Costa Rica
QUASI cinquecento anni fa un uomo alto e aitante, col naso aquilino, scrutava dal ponte della sua nave la costa dell’America Centrale alla ricerca di un passaggio per raggiungere l’Oceano Indiano. Non lo trovò. Tuttavia, quello che scoprì nel 1502 era il paese a cui diede il nome di Costa Rica, che significa appunto “costa ricca”.
Quell’uomo era Cristoforo Colombo, un italiano che, su una nave battente bandiera spagnola, stava compiendo il suo quarto e ultimo viaggio verso il Nuovo Mondo. Lui e altri esploratori speravano inoltre di trovare l’oro in Costa Rica. La zona invece non era ricca di metalli preziosi. Colombo non sapeva però che la maggiore ricchezza del paese sarebbe stata la sua popolazione, specie quanti possiedono le qualità che li rendono preziosi agli occhi di Geova.
Il paese scoperto da Colombo era già abitato da indios, insediatisi almeno dall’anno 1000 in questo lembo di terra che congiunge l’America settentrionale e meridionale. Qual è il suo aspetto attuale?
Bagnata dall’Atlantico (Mare delle Antille) a est e dal Pacifico a ovest, la Costa Rica è percorsa da una serie di alte e impervie catene montuose che si estendono dal confine col Nicaragua a nord a quello col Panamá a sudest. Alcune delle cime più alte sono costituite da vulcani attivi. Ad altitudini inferiori lungo la costa, dove il clima è caldo, abbondano le foreste tropicali. La maggioranza della popolazione è insediata lungo il fresco altopiano centrale intorno alla capitale e città più grande, San José, che è circondata da colline i cui pendii sono coperti di piante di caffè.
Attualmente si calcola che il 97 per cento della popolazione del paese, che si aggira sui 2.600.000 abitanti, sia costituito da meticci e bianchi di origine spagnola, con circa 5.000 indios. La lingua ufficiale è lo spagnolo, e la religione di stato la cattolica, ma coesistono liberamente anche religioni non cattoliche.
Alla fine dell’800 giunsero in Costa Rica molti immigranti provenienti da Giamaica, Trinidad e Barbados. Questa gente forte, venuta per lavorare nelle ricche piantagioni di banane dell’United Fruit Company lungo la costa atlantica, portò naturalmente con sé religione e usanze cattoliche e protestanti. Era gente risoluta e laboriosa, in gran parte amante della Bibbia.
SCOPERTA LA VERITÀ DELLA BIBBIA
Così, prima dell’inizio del XX secolo, in Costa Rica si fece una scoperta più importante di quella di Cristoforo Colombo: la verità della Bibbia. Come il messaggio del Regno giunse per la prima volta in Costa Rica è un mistero. Ma i testimoni di Geova in Giamaica raccontano che due giamaicani emigrati in Costa Rica, H. P. Clarke e Louis Facey, conobbero la verità in quel paese e, tornando in patria, portarono la buona notizia in Giamaica.
Anna Reynolds, zelante giamaicana associata agli Studenti Biblici, approdò in Costa Rica nel 1904. Poco dopo il suo arrivo la Società mandò un pellegrino, il fratello Condell, perché si unisse a lei nell’opera di colportore, o predicazione a tempo pieno. Non appena il fratello Condell tornò in Giamaica e riferì l’interesse trovato, fu deciso di mandare in Costa Rica un altro colportore, Frank Hudson. Egli arrivò nel 1906 e suscitò molto interesse fra la popolazione nera di lingua inglese. La Torre di Guardia del 1º gennaio 1907 diceva che nel 1906 la Costa Rica era stata un terreno fertile per la distribuzione di letteratura biblica.
IL MESSAGGIO SI DIFFONDE
Nel 1914 la verità aveva già raggiunto ogni parte della regione atlantica. Quell’anno Henry Adamson organizzò la prima ecclesia, o congregazione, a Guácimo, piccolo villaggio distante un’ottantina di chilometri da Puerto Limón, il centro commerciale di quella fiorente zona agricola. Ormai il messaggio aveva raggiunto anche la capitale, San José, distante oltre 160 chilometri da Puerto Limón. Ci vivevano almeno due fratelli di lingua inglese, ma dal momento che la popolazione di San José parlava spagnolo e la letteratura era in inglese, per diversi anni ci fu poco progresso. Per quanto si tenessero adunanze in case private, non si faceva nessuna pubblicità.
Comunque in altre parti del paese l’opera crebbe a tal punto che fu necessario nominare un fratello locale perché visitasse come pellegrino (ora sorvegliante di circoscrizione) i fratelli in ogni parte della Costa Rica, inclusa San José. Fu scelto Victor Samuels.
PRIMI CONGRESSI
Nel 1914 si tenne un congresso nella città di Puerto Limón, durante il quale 11 persone si battezzarono. In quel tempo si battezzarono William e Claudia Goodin, Henry e Matilde Steele, i Wilson e i Williams. Figli, nipoti e pronipoti di quei primi proclamatori compiono attualmente l’opera di testimonianza in Costa Rica. Ma di questo parleremo in seguito.
A quei primi congressi la Società non provvedeva gli schemi dei discorsi. Quindi gli oratori incaricati sceglievano il soggetto e preparavano il proprio schema, e alcuni parlavano anche senza note. Denaro e generi alimentari venivano generosamente offerti per i pasti, che venivano serviti gratis in casa di uno dei fratelli. In quelle occasioni veniva servito pollo in umido molto piccante, con contorno di riso e piselli cotti nel latte di cocco, e banane mature fritte.
Al termine dei congressi, era consuetudine tenere i cosiddetti conviti d’amore, nei quali i fratelli cantavano cantici e offrivano biscotti a tutti i presenti. I cantici venivano cantati a quattro voci, con voci piene e melodiose.
ASPETTI SPECIALI
Vestiti di bianco, i fratelli celebravano, molto compassati, l’annuale Commemorazione della morte di Cristo. I ragazzi di solito non erano ammessi, per paura che interrompessero e distraessero dalla serietà della celebrazione. Tutti prendevano gli emblemi consistenti di pane e vino, dopo di che tornavano alle rispettive case senza scambiarsi una parola.
I battesimi venivano tenuti specialmente poco tempo prima della Commemorazione. Fratelli e sorelle erano incoraggiati a indossare per l’occasione abiti bianchi. Per evitare sguardi curiosi, si alzavano prima dell’alba, per andare alla spiaggia e concludere la cerimonia battesimale prima che i vicini si rendessero conto dell’accaduto. Mentre i battezzandi venivano immersi nel mare, gli altri in disparte cantavano in coro.
I discorsi pubblici erano tenuti in modo piuttosto informale. Tutti i Testimoni si radunavano in un luogo prestabilito all’aperto, e l’oratore pronunciava il suo discorso biblico a quelli che stavano in piedi o seduti formando un semicerchio intorno a lui. Anche il pubblico assisteva e interveniva quando si cominciava a cantare.
Uno dei nomi affibbiati ai fratelli era “Chiesa dei vecchi” perché si faceva poco o nessuno sforzo per aiutare spiritualmente i figli, e la maggioranza di coloro che appartenevano all’organizzazione erano assai avanti negli anni. In seguito i fratelli organizzarono la propria scuola domenicale per ragazzi, e infine compresero che i genitori stessi avevano la responsabilità di educare i figli. Matilde Steele però si era già resa conto di questa necessità. Josephine, settimogenita di Matilde, nacque nel 1918. Quando aveva solo 40 giorni, la madre la portò a un’assemblea a Cahuita, villaggio sul mare a sud di Puerto Limón. In quel clima caldo e umido non era impresa da poco viaggiare tutto il giorno in treno, in barca e a dorso di mulo. Quel movimentato viaggio non fece alcun male alla piccola Josephine. A 17 anni si battezzò e continua fedelmente a servire Geova insieme alla sua famiglia.
SEMINATI I SEMI DEL DISSENSO
Durante l’infanzia dell’organizzazione, Satana cominciò a seminare discordia tra i fratelli con semi di invidia, orgoglio, gelosia e ambizione egoistica. Lo spirito di rivalità si manifestò quando alcuni si contendevano posizioni di prestigio nelle congregazioni. Poiché queste erano dirette in modo democratico, si tenevano periodicamente elezioni, e gli anziani venivano eletti per alzata di mano dalla maggioranza. Fratelli ambiziosi, che pensavano di avere maggiore intendimento della verità di coloro che erano stati eletti, cercavano di minare la fiducia della congregazione nei fratelli incaricati. In che modo? Facendo domande su domande durante le adunanze. I fratelli erano divisi, e di conseguenza a Puerto Limón due gruppi distinti facenti parte della stessa congregazione cominciarono a radunarsi in luoghi diversi.
INFLUENZA NEFANDA
Altri guai dovevano capitare a quel gruppo di cristiani piccolo ma diviso quando nel 1916 morì il primo presidente della Watch Tower Society, Charles T. Russell. Alla sede mondiale a Brooklyn (New York) ci fu da parte di fratelli egoisti un tentativo diabolico di strappare la direttiva al successivo presidente della Società, Joseph F. Rutherford, e ad altri incaricati. Ma Geova non permise che la sua organizzazione cadesse nelle mani di infedeli.
Uno dei fomentatori dell’opposizione era Paul Johnson, il quale credeva, contrariamente alla spiegazione della Società, che il riscatto di Gesù si sarebbe applicato anche a favore di Adamo ed Eva. Egli scrisse lettere e inviò i suoi scritti ai fratelli della Costa Rica, invitandoli a non sostenere il fratello Rutherford. Qualcuno preferì gli insegnamenti di Johnson a quelli della Bibbia e si separò dall’organizzazione.
PRIMA VISITA DALLA SEDE MONDIALE
Nel 1917 la Costa Rica ebbe il privilegio di ricevere la prima visita di un rappresentante della sede mondiale della Società a Brooklyn, Walter Bundy, accompagnato dalla moglie. Ma perché la Società si sobbarcò la spesa di inviare un rappresentante fino in Costa Rica? Ebbene gli Studenti Biblici crescevano di numero. Nel 1918 erano 73, il che significava che per numero di Testimoni la Costa Rica era il quarto paese del mondo, superato solo da Isole Britanniche, Stati Uniti e Australia. In quel tempo la Costa Rica aveva meno di mezzo milione di abitanti.
ALCUNI SI LASCIARONO SVIARE
Satana si diede di nuovo da fare nel tentativo di soffocare la verità, e cercò di distogliere i fratelli dal loro principale obiettivo, quello di sostenere il nome di Geova. Fra la popolazione nera della regione atlantica fece la sua comparsa una nuova organizzazione, nota come Universal Negro Improvement Association (U.N.I.A.).
Cosa si prefiggeva? Come suggerisce il nome voleva migliorare le condizioni dei negri. Una delle sue campagne, il cosiddetto movimento per il ritorno in Africa, era considerata dalla popolazione nera qualcosa di simile al ritorno degli ebrei in Palestina.
I fratelli non solo mostrarono interesse per questa organizzazione ma arrivarono al punto di usare erroneamente certi versetti biblici per sostenerne i fini. Il risultato? Alcuni fratelli si lasciarono sviare dall’opera di predicare la buona notizia del Regno, unica soluzione per i problemi dell’uomo. Persino il pellegrino Victor Samuels fu influenzato. Venne nominato cappellano dell’UNIA e predicava alle loro riunioni invece che alla congregazione. Non c’è dubbio sull’effetto deleterio che ciò ebbe sui fratelli.
Verso il 1924, Victor Samuels si recò in Africa per aiutare gli africani. In una lettera spedita da Lagos, in Nigeria, a un fratello in Costa Rica, diceva di aver distribuito 2.500 copie del libro L’Arpa di Dio. Come risultato in Nigeria venne fatta molta pubblicità al messaggio del Regno.
IL CAMMINO VERSO L’UNITÀ
Dopo che Victor Samuels se n’era andato dalla Costa Rica, nel 1924 Henry Adamson, della prima congregazione di Guácimo, fu nominato dalla Società pellegrino e responsabile dell’opera. Ad alcuni fratelli di Puerto Limón non piaceva il modo di fare del fratello Adamson, perciò si ribellarono. Un paio d’anni dopo, la Società mandò un altro rappresentante da Brooklyn, George Young. Il suo incarico: unire i fratelli di Puerto Limón e ristabilire l’opera di predicazione su giuste basi. Per prima cosa, alla luce di una lanterna, egli pronunciò una conferenza biblica con diapositive nel Teatro Arrasty a Puerto Limón. Poi visitò i fratelli di San José per incentivare l’opera fra la popolazione di lingua spagnola della capitale.
Il tentativo del fratello Young di unire i due gruppi di Puerto Limón fu vano, perciò egli tornò negli Stati Uniti. All’inizio del 1927 il fratello Adamson si trasferì dalla Costa Rica in Panamá. Dopo la sua partenza, la Società non nominò un altro pellegrino per sovrintendere all’opera che dieci anni dopo, nel 1937. Ma i fratelli locali non si lasciarono scoraggiare. Continuarono a predicare nelle quattro o cinque località in cui si radunavano i gruppi, e inviavano i loro rapporti del servizio di campo direttamente alla Società a Brooklyn.
Nel 1931 le preghiere dei fedeli per l’unità furono esaudite quando la Società scrisse a tutte le congregazioni ed esortò quanti erano d’accordo con la Società ad adottare un nuovo nome: testimoni di Geova. La risoluzione segnò la fine dell’innominato gruppo ribelle, che scomparve, ponendo fine alle divisioni nella congregazione di Puerto Limón. Nel 1938 la nomina teocratica dei servitori unificò ulteriormente i fratelli.
L’OPERA RIPRENDE VIGORE
Prima di partire per il Panamá, il fratello Adamson aveva organizzato un gruppo a Río Hondo, piccolo villaggio sulla costa atlantica. Fra quanti si battezzarono il 17 novembre 1926 c’era Albert Ezra Pile. Egli aveva sentito parlare per la prima volta della verità nel 1918, quando aveva 29 anni, il giorno del suo arrivo da Barbados; ma allora non si rese conto che negli anni futuri avrebbe avuto una parte importante nella storia dei testimoni di Geova. Al momento di ritirarsi per la notte, Ezra aveva chiesto qualcosa da leggere all’uomo che lo ospitava, il quale gli diede il primo volume degli Studi sulle Scritture. Quella notte la scintilla della verità biblica accese il suo amore per Geova. In breve diventò pioniere e ora a 99 anni fa parte della congregazione di Siquirres. Ma che influenza ebbe sull’opera di testimonianza?
Nel 1927 il fratello Pile si trasferì nella cittadina di Siquirres, dove conobbe Frank Hudson, il colportore giunto nel paese nel 1906 per iniziarvi l’opera. Ormai però lo zelo del fratello Hudson per il servizio si era raffreddato per lo scoraggiamento. Perciò i fratelli Pile e Hudson decisero di unirsi e incentivare nuovamente l’opera in maniera più organizzata.
Poiché nel 1937 le nubi della guerra gravavano sull’Europa, il fratello Pile temeva che la minaccia di un conflitto potesse interrompere il rifornimento di letteratura dalla sede mondiale alla Costa Rica. Perciò scrisse a Brooklyn offrendo di tenere in casa propria il deposito di letteratura della Società. La Società fu d’accordo, e la letteratura fu trasferita da Puerto Limón a Siquirres. Il fratello Pile diventò il servitore del deposito e inviava letteratura in ogni parte del paese dove c’erano Testimoni.
SI APRE UN NUOVO CAMPO
Finora abbiamo parlato solo degli avvenimenti accaduti lungo la costa atlantica fra la popolazione di lingua inglese. Ma ancora non veniva fatto alcun vero sforzo per portare il messaggio del Regno alla popolazione di lingua spagnola in questa parte del paese.
Proprio a Siquirres si aprì il vasto campo di lingua spagnola nella regione atlantica, quando Florencio Pérez, nicaraguegno, udì in maniera insolita la verità da Frank Hudson. Era il 1932. Fu una statua appartenente al fratello Hudson a stuzzicare l’appetito di Florencio per la verità. Il fratello Hudson aveva fatto un modellino dell’immagine del sogno di Nabucodonosor, con testa d’oro, busto d’argento e gambe di ferro. Egli soleva collocarlo nel portico di casa sua e, quando qualche passante si fermava, ne spiegava il significato. A volte sistemava una lavagna nella piazza del mercato per spiegare le profezie bibliche alla gente radunata.
Frank Hudson parlava poco lo spagnolo, e Florencio parlava pochissimo l’inglese. Nonostante la barriera della lingua, cominciò a interessarsi delle spiegazioni che Hudson dava sulla Bibbia, al punto di imparare da solo a leggere e scrivere.
Quando lesse l’opuscolo Casa e felicità, Florencio si convinse che era la verità e scrisse alla Società a Brooklyn, dicendo che voleva lavorare con i testimoni di Geova. La Società rispose inviandogli una lettera d’incoraggiamento e una Bibbia in spagnolo. Da quel momento in poi egli cominciò a dedicare tutto il suo tempo alla divulgazione del messaggio del Regno, usando la letteratura biblica che prendeva dal fratello Hudson. Finalmente, nel 1938 Florencio si battezzò a un’assemblea tenuta a Siquirres.
PRIMO PIONIERE SPAGNOLO
Un anno prima di battezzarsi (per quanto fosse già dedicato) Florencio Pérez chiese alla Società di iniziare il servizio di pioniere. Fu nominato il 1º giugno 1937, diventando così il primo pioniere di lingua spagnola nominato in Costa Rica. Il suo primo incarico fu di predicare alla popolazione di lingua spagnola nella regione atlantica. Fu incaricato anche di lavorare con la piccola congregazione spagnola di San José.
Il fratello Pérez usava i metodi più diversi per diffondere il messaggio del Regno. A volte legava degli opuscoli ai rami degli alberi lungo i sentieri in modo che i passanti li potessero trovare. Oppure andava all’aeroporto di San José e offriva letteratura ai passeggeri d’oltremare, facendo promettere loro di passare la letteratura a qualcun altro. Avventurandosi a piedi nella fitta giungla, la notte dormiva dove si trovava, a volte sotto le stelle e alla mercé delle zanzare. Spesso rompeva il silenzio notturno strimpellando la sua immancabile chitarra. Il suo spirito di evangelizzatore itinerante lo accompagnò nel Nicaragua, dove continuò a fare il pioniere per molti anni.
LA CONGREGAZIONE DI SAN JOSÉ
Come si formò la congregazione di lingua spagnola a San José? Dall’epoca della prima guerra mondiale si erano tenute adunanze in inglese in casa del fratello Williams, che aveva conosciuto la verità nel 1912 e in seguito diventò il sorvegliante che presiede. Un tempo era stato predicatore laico in una chiesa evangelica dove sua moglie suonava l’organo. Poiché in quel tempo nella capitale pochi parlavano inglese, la crescita fu lenta.
Tuttavia, quando fu disponibile letteratura in spagnolo, la predicazione diventò più facile. Nel 1931 un gruppo di 10 o 12 persone di lingua spagnola si radunava in case private. Felipe Salmerón era uno di loro. Egli diede testimonianza anche nel porto di Puntarenas sul Pacifico. Finalmente, dopo più di 30 anni, la verità si era estesa da costa a costa.
Verso la fine del 1941, il fratello Pile fu mandato da Siquirres a San José per prendere il posto del fratello Williams come sorvegliante. La congregazione ora si radunava in casa di Flavio Romero, e la Società corrispondeva con loro tramite il pioniere Florencio Pérez.
RAFFORZATI DAI DIPLOMATI DI GALAAD!
Nel fare il suo rapporto alla Società circa la condizione della congregazione di San José, il fratello Pile raccomandò che venisse mandato in Costa Rica per sovrintendere all’opera un fratello che avesse una solida preparazione teocratica. I fratelli non dovettero attendere molto perché il 23 dicembre 1943 arrivarono Theodore Siebenlist e sua moglie Hermena, della prima classe di Galaad. La Costa Rica fu uno dei primi quattro paesi del mondo ad accogliere diplomati di Galaad.
Il fratello Siebenlist aveva una solida esperienza di attività nell’organizzazione. Suo padre si era battezzato nel 1913, due giorni dopo la nascita di Theodore. La casa dei suoi genitori veniva usata per le adunanze, ed egli aveva preso parte con loro alla distribuzione di volantini. Si era battezzato nel 1935 al congresso tenuto a Washington. Nel 1937, a un congresso, conobbe Hermena Deines e l’anno dopo si sposarono.
In Costa Rica si sentivano gli effetti della seconda guerra mondiale, che imperversava ancora in Europa. Perciò quando i Siebenlist arrivarono a San José, c’erano ovunque evidenti segni di austerità. Ci volle un mese di ricerche prima di trovare un alloggio decente in un appartamento al primo piano, con un locale adiacente che poteva servire come Sala del Regno. Era opportunamente situato a mezzo isolato dalla via principale e quindi diventò un indirizzo noto. Il locale continuò a essere usato come Sala del Regno fino al 1956, quando si costruì la filiale con adiacente Sala del Regno.
STABILITA LA FILIALE
Circa tre mesi dopo l’arrivo dei missionari, ci fu la visita di Nathan H. Knorr, terzo presidente della Watch Tower Society, e del suo segretario, Milton Henschel. Era la prima volta che un presidente della Società metteva piede in Costa Rica. Nel gennaio 1944 il deposito della letteratura era già stato trasferito da Siquirres a San José, e ora in marzo, il fratello Knorr aprì una filiale. Fu una svolta per la direttiva dell’opera di testimonianza. Durante la sua visita il fratello Knorr disse di cercare una casa missionaria più grande, poiché altri sarebbero venuti ad aiutare. Venne trovata una casa nella parte nordoccidentale di San José.
Durante i due anni successivi, Charles e Lora Lea Palmer, Woodrow (“Woody”) Blackburn, Donald H. Burt, William Eugene Call, e Franklin ed Emily Hardin, tutti diplomati della Scuola di Galaad, si unirono alla famiglia missionaria. Un vero aiuto! Donald Burt rimase soltanto per poco; infatti ricevette una nuova assegnazione in Honduras e poi in Perú, dove attualmente presta servizio come coordinatore del Comitato di Filiale.
UNITÀ A SAN JOSÉ
Come c’era stata a Puerto Limón, c’era divisione anche a San José. Cosa accadde al gruppo di San José? Il fratello Siebenlist incoraggiò l’unità. Il suo motto era: “Fatelo bene o non fatelo affatto”.
Il rapporto annuale inviato dal fratello Siebenlist alla Società nel 1944 rispecchiava il progresso. Egli scriveva: “In dicembre quando siamo arrivati i fratelli spagnoli della Costa Rica, ora circa 75, erano divisi e fino al mese prima avevano tenuto due Sale del Regno a San José. Subito dopo il nostro arrivo, i due gruppi sono stati invitati a unirsi e a tenere le regolari adunanze nella stessa sala. Alla prima adunanza erano presenti entrambi i gruppi, una trentina di persone in tutto. Ora, per grazia del Signore, l’organizzazione locale va a gonfie vele, e il gruppo conta circa 60 persone”.
Nell’aprile seguente ci fu un nuovo massimo di proclamatori: 223! Che aumento, visto che quando erano arrivati i Siebenlist neanche due anni prima, circa 120 proclamatori formavano le quattro congregazioni di lingua inglese e le due di lingua spagnola!
SERVITORE DEI FRATELLI
Durante il primo anno trascorso in Costa Rica, il fratello Siebenlist prestò servizio come servitore dei fratelli (sorvegliante di circoscrizione). Visitò le sei congregazioni e gli interessati isolati, anche se le distanze da percorrere erano grandi e i viaggi difficili. Con l’arrivo di altri missionari, si poterono fare più visite alle congregazioni.
Un missionario, il fratello Blackburn, dopo un viaggio di tre settimane per visitare le sette congregazioni di lingua inglese come servitore dei fratelli, riferiva: “Lo zelo e l’amore per la Teocrazia mostrati da questi fratelli sono ammirevoli. I fratelli sono finanziariamente poveri, eppure sono molto generosi nell’accogliere i servitori inviati dalla Società in casa propria e dar loro il meglio che possono offrire. Sono mansueti e desiderano essere istruiti. Non si lamentano di dover percorrere chilometri a piedi nonostante il caldo e il fango per fare visite ulteriori e tenere studi biblici”.
Il fratello Blackburn svolge ancora servizio a tempo pieno, quasi 40 anni dopo aver inviato questo rapporto. Ha prestato servizio in Nicaragua, Honduras e Messico, insieme alla sua famiglia.
Le visite dei servitori dei fratelli erano apprezzate non solo dalle congregazioni ma anche dalla popolazione locale. Franklin Hardin (meglio conosciuto come “Doc” perché era chiropratico) e sua moglie Emily visitarono Puerto Limón nel 1946. Il giornale locale scriveva: “L’insigne visitatore era accompagnato dalla simpaticissima consorte. Sono due persone che non abbiamo mai visto prima, ma nei brevi momenti trascorsi insieme ci hanno dato impressioni affascinanti e memorabili, e il succo delle loro parole ci arricchisce e ci rallegra come se li conoscessimo da molti anni. Abbiamo seguito con profondo interesse le numerose scritture citate a riprova del suo messaggio”.
PRIMO SORVEGLIANTE DI CIRCOSCRIZIONE LOCALE
La storia dell’opera di circoscrizione nei primi tempi non sarebbe completa senza menzionare Arnold Williams di Puerto Limón. Egli amministrava uno spaccio per la United Fruit Company ma, appena poté, dispose di fare il pioniere regolare. Quindi fu un ottimo esempio per i più giovani nel mettere al primo posto gli interessi del Regno. A motivo del suo zelo e della sua risolutezza, venne addestrato come sorvegliante di circoscrizione a San José, e nel 1948 iniziò l’opera di circoscrizione. Sposò Mildred Gumbs (ora Ortega), e continuarono insieme nell’opera di circoscrizione fino al 1959. Poiché conosceva perfettamente sia l’inglese che lo spagnolo, fece da interprete al fratello Knorr durante la sua prima visita. Fu una grave perdita per tutti quando morì in giovane età, lasciandosi dietro molte “lettere di raccomandazione”. — 2 Cor. 3:1.
I PIONIERI CONTRIBUISCONO A DIFFONDERE IL MESSAGGIO
Oltre al prezioso aiuto dei missionari e dei sorveglianti di circoscrizione, i pionieri ebbero una parte importante nel portare il messaggio in nuove zone. All’inizio del 1944 c’erano due pionieri, ma in agosto erano saliti a nove.
A Grecia, dove erano state mandate le sorelle Evelyn Ferguson (ora Taylor) e Mildred Gumbs, le prime pioniere speciali del paese, c’erano 13 proclamatori. L’anno dopo, 1945, anche Eugenia Dillon si unì alle file dei pionieri speciali.
Berta Solera, un’anziana vedova che faceva la pioniera a San José, desiderava tornare nella provincia di Guanacaste dov’era nata, ma non aveva denaro finché non vendette l’unico mezzo di sostentamento che le rimaneva, la sua piccola macchina da cucire, per pagarsi il viaggio. Nel 1947 lei e Anita Taylor vi fecero un giro di predicazione e, sia a Liberia che a Filadelfia, trovarono persone le quali, spinte dall’interesse per le cose spirituali, aprirono la propria casa alle pioniere. Nel 1949 Berta, insieme alla figlia, venne mandata a Liberia come pioniera speciale, e lì la raggiunsero due delle ragazze Swaby. Ma chi sono le ragazze Swaby?
SORELLE CHE FANNO LE PIONIERE
Claudia Goodin, una donna alta, di carnagione chiara, d’origine giamaicana, aveva due figlie, Joy e Fe. In quel tempo Claudia viveva con la sorella carnale Arelminta Swaby a Puerto Limón. Arelminta aveva quattro figlie: Dorell, Calvie, Lila e Casel. Dorell fu la prima delle ragazze Swaby ad avventurarsi a fare la pioniera. Lei e Corina Osorio (ora Novoa) furono mandate a Quepos, sulla costa occidentale. Anche le tre sorelle di Dorell si unirono poi alle file dei pionieri.
Nel 1948 le due figlie di Claudia Goodin, Fe e Joy, iniziarono il servizio di pioniere speciale ad Alajuela, dove era stata formata un’altra congregazione. Dora Argentina Vargas (ora Call) entrò anch’essa nelle file dei pionieri. Nel 1950 Dorell Swaby e Fe e Joy Goodin frequentarono la Scuola di Galaad e vennero mandate nel Panamá. Lila Swaby ed Evelyn Ferguson andarono a Galaad nella primavera del 1953 e Argentina nella classe successiva. Sin dagli anni quaranta queste diligenti sorelle si sono date da fare nel piantare i semi della verità del Regno.
IL CAVALLO E IL BARBIERE
Verso il 1944, quando si aprì la filiale a San José, un cattolico di San Carlos ricevette per posta l’opuscolo Armaghedon e lo passò a Naftalí Salazar, un evangelico. Naftalí rimase così sorpreso delle cose che lesse nell’opuscolo che lo mostrò al pastore della sua chiesa. Il pastore andò su tutte le furie e lo mise in guardia contro quel “veleno russellita”.
Tuttavia Naftalí desiderava conoscere qualcuno della Torre di Guardia, l’organizzazione che aveva pubblicato l’opuscolo. Aveva sentito parlare di un barbiere italiano che riceveva anche lui letteratura. Il barbiere viveva a Grecia, distante un centinaio di chilometri. Naftalí decise di andare a trovarlo. Calcolò che per recarsi a Grecia poteva farsi assumere come mandriano per un viaggio di tre giorni e al ritorno fermarsi a Grecia.
Giunto a Grecia, un’indicazione lo portò a casa di una coppia anziana che non parlava spagnolo. Egli tirò fuori il prezioso opuscolo e lo mostrò loro. Essi non seppero dire altro che “Bibbia, Bibbia” e indicare prontamente una collina in fondo alla strada. Deluso, rimontò a cavallo e si avviò in quella direzione. In cima alla collina Naftalí abbandonò la strada principale, prese un viottolo e si fermò davanti a un cancello. Quando Naftalí aprì il cancello, il cavallo si voltò per aiutarlo a chiuderlo. Erano in un podere. Cavallo e cavaliere trottarono attraverso il campo fino a un altro cancello. Davanti al cancello c’era una piccola capanna e davanti era seduto un uomo con sua moglie e due bambini.
“Cosa vuole?”, chiese l’uomo.
“Mi scusi, ma il mio cavallo mi ha portato qui. Sto cercando un barbiere italiano”.
“Sono io, e lei chi è?”
“Sono Naftalí Salazar di San Carlos”.
Avendo a quanto pare già sentito parlare di lui, il barbiere alzò le mani e disse: “Geova sia lodato. Lui ti ha mandato qui”. Che giorno felice fu quello per Naftalí!
MATRIMONI E LOTTERIE
Man mano che l’opera del Regno si espandeva, c’era bisogno anche di una purificazione in senso morale. Nel 1946, durante la sua seconda visita, il fratello Knorr era accompagnato dal fratello F. W. Franz, che fu di grande aiuto. La necessità di legalizzare il matrimonio fu portata all’attenzione dei fratelli locali. Leonard Hurst, che allora non era legalmente sposato con la donna con cui viveva, ricorda cosa disse il fratello Knorr: “A tutti voi che siete qui stasera e che vivete con una donna ma non avete contratto legalmente matrimonio, do un consiglio. Andate dalla Chiesa Cattolica e iscrivetevi come cattolici perché lì potete fare queste cose. Ma questa è l’organizzazione di Dio, e qui non potete fare queste cose”.
Leonard pensò che il fratello Knorr stesse parlando proprio a lui, quindi in meno di un mese ottenne il divorzio dalla moglie precedente e sposò legalmente la donna con cui viveva.
Quello di acquistare biglietti della lotteria era un’altra faccenda che doveva essere sistemata. Evelyn Ferguson sceglieva sempre un numero fortunato e perfino pregava che il suo numero vincesse. Perché? Per poter fare la pioniera. Quando comprese che questo non era scritturalmente corretto, decise di non comprare più biglietti della lotteria.
L’uomo da cui Evelyn acquistava i biglietti della lotteria si presentò come al solito e insisté che doveva giocare di nuovo il suo numero fortunato. Evelyn però rimase ferma sulla sua decisione e non fu minimamente delusa quando il suo numero uscì proprio quel giorno. Poco dopo quell’episodio, iniziò effettivamente il servizio di pioniere, senza l’aiuto del “dio della Buona Fortuna”. — Isa. 65:11.
“POLVERE IN POLVERE”
I Testimoni smisero inoltre di seguire tradizionali consuetudini religiose che erano discutibili. Per esempio, al funerale di un Testimone, il fratello incaricato di tenere il servizio funebre concluse con una breve preghiera presso la tomba. Poiché non seguì la tradizione religiosa di ripetere come un pappagallo “cenere in cenere e polvere in polvere” e nel contempo gettare una manciata di terra sulla bara, i bigotti presenti ne furono altamente indignati e lo fecero loro.
Qualche tempo dopo morì un’anziana sorella. Presso la sua tomba, prima di calare la bara, il fratello che pronunciava il discorso funebre aprì la Bibbia e lesse le parole: “Polvere tu sei e in polvere tornerai!”. (Gen. 3:19, versione della CEI) Rivolgendosi alla folla fra cui c’erano gli stessi bigotti e senza fare una pausa, il fratello disse: “Qui non si parla proprio di cenere. Calate la cassa, fratelli”. Ammutoliti, gli oppositori non gettarono la loro tradizionale manciata di polvere.
Quali furono i risultati delle visite del sorvegliante di circoscrizione, dell’afflusso di missionari e dell’aderenza alle leggi scritturali? Unità e crescita. Ancor prima del 1950 si superarono i mille proclamatori, ogni mese si tenevano più di 850 studi biblici e c’erano 32 congregazioni.
ASSEMBLEA IN CAMPAGNA
Fino al 1950 quasi tutte le assemblee si erano tenute a Puerto Limón e a San José. Ma ora era stato suscitato abbastanza interesse da richiedere di tenere un’assemblea in una piccola località chiamata Argentina de Tilarán.
Per il fratello e la sorella Siebenlist non fu facile raggiungere Argentina de Tilarán. Iniziarono il viaggio in aereo e poi presero una vecchia corriera, che li portò su per una strada accidentata. A un bivio dove la strada finiva, i fratelli erano ad aspettarli con i cavalli. Il resto del viaggio fu compiuto a cavallo. Solo poche fattorie sparse circondavano il luogo dell’assemblea. I fratelli, comunque, erano molto eccitati: era la loro prima assemblea. Alcuni avevano camminato lungo sentieri di montagna anche per nove ore. Quando la domenica si fece il conto dei presenti, erano quasi 300. Alcuni rimasero in piedi durante le sessioni e altri si sedettero su panche improvvisate fatte di tavole di legno sostenute da sacchi di riso.
Durante l’assemblea, tenne la scuola un sorvegliante della Scuola di Ministero Teocratico appena nominato. Prima che iniziasse, il sorvegliante di circoscrizione gli diede particolareggiate istruzioni su come dare consigli agli studenti che avrebbero fatto i discorsi. Per esempio gli disse che avrebbe dovuto consigliare ogni studente su due punti buoni e due punti da migliorare. Il sorvegliante di circoscrizione era sicuro che il fratello avesse capito e che tutto sarebbe andato liscio. Con dispiacere del sorvegliante di circoscrizione, dopo che il primo studente ebbe terminato il suo discorso, il sorvegliante della scuola si alzò e, un po’ nervosamente, ma con franchezza, disse: “Fratello, sei andato bene in due punti e male in due. Cerca di fare meglio la prossima volta”. Poi, senza dare nessun altro consiglio, introdusse il successivo studente.
DA PESCATORI A PESCATORI DI UOMINI
Nel 1940 Josephine Steele si recò a Moín, poco più a nord di Puerto Limón. Per iniziare la testimonianza, andò alla stazione ferroviaria di Moín e sistemò il suo fonografo. Lo caricò con pochi energici giri della manovella, inserì con circospezione la puntina nel solco iniziale del disco su cui era registrata una conferenza del giudice Rutherford, e fece scattare lo starter. “La religione è un laccio e una truffa”, tuonò la voce dal fonografo. Un folto gruppo di uomini si radunò. Uno del gruppo, Vincente Sanguinetty, mandò a chiamare un pescatore suo amico, Silbert Spence. Silbert, con i pantaloni rimboccati, si avvicinò al capannello di ascoltatori, si mise le mani sui fianchi, guardò il suo amico Vincente e chiese: “Chi è che parla?”
“Il giudice, sciocco!”, rispose Vincente, riferendosi a Joseph F. Rutherford, secondo presidente della Watch Tower Society.
Poiché Vincente aveva già letto alcuni libri del fratello Rutherford, i due uomini tennero occupata Josephine tutto il giorno con le loro domande bibliche. Vincente disse alla sorella Steele che un giorno sul mare durante una terribile tempesta aveva pregato il Signore di aiutarlo e aveva promesso di servirlo se fosse sopravvissuto. Voleva ancora adempiere la sua promessa a Dio, ma lo preoccupavano le due “D”: donne e droga. Fu iniziato uno studio con i due uomini, e poco dopo, il 21 settembre 1940, entrambi si battezzarono, come pure la moglie di Silbert, Valmina.
“La mia gioia cresceva man mano che mi rendevo conto che le parole dette da Gesù a Pietro e Andrea si adempivano in me”, ha detto Silbert. “Ora ero pescatore di uomini”. Joshua Steelman, in visita come speciale rappresentante della Società, chiese a Silbert: “Quando intendi iniziare il servizio di pioniere, quando Armaghedon busserà alla porta?” Silbert comprese l’urgenza dei tempi. Lui e Valmina iniziarono il servizio di pioniere nel novembre 1948.
Per quanto Silbert parlasse poco lo spagnolo, ebbe l’incarico di sorvegliante della circoscrizione spagnola. All’inizio pronunciava tutti i discorsi in inglese, e qualcuno li traduceva. Un giorno un fratello di lingua spagnola rassicurò Silbert con queste parole: “Fratello Silbert, non preoccuparti per il tuo spagnolo. Comprendiamo che hai difficoltà, ma allo stesso tempo da te impariamo la verità più facilmente”. Infatti l’amore non conosce barriere linguistiche.
La moglie di Silbert lo accompagnò fedelmente nell’opera di circoscrizione fino alla sua morte avvenuta nel 1974. Egli ha prestato fedelmente servizio come membro del Comitato di Filiale finché è morto nel maggio 1985.
LA PRIMA SALA DEI CONGRESSI
L’aumento nel numero dei Testimoni cominciò a preoccupare le autorità religiose in tutto il paese. Queste fecero pressione sugli enti pubblici, rendendo così sempre più difficile affittare locali per le assemblee di circoscrizione a Puerto Limón. I Testimoni locali decisero quindi di costruire una Sala del Regno che potesse servire anche da Sala dei Congressi. Su un terreno a soli tre isolati dal mercato centrale, venne eretto un edificio di due piani. La Sala del Regno era di sopra, e da basso c’era un alloggio per il sorvegliante di circoscrizione, e anche la cucina e il locale per la mensa dell’assemblea. La dedicazione si tenne il giovedì 19 agosto 1954. Nel 1972 l’edificio venne ricostruito e attualmente viene usato da tre congregazioni e per le assemblee inglesi più piccole.
SALA DEL REGNO INCENDIATA
Sulla costa del Pacifico i fratelli non ebbero la stessa gioia con la loro Sala del Regno. Una congregazione di circa 45 proclamatori si radunava nella cittadina rurale di Manzanillo de Ario. L’opposizione contro di loro aumentò finché le minacce di violenza si concretarono.
Una notte, verso mezzanotte, la locale Sala del Regno improvvisamente prese fuoco. Fu divorata dalle fiamme con tale rapidità che non si poté salvare nulla: una grave perdita di beni materiali e spirituali per gente già povera. Quel vile attacco incendiario paralizzò l’opera del Regno? Niente affatto! Proclamatori inattivi tornarono in vita, spiritualmente parlando, e nuovi cominciarono ad associarsi con i Testimoni. Il luogo di adunanza fu trasferito in casa di un fratello e si presero disposizioni per celebrare la Commemorazione.
Questo atto di violenza influì sul numero dei presenti alla Commemorazione? Sì, ma in senso positivo. Ci fu un aumento quasi del 300 per cento rispetto agli anni precedenti. La vera fede non si lascia scuotere dagli oppositori, fatto dimostrato mirabilmente da Cristo Gesù e dagli apostoli, e imitato in questo secolo da migliaia di Testimoni che dimostrano la qualità della loro fede nella prova. — 1 Piet. 1:6, 7.
SVENTATA LA VIOLENZA DELLA FOLLA
Gran parte dell’opposizione era istigata dal clero. Ad esempio, per avvertire il loro gregge ogni volta che i Testimoni erano nelle vicinanze, i preti installarono altoparlanti sui campanili delle chiese. Stamparono dei cartelli con su scritto: “Siamo cattolici. Non accettiamo propaganda protestante”. Poi li vendevano ai parrocchiani, che a loro volta li esponevano nelle finestre di casa. Naturalmente i Testimoni ignoravano quei cartelli.
Eugenia Dillon riscontrò che non tutti erano sviati dal clero. Un giorno, mentre svolgeva servizio di campo, si radunò una folla che la seguiva gridando: “Qui regna la vergine degli angeli. Viva il sommo pontefice! Noi siamo cattolici e non accettiamo propaganda protestante”. Essa pregò prontamente Geova di aiutarla. Alla porta successiva un uomo, scorgendo la folla, chiese: “Questa gente la segue? Entri, e la difenderò io da questa masnada di selvaggi”.
Non appena la sorella Dillon entrò, sicura che la sua preghiera era stata esaudita, l’uomo si precipitò in un’altra stanza, afferrò il suo revolver, lo caricò e corse fuori di casa fino al cancello. Là, agitando il revolver, gridò alla folla: “Questa ragazza non è della mia religione, ma io la difendo e vi ordino di andarvene se non volete che vi ammazzi”.
Immediatamente la folla si disperse. L’uomo tornò in casa con un sorriso dicendo che non intendeva veramente ucciderli, ma la canna di una pistola era la sola lingua che quella masnada di selvaggi indemoniati potesse capire.
Un’altra volta il fratello Pile, armato del suo fonografo, prese con sé un bel gruppo di proclamatori per andare a Juan Viñas, a ovest di Siquirres. Il sacerdote locale cominciò a suonare a distesa le campane della chiesa, chiamando a raccolta la sua gente. Ordinò ad alcuni suoi fedeli di andare di porta in porta a dire agli altri di non ascoltare quando venivano i Testimoni.
Il prete gongolava, sicuro di avere la meglio, finché lo jefe político, una specie di sindaco-sceriffo, convocò i fratelli e altri poliziotti nel suo ufficio. Quindi lo jefe político volle che il fratello Pile gli facesse sentire il messaggio del fonografo. Dopo aver ascoltato i dischi del Regno, i poliziotti accettarono letteratura. Lo sceriffo non trovò nulla di male nella loro opera di testimonianza e disse ai fratelli di continuare a predicare.
Un vero trionfo fu il risultato del discorso pubblico che John Craddock pronunciò dal palco della banda nel parco di San Ramón. Erano presenti alcune persone del luogo, i pionieri di San Ramón e mezza dozzina di fratelli venuti da San José col fratello Craddock. (John e sua moglie Emma Marie, diplomati della decima classe di Galaad, si erano uniti agli altri missionari nel 1949. Ora, quasi un anno e mezzo più tardi, avrebbero provato l’opposizione). Un prete con un gruppo di ragazzi salirono sul palco dietro al fratello Craddock e cominciarono a interromperlo continuamente. Allo stesso tempo, come era stato preordinato, un gruppo di adulti caricò dall’estremità della piazza gridando: “Ammazzatelo, ammazzatelo!”
A quanto pare la folla voleva solo minacciare il fratello Craddock, perché tirò diritto senza sfiorarlo. Non potendo finire il discorso John, insieme a Marie e agli altri di San José, andò alla fermata della corriera, dove il sindaco della città li avvicinò e si scusò che il discorso fosse stato interrotto. Il sindaco chiese a John di tornare per fare un altro discorso e promise che avrebbero avuto la protezione della polizia.
Così, tre settimane dopo, un gruppo di proclamatori tornò a San Ramón e inoltre distribuì in tutta la città inviti al discorso. Quando arrivò il momento di iniziare il discorso, in piazza erano allineati gli agenti. Questa volta non ci furono disordini.
LA GUERRA CIVILE
Alle elezioni del 1948 seguì la rivoluzione. Ciò rese difficili gli spostamenti nel servizio di campo. Mentre predicava in un territorio rurale con la sua compagna, Eugenia Dillon fu fermata da alcuni soldati. “Alt, chi va là?”, urlarono i soldati con i fucili spianati. “Di che partito politico siete?”
“Siamo testimoni di Geova”, risposero le sorelle. “Annunciamo il Regno di Dio retto da Cristo Gesù, l’unico governo che porterà vera pace all’umanità”.
Mentre i soldati perquisivano le loro borse, le pioniere diedero testimonianza. Le sorelle vennero rilasciate e continuarono a predicare alla gente del luogo angustiata a motivo della guerra.
Durante la guerra civile, molti falsi pastori religiosi abbandonarono il gregge, fuggendo per mettersi in salvo. Questo diede ai Testimoni l’opportunità di predicare alle persone mansuete che erano rimaste indietro. Ora la popolazione poteva capire che i pastori religiosi anziché pascere il gregge l’avevano tosato. Quando i falsi pastori tornarono, trovarono con loro costernazione che molti del loro gregge studiavano con i Testimoni.
TRENI TRAINATI DA MULI
I mezzi di trasporto agevolano l’opera di predicazione, e in Costa Rica sono stati usati i mezzi più svariati. Si viaggiava in treno. Ma non tutti i treni sono trainati da una locomotiva meccanica. Esiste anche un veicolo unico nel suo genere, che corre su rotaie a scartamento ridotto, trainato da un mulo, e può essere più emozionante delle montagne russe.
Il vagone è costituito da una piattaforma munita di ruote e panche su cui possono trovare posto 20 persone. Quando corre sulle rotaie, l’unico freno è un palo di legno infilato in un foro della piattaforma. Il palo agisce come una leva premendo contro la ruota. Perciò in discesa il mulo corre seri pericoli se il conducente non è in grado di impedire che il vagone in corsa investa l’animale. I passeggeri poi sono schizzati dal fango alzato dagli zoccoli del mulo, ma questo è il minore dei mali. In caso di deragliamento i viaggiatori vengono lanciati in aria e possono fratturarsi braccia e gambe nell’atterrare.
I fiumi vengono percorsi con piccole imbarcazioni munite di motori fuoribordo o in canoe con remi di legno. Per esempio, per raggiungere Guanacaste durante un giro di predicazione, la sorella Solera prese il treno fino a Puntarenas, poi attraversò il Golfo di Nicoya in barca, quindi viaggiò per altre 15 ore su un carro trainato da buoi: impresa non da poco per una donna sulla sessantina!
CAMBIAMENTI ALLA FILIALE
Theodore Siebenlist prestò servizio come sorvegliante di filiale da quando questa era stata istituita nel marzo 1944 fino al giugno 1952, quando lui e la moglie partirono per fare i preparativi in attesa della nascita della figlia Janet.
William Call, diplomato della terza classe di Galaad che nel 1946 dalla Costa Rica era stato mandato in Nicaragua per occuparsi di quella filiale, tornò in Costa Rica come sorvegliante di filiale. Rimase tale fino al 1954, quando sposò Dora Argentina Vargas, diplomata di Galaad, originaria del Guatemala. Il loro figlio Robert attualmente presta servizio alla Betel di Brooklyn. Poi fu nominato sorvegliante di filiale William Aubrey Bivens venuto dal Guatemala. Lui e la moglie, Bertha, erano stati in quel paese da quando si erano diplomati nella quinta classe di Galaad. In seguito vennero inviati in Brasile, dove egli prestò servizio come sorvegliante di filiale fino alla sua morte avvenuta nel 1969.
Poiché il fratello Bivens era stato inviato in Brasile, Charles Sheldon funse da sorvegliante di filiale fino al marzo 1964, quando arrivarono George Jenkins e sua moglie. Nel 1966 motivi di salute costrinsero il fratello e la sorella Jenkins a lasciare la Costa Rica. Il successivo sorvegliante di filiale, Lorence A. Shepp, era ancora in Nicaragua. Come giunse in Costa Rica?
Lorence svolgeva servizio a tempo pieno dal 1958 e aveva servito nell’opera di circoscrizione in Canada e in Alaska. Quando i sorveglianti di circoscrizione furono invitati alla sede mondiale di Brooklyn per una speciale Scuola di Ministero del Regno, il fratello Knorr chiese se qualcuno era disposto ad andare come missionario in un paese straniero senza frequentare la Scuola di Galaad. Il fratello Shepp accettò l’invito. Nel 1961 venne inviato in Nicaragua, dove sposò la cubana Juana Olimpia Guinart, diplomata della 22ª classe di Galaad. Questa era per lei la terza assegnazione, poiché aveva già prestato servizio come missionaria nell’Honduras e in Messico.
Dopo che il fratello Shepp ebbe frequentato un corso di dieci mesi della Scuola di Galaad, lui e Olimpia partirono per una nuova destinazione: El Salvador. Prima decisero di fare una vacanza in Costa Rica e si innamorarono subito del posto, senza sapere che era già stata spedita una lettera che cambiava la loro assegnazione: Costa Rica.
Essi arrivarono nel settembre 1966 e, all’assemblea internazionale nel dicembre di quell’anno, il fratello Knorr annunciò che il fratello Shepp era stato nominato sorvegliante di filiale. Attualmente è coordinatore del Comitato di Filiale.
INCENTIVO ALL’ESPANSIONE
Nel dicembre 1954 il fratello Knorr era tornato in Costa Rica e aveva annunciato la costruzione di una nuova sede per la filiale e la Sala del Regno. L’entusiasmo era grande. Fu disposto di acquistare un terreno al centro di San José. Poi, ai primi di gennaio, proprio quando i fratelli dovevano iniziare la costruzione, ci fu un’invasione armata da nord. Benché città e villaggi venissero mitragliati dagli aerei, i fratelli continuarono a dare testimonianza di porta in porta per portare alla gente il confortante messaggio del Regno. I rapporti del servizio di campo di gennaio indicavano che era stato superato il massimo dell’anno precedente. Ma in aprile l’aumento fu ancora maggiore. Ci fu un aumento del 30 per cento, con 2.078 proclamatori.
Che dire della costruzione della nuova filiale? I lavori furono rinviati? L’edificio fu ultimato il 25 gennaio 1956, solo due giorni prima dell’inaspettata visita del fratello Knorr e di sua moglie Audrey. Il 27 gennaio 1956 ci fu la dedicazione.
IL PROBLEMA DEL SALUTO ALLA BANDIERA
Nel settembre 1959 nelle scuole di Puerto Limón era sorto il problema del saluto alla bandiera. Tredici studenti, tutti testimoni di Geova, avevano rifiutato di prendere parte alla cerimonia perché avrebbe violato la loro coscienza cristiana. Per quanto non avessero compiuto nessun atto irrispettoso e la loro condotta fosse irriprovevole, i piccoli testimoni di Geova furono accusati di ribellione e insubordinazione e furono espulsi da scuola.
Il tribunale locale negò ai ragazzi il permesso di tornare a scuola finché avessero rifiutato di salutare la bandiera. Si fece appello alla Corte Suprema della Costa Rica. In quella sede si fece notare alla Corte che la Costituzione costaricana garantisce la libertà di culto e il diritto di frequentare le scuole statali. Tuttavia la Corte Suprema sostenne la decisione della corte di primo grado, dicendo che la legge che tutelava la libertà di culto non era stata violata.
All’inizio del trimestre successivo, quasi tutti gli studenti furono riammessi a scuola, ma vennero nuovamente espulsi quando non parteciparono ad altre cerimonie di saluto alla bandiera. Allora fu presentata una petizione al ministero della Pubblica Istruzione, ma il 5 luglio 1960 la petizione venne respinta.
Il problema del saluto alla bandiera ebbe molta pubblicità sia sui giornali che alla radio. Il problema esiste tuttora in alcune scuole, ma molti insegnanti riconoscono l’eccellente condotta dei giovani Testimoni e preferiscono guardare dall’altra parte invece di fare una questione della salda, coscienziosa presa di posizione dei ragazzi. Si rendono conto che espellere questi studenti in molti casi significherebbe perdere gli studenti migliori.
In una scuola rurale, su 50 iscritti solo 6 non erano testimoni di Geova. Perciò se i Testimoni fossero stati espulsi, la scuola avrebbe dovuto chiudere, e gli insegnanti non volevano perdere il posto.
Molti insegnanti pensavano che i ragazzi espulsi da scuola non avrebbero avuto successo nella vita senza un’istruzione formale. Milton Hylton, nipote di Francela Williams, dimostrò che avevano torto. Benché fosse stato espulso da scuola, “questa fu una benedizione”, egli osserva. “Prima di tutto ho avuto l’opportunità di provare la mia integrità a Geova e poi ho avuto i benefìci di 13 anni di servizio a tempo pieno”. Quando ebbe necessità di trovare un lavoro a tempo pieno, il fratello Hylton fu assunto come impiegato e poi come contabile di fiducia nella stessa ditta, senza dover trascurare le sue attività teocratiche.
RISVEGLIO DEI VULCANI IRAZÚ E ARENAL
Il 13 marzo 1963 l’Irazú, uno dei tanti vulcani della Costa Rica, si svegliò dalla sua siesta ventennale per iniziare due anni di attività. Il vulcano, distante circa 32 chilometri dalla capitale cominciò a eruttare cenere, che i venti costanti sollevavano dal cratere del vulcano e depositavano a San José, dove vive circa un quarto di tutti i costaricani. La città di Cartago, annidata ai piedi del vulcano, non ne risentì quasi, perché i venti trasportavano la cenere al di sopra della città. Ma Cartago poco dopo fu colpita da un’altra catastrofe.
La notte del 9 dicembre 1963 le forti piogge inzupparono la cenere ammucchiata lungo i pendii del vulcano. Appesantita, la cenere precipitò dalla montagna nei fiumi già intasati, facendoli straripare. Un fiume in piena inondò la città di Cartago, trascinando via le case insieme agli abitanti addormentati, e anche bestiame e animali selvatici. Molti persero la vita in quell’inondazione, nonostante il fatto che auto della polizia avessero pattugliato le strade avvertendo in anticipo dell’imminente disastro con gli altoparlanti. O le vittime non presero sul serio l’avvertimento o non vollero abbandonare i loro possedimenti materiali. Non volendo prestare ascolto, pagarono con la vita.
Per molti anni la popolazione di Cartago aveva adottato un atteggiamento simile nei confronti dell’avvertimento della prossima guerra di Armaghedon. Senza dubbio pensavano di non essere in pericolo dato che nella loro città si trova la famosa basilica in cui è conservata l’immagine della “santa” patrona della Costa Rica. Ma dopo il disastro e dopo più di 30 anni di predicazione, finalmente verso la fine del 1964 si formò una congregazione in questa città.
Dopo che l’Irazú si fu stancato di seminare morte e distruzione, un altro vulcano, l’Arenal, rimasto inattivo per circa 600 anni, iniziò un periodo di attività. Quando cominciarono le eruzioni dell’Arenal, che si trova nella parte settentrionale della Costa Rica, nella zona c’erano cinque congregazioni. Molti fratelli che abitavano lì non ebbero altra alternativa che fuggire. Nessuno di loro perse la vita, ma persero i loro possedimenti materiali. Prontamente i fratelli di ogni parte del paese vennero in loro aiuto donando viveri, indumenti e denaro.
RALLENTAMENTO NEGLI ANNI SESSANTA
Negli anni 1964 e 1965 non ci fu nessun aumento. Il rapporto annuale dalla Costa Rica ne attribuiva la colpa alle condizioni economiche. Molti proclamatori avevano dovuto lasciare la Costa Rica per cercare lavoro altrove. Nel rapporto annuale veniva addotta un’altra ragione: “Purtroppo molti hanno dovuto essere disassociati perché vivevano una vita impura, ma tutti sono ansiosi di mantenere pura l’organizzazione per un’adorazione pura”.
Per altri tre anni l’opera andò avanti zoppicando senza nessun aumento. Questo tempo servì a vagliare e far maturare gli uomini spirituali che sarebbero stati necessari a motivo della crescita che si sarebbe verificata. Uno di questi uomini è stato Andrés Garita. Egli prestò servizio per 20 anni come sorvegliante di circoscrizione e di distretto. A cosa attribuiva la sua perseveranza? “I miei genitori cominciarono a studiare nel 1946 e assistevamo sempre fedelmente alle adunanze. Mi sono battezzato nel 1953 a 14 anni. Le adunanze e il servizio di campo mi hanno permesso di stare insieme ai sorveglianti di circoscrizione, che mi hanno spesso prestato speciale attenzione e incoraggiato a intraprendere il servizio a tempo pieno”. Nella primavera del 1979 entrò a far parte del Comitato di Filiale. Ha prestato fedelmente servizio come tale e anche nell’opera di circoscrizione e di distretto insieme alla moglie Mayra e alla figlioletta di sei anni, Andrea, fino alla sua malattia improvvisa e alla morte inaspettata all’età di 48 anni, avvenuta il 7 luglio 1987. Egli era molto amato e quasi tutti i testimoni di Geova della Costa Rica lo conoscevano, come è evidente dal fatto che più di 4.000 hanno assistito al suo funerale.
L’OPERA È INCENTIVATA DA ALTRI MISSIONARI
Gli anni sessanta hanno portato alla ribalta altri giovani “doni negli uomini”. (Efes. 4:8) Galaad ha senz’altro contribuito alla crescita e alla maturità spirituale della Costa Rica. Alvaro Muñoz e Milton Hylton erano costaricani invitati a Galaad e poi riassegnati al loro paese. La loro opera nella circoscrizione è stata molto apprezzata, ed essi continuano a essere fonte di incoraggiamento nelle loro congregazioni.
Gli statunitensi Douglas Little e Frederick Hiltbrand, diplomati della 45ª classe di Galaad, furono inviati in Costa Rica nel 1968. Nel 1972 Douglas Little sposò Saray Campos, che era già pioniera da sette anni. La famiglia missionaria crebbe con l’arrivo di altri due fratelli: John Griffin e Lothar Mihank.
Nel 1976 Frederick Hiltbrand sposò Mirtha Chapa, una missionaria della 55ª classe di Galaad. Attualmente Frederick presta servizio come membro del Comitato di Filiale.
TERREMOTO A MANAGUA
Nel corso degli anni i fratelli della Costa Rica e quelli del Nicaragua erano stati sempre molto legati fra loro, non solo perché erano vicini, ma anche perché la loro crescita teocratica era stata parallela. Improvvisamente, nel dicembre 1972, quando un violento terremoto fece tremare la capitale, Managua, i fratelli del Nicaragua si trovarono nel bisogno.
Immediatamente in Costa Rica si presero disposizioni per inviare soccorsi ai fratelli di Managua. Anche se non era stato stabilito il contatto radio con Managua, fu inviato un veicolo con quasi una tonnellata di generi alimentari. Tutta quella roba venne raccolta nel giro di 60 minuti dal momento in cui i fratelli furono avvertiti che si inviavano soccorsi. Il consolato nicaraguegno diede il visto ai fratelli che li portavano appena seppe che erano aiuti inviati dai testimoni di Geova. Tutte le porte della burocrazia si spalancarono, così i soccorsi poterono essere consegnati direttamente ai fratelli.
SUCCESSO DOVUTO ALL’UNITÀ FAMILIARE
Trino Rojas e i suoi due fratelli erano gli attaccabrighe di Guápiles. Quando Mark Taylor, un pioniere speciale, cominciò a visitare i genitori di Trino, a Trino la cosa non piacque, anzi una volta affrontò Mark a suon di frusta. Mark comunque perseverò nelle sue visite, e un po’ alla volta Trino imparò qualcosa della verità. In seguito, dopo che Trino aveva sposato Carmen, una signora del vicinato diede loro un libro cattolico di racconti biblici. Trino si rese conto che quei racconti biblici coincidevano con quello che aveva sentito da Mark. Quando lo disse alla signora cattolica, questa si offese e rivolle il libro, stuzzicando in tal modo la sua sete di maggior conoscenza biblica. Così Trino e Carmen cominciarono a studiare con i Testimoni e nel 1950 si battezzarono.
Avevano 11 figli. Uno di loro, David, ricorda l’esempio che padre e madre davano a tutta la famiglia. “La loro tenacia nella verità ha avuto una buona influenza su tutti noi. Non abbiamo mai perso un’adunanza anche se eravamo 11 figli e i tempi erano difficili. Papà acquistò un podere a Roxana, e ci trasferimmo là per aiutare un gruppo di interessati”.
David è pioniere da oltre dieci anni. “Il sostegno di nostro padre ci ha reso possibile fare i pionieri”, egli dice. Noé, uno dei fratelli minori di David, ricorda: “David diventò il mio esempio. Quando avevo 13 anni facevo 100 ore di servizio. Sognavo il giorno in cui avrei piantato un campo di granturco, venduto il cereale, dato il denaro a papà e iniziato il servizio di pioniere”. E ha fatto proprio così.
Anche se i loro genitori, Trino e Carmen, sono morti, i figli rimangono saldi nella fede.
LO SPIRITO MISSIONARIO È CONTAGIOSO
La Costa Rica ha un notevole numero di servitori a tempo pieno che sono figli di ex missionari. Robert Conroy, giunto con il suo compagno John Alexander nel 1959, in seguito si sposò e continuò nell’opera di circoscrizione in Costa Rica. Quando sua moglie, Dina, rimase incinta, Robert disse: “Mia moglie ed io abbiamo pregato Geova di guidarci nell’allevare i nostri figli, rendendoci conto che anche questa è una benedizione di Geova”. Mentre ora i genitori, dopo una pausa di 20 anni, hanno ripreso l’opera di circoscrizione, i loro due figli, Judy e Rondey, attualmente prestano servizio alla Betel in Costa Rica.
Donald Fry, della 22ª classe di Galaad, ha visto il figlio David seguire le sue orme 50 classi dopo. David ha frequentato la 72ª classe di Galaad ed è stato mandato nello stesso paese del padre: Costa Rica. Perché David ha deciso di diventare missionario come suo padre? “La compagnia dei felici missionari della Costa Rica, insieme alla guida teocratica dei miei genitori, mi hanno spinto a voler essere come loro”, egli dice.
Sia che abbiano potuto rimanere in un paese straniero o no, questo spirito contagioso permea le famiglie di molti ex missionari. I Call, gli Sheldon e i Blackburn hanno tutti allevato figli con questo sano spirito.
LA COSTA RICA ESPORTA MISSIONARI
Nel passato alcuni missionari erano stati inviati dalla Costa Rica in altri paesi. Più recentemente John Alexander, venuto in Costa Rica nel 1959 da Galaad, e sua moglie Corina, nel 1979 furono inviati in Panamá. Poi, nella primavera del 1982, Lothar Mihank e sua moglie Carmen furono invitati a prestare servizio in Panamá.
Questo ha forse indebolito l’attività di predicazione in Costa Rica? “Anche se certamente l’ottimo lavoro svolto da questi fratelli fedeli ci è mancato”, risponde il fratello Shepp, coordinatore del Comitato di Filiale, “il vuoto che hanno lasciato è stato prontamente colmato da maturi fratelli locali. Ne è un esempio l’opera di distretto. Mentre qualche anno fa dipendevamo dai missionari della filiale che servivano nel distretto, ora i fratelli locali riescono ottimamente a colmare il vuoto. Lo stesso vale per l’opera dei sorveglianti di circoscrizione. Ora la grande maggioranza di coloro che prestano servizio come tali sono fratelli costaricani. Quindi Geova fa sempre in modo che l’opera non dipenda da un singolo individuo”.
DA MACCHINISTA DI TRENI A SORVEGLIANTE DI CIRCOSCRIZIONE
Guillermo Badilla aveva guidato per oltre vent’anni i treni della linea San José-Puntarenas. Quando andò in pensione a 50 anni, iniziò immediatamente il servizio a tempo pieno. Una delle cinque congregazioni che ha aiutato a formarsi è quella di Cartago. Quando arrivò là trovò un solo proclamatore, che “era come un blocco di ghiaccio”, ricorda il fratello Badilla. Ma dieci mesi più tardi era stata formata una congregazione con nove proclamatori. Indirizzando la vita delle persone su una linea differente, ne ha aiutate più di 90 fino al battesimo. E a 70 anni è stato nominato sorvegliante di circoscrizione.
IL PROBLEMA DEL SANGUE METTE ALLA PROVA L’INTEGRITÀ
I testimoni di Geova rifiutano le trasfusioni di sangue per ragioni scritturali, anche se la loro vita è in pericolo. (Atti 15:29) Ma sono disposti ad accettare cure mediche alternative. Alcuni medici cooperano con i Testimoni in questa importante faccenda attinente alla loro professione, mentre altri si oppongono.
Per esempio, Wilson Rojas rimase in coma in seguito a un’esplosione così potente che lo fece volare attraverso la parete di uno sgabuzzino, scaraventandolo a una distanza di oltre 8 metri. Il suo compagno rimase ucciso sul colpo. Wilson non riacquistò conoscenza che otto giorni più tardi, solo per apprendere che aveva perso l’uso di un occhio, un orecchio, un braccio e una gamba. Wilson rifiutò lealmente una trasfusione di sangue. La moglie, Clarissa, lo spalleggiò nella sua decisione. Il medico, dispiaciuto, disse: “Lasciatelo morire. Ha cinque giorni da vivere, non di più”.
Per quanto il fratello Rojas avesse firmato una dichiarazione che sollevava l’ospedale da ogni responsabilità per le terapie senza sangue che gli fossero state praticate, l’ospedale sospese ogni cura, limitandosi a cambiargli la fasciatura. Quasi miracolosamente però nelle due settimane successive la sua condizione migliorò lentamente. Poi subentrò un’altra crisi improvvisa. Un embolo alla gamba sinistra minacciava di staccarsi in qualsiasi momento. Uno specialista s’interessò vivamente del suo caso e riuscì a dissolvere l’embolo con dei farmaci. Poco dopo, trovandosi al capezzale di Wilson, lo specialista chiese perché aveva rifiutato la trasfusione di sangue. Dopo la spiegazione di Wilson, lo specialista disse: “La ragione per cui l’embolo non si è staccato e non ti ha ucciso è dovuta alla perdita del volume sanguigno e alla sua fluidità. Se tu avessi accettato una trasfusione di sangue, molto probabilmente saresti morto. Congratulazioni!”
“CERCASI UOMO”
Un altro modo per raggiungere il cuore e la mente delle persone mansuete è mediante la condotta cristiana. In uno stabilimento dove lavora un anziano, gli impiegati protestavano contro le condizioni di lavoro e chiedevano salari più alti. Mentre si svolgeva un incontro tra la direzione e i lavoratori, telefonò il direttore di un’altra ditta. Informato dello scontento esistente fra gli impiegati, egli si vantò: “Noi non abbiamo problemi del genere con i nostri lavoratori, perché in maggioranza sono testimoni di Geova”.
Non passò molto tempo prima che quest’annuncio comparisse sul giornale più letto della nazione: “CERCASI UOMO PER LAVORO NELLA NOSTRA DITTA. DEVE ESSERE UN TESTIMONE DI GEOVA, DEDICATO, BATTEZZATO. PREFERIBILMENTE ANZIANO O SERVITORE DI MINISTERO”. A quanto pare non erano necessarie altre referenze.
NUOVA ESPANSIONE
Negli anni settanta, si fecero sforzi per portare la buona notizia nelle città più piccole. Perciò nel 1972 il fratello e la sorella Siebenlist tornarono dagli Stati Uniti e si stabilirono nella cittadina di Tres Ríos, distante 10 chilometri da San José.
Qui un adolescente era a capo di una piccola setta chiamata “Gli adoratori di Geova”. La setta usava la letteratura della Società. A motivo delle divisioni all’interno del gruppo, la famiglia Gutiérrez si era separata dagli altri e si era messa in contatto con la filiale chiedendo uno studio biblico. Douglas Little fu incaricato di aiutarli. Egli descrive come segue ciò che accadde:
“È stato iniziato immediatamente uno studio con la famiglia Gutiérrez, Miguel, Inés e i loro tre ragazzini. I genitori avevano una discreta conoscenza della verità, poiché da mesi leggevano diligentemente le pubblicazioni della Società. Essendo stati fra i ‘12 apostoli’ del gruppo e avendo preso la direttiva nel ‘servizio di campo’, erano giunti alla conclusione che un solo popolo ha la benedizione di Geova, verità che in un primo momento non era condivisa dagli altri.
“Qualche tempo dopo che la famiglia Gutiérrez si era separata dalla setta, gli altri si sono messi in contatto con la filiale. Anche loro volevano studiare, e sono stato incaricato di occuparmi di loro. Si è disposto che visitassi l’intero gruppo e tenessi uno studio biblico modello. Con mia sorpresa ho trovato una quindicina di persone sedute in semicerchio, con le risposte sottolineate nel libro La Verità che conduce alla Vita Eterna e la Traduzione del Nuovo Mondo già aperta. Tutti e 15 gli adulti presenti quella sera, oltre a molti parenti ed amici, hanno dedicato la loro vita a Geova e ora prestano servizio nella sua unica organizzazione terrena”. Attualmente a Tres Ríos ci sono due congregazioni.
“UNITI NELL’ADORAZIONE”
La persecuzione a Cuba ha unito i fratelli della Costa Rica ai loro fratelli spirituali cubani. Dal 1980 non era più possibile immigrare da Cuba negli Stati Uniti, quindi la Costa Rica diventò per i cubani uno dei paesi di transito per raggiungere altre nazioni. I cubani arrivavano in Costa Rica di spontanea volontà o a motivo della pressione del governo, oppure perché la loro condanna alla prigione veniva annullata se lasciavano Cuba.
Più di un centinaio di Testimoni cubani sono giunti in Costa Rica. Uno di loro, Ubaldo Fernández, un fratello cubano che aveva prestato servizio come anziano nella congregazione di Santo Domingo, ha detto a nome dei fratelli cubani: “Tutti i fratelli che sono arrivati qui sono grati a Geova per essere stati liberati e ringraziano molto i fratelli costaricani per l’ospitalità e l’amore cristiano che hanno mostrato loro in ogni circostanza. Così continuiamo come un solo popolo unito nell’adorazione dell’unico vero Dio, Geova”.
MISSIONARI INASPETTATI
L’aiuto è sempre apprezzato, e come disse Gesù “la messe è grande, ma gli operai sono pochi. Implorate perciò il Signore della messe che mandi operai nella sua messe”. — Matt. 9:37, 38.
L’aiuto giunse sotto forma di missionari della succursale della Scuola di Galaad in Messico. Juan e Rebecca Reyes e Arnoldo Chaves, diplomati della prima classe, erano stati inviati in Nicaragua. L’assegnazione in Nicaragua fu di breve durata, poiché non riuscirono a ottenere il permesso di soggiorno e fu detto loro di andare in Costa Rica e cercare di chiederlo da là; ma anche questo non ebbe successo. Essi rimasero in Costa Rica nell’opera di circoscrizione.
Il sabato 20 marzo 1982 giunsero altri ospiti inaspettati: 19 missionari espulsi dal Nicaragua. Nove di loro vennero deportati oltre il confine costaricano. Gli altri dieci furono mandati in aereo nel Panamá. Kevin e Ruby Block passarono il confine costaricano a mezzogiorno. La stessa sera alle 18 gli altri sette, con le poche cose che erano riusciti a ficcare in una valigia, si trovarono seduti sotto le stelle lungo una strada deserta in territorio costaricano. Alcuni fratelli con dei veicoli arrivarono e li condussero a Liberia, dove la famiglia di Jorge Meléndez aveva pronti per loro un pasto caldo e un letto. L’indomani furono accompagnati alla filiale a San José. (Il martedì anche i dieci missionari deportati nel Panamá arrivarono in Costa Rica).
TESTIMONIANZA MEDIANTE I MASS MEDIA
Entro sabato sera la notizia dell’espulsione dei missionari si era sparsa in tutto il mondo. Più di 40 giornali e stazioni radio e TV telefonarono alla filiale da ogni parte del mondo, chiedendo di poter intervistare i missionari. Il mercoledì mattina Rodrigo Fournier, noto commentatore costaricano, invitò i missionari espulsi a partecipare a una tavola rotonda. Reiner e Jeanne Thompson e Ian Hunter vennero intervistati per 40 minuti in un programma TV trasmesso in tutta la nazione. Durante il programma vennero messi in risalto la nostra neutralità nei confronti di tutti i governi della terra, il nostro interesse per il Regno di Dio, e come il nostro insegnamento rafforzi l’unità familiare. Se ne parlò in tutto il paese e si presentarono molte opportunità di dare testimonianza.
Si presero disposizioni perché quel gruppo molto unito di missionari rimanesse alla Betel. Nel giro di alcune settimane giunsero nuove destinazioni da Brooklyn, e i missionari furono tutti inviati in Belize, Ecuador, El Salvador, Guatemala e Honduras, tranne il fratello e la sorella Thompson e il fratello Edward Errichetti. Essi rimasero in Costa Rica, e il fratello Thompson fu nominato membro del Comitato di Filiale.
Bill e Mavis Rogers non furono espulsi insieme agli altri 19 missionari, perciò rimasero altri cinque mesi in Nicaragua. Dopo esser stati trattenuti per due settimane “agli arresti domiciliari” in un albergo, in agosto vennero deportati in Costa Rica. Anche loro furono intervistati alla TV. Quando gli fu chiesto cosa facevano nel Nicaragua da meritare la deportazione, Bill disse al pubblico televisivo: “Predicavo solamente la buona notizia del Regno di Dio”. Poi, nello stesso programma, venne intervistato l’arcivescovo della Costa Rica. Gli fu chiesto il suo parere su cosa dovrebbero fare oggi i cristiani. Egli fu costretto a rispondere: “Predicare il vangelo del Regno”. Il fratello e la sorella Rogers alla fine vennero inviati nel Salvador.
LA FAMIGLIA BETEL AUMENTA
Nel 1977 la famiglia Betel era composta di quattro persone. Ma, a motivo dell’aumento nel numero dei proclamatori, nel 1982 sei fratelli lavoravano alla Betel per provvedere ai bisogni delle congregazioni sia in Costa Rica che in un altro territorio affidato alla filiale. Nel 1980 si superò la media di 5.000 proclamatori, e nel 1981 ci fu uno straordinario massimo di 6.183 proclamatori. Nel 1981 avevano fatto rapporto 118 congregazioni che formavano sei circoscrizioni, e nel 1982 le congregazioni erano salite a 138 e le circoscrizioni a sette.
Uno dei compiti della filiale era provvedere ogni mese Il ministero del Regno a tutti i proclamatori. Benché venisse stampato a Brooklyn, nel 1965 la Costa Rica aveva cominciato a curare l’edizione del proprio Ministero del Regno, in modo da poter includere più annunci locali. Poi si fece un altro passo avanti nel gennaio 1982, quando la Costa Rica cominciò a stampare localmente Il ministero del Regno con la propria macchina da stampa offset. Nell’estate del 1983 è stata acquistata una fotocompositrice IBM per rendere più versatile la piccola macchina da stampa, e nel 1984 alla Betel ci volevano più di dieci lavoratori per far fronte ai bisogni delle congregazioni.
PERCHÉ IL CAMBIAMENTO?
Per molti anni la popolazione aveva avuto un atteggiamento soddisfatto e contento di sé. Molti erano orgogliosi della loro religione e rifiutavano di parlare della Bibbia. Ma man mano che le condizioni mondiali si deterioravano, in adempimento della profezia biblica, e toccavano la loro vita, sempre più persone si chiedevano in cuor loro cosa significava tutto questo. Crisi economica, attività terroristiche e profughi: tutte queste condizioni hanno reso più positiva la reazione al ministero di casa in casa, e quindi è cresciuto il numero degli studi biblici. Quali risultati si sono dunque avuti negli anni 1982-87? Davvero rallegranti! Il massimo dei proclamatori è salito da 6.611 a 10.374.
Un’altra ragione dell’aumento è che il numero dei pionieri, 792, è più che raddoppiato. Dal 1984 in poi, il numero degli studi biblici a domicilio supera il numero dei proclamatori.
NUOVA SEDE PER LA FILIALE
Nel gennaio 1984 si diede il via all’impresa di costruire una nuova sede per la filiale. Nel 1955 la filiale era stata costruita nel centro di San José. Poi nel 1977 era stata ristrutturata. In pochi anni l’edificio della filiale sembrava scoppiare. Nella biblioteca c’erano quattro scrivanie, e a volte i fratelli dovevano lavorare in camera perché non c’era posto in ufficio. I corridoi servivano da deposito, e il tavolo delle spedizioni era a doppio uso: all’occorrenza diventava un letto. La sala delle riunioni era stata trasformata in stamperia. Era giunto il momento di cominciare lavori di ampliamento?
Per più di un anno i fratelli del Comitato di Filiale avevano cercato un terreno adatto. Finalmente, con l’aiuto del fratello John Craddock, che aveva delle conoscenze nel settore dell’edilizia, si trovò un luogo ideale: circa sei ettari e mezzo di terra fertile in una zona agricola, poco distante dall’Autostrada Panamericana tra l’Aeroporto Juan Santamaría e San José. La proprietà si trova nei pressi di tre città importanti, eppure è abbastanza grande da consentire una futura espansione. Si trova in una zona tranquilla, dove ogni giorno si possono ammirare bellissimi arcobaleni e nuvole sempre differenti che incappucciano i vulcani.
Nel maggio 1984 è stata acquistata la proprietà. Secondo il progetto la superficie utile sarebbe stata di 4.200 metri quadrati in confronto ai 550 della filiale precedente. I beteliti, tutti i sorveglianti di circoscrizione del paese, e molti pionieri speciali, pionieri e proclamatori di congregazione hanno dato una mano. Oltre a questi sono venuti molti lavoratori edili di professione da Stati Uniti, Canada, Paesi Bassi, Germania, Finlandia, Guatemala e Panamá. Complessivamente i lavoratori stranieri erano più di 300, e sono rimasti per un periodo che andava da alcuni giorni a diversi anni.
A lavori ultimati, circa 5.000 proclamatori di quasi tutte le congregazioni avevano partecipato all’effettiva costruzione. Gli altri avevano avuto una parte con le loro sincere preghiere, l’incoraggiamento e le contribuzioni. Tutto questo sforzo è stato fatto perché il popolo di Geova confida nella sua promessa di ‘far crescere’. — 1 Cor. 3:7.
STABILITA LA DATA
La dedicazione? Il 4 gennaio 1987! Era invitato tutto il paese. I fratelli Swingle e Underwood della Betel di Brooklyn hanno pronunciato incoraggianti discorsi scritturali, quindi il fratello Milton Henschel, pure della Betel di Brooklyn, ha spiegato lo scopo dell’occasione: dedicare i locali a Geova e ai Suoi interessi. Mentre il sole calava all’orizzonte, tutti i 13.311 presenti hanno ringraziato Geova per il suo spirito e la guida avuta nei due anni impiegati nella costruzione.
Anche durante la costruzione era evidente che c’era aumento. Da che erano iniziati i lavori sono stati raggiunti 24 nuovi massimi. Con il nuovo massimo di 10.374 proclamatori e 13.425 studi biblici, è ovvio che i nuovi locali presto saranno usati appieno. La nuova filiale farà fronte ai bisogni dei futuri testimoni di Geova inclusi fra i 30.534 presenti alla Commemorazione nel 1987.
COSA È ACCADUTO ALLE RAGAZZE DEGLI ANNI QUARANTA?
Vi ricordate delle pioniere degli anni quaranta? Dove sono ora? Si sono stancate? Niente affatto! Sono tutte ancora attive. Sei sono state a Galaad e quattro sono ancora missionarie. Cinque sono pioniere speciali, e tre sono pioniere dopo aver allevato figli o modificato il proprio programma.
Perché hanno continuato a darsi tanto da fare nel predicare il Regno? Lila Swaby risponde: “Lavorare con anziane sorelle degli unti ci ha edificato quando eravamo giovani. Ora non siamo più giovani, ma il loro esempio continua a esserci di sprone”.
UNA COSTA DAVVERO RICCA!
Cristoforo Colombo giustamente chiamò il paese “Costa Ricca”, ma per ragioni che non poteva neanche immaginare. Ora, più di 80 anni dopo che la verità è approdata su queste spiagge, i tesori della Costa Rica si sono rivelati i suoi abitanti il cui Dio è Geova. Queste ricchezze sono state raffinate dalle visite del fratello Knorr e di altri speciali rappresentanti della sede mondiale della Società. La presenza dei missionari ha incentivato l’opera di predicazione, e ha consolidato le congregazioni che a loro volta hanno prodotto altre ricchezze: lodatori di Geova. Sì, in Costa Rica la ricchezza spirituale abbonda!
[Cartina/Immagini a pagina 199]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
COSTA RICA
NICARAGUA
Mare delle Antille
BACINO DEL SAN CARLOS
Liberia
Guápiles
Grecia
Guácimo
Puntarenas
Alajuela
Siquirres
Puerto Limón
SAN JOSÉ
Cartago
Cahuita
Point Quepos
San Isidro
Golfito
OCEANO PACIFICO
PANAMÁ
[Immagini a pagina 202]
Primi zelanti proclamatori, battezzati verso il 1914: (sopra da sinistra) Claudia Goodin, Lea Wilson; (sotto) Ina Williams
[Immagine a pagina 204]
Henry Steele e la moglie Matilde, battezzati verso il 1914, con la famiglia. Oggi molti loro figli, nipoti e pronipoti sono Testimoni attivi
[Immagine a pagina 209]
Albert Ezra Pile, battezzato nel 1926, contribuì a dar nuovo vigore all’opera
[Immagine a pagina 213]
Primo gruppo di missionari. Davanti, da sinistra: Charles Palmer, Lora Lea Palmer, Hermena Siebenlist e Theodore Siebenlist, servitore di filiale dal 1944 al 1952. Dietro da sinistra: William Eugene Call, Donald Burt e “Woody” Blackburn
[Immagini a pagina 217]
“Doc” ed Emily Hardin viaggiarono molto in treno nell’opera di circoscrizione
Arnold Williams, primo sorvegliante di circoscrizione locale, lasciò un lavoro promettente per predicare la buona notizia
[Immagine a pagina 218]
Evelyn Ferguson (ora Taylor), pioniera speciale dal 1944, col suo fonografo
[Immagini a pagina 225]
Silbert Spence, incoraggiato dal discorso del giudice Rutherford “La religione è un laccio e una truffa”, nel 1948 iniziò il servizio di pioniere con la moglie Valmina. Ha fatto parte del Comitato di Filiale fino alla morte avvenuta nel maggio 1985
[Immagine a pagina 233]
Lorence Shepp, che presta servizio come coordinatore del Comitato di Filiale dal 1966, con la moglie Olimpia
[Immagine a pagina 239]
Frederick Hiltbrand, qui con la moglie Mirtha, ha aiutato a iniziare i lavori di stampa
[Immagine a pagina 250]
Veduta aerea della nuova filiale con la rotonda e l’ingresso al centro, stamperia, spedizioni e uffici a sinistra, e l’ala residenziale a destra
[Immagine a pagina 252]
Pioniere degli anni quaranta ancora animate dallo spirito di pioniere. Da sinistra: Jenny Taylor, Evelyn Taylor, Mireya Ortega, Jenny Dillon, Corina Novoa, Lila Swaby