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  • Dappertutto c’è chi è pronto a dare una mano
    Svegliatevi! 2001 | 22 luglio
    • Dappertutto c’è chi è pronto a dare una mano

      BAXTER, un ragazzo di 15 anni che frequenta le superiori, trascorre il sabato pomeriggio in modo interessante. Va a trovare un gruppo di persone anziane in una casa di riposo, dove suona per loro e le fa cantare. “Porta agli ospiti dell’istituto risate, divertimento e gioia di vivere”, dice uno dei suoi insegnanti. Lucille ha 78 anni e fa qualcosa di simile. Distribuisce cibo ai bisognosi e va a trovare le persone sole ricoverate in ospedale. Un’amica di Lucille dice di lei: “Se c’è qualcuno nel bisogno e lei può fare qualcosa, potete star certi che non si lascerà scappare l’occasione”.

      Che cos’è il volontariato

      In tutto il mondo ci sono milioni di persone che seguono questo stesso principio: non si lasciano scappare l’occasione di aiutare chi è nel bisogno. Danno una mano in cantieri, uffici, fabbriche, case di riposo, ospizi, campi profughi, rifugi per senzatetto, caserme dei vigili del fuoco, consultori, ricoveri per animali, eccetera. Sono praticamente dappertutto! Usano le loro capacità per compiere attività che vanno dal costruire un granaio al raccogliere fondi per una causa, dal coccolare bambini abbandonati al confortare malati terminali. Sono i volontari, persone che si mettono a disposizione di chi ha bisogno.

      Il volontariato è stato definito “un nobile ideale messo in pratica”. Il lavoro dei volontari è caratterizzato da dedizione, spirito di sacrificio, assenza di rimunerazione e altruismo. “Essere volontari”, dicono due che lo sono da molto tempo, significa “offrire se stessi: il proprio tempo, le proprie mani e i propri piedi, le proprie idee, la propria capacità di aiutare altri e di risolvere problemi, la propria competenza professionale”. Fatto interessante, offrire se stessi è rimunerativo anche per i volontari. — Vedi il riquadro “Anche i volontari ci guadagnano”.

      Aumentano i volontari, aumenta il bisogno

      Si calcola che negli Stati Uniti 100 milioni di persone si impegnino in qualche forma di volontariato, e il numero è in aumento. “La nostra organizzazione continua a crescere a un ritmo incredibile”, ha detto di recente a Svegliatevi! Kathleen Behrens, dirigente dell’associazione di volontariato New York Cares. “Solo l’anno scorso più di 5.000 nuovi volontari hanno aderito al nostro programma”. In Europa le associazioni di volontariato stanno conoscendo una crescita analoga. In Francia, ad esempio, negli ultimi vent’anni il numero di volontari è cresciuto ogni anno del 6 per cento. Ma il bisogno di volontari non è diminuito. Al contrario, stando ai Volontari delle Nazioni Unite (un’agenzia dell’ONU) se si fa una valutazione globale “oggi il bisogno di incrementare lo sforzo dei volontari è più grande che mai”. Il responsabile di un museo dice: “I volontari sono la nostra linfa vitale”.

      Eppure si verifica una situazione paradossale. Nonostante molti dirigenti, responsabili e coordinatori che lavorano con i volontari siano dell’idea che essi “valgono tanto oro quanto pesano”, spesso il lavoro dei volontari non viene riconosciuto. Nell’intento di cambiare questo stato di cose, le Nazioni Unite hanno deciso di impiegare l’anno 2001 per dare risalto all’opera dei volontari. Il riquadro “Anno Internazionale dei Volontari” descrive alcuni degli obiettivi che l’ONU spera di raggiungere.

      Nel frattempo, nel mondo del volontariato si stanno verificando cambiamenti che presentano problemi sia ai volontari che a chi dirige il loro lavoro. Ad ogni modo, in tutto il mondo ci sono ancora molti individui disposti a mettersi a disposizione del prossimo. Cosa li spinge a farlo? Quali risultati conseguono? E come possono influire sulla vostra vita?

      [Riquadro/Immagine a pagina 4]

      Anche i volontari ci guadagnano

      “Mettendomi a disposizione degli altri ho avuto ricompense più grandi, più ricche e di gran lunga più piacevoli di quelle che avrei potuto conseguire continuando a concentrarmi esclusivamente sulla mia carriera”, dice Michael, volontario part time. Michael non è il solo a pensarla così. Sharon Capeling-Alakija, funzionario dei Volontari delle Nazioni Unite, afferma: “In tutto il mondo chi fa volontariato si rende perfettamente conto di quanto questa esperienza lo arricchisca”. Douglas M. Lawson, un esperto nel campo del volontariato, conferma che secondo i ricercatori “spesso bastano poche ore di volontariato per migliorare a tal punto la condizione fisiologica generale e il benessere psicologico che per descrivere questo fenomeno è stata coniata l’espressione ‘ebbrezza del volontario’”. E l’“ebbrezza del volontario” non è una sensazione passeggera. Alcuni ricercatori della Cornell University, negli Stati Uniti, hanno studiato un gruppo di persone per più di 30 anni e hanno riscontrato che “chi si dedicava al volontariato era più felice e più sano di chi non lo faceva”. Fatto interessante, la Bibbia afferma: “C’è più felicità nel dare che nel ricevere”. — Atti 20:35; Proverbi 11:25.

      [Riquadro/Immagine a pagina 5]

      “Anno Internazionale dei Volontari”

      Il 20 novembre 1997 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2001 “Anno Internazionale dei Volontari”. Secondo l’ONU, gli obiettivi da raggiungere nel corso dell’anno sono quattro.

      Maggior riconoscimento I governi sono incoraggiati a riconoscere l’importanza dei volontari studiando e registrando i risultati da loro raggiunti nonché assegnando premi ad attività di volontariato particolarmente meritorie.

      Maggiori facilitazioni I paesi sono esortati a incoraggiare il volontariato, ad esempio accettandolo come alternativa al servizio di leva oppure concedendo determinate esenzioni fiscali.

      Creazione di una rete di collegamento I mezzi di informazione sono invitati a pubblicizzare i successi ottenuti dalle associazioni di volontari. Le iniziative che hanno dato buoni risultati potrebbero quindi essere ripetute, “evitando in questa maniera che ciascuna comunità debba scoprire nuovamente l’acqua calda”.

      Promozione Le organizzazioni di volontari sono incoraggiate ad allestire mostre per informare il pubblico dei vantaggi di cui la società usufruisce grazie alle attività del volontariato.

      L’ONU spera che l’aver proclamato il 2001 “Anno Internazionale dei Volontari” faccia aumentare l’impiego di volontari, il numero di coloro che si offrono come tali, nonché i fondi e le strutture a cui le associazioni di volontari possono attingere per soddisfare i crescenti bisogni della società. Ben 123 governi hanno dato il proprio sostegno agli obiettivi di questa risoluzione dell’ONU.

  • Volontari all’opera
    Svegliatevi! 2001 | 22 luglio
    • Volontari all’opera

      OGNI venerdì pomeriggio Sirley, un’insegnante di mezza età che vive in Brasile, trasforma il suo soggiorno in un’aula. Verso le due arriva Amélia, una studentessa. Amélia non perde mai una lezione e sa già leggere meglio di tanti giovani che frequentano le superiori. Ha 82 anni.

      Amélia sta seguendo le orme delle oltre 60 persone anziane che hanno completato il corso gratuito di alfabetizzazione che Sirley tiene nella sua cittadina. Di recente il quotidiano brasiliano Jornal do Sudoeste ha dedicato un articolo al lavoro volontario di Sirley. Dopo aver osservato che ha dato “un enorme contributo alla comunità”, l’articolo diceva che il metodo che usa per insegnare alle persone anziane è così efficace che “dopo solo 120 ore di lezione scrivono lettere, leggono il giornale e se la cavano con i numeri e con altre attività quotidiane”. L’articolo spiega che come libro di testo Sirley usa l’opuscolo Impariamo a leggere e a scrivere, preparato dai testimoni di Geova.a

      Dall’imbarazzo alla dignità

      Un’altra studentessa di Sirley, Dona Luzia, che ha 68 anni, racconta che prima di imparare a leggere e scrivere si vergognava di parlare ad altri. Le era difficile persino fare la spesa. “Ora scrivo lettere ai miei parenti che abitano in altre città e me la cavo con i soldi. Adesso non mi imbrogliano più quando mi danno il resto”, dice sorridendo. Maria, un’altra donna di 68 anni, ricorda quanto era imbarazzante firmare l’assegno della pensione con l’impronta digitale. “Mi sembrava di essere un’invalida”, dice. Ma grazie ai corsi di alfabetizzazione, Maria oggi è contenta di poter firmare con il proprio nome.

      Grazie alla pubblicità fatta da chi lo frequenta e da chi l’ha già frequentato, questo corso gratuito è diventato così popolare che il soggiorno di Sirley sta diventando sovraffollato. Ben presto il corso si sposterà in una sede più spaziosa.

      Un’iniziativa che ha vinto un premio

      Sirley è una testimone di Geova. Sicuramente conoscete l’opera di istruzione biblica che i testimoni di Geova compiono in maniera volontaria. Ma Sirley non è la sola ad avere questi buoni risultati. Corsi di alfabetizzazione tenuti in centinaia di Sale del Regno in tutto il Brasile hanno già aiutato più di 22.000 persone a imparare a leggere e scrivere.

      Analoghi programmi gestiti dai testimoni di Geova hanno dato buoni risultati anche in altre parti del mondo. Nel paese africano del Burundi, ad esempio, l’Ufficio Nazionale per l’Alfabetizzazione degli Adulti (un dipartimento del Ministero dell’Istruzione) è stato così soddisfatto dei risultati conseguiti dal programma di alfabetizzazione dei Testimoni che ha voluto premiare quattro insegnanti per il “duro lavoro svolto nell’insegnare a leggere”. Un dettaglio che colpisce in modo particolare i funzionari governativi è che il 75 per cento di coloro che hanno imparato a leggere e scrivere sono donne adulte, un gruppo che di solito si vergogna di partecipare a simili corsi.

      In Mozambico 4.000 persone stanno frequentando i corsi di alfabetizzazione tenuti dai Testimoni, e negli ultimi quattro anni più di 5.000 studenti hanno imparato a leggere e scrivere. Un ex studente ha scritto: “Desidero esprimere la mia sincera gratitudine. Grazie alla scuola, ora so leggere e scrivere”.

      Aiuti ‘pratici anziché formali’

      Provvedere aiuti umanitari è un’altra forma di volontariato compiuta dai testimoni di Geova. Non molto tempo fa un magazzino vicino a Parigi ferveva di attività. Circa 400 volontari passarono il fine settimana a riempire scatoloni di cibo, indumenti e medicinali. La domenica sera nove grossi container pieni di generi di prima necessità per un valore di circa due miliardi di lire erano pronti per essere spediti. In poco tempo il carico arrivò nell’Africa centrale dilaniata dalla guerra, dove Testimoni volontari del posto distribuirono rapidamente gli aiuti. Anche la maggior parte dei generi di prima necessità inviati erano stati donati da Testimoni.

      Un giornale del Congo (Kinshasa) ha elogiato l’opera umanitaria dei testimoni di Geova definendola “pratica anziché formale”. Analogamente, funzionari dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) hanno offerto il loro appoggio. Una funzionaria dell’UNHCR nella Repubblica Democratica del Congo era talmente soddisfatta della maniera organizzata in cui i Testimoni distribuivano gli aiuti che ha messo a disposizione dei volontari il suo mezzo di trasporto. Anche la gente del posto rimane colpita. Dopo aver osservato con che rapidità i generi di prima necessità erano stati distribuiti a tutti coloro che ne avevano bisogno, alcuni hanno chiesto meravigliati: “Come siete organizzati per riuscire a raggiungere tutti?”

      Gli aiuti umanitari e i corsi di alfabetizzazione sono solo due esempi dei servizi che i testimoni di Geova compiono da decenni in tutto il mondo. Ma i Testimoni sono impegnati anche in un’altra forma di volontariato: un servizio che produce risultati davvero duraturi. L’articolo che segue parlerà di questo.

      [Nota in calce]

      a L’opuscolo Impariamo a leggere e a scrivere (disponibile in 6 lingue) e quello più recente Applicati alla lettura e alla scrittura (disponibile in 29 lingue) sono editi dai testimoni di Geova. Se ne desiderate una copia gratuita potete rivolgervi alla locale Sala del Regno o agli editori di questa rivista.

      [Riquadro/Immagine alle pagine 6 e 7]

      Il mondo del volontariato sta cambiando

      Mentre gira il mondo per affari, Julie riesce a fare un po’ di volontariato: qualche ora da una parte, una giornata dall’altra... Di recente, mentre era in Sudamerica, ha dedicato un pomeriggio a lavorare in un orfanotrofio vicino a Santiago del Cile. Dice che viaggiare offre “grandi opportunità” di impegnarsi nel volontariato.

      Come Julie, sempre più persone offrono volontariamente il loro tempo, ma in quantità sempre più ridotte. “È un fenomeno nuovo”, dice Sara Meléndez, che dirige un gruppo di ricerca che effettua statistiche sul volontariato. “La gente fa volontariato, ma lo fa in stile mordi e fuggi”. Di conseguenza, chi organizza l’attività dei volontari si trova in difficoltà a causa di questo “volontariato in versione ridotta”, e stenta a trovare personale sufficiente per le proprie iniziative.

      “Volontariato flessibile”

      Secondo alcuni questa nuova tendenza — offrirsi di fare lavoro volontario per periodi più brevi — sarebbe da attribuire a un cambiamento nell’atteggiamento dei volontari. “Il volontariato del tipo ‘Sempre a disposizione’ non esiste più”, dice Susan Ellis, che lavora come consulente per varie associazioni di volontari. “La gente non si assume impegni”. La giornalista Eileen Daspin è dello stesso avviso. Dopo aver intervistato diversi dirigenti di associazioni di volontariato in merito alla carenza di volontari, è giunta alla conclusione che “il volontariato sta attraversando un periodo di assoluta fobia dell’impegno”.

      Tuttavia Kathleen Behrens, la direttrice di New York Cares già menzionata in questi articoli, è dell’idea che se la gente fa volontariato nei ritagli di tempo non è perché non si vuole impegnare, bensì perché non ha tempo. Chi deve destreggiarsi tra un lavoro che impegna più di 50 ore la settimana e il prendersi cura dei figli o dei genitori anziani non ce la fa a svolgere volontariato in modo regolare. “Ma il fatto stesso che persone così impegnate dedichino ugualmente del tempo a svolgere servizi per la comunità”, dice la Behrens, “dimostra che il loro impegno in effetti è molto sentito”.

      Per questi volontari che hanno problemi di tempo, aggiunge, la risposta sta nel “volontariato flessibile”. Molte associazioni di volontari ora offrono anche programmi della durata di un solo giorno. “Questo permette di svolgere volontariato in modi significativi e di avere nello stesso tempo la flessibilità necessaria per farlo in maniera abbastanza regolare”.

      Inoltre, sempre più persone stanno facendo volontariato utilizzando il computer di casa: inseriscono dati o fanno ricerche. “Il volontariato on-line”, osserva il Wall Street Journal, “è forse la forma più insolita, e secondo alcuni la più promettente, di quello che è stato definito ‘volontariato flessibile’”.

      [Riquadro/Immagini a pagina 8]

      Soccorritori all’opera a Kobe

      Il terremoto che nel gennaio 1995 colpì la fiorente città portuale di Kobe, in Giappone, fece danni enormi. I morti furono oltre 5.000, più che in qualsiasi terremoto che avesse colpito il Giappone dal 1923 ad allora. I testimoni di Geova del Giappone e di altre parti del mondo entrarono immediatamente in azione per inviare soccorsi alle vittime. Quando fu istituito un fondo per i soccorsi, in soli tre giorni lavorativi furono raccolte offerte per oltre un milione di dollari. A Kobe arrivarono soccorsi di ogni genere.

      Un anziano cristiano impegnato nelle operazioni di soccorso riscontrò che ben presto nella sua Sala del Regno c’era più materiale di quanto se ne potesse usare. Che farne? Propose di donarne una parte a un ospedale vicino. I Testimoni riempirono un furgone e si fecero strada tra le macerie. Ci vollero ore per coprire un tragitto che normalmente avrebbe richiesto pochi minuti. Giunti all’ospedale, offrirono al direttore sanitario i soccorsi che avevano portato, tra cui coperte, materassi, pannolini, frutta fresca e medicinali da banco. Felicissimo, il direttore disse che l’ospedale accettava volentieri qualsiasi cosa potessero offrire. Particolarmente gradita era la frutta, in quanto non c’era abbastanza cibo fresco per tutti i pazienti.

      Mentre i Testimoni scaricavano il furgone, il direttore sanitario rimase a osservare in silenzio, pur essendo molto indaffarato. Poi si inchinò umilmente e ringraziò i Testimoni. Mentre questi se ne andavano, rimase fermo, in piedi, in segno di gratitudine. L’anziano in questione osservò che in seguito questo stesso ospedale divenne molto pronto a collaborare con i pazienti testimoni di Geova.

      [Riquadro/Immagini a pagina 9]

      Lavoro volontario: Una forza per il bene

      Quando a Kabezi, un piccolo centro del Burundi, un gruppo di volontari volle costruire una Sala del Regno dei Testimoni di Geova, il funzionario locale fece una richiesta insolita. Chiese se i Testimoni potevano riparare la strada che passava nella zona in cui sarebbe sorto il cantiere. I Testimoni accettarono di buon grado e fecero tutto il lavoro a mano. I volontari lavorarono così bene che i funzionari locali si complimentarono per gli sforzi compiuti e per lo spirito volenteroso. In seguito i volontari proseguirono i lavori e costruirono la loro Sala del Regno, che si vede nella foto qui sopra. Ora hanno un bellissimo edificio che servirà negli anni avvenire a promuovere l’istruzione biblica. Sì, il lavoro volontario nelle sue molteplici forme può produrre frutti che durano nel tempo.

      [Immagini alle pagine 6 e 7]

      Sirley prova soddisfazione insegnando a leggere

      [Fonte]

      Nelson P. Duarte-Jornal do Sudoeste

  • Una forma di volontariato che dà risultati duraturi
    Svegliatevi! 2001 | 22 luglio
    • Una forma di volontariato che dà risultati duraturi

      GESÙ CRISTO compiva regolarmente buone azioni verso chi era nel bisogno. Ad esempio, diede da mangiare agli affamati e guarì i malati. (Matteo 14:14-21) Ma a quale attività diede la precedenza? La risposta è racchiusa in un episodio che si verificò verso l’inizio del ministero di Gesù e che è narrato nel primo capitolo del Vangelo di Marco.

      Mentre Gesù si trovava a Capernaum, vicino al Mar di Galilea, fu portato a casa di Simone, ovvero Pietro. Lì “la suocera di Simone giaceva con la febbre”, e Gesù la guarì. (Marco 1:29-31) In seguito davanti alla porta della casa di Pietro cominciò a raccogliersi una folla tra cui c’erano “molti che stavano male con varie malattie”, e Gesù guarì anche loro. (Marco 1:32-34) Poi si fece notte, e tutti andarono a dormire.

      La mattina dopo “mentre era ancora buio” Gesù si alzò in silenzio e uscì di casa per recarsi “in un luogo solitario, e là pregava”. Dopo non molto anche i discepoli si svegliarono, e guardando fuori videro che c’era una gran folla che aspettava davanti alla porta. Ma cosa dovevano fare? Gesù non c’era! Pietro e quelli che erano con lui andarono subito a cercarlo e, trovatolo, gli dissero: “Tutti ti cercano”. (Marco 1:35-37; Luca 4:42) A quanto pare, in pratica stavano dicendo a Gesù: ‘Che stai a fare qui? Ieri sera guarendo i malati hai avuto un successo strepitoso. Oggi ti si presenta un’altra grossa opportunità!’

      Notate, però, come rispose Gesù: “Andiamo altrove, nelle borgate vicine, affinché io predichi anche là”. Questa risposta è significativa. Gesù non tornò a casa di Pietro per guarire altre persone. E spiegò il motivo di questa scelta dicendo: “Poiché per questo scopo [cioè, per predicare] sono uscito”. (Marco 1:38, 39; Luca 4:43) Cosa stava dicendo Gesù ai discepoli? Che per lui compiere buone azioni era importante, ma che la sua missione principale era predicare e insegnare la parola di Dio. — Marco 1:14.

      Visto che la Bibbia esorta i cristiani a ‘seguire attentamente le orme di Gesù’, oggi i veri cristiani hanno una guida chiara quando si tratta di stabilire a cosa dare la precedenza nel fare volontariato. (1 Pietro 2:21) A imitazione di Gesù aiutano chi è nel bisogno, come indicava l’articolo precedente. E sempre a imitazione di Gesù danno la precedenza assoluta all’opera di insegnare il messaggio biblico della buona notizia del Regno di Dio.a (Matteo 5:14-16; 24:14; 28:19, 20) Ma perché trasmettere il messaggio della Bibbia dovrebbe avere la precedenza su altre importanti forme di volontariato?

      Perché e come l’istruzione biblica è determinante

      Un proverbio orientale fornisce la risposta. Dice: “Se fai progetti per un anno, pianta semi. Se fai progetti per dieci anni, pianta alberi. Se fai progetti per cento anni, istruisci le persone”. Sì, quando si tratta di provvedere soluzioni che durano nel tempo, l’istruzione è essenziale perché mette le persone in condizione di prendere decisioni che miglioreranno la loro vita. Ecco perché oggi più di sei milioni di volontari part time e a tempo pieno dedicano tempo, energie e risorse per provvedere istruzione biblica gratuita alla gente. Questa collaudata forma di volontariato dei testimoni di Geova sta producendo risultati concreti nelle comunità in cui essi operano, in ogni parte del mondo. In che modo?

      Quando le persone vengono aiutate a capire e a seguire i consigli pratici della Bibbia, imparano ad affrontare meglio i problemi della vita. Acquistano la forza morale necessaria per vincere vizi nocivi. Nelson, un giovane brasiliano, indica un altro risultato che l’istruzione biblica produce: “Da quando ho cominciato a studiare la Bibbia con i testimoni di Geova ho conosciuto la gioia perché adesso ho uno scopo nella vita”. (Ecclesiaste 12:13) Come Nelson la pensano anche centinaia di migliaia di altri — giovani e vecchi — che hanno cominciato da poco a studiare la Parola di Dio. Oltre ad aiutare gli studenti a trovare uno scopo significativo nella vita, il messaggio del Regno di Dio provvede una luminosa speranza per il futuro, una speranza che rende la vita degna di essere vissuta, anche nelle circostanze più difficili. (1 Timoteo 4:8) — Vedi il riquadro “Benefìci concreti che il Regno di Dio recherà”.

      Provvedendo istruzione biblica, i testimoni di Geova compiono un servizio volontario che produce risultati duraturi. Quanto duraturi? La Parola di Dio afferma: “Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio, e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. (Giovanni 17:3) Immaginate di partecipare a un programma che dà risultati che durano in eterno: questa sì che è una forma di volontariato davvero significativa! Non vi piacerebbe saperne di più su questo programma? In tal caso, mettetevi in contatto con i testimoni di Geova della vostra zona. Se accetterete questo invito sicuramente non ve ne pentirete.

      [Nota in calce]

      a I testimoni di Geova considerano la loro opera di predicazione come la considerava l’apostolo Paolo: una necessità per i veri cristiani. Paolo disse: “Se, ora, io dichiaro la buona notizia, non è per me ragione di vanto, poiché necessità me n’è imposta”. (1 Corinti 9:16) Ad ogni modo la loro opera di predicazione è volontaria perché hanno scelto liberamente di diventare discepoli di Cristo, essendo pienamente consapevoli delle responsabilità che questo privilegio comporta.

      [Testo in evidenza a pagina 11]

      “Se fai progetti per un anno, pianta semi. Se fai progetti per dieci anni, pianta alberi. Se fai progetti per cento anni, istruisci le persone”

      [Riquadro/Immagini a pagina 10]

      Porta aiuto e speranza

      Nadine, un’infermiera francese di 43 anni specializzata in malattie tropicali, è una dei volontari che hanno lavorato nell’Africa centrale. “La gente mi chiede perché lo faccio”, ha detto in una recente intervista. “Io credo in Dio, amo il prossimo e voglio rendermi utile. E il fatto di essere testimone di Geova mi spinge a portare a chi soffre sia aiuto pratico che speranza”. Quando svolge volontariato in Africa, Nadine divide il suo tempo tra il prestare soccorso e il partecipare all’opera di istruzione biblica compiuta dai Testimoni locali.

      [Immagini]

      Nadine in Africa

      [Riquadro a pagina 12]

      Benefìci concreti che il Regno di Dio recherà

      Leggete i seguenti versetti nella vostra Bibbia, e notate in che modo Dio promette di soddisfare le necessità dell’uomo nei seguenti campi:

      Salute “Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più, né ci sarà più cordoglio né grido né dolore. Le cose precedenti sono passate”. — Rivelazione (Apocalisse) 21:4; Isaia 33:24; 35:5, 6.

      Istruzione “Non faranno danno né causeranno rovina in tutto il mio monte santo; perché la terra sarà certamente piena della conoscenza di Geova come le acque coprono il medesimo mare”. — Isaia 11:9; Abacuc 2:14.

      Lavoro “Certamente edificheranno case e le occuperanno; e certamente pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto. Non edificheranno e qualcun altro occuperà; non pianteranno e qualcun altro mangerà. . . . Non faticheranno per nulla”. — Isaia 65:21-23.

      Cibo “La terra stessa darà certamente il suo prodotto; Dio, il nostro Dio, ci benedirà”. — Salmo 67:6; 72:16; Isaia 25:6.

      Condizioni sociali “Geova ha spezzato la verga dei malvagi . . . L’intera terra si è riposata, è divenuta libera da disturbo”. — Isaia 14:5, 7.

      Giustizia “Ecco, un re regnerà per la stessa giustizia; e in quanto ai principi, governeranno come principi per lo stesso diritto”. — Isaia 11:3-5; 32:1, 2.

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