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Induismo: Ricerca di liberazioneL’uomo alla ricerca di Dio
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[Riquadro/Immagini alle pagine 100 e 101]
Sikhismo: un culto riformato
Il sikhismo, simboleggiato da tre sciabole e un cerchio, è la religione di oltre 17 milioni di persone, per lo più abitanti del Punjab. Il Tempio d’Oro sikh, sito nel mezzo di un lago artificiale, sorge ad Amritsar, la città santa dei sikh. Questi ultimi sono facilmente riconoscibili per il loro turbante blu, bianco o nero: portarlo è una parte essenziale della loro pratica religiosa, come lo è lasciarsi crescere i capelli.
Il termine hindi sikh significa “discepolo”. I sikh sono discepoli del loro fondatore, il guru Nānak, e seguono gli insegnamenti di dieci guru (Nānak più nove successori) i cui scritti sono raccolti nel libro sacro sikh, il Granth Sahib (o Adi Granth). Il sikhismo fu fondato agli inizi del XVI secolo, quando Nānak si propose di prendere il meglio da induismo e islamismo così da fonderli in un’unica religione.
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Induismo: Ricerca di liberazioneL’uomo alla ricerca di Dio
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L’ultimo guru, Gobind Singh (1666-1708), fondò una confraternita di sikh chiamata Khalsa, che osserva le cosiddette cinque K: kesh, capelli lunghi, che simboleggiano la spiritualità; kangha, un pettine per fermare i capelli, che simboleggia l’ordine e la disciplina; kirpan, una sciabola, che rappresenta dignità, coraggio e abnegazione; kara, un braccialetto d’acciaio, che simboleggia l’unità con Dio; kachh, mutande tipo bermuda, che denotano modestia e vengono indossate come segno di freno morale. — Vedi The Encyclopedia of World Faiths, pagina 269.
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[Immagini]
Il turbante blu denota una mente aperta come il cielo, nella quale non c’è posto per il pregiudizio
Il turbante bianco sta a indicare una persona santa che conduce una vita esemplare
Il turbante nero rammenta la persecuzione inglese di cui i sikh furono oggetto nel 1919
Altri colori sono questione di gusto personale
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