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Libro biblico numero 27: Daniele“Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
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4, 5. In che modo l’archeologia ha smentito le asserzioni dei critici della Bibbia riguardo a Daniele?
4 Nonostante i critici della Bibbia abbiano messo in dubbio la storicità del libro di Daniele, nel corso degli anni i ritrovamenti archeologici hanno completamente smentito le loro asserzioni. Per esempio, questi critici contestavano la dichiarazione di Daniele secondo cui Baldassarre era re a Babilonia all’epoca in cui si riteneva che il regnante fosse Nabonedo. (Dan. 5:1) L’archeologia ha ora stabilito senza ombra di dubbio che Baldassarre esisté veramente e che regnò insieme a Nabonedo negli ultimi anni dell’impero babilonese. Per esempio, un’antica iscrizione cuneiforme, chiamata “Storia in versi di Nabonedo”, conferma chiaramente che Baldassarre esercitava l’autorità regale a Babilonia e spiega in che modo era divenuto coreggente di Nabonedo.b Altre testimonianze di testi cuneiformi sostengono la tesi che Baldassarre esercitava funzioni regali. Una tavoletta, datata al 12º anno di Nabonedo, contiene un giuramento fatto nel nome di Nabonedo, il re, e di Baldassarre, il figlio del re, mostrando così che Baldassarre era equiparato al padre.c Questo aiuta anche a spiegare come mai Baldassarre offrì a Daniele di diventare “il terzo nel regno” se fosse riuscito a interpretare la scritta apparsa sul muro. Nabonedo sarebbe stato considerato il primo, Baldassarre il secondo, e Daniele sarebbe stato proclamato il terzo governante. (5:16, 29) Uno studioso dice: “Le allusioni a Baldassarre contenute nei testi cuneiformi hanno fatto tanta luce sul ruolo da lui avuto che il suo posto nella storia è ormai ben chiaro. Ci sono molti testi i quali indicano che Baldassarre aveva un incarico e un prestigio quasi pari a quelli di Nabonedo. L’esistenza di un governo dualistico durante la maggior parte del regno neobabilonese è un fatto stabilito. Nabonedo esercitava l’autorità suprema dalla sua corte a Tema in Arabia, mentre Baldassarre agiva da reggente in patria avendo Babilonia come centro d’influenza. È evidente che Baldassarre non fu un debole viceré; gli era stato affidato ‘il regno’”.d
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Libro biblico numero 27: Daniele“Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
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11. Durante quali gozzoviglie Baldassarre vede la fatidica scritta sul muro, come la interpreta Daniele, e come si adempie essa?
11 Il banchetto di Baldassarre: interpretata la scritta (5:1-31). È la fatidica notte del 5 ottobre 539 a.E.V. Il re Baldassarre, figlio di Nabonedo e coreggente a Babilonia, indice un sontuoso banchetto per mille dei suoi grandi. Il re, sotto l’effetto del vino, chiede che vengano portati i sacri vasi d’oro e d’argento del tempio di Geova, e in questi egli e i suoi ospiti bevono, nelle loro gozzoviglie, mentre lodano i loro dèi pagani. Immediatamente appare una mano, che scrive sul muro un messaggio enigmatico. Il re si atterrisce. I suoi saggi non sono in grado di interpretare la scritta. Infine viene chiamato Daniele. Il re gli promette di farne il terzo del regno se riuscirà a leggere e interpretare la scritta, ma Daniele gli dice di tenersi i suoi doni. Quindi prosegue spiegando la scritta e il suo significato: “MENE, MENE, TECHEL e PARSIN. . . . Dio ha contato i giorni del tuo regno e vi ha posto fine. . . . Sei stato pesato nella bilancia e sei stato trovato mancante. . . . Il tuo regno è stato diviso e dato ai medi e ai persiani”. (5:25-28) Quella medesima notte Baldassarre viene ucciso e Dario il Medo riceve il regno.
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