CANCELLIERE
Alto funzionario alla corte dei re d’Israele. Il titolo è tradotto da una forma del verbo ebraico zakhàr (ricordare) e letteralmente significa “uno che fa ricordare”. (2Sa 8:16, nt.) Le sue mansioni non sono descritte nella Bibbia, ma a quanto pare era il cronista ufficiale del regno, colui che informava il re di quello che avveniva nel reame e che portava alla sua attenzione questioni importanti, dandogli consigli in merito.
A volte il cancelliere rappresentava il re in questioni di importanza nazionale. Ioa figlio di Asaf fu uno dei funzionari del re Ezechia che andarono a parlare con l’assiro Rabsache che minacciava Gerusalemme. (2Re 18:18, 37) Un altro cancelliere, Ioa figlio di Ioacaz, ebbe l’incarico di provvedere alle riparazioni del tempio. (2Cr 34:8) Anche alla corte di Davide e di Salomone c’era un cancelliere. — 2Sa 8:16; 20:24; 1Re 4:3.
Nelle Scritture Greche Cristiane “cancelliere” traduce il sostantivo greco grammatèus. Nell’amministrazione comunale delle città libere dell’Asia Minore sotto l’impero romano, il cancelliere era il funzionario più importante. Pare che fosse eletto dal popolo, ed era il principale esponente dell’amministrazione cittadina. Sotto certi aspetti potremmo paragonarlo a un sindaco odierno. Perciò egli aveva molta influenza sugli affari cittadini, e il suo incarico era ritenuto di maggior prestigio di quello di un “segretario” o di uno “scriba”, termini usati da alcune versioni italiane della Bibbia in Atti 19:35, dove grammatèus è usato in un contesto e con un significato diverso da quello normalmente riferito agli scribi ebrei. L’influenza del cancelliere di una città è dimostrata dal modo in cui questo funzionario calmò la folla che minacciava Paolo e i suoi compagni a Efeso. — At 19:35-41.
Il cancelliere aveva accesso diretto presso il proconsole della provincia e faceva da tramite fra l’amministrazione cittadina e l’amministrazione provinciale romana, di cui Efeso era un centro. Questo permetteva al cancelliere di fare da cuscinetto fra il potere delle autorità romane e la cittadinanza. Nelle città della provincia dell’Asia, il cancelliere era responsabile davanti alle autorità romane di far rispettare la legge e l’ordine nella sua giurisdizione. Questo spiega almeno in parte la preoccupazione espressa dal cancelliere per i disordini fomentati dagli argentieri di Efeso contro la predicazione dell’apostolo Paolo. Si era raccolta una folla turbolenta e c’era stato un assembramento non autorizzato nel teatro. Potevano essere accusati di sedizione, come il cancelliere fece notare alla popolazione. Egli temeva che i romani l’avrebbero ritenuto personalmente responsabile.