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“La congregazione entrò [...] in un periodo di pace”Rendiamo “completa testimonianza in merito al Regno di Dio”
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23, 24. (a) Che cosa impariamo dall’episodio di Tabita? (b) Cosa dovremmo essere determinati a fare?
23 Riflettete sulla vicenda di Tabita, o Gazzella, una cristiana che viveva a Ioppe, cittadina non distante da Lidda. Questa fedele sorella usava saggiamente il tempo e le risorse che aveva. Infatti “faceva molte opere buone e molti doni di misericordia”. Ma improvvisamente si ammalò e morì.d La sua morte addolorò molto i discepoli di Ioppe, specie le vedove a cui aveva fatto del bene. Giunto nella casa in cui si preparava la salma per la sepoltura, Pietro compì un miracolo che non aveva precedenti fra gli apostoli di Gesù Cristo. Pregò e poi risuscitò Tabita. Vi immaginate la gioia delle vedove e degli altri discepoli quando Pietro li richiamò nella stanza e presentò loro Tabita viva? Senz’altro questo li rafforzò in vista delle prove che li attendevano. Naturalmente “la cosa fu risaputa in tutta Ioppe, e molti credettero nel Signore” (Atti 9:36-42).
Come possiamo imitare Tabita?
24 Da questo commovente episodio riguardante Tabita impariamo due cose importanti: (1) dato che la vita è fugace, è davvero importante che ci facciamo un buon nome presso Dio finché siamo in tempo (Eccl. 7:1); (2) quella della risurrezione è una speranza sicura. Geova aveva notato le numerose buone azioni di Tabita, e la ricompensò. Geova non dimentica neanche le nostre buone azioni. E se la nostra vita dovesse terminare prima di Armaghedon, ci risusciterà (Ebr. 6:10). Quindi, sia che ci troviamo in ‘tempi difficili’ o che godiamo di un “periodo di pace”, perseveriamo nel rendere completa testimonianza a Cristo (2 Tim. 4:2).
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