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  • “Ho trovato vera giustizia”
  • Svegliatevi! 1987
Svegliatevi! 1987
g87 8/11 p. 17

“Ho trovato vera giustizia”

L’AMORE per il gioco del calcio e l’avversione per le ingiustizie mi portarono a svolgere un’attività alquanto particolare: l’arbitro. A modo mio potevo amministrare la giustizia per novanta minuti, la durata di un incontro. Cercavo in ogni modo d’essere imparziale nel corso delle partite, un compito difficile che cercavo di assolvere meglio che potevo, indifferente agli improperi del pubblico. Bruciai le tappe fino ad arbitrare incontri internazionali di squadre giovanili. Per uno di trent’anni era già un grande successo.

Mosso dai miei ideali di giustizia, sentii il bisogno di cercare persone con cui condividere gli stessi princìpi. Venni così in contatto con i testimoni di Geova. Per un periodo studiai la Bibbia con loro. Frequentai poi la Sala del Regno dove si riunivano. Vi trovai una calorosa atmosfera di cordialità e gentilezza. Ma ero convinto che per far affermare la giustizia ci volessero più decisione e più vigore; buoni propositi e spirito pacifico servivano a poco! Inoltre dovevo badare alla mia carriera; il tempo a disposizione era limitato, la stanchezza e gli impegni non concedevano tregua, per cui smisi di esaminare la Bibbia. Rimasi però in buoni rapporti con i Testimoni. Li consideravo brava gente, di alti valori morali. Difesi i loro sani princìpi in molte occasioni. Ricordo che una volta mandai una lettera aperta a un giornale di quartiere, per difenderli da false accuse lanciate dal parroco. In seguito i testimoni di Geova mi invitarono ad uno studio biblico di gruppo tenuto in una casa privata. Vi partecipai e ciò mi fece pensare a quando i primi cristiani si riunivano in piccoli gruppi per sostenere il loro ideale di giustizia. Continuando a partecipare agli “studi di libro”, compresi che — secondo le parole di Gesù — pochi sarebbero stati amanti delle cose giuste. — Matteo 7:13, 14.

Rimasi colpito anche dal fatto che, benché Gesù predicasse la “buona notizia”, il suo scopo non era quello di stabilire la giustizia nell’ambito dell’impero romano allora esistente, bensì annunciare il Regno di Dio come unica salvezza per l’uomo. (Giovanni 6:15) Cominciai a vedere in una luce diversa l’atteggiamento umile dei testimoni di Geova e il motivo per cui, anziché cercare di cambiare il mondo, annunciano la venuta del Regno di Dio che metterà le cose a posto sulla terra. Man mano che i princìpi biblici scendevano nel mio cuore, mi rendevo conto che erano necessari dei cambiamenti nella mia vita.

Il 1970 fu un anno decisivo. Dovevo arbitrare la finalissima per l’assegnazione della coppa fra due squadre regionali. Arrivai allo stadio con circa un’ora di anticipo. Sul campo di gioco non c’era nessuno. Feci un giro per verificare se tutto era in regola. Una riflessione mi fece trasalire. Come mai dopo ogni partita sembrava che tutte le buone cose apprese dalla Bibbia svanissero? E come mai fino alla successiva considerazione biblica, i miei pensieri erano su tutt’altre cose? Ero perplesso. Forse l’esasperato antagonismo con cui gli atleti si affrontavano mi influenzava in un certo qual modo? E che dire della folla che creava intorno ai giocatori un’atmosfera di esaltazione e violenza? Che c’era di sportivo in tutto ciò? In seguito, con queste domande ancora in mente, mi recai a una grande assemblea dei testimoni di Geova. Che atmosfera regnava tra i convenuti! Molto diversa da quella esistente sugli stessi spalti durante una partita di calcio. Mi commosse vedere molti che si battezzavano in acqua, dedicandosi a Dio pubblicamente.

Da allora in poi frequentai tutte le adunanze cristiane dei testimoni di Geova, studiando regolarmente con loro. Capii che potevo partecipare anch’io alla dichiarazione della giustizia di Dio, nel servizio di campo, per tutti i giorni della mia vita. — 2 Pietro 3:13.

Scrissi subito una lettera alla Lega Nazionale Arbitri presentando le dimissioni. La lettera di risposta includeva questo pensiero: “Comprendo quanto elevata sia l’opera che compi, volta a unire uomini di buona volontà sotto un unico ideale”. Senza dubbio questo è l’ideale di tutti coloro che servono Dio e che attendono di essere preservati alla manifestazione della Sua giustizia. (Sofonia 2:3) Dopo circa due mesi mi battezzai.

Nel corso del tempo mi sono dedicato in misura sempre crescente all’opera del Signore. Dall’ottobre del 1972 ho avuto la gioia di servire Geova come pioniere speciale, ministro impegnato a tempo pieno nella predicazione. Dal marzo del 1977, in qualità di sorvegliante di circoscrizione, visito con mia moglie diverse congregazioni d’Italia, col vivo desiderio di rafforzare la fede dei miei fratelli spirituali. Durante una di queste visite ebbi modo di accompagnare un uomo che per la prima volta si recava in predicazione. Al termine della mattinata, gli chiesi di accompagnarmi al campo sportivo. Giunti lì, egli mi domandò spiegazioni. Quando gli dissi che quindici anni prima avevo arbitrato una partita di calcio della squadra locale proprio in quel campo, rimase senza fiato. Egli mi disse che era lui, in quel tempo, l’allenatore della squadra! Non l’avevo riconosciuto, ma fu un grande piacere e una sorpresa scoprire che uno del mio stesso ambiente aveva accettato il messaggio biblico. Oggi anche lui è un dedicato testimone di Geova.

Prego costantemente Geova perché le persone affamate di giustizia possano essere saziate mediante la conoscenza della Parola di Dio. (Matteo 5:6) — Da un collaboratore.

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