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Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
it-2 “Nibbio”

NIBBIO

[ebr. ʼaiyàh, “nibbio bruno”; daʼàh, “nibbio reale”; forse anche daiyàh, probabilmente una varietà di nibbio].

[Immagine a pagina 387]

Il nibbio bruno, uccello non commestibile secondo la Legge mosaica

Il nibbio è un uccello da preda che si nutre anche di carogne. Sia il nibbio bruno che il nibbio reale, comuni in Palestina, sono inclusi fra gli uccelli impuri secondo la Legge. (Le 11:13, 14; De 14:12, 13) Mentre Levitico ha daʼàh, la lista di Deuteronomio ha raʼàh, ma è probabile si tratti dell’errore di un copista che, data la somiglianza fra le due lettere, trascrisse la “r” ebraica (ר) al posto della “d” (ד).

Si ritiene che il nome ebraico ʼaiyàh imiti il penetrante grido del nibbio bruno (classificato dagli ornitologi come Milvus migrans).

Il significato originale del sostantivo ebraico daʼàh è incerto, ma è stata avanzata l’ipotesi che contenga l’idea di “piombare o sfrecciare in volo”, come nell’espressione “venne sfrecciando [dall’ebr. daʼàh] sulle ali di uno spirito” (Sl 18:10), e nei riferimenti all’aquila che “piomba” sulla preda. (De 28:49; Ger 48:40; 49:22) Il nome indica quindi un uccello da preda; Koehler e Baumgartner (Lexicon in Veteris Testamenti Libros, Leida, 1958, p. 198) propongono il nibbio reale (Milvus milvus).

Il termine ebraico daiyàh, reso in NM “nibbio comune”, compare nella lista degli uccelli impuri di Deuteronomio 14:13, ma non in quella di Levitico 11:14. Quattro manoscritti ebraici, come anche il Pentateuco samaritano e la Settanta greca, omettono daiyàh in Deuteronomio 14:13. Alcuni studiosi ritengono si tratti di una correzione fatta inizialmente da un copista in margine ma finita poi nel testo. Tuttavia il plurale daiyòhth è usato in Isaia 34:15, per indicare gli uccelli radunati fra le rovine di Edom dopo la sua distruzione.

L’identificazione di questo uccello è incerta. Secondo alcuni il nome ebraico deriverebbe anch’esso da un verbo che significa “piombare” o “sfrecciare”. La maggioranza degli studiosi moderni mette daiyàh in relazione col nibbio, del quale in Palestina esiste più di una varietà.

Giobbe usa il nibbio bruno come esempio di vista eccezionalmente acuta, spiegando che l’ingegno e la ricerca di ricchezze spingono l’uomo in sentieri nascosti che neanche i lungimiranti uccelli da preda possono vedere. — Gb 28:7.

La maggioranza dei nibbi bruni attraversa la Palestina per andare a svernare in Africa. Sono sempre di più quelli che svernano in Israele. Fanno il nido sulle biforcazioni dei rami di alberi alti e accumulano cibo nel nido prima di deporre le uova. Il nibbio reale, raro visitatore invernale, è un uccello di color fulvo scuro con striature nere e testa bianco-cinerino.

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