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  • g96 8/9 pp. 26-27
  • Perché la disassociazione è un provvedimento amorevole

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  • Perché la disassociazione è un provvedimento amorevole
  • Svegliatevi! 1996
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Sostiene il nome di Dio
  • Protegge la congregazione
  • Tutela i singoli
  • Aiuta a ritornare a Dio
  • La disassociazione: un provvedimento amorevole
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2015
  • La disassociazione: un provvedimento amorevole
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (di facile lettura) 2015
  • Disciplina che può produrre un pacifico frutto
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1988
  • Accettate sempre la disciplina di Geova
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2006
Altro
Svegliatevi! 1996
g96 8/9 pp. 26-27

Il punto di vista biblico

Perché la disassociazione è un provvedimento amorevole

SCOMUNICA: la sola idea suscita sentimenti confusi in molte persone religiose.a Quasi tutti convengono che le religioni devono avere qualche specie di disciplina. Ma molti considerano la scomunica una cosa del passato, una disciplina dura che ricorda loro la caccia alle streghe e l’inquisizione.

Il problema è acuito dalla dilagante secolarizzazione. Perciò la maggior parte delle religioni della cristianità ha adottato un più tollerante concetto del peccato. Non sorprende dunque che un ministro episcopaliano abbia detto: “La scomunica fa parte della nostra tradizione, ma non credo sia richiesta in questo secolo”.

Molti, tuttavia, potrebbero rimanere sorpresi apprendendo che fra i testimoni di Geova la disassociazione (l’equivalente della scomunica) viene presa sul serio. Certo non è una misura facile da prendere, ma è un provvedimento amorevole. In che senso?

Sostiene il nome di Dio

Geova è un Dio santo. Egli non tollera il peccato intenzionale da parte di coloro che affermano di adorarlo. L’apostolo Pietro scrisse ai cristiani: “Divenite anche voi santi in tutta la vostra condotta, perché è scritto: ‘Dovete essere santi, perché io sono santo’”. (1 Pietro 1:15, 16) Quindi la disassociazione di peccatori impenitenti sostiene il santo nome di Dio; manifesta amore per questo nome. — Confronta Ebrei 6:10.

Significa questo che se un cristiano viene meno o commette un peccato grave, automaticamente viene espulso dalla congregazione? Niente affatto! Geova non è un dittatore spietato. È misericordioso e comprensivo. Ricorda che siamo imperfetti. (Salmo 103:14) Geova riconosce che “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”. (Romani 3:23) Ha disposto che nella congregazione venga dato aiuto spirituale affinché, se un cristiano fa un “passo falso” o anche commette un peccato grave, sia amorevolmente ‘ristabilito’ con spirito di mitezza. (Galati 6:1) Accettando i consigli della Parola di Dio e manifestando sincero pentimento e vero dispiacere, chi si è sviato dal sentiero della giustizia può essere ‘sanato’ spiritualmente. — Giacomo 5:13-16.

Ma che dire se un cristiano battezzato pecca gravemente e tutti gli sforzi per ristabilirlo sono vani? In altre parole, cosa succede se rifiuta ostinatamente di correggere la sua condotta peccaminosa?

Protegge la congregazione

La Bibbia comanda ai cristiani “di cessar di mischiar[s]i in compagnia di qualcuno chiamato fratello che è fornicatore o avido o idolatra o oltraggiatore o ubriacone o rapace, non mangiando nemmeno con un tal uomo”. — 1 Corinti 5:11.

Questa legge biblica è forse dura e severa? Riflettete: Quando un criminale incallito viene messo in prigione per aver violato la legge, ciò è forse considerato duro e spietato? No, perché la gente ha il diritto di salvaguardare la pace e la sicurezza della comunità. In effetti il criminale nel periodo in cui sconta la pena è disassociato dalla società che rispetta la legge.

Similmente la congregazione cristiana è giustificata nell’espellere i trasgressori impenitenti. Perché? Perché la congregazione deve essere un rifugio che protegge da predatori immorali e altri che praticano volontariamente il peccato.

Rendendosi conto che “un solo peccatore può distruggere molto di buono”, l’apostolo Paolo ordinò ai compagni di fede: “Rimuovete l’uomo malvagio di fra voi”. (Ecclesiaste 9:18; 1 Corinti 5:13) Questa azione impedisce al peccatore di corrompere la congregazione e protegge il buon nome di questa. — Confronta 1 Timoteo 3:15.

Tutela i singoli

La disassociazione, inoltre, tutela i singoli componenti della congregazione. Facciamo un esempio: Immaginate di essere svegliati dal forte squillo del clacson o dell’allarme di un’automobile. È difficile ignorare quel suono penetrante; in effetti vi fa sussultare! Similmente quando qualcuno viene espulso dalla congregazione, si spera che questa azione attiri l’attenzione di tutti i componenti del gregge. Li scuote. Non può essere ignorata. In che senso ciò può essere una protezione?

“Quando ho sentito alla Sala del Regno che qualcuno era stato disassociato, all’inizio sono rimasta scioccata”, dice una Testimone. “Poi ciò mi ha reso umile. Mi ha fatto capire che anch’io potrei cadere”. Come indicano le sue parole, la disassociazione può spingere altri a valutare attentamente la propria condotta. — 1 Corinti 10:12.

Chiedendoci: ‘Nella mia vita ci sono campi in cui sono spiritualmente vulnerabile?’, siamo aiutati a esaminare la posizione che abbiamo davanti a Dio. In questo modo possiamo continuare a ‘operare la nostra salvezza con timore e tremore’. — Filippesi 2:12.

Aiuta a ritornare a Dio

“Per quanto sia stato difficile”, ha detto una cristiana che era stata espulsa per qualche tempo, “la disciplina era necessaria e occorreva proprio, ed è risultata salvifica”. Questo sottolinea un altro importante aspetto della disassociazione. Può spingere peccatori un tempo impenitenti a fare i primi passi per ritornare a Dio.

L’apostolo Paolo disse: “Geova disciplina colui che ama”. (Ebrei 12:6) E pur essendo vero che “nessuna disciplina al presente sembra essere gioiosa, ma dolorosa; tuttavia a quelli che ne sono stati addestrati produce poi un pacifico frutto, cioè giustizia”. — Ebrei 12:11.

Per Richard è stato proprio così. Dopo essere stato disassociato per quasi due anni, si pentì, corresse la propria condotta che disonorava Dio e fu riammesso nella congregazione cristiana. Ripensandoci, dice a proposito della sua esperienza: “Mi rendo conto che dovevo essere disassociato e che me lo meritavo pienamente. Ci voleva proprio e mi aiutò a capire come fosse grave il mio comportamento e necessario ricercare il perdono di Geova”.

Può non essere facile sopportare la disciplina. Accettarla richiede umiltà, ma quelli che imparano da essa raccolgono copiosi frutti.

La disassociazione, dunque, è un provvedimento amorevole perché sostiene il santo nome di Dio e protegge la congregazione dall’influenza corruttrice del peccato. Inoltre dimostra amore per il trasgressore incoraggiandolo a pentirsi e a convertirsi perché i suoi “peccati siano cancellati, affinché vengano dalla persona di Geova stagioni di ristoro”. — Atti 3:19.

[Nota in calce]

a La scomunica è un’azione disciplinare che prevede l’espulsione da un’organizzazione religiosa.

[Fonte dell’immagine a pagina 26]

The New Testament: A Pictorial Archive from Nineteenth-Century Sources, Don Rice/Dover Publications, Inc.

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