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  • g86 22/12 pp. 5-7
  • La piaga della pornografia: Il pericolo c’è!

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  • La piaga della pornografia: Il pericolo c’è!
  • Svegliatevi! 1986
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  • Nociva o utile?
  • ‘Che dire dei nostri diritti?’
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    Svegliatevi! 1986
Altro
Svegliatevi! 1986
g86 22/12 pp. 5-7

La piaga della pornografia: Il pericolo c’è!

QUELLO che potete leggere qui sotto è un esempio di pornografia odierna. Vi sconvolge? Vi sentite nauseati? Eppure è tratto da pubblicazioni che fanno una blanda descrizione del contenuto di certa letteratura pornografica attualmente in circolazione. Sebbene le fonti citate usassero un linguaggio che ritenevano adatto al pubblico dei lettori, per riguardo verso di voi Svegliatevi! ha dovuto rivedere ulteriormente parte di quel linguaggio.

Pertanto chi dice che ‘la pornografia c’è sempre stata, per cui non c’è di che preoccuparsi’, rivela di ignorare il significativo cambiamento di contenuto che c’è stato negli ultimi anni. Non si tratta più semplicemente di scene di nudo o di rapporti sessuali. Oggigiorno c’è una valanga di disgustose oscenità, perversioni e violenza cruda. Ci sono scene di stupro eterosessuale e omosessuale; rapporti sessuali fra lesbiche e fra gay; rapporti per via orale e anale; rapporti di gruppo; incesto; bestialità; tortura, mutilazione e omicidio, spesso con la partecipazione di preadolescenti. È importante ricordare questo fatto mentre consideriamo l’idea di alcuni che la pornografia sia innocua e quindi non costituisca un pericolo per voi.

Nociva o utile?

Vi sono due teorie generali sugli effetti della pornografia. Una sostiene l’idea che tale materiale non produca nessun cattivo effetto sulle persone normali, ma che invece offra un innocuo sfogo a chi ha una forte carica sessuale e che perciò sia innocua e possa anche essere utile. Certo, quelli che ragionano in questo modo ammettono che quanto una persona legge o vede produce un effetto. Tuttavia dicono che non esistono prove valide di un nesso fra la pornografia e lo stupro o altre forme di violenza.

Voci altrettanto forti però sostengono che un nesso esiste. Sono le voci dell’esperienza, di coloro che devono avere a che fare direttamente con gli effetti avvilenti della pornografia. Respingono, considerandoli speciosi, i molti argomenti secondo cui ci vogliono ‘dati scientifici precisi’ per comprovare l’esistenza di un nesso, ma insistono sull’altra teoria: ci sono persone che imitano e che hanno imitato quello che vedono nella pornografia.

In una lettera al New York Times, il condirettore di Police Times citava alcuni esempi di ciò che convince molti nella polizia che “la pornografia contribuisce a creare un clima morale e sociale favorevole all’abuso e allo sfruttamento sessuale”. Alcuni esempi citati erano:

● “William Marshall, che ha studiato alcuni stupratori canadesi in prigione, riferisce: ‘Varie forme di fantasie basate sulla pornografia possono condurre al crimine’. Dieci stupratori su 18 hanno confessato di avere costretto donne ad avere rapporti sessuali con loro perché influenzati dalla pornografia”.

● “Secondo . . . [il] fondatore del Citizens for Decency Through Law [un gruppo di cittadini interessati alla tutela della pubblica moralità tramite la legge] con sede a Phoenix, ‘le squadre del buoncostume riferiscono che il 77 per cento di coloro che avevano molestato bambini e l’87 per cento di coloro che avevano molestato bambine hanno ammesso di avere sperimentato il comportamento sessuale descritto nella letteratura pornografica’”.

● “Il dipartimento di polizia di Los Angeles fa notare che in ciascuno degli oltre 40 casi di abuso sessuale all’infanzia investigati . . . è stata riscontrata la presenza di foto pornografiche”.

● “Viene usata pornografia per adulti e pornografia infantile . . . per indurre i bambini ad avere rapporti sessuali. In un caso, una bambina di 6 anni ha dichiarato che il padre si era servito di materiale pornografico per adescarla”.

Oltre a ciò, stando al New York Times del 14 maggio 1986, la commissione sulla pornografia costituita dal Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti, dopo uno studio durato un anno, ha concluso “che esiste un rapporto di causalità fra una sostanziale esposizione a materiale di questo tipo e il grado di violenza sessuale, di coercizione sessuale o di aggressione sessuale non voluta fra la popolazione così esposta”.

È vero che alcuni non sono d’accordo su questa conclusione, ma anche loro riconoscono la necessità di controllare la violenza gratuita e il coinvolgimento dei bambini nella pornografia, ammettendo di nuovo in sostanza che la pornografia influisce su chi la usa. Dovrebbe essere ovvio che c’è un nesso fra ciò che si vede e si legge e ciò che si pensa e si fa.

Nonostante gli argomenti ingegnosi usati contro l’idea che un nesso esista, una cosa è chiara: i pornografi sanno bene perché producono materiale osceno e chi ne fa uso sa bene perché lo compra. I pornografi riconoscono qual è il suo scopo: stimolare sessualmente. Chi afferma che quello che ne consegue, si tratti di masturbazione o cose peggiori, è unicamente responsabilità dell’individuo, rivela mancanza di sensibilità. Lo scopo stesso del prodotto danneggia il consumatore. Esso e chi lo fornisce sono tanto riprovevoli quanto qualsiasi droga che dà assuefazione e i suoi spacciatori.

‘Che dire dei nostri diritti?’

Alcuni, tuttavia, avvertono che è pericoloso privare i cittadini del loro diritto di possedere, leggere e guardare qualsiasi cosa desiderino nell’intimità della propria casa e del diritto di pubblicare e distribuire tale materiale. Si teme l’abuso della censura.

Si tratta di preoccupazioni generalmente valide. Ma anche se esiste la libertà di parola, non si possono dire o pubblicare cose diffamatorie sugli altri o diffondere pubblicamente falsi allarmi che metterebbero in pericolo l’incolumità e la vita altrui. Nessun governo umano garantisce libertà assoluta. Bisogna tener conto dei diritti e delle libertà altrui.

Coloro che chiedono cosa ci sia di male a guardare in privato materiale pornografico, finché non se ne imita il contenuto per danneggiare altri, dimenticano un aspetto importante dei diritti umani. Visto che la pornografia viene usata per indurre i giovanissimi a pratiche incestuose e ad altre forme di abuso sessuale all’infanzia, e visto che sia gli adulti che i bambini che compaiono sulle foto e nei film sono spesso costretti a partecipare alla produzione di materiale pornografico, come può alcuno negare che si sta facendo loro del male?

Che dire inoltre della violenza subita da coloro che vengono impiegati per la pornografia quando questi sono legati, torturati, mutilati e costretti a sottostare a dolorose e innaturali pratiche sessuali? E che dire di alcuni bambini che finiscono nel giro della prostituzione infantile che alimenta un redditizio traffico internazionale? “Disgustoso!”, direte. Che dire dunque dei loro diritti? È questo il prezzo che bisogna pagare perché altri abbiano il diritto di trarre piacere dalla pornografia? È questo il modo di ‘fare agli altri come vorreste che gli altri facessero a voi’? — Matteo 7:12.

Molti, tuttavia, dicono che la censura non risolverebbe il problema. Anzitutto, per perseguire legalmente i pornografi bisogna poter identificare cosa è pornografia e cosa non lo è. Neppure i tribunali ci sono riusciti.

Una cosa è chiara: voi e la vostra famiglia siete minacciati dalla piaga della pornografia. Né polizia, né gruppi antipornografia, né agenti doganali né censori sembrano capaci di arginare o eliminare l’epidemia. Esiste un modo in cui i cittadini preoccupati possono proteggere i loro cari?

[Riquadro a pagina 5]

“Tre uomini rapiscono una dopo l’altra una donna, una dodicenne e una nonna, poi le prendono a calci colpendole al viso, alla testa e nel corpo fino a far perdere loro i sensi. Dopo che sono svenute, le violentano e le picchiano di nuovo”.

‘Corpi femminili, nudi e mutilati, appesi a testa in giù su reticolati di filo spinato e una donna costretta a [partecipare a un atto di bestialità]’.

‘Ragazzine [sottoposte a rapporti orali e bestialità] e ragazzini di otto o nove anni nell’atto d’essere . . . sodomizzati’.

[Riquadro a pagina 6]

Un sondaggio condotto nel marzo del 1985 negli Stati Uniti dalla Gallup per la rivista Newsweek rivela le seguenti interessanti opinioni espresse dagli americani riguardo alla pornografia:

● Ben il 73 per cento degli americani credeva che materiale a contenuto chiaramente erotico ‘inducesse alcuni a commettere stupri o violenze sessuali’.

● Solo il 34 per cento pensava che la pornografia offrisse “un innocuo sfogo a persone con problemi sessuali”.

● La maggioranza, il 76 per cento, credeva che materiale esplicito ‘facesse perdere ad alcuni il rispetto per la donna’.

● Oltre i due terzi, il 67 per cento, ritenevano che la pornografia potesse “condurre al declino della morale pubblica”.

● Niente meno che dal 63 al 73 per cento era del parere che si dovessero proibire in modo assoluto videocassette, film o riviste contenenti violenza sessuale.

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