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  • Il coraggio di mettere Dio al primo posto
    Svegliatevi! 1993 | 22 luglio
    • In tribunale

      Nel frattempo la Società voleva adire le vie legali denunciando i soprusi legati alla questione del saluto alla bandiera. I bambini che si erano rifiutati di salutare la bandiera non erano più centinaia ma migliaia. Fu scelta una famiglia dopo l’altra, ma i tribunali si rifiutarono di discutere il loro caso. L’attenzione fu rivolta alla nostra famiglia, e nel maggio 1937 l’avvocato della Società e quello dell’Associazione americana per i Diritti Civili intentarono causa presso il Tribunale Distrettuale Federale di Filadelfia. Il nostro caso sarebbe stato dibattuto nel febbraio 1938.

      Bill e io avremmo dovuto deporre. Ricordo ancora come mi sentivo raggelare a quella prospettiva! L’avvocato della Società ci preparò accuratamente facendoci moltissime domande a cui forse avremmo dovuto rispondere. In tribunale Bill parlò per primo. Gli chiesero perché non salutava la bandiera e lui rispose citando Esodo 20:4-6. Poi arrivò il mio turno. Mi fu fatta la stessa domanda. Quando risposi: “1 Giovanni 5:21”, l’avvocato della parte avversa ringhiò: “Mi oppongo!” Secondo lui un versetto biblico bastava! Poi fu chiamato a deporre il prof. Roudabush, secondo il quale eravamo stati indottrinati e diffondevamo “mancanza di rispetto per . . . la bandiera e per il paese”. Ma il verdetto del giudice Albert Maris fu a nostro favore.

      ‘Non ci provate nemmeno a tornare a scuola!’, ci disse il comitato scolastico. ‘Ricorreremo in appello’. Così tornammo a Filadelfia, questa volta dinanzi alla Corte d’Appello. Nel novembre 1939 i tre giudici di quel tribunale emisero una sentenza a nostro favore. Il comitato scolastico era furibondo. Il caso fu portato davanti alla Corte Suprema!

      La Corte Suprema

      Fummo emozionati quando venimmo a sapere che il fratello Rutherford in persona avrebbe difeso il nostro caso! Alcuni di noi si incontrarono con lui alla Union Station, una stazione ferroviaria di Washington, la sera prima del processo. Che occasione memorabile! Era l’aprile del 1940 e faceva ancora un po’ fresco. Il giorno dopo l’aula del tribunale era piena zeppa di testimoni di Geova. Alla fine arrivò il nostro turno, e il fratello Rutherford si alzò per parlare. Non dimenticherò mai come paragonò noi bambini Testimoni al fedele profeta Daniele, ai tre compagni ebrei di Daniele e ad altri personaggi biblici. Il suo discorso fu elettrizzante, e l’uditorio lo ascoltò rapito.

      Non ci aveva mai neanche sfiorato l’idea che la decisione della Corte Suprema potesse esserci sfavorevole. Dopo tutto, avevamo vinto le due cause precedenti. Ma la mattina del 3 giugno 1940 mamma e io lavoravamo in cucina con la radio accesa. Di colpo venne trasmesso un notiziario. I giudici avevano emesso una sentenza a noi sfavorevole, e con una netta maggioranza: otto voti contro uno! Mamma e io rimanemmo lì impalate, incredule. Poi corremmo al piano di sotto a dirlo a papà e a Bill.

      Questa sentenza scatenò un’ondata di terrore quasi inimmaginabile. In tutto il paese si aprì la caccia ai testimoni di Geova. La gente pensava di fare il proprio dovere patriottico aggredendoci. Di lì a qualche giorno la Sala del Regno di Kennebunk, nel Maine, fu data alle fiamme. Nell’Illinois una folla inferocita aggredì 60 Testimoni impegnati nella predicazione, rovesciando le loro automobili e distruggendo le pubblicazioni. Nella zona di Shenandoah, in Pennsylvania, la miniera di carbone, le fabbriche di vestiti e le scuole organizzarono tutte, una dopo l’altra, cerimonie per il saluto alla bandiera. Così in un solo giorno i figli dei Testimoni furono espulsi dalla scuola e i loro genitori persero il lavoro.

  • Il coraggio di mettere Dio al primo posto
    Svegliatevi! 1993 | 22 luglio
    • Finalmente le cose cambiano

      Nel 1942, però, alcuni giudici della Corte Suprema cominciarono a pensare che la sentenza emessa nei nostri confronti era ingiusta. Perciò la Società presentò il caso di Barnett, Stull e McClure, un gruppetto di bambini Testimoni espulsi dalla scuola nella Virginia Occidentale. Il tribunale distrettuale della Virginia Occidentale emise all’unanimità una sentenza favorevole ai testimoni di Geova! Quando il Dipartimento statale della Pubblica Istruzione ricorse in appello, il caso fu portato davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti. La mia famiglia era lì a Washington quando l’avvocato della Società, Hayden C. Covington, argomentò vigorosamente davanti alla Corte Suprema. Il 14 giugno 1943, l’anniversario dell’adozione della bandiera nazionale, fu emessa la sentenza. Era a favore dei testimoni di Geova con sei voti contro tre!

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