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La lotta per predicare la buona notizia a TessalonicaLa Torre di Guardia 2012 | 1° giugno
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Quei facinorosi “assalirono la casa di Giasone”, dov’erano ospiti Paolo e Sila, “e li cercavano per condurli dalla gentaglia”. Non trovandoli si rivolsero alle più alte autorità cittadine. Così “trascinarono Giasone e certi fratelli dai capi della città, gridando: ‘Questi uomini che hanno messo sottosopra la terra abitata sono presenti anche qui’”. — Atti 17:5, 6.
Quale capitale della Macedonia, Tessalonica godeva di una certa autonomia. Un organo del suo autogoverno era l’assemblea del popolo, ossia un consiglio formato da cittadini che si occupava delle questioni pubbliche locali. I “capi della città”, o politarchi,b erano magistrati che avevano il compito di mantenere l’ordine e disinnescare quelle situazioni che avrebbero potuto causare l’intervento di Roma e la perdita dei privilegi di cui la città godeva. Si sarebbero allarmati sentendo che l’ordine pubblico era minacciato da quelli che consideravano sobillatori.
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La lotta per predicare la buona notizia a TessalonicaLa Torre di Guardia 2012 | 1° giugno
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b Questo termine non compare nella letteratura greca. Tuttavia nella zona di Tessalonica sono state trovate iscrizioni che lo riportano, alcune risalenti al I secolo a.E.V., e questo conferma il racconto degli Atti.
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