e della tecnica orientale in tutta l’Europa e in altri paesi. (Vedi pagina 27).
Spiegando come avvenne, l’Encyclopædia Britannica dice: “L’importanza dell’islam stava nell’assimilazione araba delle conquiste scientifiche e tecniche della civiltà ellenica, a cui diede validi apporti, e il tutto fu reso accessibile in Occidente attraverso i mori in Spagna.
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La Spagna dei mori: un sorprendente retaggioSvegliatevi! 1988 | 8 novembre
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Agricoltura. L’efficiente sistema di canali di irrigazione dei mori è ancora usato in molte parti della Spagna per irrigare aranceti e limoneti piantati la prima volta da orticoltori arabi. Sotto la guida dei mori vennero coltivati riso, canna da zucchero, melograni, cotone, banani, aranci, limoni, palme da datteri e fichi. Molte di queste colture sarebbero state in seguito portate nelle Americhe dai colonizzatori spagnoli e portoghesi.
Il lento bue fu sostituito dal mulo, dall’asino e dal cavallo. I cavalli nordafricani furono incrociati con quelli iberici per produrre il superbo cavallo andaluso, che è stato definito la più antica varietà documentata del mondo.
Medicina. L’ospedale di Cordova era una rinomata scuola di medicina, la prima del genere in Europa, e i suoi chirurghi godevano di fama internazionale. Gli strumenti chirurgici erano sorprendentemente simili a quelli usati oggi. A quanto si dice, venivano usati come anestetici vino, hascisc e altre droghe.
Veniva dato molto risalto alla medicina terapeutica e all’uso delle erbe come medicine. Nel Canone di medicina di Avicenna, un’enciclopedia medica dell’XI secolo, troviamo il seguente buon consiglio: “L’esperienza mostra che l’allattamento al seno della madre è un’importante misura cautelativa contro le malattie”.
Astronomia, geografia e matematica. Nel XII secolo apparve una ragguardevole opera di geografia e astronomia, scritta da al-Idrīsī, che aveva studiato a Cordova. Intitolata “Il libro di Ruggero”, divideva il mondo conosciuto in zone climatiche e includeva una settantina di carte geografiche dettagliate che sono state definite “la somma impresa della cartografia medievale”. Come la maggioranza degli studiosi islamici, al-Idrīsī prese per scontato che la terra era di forma sferica.
Un altro moro, un cittadino di Toledo, pubblicò delle tavole astronomiche e inventò quello che è chiamato astrolabio universale (uno strumento usato per determinare la latitudine), il precursore del sestante. Questi progressi, insieme all’adozione della vela triangolare usata per generazioni sui sambuchi arabi, sarebbero stati importanti contributi per i grandi viaggi di scoperta del XV secolo.
Anche il nostro sistema numerico deve molto ai matematici islamici che, nell’VIII secolo, impiegavano quelli che oggi sono chiamati numeri arabi, insieme allo zero e ai decimali, il che costituì un notevole passo avanti rispetto al precedente sistema numerico romano basato sulle lettere (I=1, V=5, X=10, L=50, C=100, M=1000). Per fare un esempio, si paragoni il numero MCMLXXXVIII con quello basato sul sistema arabo: 1988!
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