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  • Grati per l’immeritata benignità di Dio
    La Torre di Guardia (per lo studio) 2016 | Luglio
    • 1. Una sorella molto preoccupata in ospedale accanto al letto del marito; 2. Una sorella stringe a sé la figlia dopo che una tempesta ha distrutto la loro casa

      Grati per l’immeritata benignità di Dio

      Tutti abbiamo ricevuto immeritata benignità su immeritata benignità (GIOV. 1:16)

      CANTICI: 95, 13

      COME RISPONDERESTE?

      • Qual è la più grande dimostrazione dell’immeritata benignità di Geova nei confronti dell’umanità?

      • Come possiamo dimostrare che su di noi non domina più il peccato ma l’immeritata benignità?

      • Quali benedizioni riceviamo grazie all’immeritata benignità di Geova?

      1, 2. (a) Descrivete la parabola di Gesù del proprietario della vigna. (b) In che modo la parabola mette in risalto qualità come generosità e immeritata benignità?

      UNA mattina presto un viticoltore andò al mercato per assumere braccianti per la sua vigna. Gli uomini che trovò accettarono la paga offerta loro e andarono a lavorare. Avendo bisogno di più lavoratori, il proprietario della vigna tornò diverse volte al mercato per assumerne altri e offrì un compenso equo anche a quelli che chiamò alla fine del pomeriggio. Quando si fece sera e i braccianti furono radunati per ricevere la paga, il viticoltore diede lo stesso compenso a tutti loro, sia che avessero lavorato molte ore o una soltanto. Quando i braccianti assunti per primi se ne resero conto, iniziarono a lamentarsi. Il viticoltore, però, ricordò loro che era suo diritto decidere quanto pagare i propri lavoratori e che comunque la loro paga era quella pattuita. Concluse chiedendo a quei braccianti se fossero invidiosi a causa della sua generosità (Matt. 20:1-15, nt.).

      2 La parabola di Gesù ci ricorda una qualità di Geova menzionata spesso nella Bibbia: la sua “immeritata benignità”. (Leggi 2 Corinti 6:1.)[1] Poteva sembrare che chi aveva lavorato solo un’ora non avrebbe dovuto ricevere l’intera paga, ma il proprietario della vigna mostrò loro straordinaria benignità. La parola greca per “immeritata benignità”, resa “grazia” in molte traduzioni della Bibbia, ha stretta attinenza con un altro termine, riguardo al quale uno studioso ha scritto: “Nell’insieme la parola dà fondamentalmente l’idea di un dono generoso e immeritato, di qualcosa di non guadagnato e non meritato” (W. Barclay, New Testament Words).

      IL GENEROSO DONO DI GEOVA

      3, 4. Perché e in che modo Geova ha mostrato immeritata benignità a tutti gli esseri umani?

      3 Le Scritture parlano del “gratuito dono dell’immeritata benignità di Dio” (Efes. 3:7). Perché Geova ci ha dato questo “gratuito dono”, e come ce l’ha provveduto? Se riuscissimo a fare alla perfezione tutto ciò che Geova richiede da noi, meriteremmo la sua benignità. La realtà però è ben diversa. Infatti il saggio re Salomone scrisse: “Non c’è uomo giusto sulla terra che continui a fare il bene e non pecchi” (Eccl. 7:20). Anche l’apostolo Paolo disse che “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”, e aggiunse che “il salario che il peccato paga è la morte” (Rom. 3:23; 6:23a). Questo è ciò che meritiamo.

      4 Geova però manifestò amore nei confronti degli esseri umani peccatori con un gesto di immeritata benignità davvero senza pari: mandò “il suo unigenito Figlio” sulla terra a morire per noi (Giov. 3:16). Ecco perché Paolo scrisse che ora Gesù è “coronato di gloria e di onore per aver subìto la morte, affinché per immeritata benignità di Dio egli gustasse la morte per ogni uomo” (Ebr. 2:9). Come dice la Bibbia, “il dono che dà Dio è la vita eterna mediante Cristo Gesù nostro Signore” (Rom. 6:23b).

      5, 6. Quali risultati otterremo se siamo dominati (a) dal peccato? (b) dall’immeritata benignità?

      5 In che modo tutti gli uomini hanno ereditato il peccato e di conseguenza la morte? La Bibbia spiega: “Per il fallo di un solo uomo [Adamo] la morte ha regnato” su tutti i suoi discendenti (Rom. 5:12, 14, 17). Comunque è incoraggiante sapere che possiamo scegliere di non essere più dominati dal peccato. Se esercitiamo fede nel sacrificio di riscatto di Cristo ci poniamo sotto il dominio dell’immeritata benignità di Geova. Le Scritture lo confermano dicendo: “Dove abbondò il peccato, abbondò ancora di più l’immeritata benignità. A qual fine? Affinché, come il peccato regnò con la morte, similmente anche l’immeritata benignità regnasse per mezzo della giustizia in vista della vita eterna per mezzo di Gesù Cristo” (Rom. 5:20, 21).

      6 Pur essendo ancora peccatori, non dobbiamo necessariamente lasciare che il peccato regni su di noi. Quando cediamo al peccato, possiamo chiedere a Geova di perdonarci. Paolo avvertì i cristiani con queste parole: “Il peccato non vi deve signoreggiare, visto che non siete sotto la legge ma sotto l’immeritata benignità” (Rom. 6:14). Veniamo quindi a trovarci sotto il dominio dell’immeritata benignità. Con quale risultato? Paolo spiegò che l’immeritata benignità di Dio “[ci insegna] a ripudiare l’empietà e i desideri mondani e a vivere con sanità di mente e giustizia e santa devozione in questo presente sistema di cose” (Tito 2:11, 12).

      L’IMMERITATA BENIGNITÀ “ESPRESSA IN VARI MODI”

      7, 8. Cosa significa che l’immeritata benignità di Geova è “espressa in vari modi”? (Vedi le immagini iniziali.)

      7 L’apostolo Pietro scrisse: “Nella proporzione in cui ciascuno ha ricevuto un dono, usatelo, servendo gli uni gli altri come eccellenti economi dell’immeritata benignità di Dio espressa in vari modi” (1 Piet. 4:10). Questo significa che, indipendentemente dal tipo di prova che possiamo incontrare, Geova può aiutarci ad affrontarla (1 Piet. 1:6). Ci sarà sempre un’espressione della benignità di Dio che potrà esserci d’aiuto in ogni specifica situazione.

      8 L’immeritata benignità di Geova è espressa davvero in vari modi. L’apostolo Giovanni scrisse: “Tutti abbiamo ricevuto dalla sua pienezza, sì, immeritata benignità su immeritata benignità” (Giov. 1:16). Le varie espressioni della benignità di Geova portano a molte benedizioni. Vediamone alcune.

      9. Cosa riceviamo grazie all’immeritata benignità di Geova, e come possiamo dimostrare la nostra gratitudine?

      9 Possiamo ricevere il perdono dei peccati. Grazie all’immeritata benignità di Geova, se ci pentiamo e continuiamo a lottare strenuamente contro le nostre inclinazioni peccaminose, possiamo ricevere il perdono dei nostri peccati. (Leggi 1 Giovanni 1:8, 9.) Dovremmo essere molto grati per la misericordia di Dio e sentirci spinti a lodarlo. Scrivendo ad altri cristiani unti, Paolo affermò: “[Geova] ci ha liberati dall’autorità delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, mediante il quale abbiamo la nostra liberazione per riscatto, il perdono dei nostri peccati” (Col. 1:13, 14). Ricevere il perdono dei peccati apre la strada a molte altre meravigliose benedizioni.

      10. Cosa possiamo avere grazie all’immeritata benignità di Dio?

      10 Possiamo avere una pacifica relazione con Dio. A causa del peccato, fin dalla nascita eravamo nemici di Dio. A questo proposito Paolo riconobbe: “Quando eravamo nemici, fummo riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo” (Rom. 5:10). Questa riconciliazione ci permette di essere in pace con Geova. Paolo mise in relazione questo privilegio con l’immeritata benignità di Geova quando disse ai suoi compagni unti: “Ora che siamo stati dichiarati giusti come risultato della fede, godiamo la pace con Dio per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, per mezzo del quale abbiamo anche ottenuto il nostro accesso per fede in questa immeritata benignità nella quale ora stiamo” (Rom. 5:1, 2). Questa è davvero una grande benedizione!

      Un fratello predica a un uomo

      Grazie all’immeritata benignità di Dio possiamo... udire la buona notizia (Vedi il paragrafo 11)

      11. In che modo i cristiani unti conducono le “altre pecore” alla giustizia?

      11 Siamo condotti alla giustizia. Per natura nessuno di noi è giusto. Tuttavia il profeta Daniele predisse che durante il tempo della fine “quelli che hanno perspicacia”, i cristiani unti rimasti sulla terra, avrebbero “[condotto] molti alla giustizia”. (Leggi Daniele 12:3.) Grazie alla loro opera di predicazione e insegnamento gli unti hanno aiutato milioni di “altre pecore” a ottenere una condizione giusta dinanzi a Dio (Giov. 10:16). Ma questo è stato possibile soltanto per mezzo dell’immeritata benignità di Geova. Paolo infatti spiegò: “È come gratuito dono che son dichiarati giusti per sua [di Dio] immeritata benignità tramite la liberazione mediante il riscatto pagato da Cristo Gesù” (Rom. 3:23, 24).

      In ospedale una sorella molto preoccupata prega accanto al letto del marito

      ...pregare (Vedi il paragrafo 12)

      12. Quale relazione c’è fra l’immeritata benignità di Dio e la preghiera?

      12 Possiamo accostarci al trono di Dio attraverso la preghiera. Nella sua immeritata benignità Geova ci concede il privilegio di accostarci in preghiera al suo trono celeste. Paolo lo chiama “trono dell’immeritata benignità” e ci invita ad accostarci a esso “con libertà di parola” (Ebr. 4:16a). Geova ci ha dato questo privilegio per mezzo di suo Figlio “mediante il quale abbiamo questa libertà di parola e accesso con fiducia per mezzo della nostra fede in lui” (Efes. 3:12). È meraviglioso che Geova abbia espresso la sua immeritata benignità permettendoci di comunicare liberamente con lui in preghiera.

      Una sorella ha invitato altri a mangiare a casa sua

      ...ricevere aiuto al momento giusto (Vedi il paragrafo 13)

      13. In che modo grazie all’immeritata benignità possiamo ricevere “aiuto al tempo opportuno”?

      13 Possiamo ricevere aiuto al momento giusto. Paolo ci incoraggia ad accostarci liberamente a Geova in preghiera “affinché otteniamo misericordia e troviamo immeritata benignità per ricevere aiuto al tempo opportuno” (Ebr. 4:16b). Ogni volta che affrontiamo prove o difficoltà possiamo supplicare Geova perché ci aiuti. Anche se non lo meritiamo, Dio risponde alle nostre invocazioni, spesso servendosi dei nostri compagni di fede. Di conseguenza “possiamo aver coraggio e dire: ‘Geova è il mio soccorritore; non avrò timore. Che mi può fare l’uomo?’” (Ebr. 13:6).

      14. In che modo l’immeritata benignità di Geova ci aiuta nei momenti difficili?

      14 Possiamo ricevere conforto. Ricevere conforto in momenti di profonda sofferenza è una delle grandi benedizioni che otteniamo grazie all’immeritata benignità di Geova (Sal. 51:17). Ai cristiani di Tessalonica che erano perseguitati Paolo scrisse: “Lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio nostro Padre, che ci ha amati e ci ha dato conforto eterno e buona speranza mediante l’immeritata benignità, confortino i vostri cuori e vi rendano fermi” (2 Tess. 2:16, 17). Come è confortante sapere che Geova manifesta la sua generosa benignità occupandosi amorevolmente di noi!

      15. Quale speranza abbiamo grazie all’immeritata benignità di Dio?

      15 Abbiamo la prospettiva di vivere per sempre. Essendo peccatori, senza l’aiuto di Geova non avremmo alcuna speranza. (Leggi Salmo 49:7, 8.) Geova ci dà una prospettiva davvero meravigliosa. Gesù ne parlò in questi termini ai suoi seguaci: “Questa è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio ed esercita fede in lui abbia vita eterna” (Giov. 6:40). La speranza della vita eterna è un dono, una stupenda espressione dell’immeritata benignità di Dio. Paolo, che sicuramente era grato di questa speranza, disse: “È stata manifestata l’immeritata benignità di Dio che porta la salvezza a ogni sorta di uomini” (Tito 2:11).

      NON ABUSIAMO DELL’IMMERITATA BENIGNITÀ DI DIO

      16. In che modo alcuni cristiani del I secolo si approfittavano dell’immeritata benignità di Dio?

      16 Anche se grazie all’immeritata benignità di Geova riceviamo molte benedizioni, non dovremmo assolutamente pensare che Dio tolleri qualsiasi comportamento. Parlando di alcuni cristiani del I secolo, Giuda scrisse: “Mutano l’immeritata benignità del nostro Dio in una scusa per condotta dissoluta” (Giuda 4). Quei cristiani infedeli pensavano di poter peccare impunemente, contando sul fatto che in ogni caso Geova li avrebbe perdonati. Cosa ancor più grave, cercavano di indurre altri fratelli ad adottare la stessa condotta riprovevole. Anche oggi chi si comporta in questo modo “[oltraggia] lo spirito dell’immeritata benignità” (Ebr. 10:29).

      17. Quale chiaro consiglio diede Pietro?

      17 Oggi Satana fa credere ad alcuni cristiani che possano approfittarsi della misericordia di Dio e peccare senza subire alcuna conseguenza. Anche se è disposto a perdonare i peccatori che si pentono, Geova si aspetta che ingaggiamo un’ardua lotta contro le nostre tendenze peccaminose. Infatti ispirò Pietro a scrivere: “Voi, perciò, diletti, avendo questa anticipata conoscenza, state in guardia, affinché non siate trascinati con loro dall’errore di persone che sfidano la legge e non cadiate dalla vostra propria saldezza. No, ma continuate a crescere nell’immeritata benignità e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo” (2 Piet. 3:17, 18).

      L’IMMERITATA BENIGNITÀ COMPORTA DELLE RESPONSABILITÀ

      18. Quali responsabilità abbiamo in relazione all’immeritata benignità di Geova?

      18 Se siamo grati per l’immeritata benignità di Geova, ci sentiremo in dovere di usare i doni che Dio ci ha fatto per onorarlo e fare del bene al prossimo. In che modo? Troviamo la risposta in queste parole di Paolo: “Siccome abbiamo dunque doni diversi secondo l’immeritata benignità dataci, [...] se ministero, dedichiamoci a questo ministero; chi insegna, si dedichi al suo insegnamento; chi esorta, si dedichi alla sua esortazione; [...] chi mostra misericordia, lo faccia con allegrezza” (Rom. 12:6-8). L’immeritata benignità di Geova nei nostri confronti comporta la responsabilità di impegnarci nel ministero cristiano, insegnare ciò che dice la Bibbia ad altri, incoraggiare i nostri compagni di fede e perdonare chiunque ci offenda.

      19. Cosa esamineremo nel prossimo articolo?

      19 La gratitudine per la generosità di Geova ci spingerà a fare del nostro meglio “per rendere completa testimonianza alla buona notizia dell’immeritata benignità di Dio” (Atti 20:24). Nel prossimo articolo esamineremo a fondo questa nostra responsabilità.

      ^ [1] (paragrafo 2) Vedi Perspicacia nello studio delle Scritture, vol. 1, pp. 319-320.

  • Diffondiamo la buona notizia dell’immeritata benignità
    La Torre di Guardia (per lo studio) 2016 | Luglio
    • L’apostolo Paolo predica a un uomo

      Diffondiamo la buona notizia dell’immeritata benignità

      Rendiamo completa testimonianza alla buona notizia dell’immeritata benignità di Dio (ATTI 20:24)

      CANTICI: 101, 84

      COME RISPONDERESTE?

      • Cosa ci dovrebbe spingere a fare l’immeritata benignità di Geova?

      • In che modo la “buona notizia del regno” dà risalto all’immeritata benignità di Dio?

      • In che modo Geova dimostrerà la sua immeritata benignità nel nuovo mondo?

      1, 2. Come dimostrò l’apostolo Paolo di essere grato per l’immeritata benignità di Dio?

      RIFERENDOSI a Dio, l’apostolo Paolo poté dire in tutta onestà: “La sua immeritata benignità verso di me non è stata vana”. (Leggi 1 Corinti 15:9, 10.) Dato che aveva perseguitato i cristiani, Paolo sapeva bene che non si era guadagnato la grande misericordia di Dio ed era consapevole di non meritarla.

      2 Verso la fine della sua vita Paolo scrisse al suo compagno d’opera Timoteo: “Sono grato a Cristo Gesù nostro Signore, che mi impartì potenza, perché mi considerò fedele assegnandomi a un ministero” (1 Tim. 1:12-14). Cosa includeva questo ministero? Paolo disse agli anziani di Efeso: “Non considero la mia anima per nessun motivo a me cara, se solo posso finire la mia corsa e il ministero che ho ricevuto dal Signore Gesù, per rendere completa testimonianza alla buona notizia dell’immeritata benignità di Dio” (Atti 20:24).

      3. Quale speciale ministero fu affidato a Paolo? (Vedi l’immagine iniziale.)

      3 Paolo predicava una “buona notizia” che dava risalto all’immeritata benignità di Geova. Quale? Ai cristiani di Efeso disse: “Avete udito della gestione dell’immeritata benignità di Dio che mi fu data in vista di voi” (Efes. 3:1, 2). Paolo aveva ricevuto l’incarico di diffondere la buona notizia ai non ebrei, così che anche loro potessero essere chiamati a far parte del Regno messianico insieme a Cristo. (Leggi Efesini 3:5-8.) Impegnandosi con zelo nel ministero, Paolo lasciò ai cristiani odierni un eccellente esempio da seguire e dimostrò che nel suo caso l’immeritata benignità di Dio non era stata “vana”.

      L’IMMERITATA BENIGNITÀ DI DIO CI SPINGE A PREDICARE?

      4, 5. Perché possiamo dire che la “buona notizia del regno” e la “buona notizia dell’immeritata benignità di Dio” sono la stessa cosa?

      4 Oggi, nel tempo della fine, i servitori di Geova assolvono l’incarico di predicare “questa buona notizia del regno [...] in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni” (Matt. 24:14). Il messaggio che portiamo alle persone è anche la “buona notizia dell’immeritata benignità di Dio”, perché tutte le benedizioni che speriamo di ricevere sotto il dominio del Regno diverranno realtà grazie alla benignità di Geova espressa tramite Cristo (Efes. 1:3). Dimostriamo anche noi, come Paolo, che siamo grati per l’immeritata benignità di Geova impegnandoci con zelo nel ministero? (Leggi Romani 1:14-16.)

      5 Nell’articolo precedente abbiamo visto varie benedizioni che riceviamo grazie all’immeritata benignità di Geova, anche se siamo peccatori. Abbiamo quindi la responsabilità nei confronti degli altri di impegnarci al massimo per far conoscere come Geova esprime il suo amore e come loro possono riceverne i benefìci. Quali aspetti dell’immeritata benignità di Dio dovremmo aiutare le persone ad apprezzare? Esaminiamone alcuni.

      DIFFONDIAMO LA BUONA NOTIZIA DEL SACRIFICIO DI RISCATTO

      6, 7. In che modo portiamo la buona notizia dell’immeritata benignità di Dio quando parliamo ad altri del riscatto?

      6 In questa società caratterizzata dal permissivismo, il peccato ha quasi completamente perso la sua connotazione negativa e di conseguenza molti non si rendono conto che hanno bisogno di essere redenti. Tuttavia sempre più persone sono consapevoli del fatto che uno stile di vita permissivo non rende veramente felici. Prima di incontrare i Testimoni di Geova, molti non sapevano cos’è il peccato, quali conseguenze ha su di noi e cosa si deve fare per essere liberati dalla schiavitù a cui ci sottopone. Per le persone dal cuore sincero è un vero sollievo imparare che Geova, spinto dal suo grande amore e dall’immeritata benignità, mandò suo Figlio sulla terra per riscattarci dal peccato e dalla morte (1 Giov. 4:9, 10).

      7 Parlando di Gesù, il diletto Figlio di Geova, Paolo scrisse: “Per mezzo di lui abbiamo la liberazione per riscatto mediante il suo sangue, sì, il perdono dei nostri falli, secondo la ricchezza della sua [di Geova] immeritata benignità” (Efes. 1:7). Il sacrificio di riscatto di Cristo è la più grande dimostrazione dell’amore di Dio per noi ed è una prova evidente dell’abbondanza della sua immeritata benignità. È confortante sapere che, se esercitiamo fede nel sangue versato da Gesù, i nostri peccati saranno perdonati e la nostra coscienza purificata (Ebr. 9:14). Questa è davvero una buona notizia da portare alle persone!

      AIUTIAMO LE PERSONE A STRINGERE UN’AMICIZIA CON DIO

      8. Perché gli esseri umani peccatori hanno bisogno di essere riconciliati con Dio?

      8 Abbiamo la responsabilità di far sapere a tutti che possono diventare amici del Creatore. Finché un essere umano non esercita fede nel sacrificio di Gesù, Dio lo considera suo nemico. L’apostolo Giovanni infatti scrisse: “Chi esercita fede nel Figlio ha vita eterna; chi disubbidisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui” (Giov. 3:36). È incoraggiante sapere, però, che il sacrificio di Cristo rende possibile la riconciliazione con Dio. Paolo dichiarò: “Voi che una volta eravate esclusi e nemici perché la vostra mente era rivolta alle opere malvage, egli vi ha ora riconciliati di nuovo mediante il corpo carnale di lui per mezzo della sua morte” (Col. 1:21, 22).

      9, 10. (a) Quale responsabilità ha affidato Cristo ai suoi fratelli unti? (b) In che modo le “altre pecore” aiutano gli unti?

      9 Cristo ha affidato ai suoi fratelli unti sulla terra quello che Paolo definisce “il ministero della riconciliazione”. Scrivendo ai cristiani unti del I secolo, Paolo spiegò di cosa si trattava: “Tutte le cose sono da Dio, che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha dato il ministero della riconciliazione, cioè che Dio riconciliava con sé un mondo mediante Cristo, non annoverando loro i loro falli e affidando a noi la parola della riconciliazione. Noi siamo perciò ambasciatori in sostituzione di Cristo, come se Dio supplicasse per mezzo di noi. Quali sostituti di Cristo imploriamo: ‘Siate riconciliati con Dio’” (2 Cor. 5:18-20).

      10 Le “altre pecore” considerano un grande privilegio aiutare gli unti a compiere questo ministero (Giov. 10:16). Servono, per così dire, quali inviati di Cristo e sono loro a svolgere la maggior parte dell’opera di predicazione, insegnando alle persone le verità della Bibbia e aiutandole a stringere un’amicizia con Geova. Questo è un aspetto importante dell’opera di rendere completa testimonianza alla buona notizia dell’immeritata benignità di Dio.

      PORTIAMO LA BUONA NOTIZIA CHE DIO ASCOLTA LE PREGHIERE

      11, 12. Perché per le persone è una buona notizia sapere che possono pregare Geova?

      11 Molte persone pregano per sentirsi meglio, ma non sono davvero convinte che Dio le ascolti. Per questo motivo hanno bisogno di sapere che Geova è l’“Uditore di preghiera”. Il salmista Davide scrisse: “O Uditore di preghiera, sì, a te verranno persone di ogni carne. Cose d’errore sono state più potenti di me. In quanto alle nostre trasgressioni, tu stesso le coprirai” (Sal. 65:2, 3).

      12 Gesù disse ai suoi discepoli: “Se chiederete al Padre qualche cosa egli ve la darà nel mio nome” (Giov. 16:23). L’espressione “qualche cosa” ovviamente si riferisce a richieste che sono in armonia con la volontà di Geova. Giovanni infatti spiega: “Questa è la fiducia che abbiamo verso di lui, che qualunque cosa chiediamo secondo la sua volontà, egli ci ascolta” (1 Giov. 5:14). È bello insegnare alle persone che la preghiera, più che un semplice supporto psicologico, è uno straordinario mezzo per avvicinarsi “al trono dell’immeritata benignità” di Geova (Ebr. 4:16). Insegnando ad altri a rivolgersi in preghiera alla Persona giusta, nel modo giusto e per le cose giuste, possiamo aiutarli ad avvicinarsi a Geova e a trovare conforto nei momenti difficili (Sal. 4:1; 145:18).

      L’IMMERITATA BENIGNITÀ NEL NUOVO SISTEMA DI COSE

      13, 14. (a) Quali privilegi avranno gli unti nel futuro? (b) Quale opera meravigliosa compiranno gli unti per il genere umano?

      13 Geova continuerà a mostrare la sua immeritata benignità anche dopo la fine di questo sistema di cose malvagio. Riferendosi all’enorme privilegio che Dio ha dato ai 144.000 che regneranno con Cristo nel suo Regno celeste, Paolo scrisse: “Dio, che è ricco in misericordia, per il suo grande amore col quale ci amò, ci rese viventi insieme al Cristo, anche quando eravamo morti nei falli — per immeritata benignità siete stati salvati — e ci destò insieme e ci fece sedere insieme nei luoghi celesti unitamente a Cristo Gesù, affinché nei sistemi di cose avvenire fosse dimostrata la sovrabbondante ricchezza della sua immeritata benignità nella sua bontà verso di noi unitamente a Cristo Gesù” (Efes. 2:4-7).

      14 È difficile anche solo provare a immaginare le cose meravigliose che Geova si propone di fare per i cristiani unti quando sederanno sui loro troni per regnare con Cristo in cielo (Luca 22:28-30; Filip. 3:20, 21; 1 Giov. 3:2). Nei loro confronti Geova “[dimostrerà] la sovrabbondante ricchezza della sua immeritata benignità” in modo particolare. Gli unti formeranno infatti la “Nuova Gerusalemme”, la sposa di Cristo (Riv. 3:12; 17:14; 21:2, 9, 10). Parteciperanno insieme a Gesù alla “guarigione delle nazioni”: incoraggeranno le persone ubbidienti ad avvalersi di ciò che Dio ha predisposto per liberarle dal peccato e dalla morte, e le aiuteranno a raggiungere la perfezione. (Leggi Rivelazione 22:1, 2, 17.)

      15, 16. In futuro, in che modo Geova dimostrerà la sua immeritata benignità nei confronti delle “altre pecore”?

      15 In Efesini 2:7 leggiamo che “nei sistemi di cose avvenire” Dio dimostrerà immeritata benignità. Senza dubbio la “sovrabbondante ricchezza della sua immeritata benignità” sarà evidente nel nuovo sistema di cose che Geova porterà sulla terra (Luca 18:29, 30). Una delle più grandi dimostrazioni della meravigliosa benignità di Geova sarà la risurrezione dei morti dallo “Sceol”, la tomba del genere umano (Giob. 14:13-15; Giov. 5:28, 29). Uomini e donne fedeli del passato morti prima del sacrificio di Cristo, come pure i componenti delle “altre pecore” che muoiono durante gli ultimi giorni, saranno risuscitati per continuare a servire Geova.

      16 Torneranno in vita anche milioni di persone che sono morte senza aver conosciuto Dio, e sarà loro concessa l’opportunità di sottomettersi alla sovranità di Geova. Giovanni scrisse: “Vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono, e dei rotoli furono aperti. Ma fu aperto un altro rotolo; è il rotolo della vita. E i morti furono giudicati dalle cose scritte nei rotoli secondo le loro opere. E il mare diede i morti che erano in esso, e la morte e l’Ades diedero i morti che erano in essi, e furono giudicati individualmente secondo le loro opere” (Riv. 20:12, 13). Ovviamente quei risuscitati dovranno imparare a vivere secondo i princìpi divini esposti nella Bibbia. Dovranno inoltre seguire le nuove istruzioni rivelate nei “rotoli”, i quali conterranno i requisiti stabiliti da Geova per poter vivere nel nuovo sistema di cose. Rivelando il contenuto di questi rotoli, Geova ci darà un’altra dimostrazione della sua immeritata benignità.

      CONTINUIAMO A DIFFONDERE LA BUONA NOTIZIA

      17. Cosa dovremmo ricordare quando predichiamo?

      17 Mentre si avvicina la fine, è più importante che mai predicare la buona notizia del Regno (Mar. 13:10). Senza ombra di dubbio la buona notizia dà risalto all’immeritata benignità di Geova. Dovremmo ricordarlo quando partecipiamo al ministero. L’obiettivo che desideriamo raggiungere quando predichiamo è onorare Geova, e possiamo riuscirci spiegando alle persone che tutte le promesse relative al nuovo mondo sono una prova della meravigliosa benignità di Geova.

      Un fratello parla della buona notizia del Regno a un ragazzo

      Serviamo con zelo “come eccellenti economi dell’immeritata benignità di Dio” (1 Piet. 4:10) (Vedi i paragrafi da 17 a 19)

      18, 19. In che modo possiamo dare gloria all’immeritata benignità di Geova?

      18 Quando predichiamo possiamo spiegare alle persone che sotto il dominio del Regno di Cristo gli esseri umani beneficeranno appieno del sacrificio di riscatto e saranno gradualmente portati alla perfezione. La Bibbia dice: “La creazione stessa sarà pure resa libera dalla schiavitù della corruzione e avrà la gloriosa libertà dei figli di Dio” (Rom. 8:21). Questo sarà possibile solo grazie alla straordinaria benignità di Geova.

      19 Abbiamo il grande privilegio di parlare a tutte le persone che desiderano ascoltarci dell’entusiasmante promessa contenuta in Rivelazione 21:4, 5: “[Dio] asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più, né ci sarà più cordoglio né grido né dolore. Le cose precedenti sono passate”. Inoltre Geova, Colui che siede sul trono, dice: “Ecco, faccio ogni cosa nuova”. Poi aggiunge: “Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veraci”. Quando predichiamo con zelo questa buona notizia diamo veramente gloria all’immeritata benignità di Geova!

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