La religione fa politica: È questa la volontà di Dio?
“SORSE Giuda il galileo, ai giorni della registrazione, e si trasse dietro della gente. E anche quell’uomo perì, e tutti quelli che gli ubbidivano furono dispersi”. (Atti 5:37) Ecco un altro esempio biblico di ingerenza della religione nella politica.
Poco prima della nascita di Gesù questo Giuda ‘si procurò l’aiuto di Saddoc, un fariseo, e si dedicò alla causa della ribellione’. Sebbene Giuda fosse “un dottore che fondò una sua setta particolare”, “spinse gli abitanti alla ribellione, colmandoli di ingiurie se avessero continuato a pagare il tributo ai romani”. — La guerra giudaica, di Flavio Giuseppe, Mondadori, 1974, a cura di G. Vitucci, Vol. I, p. 305.
Gesù lo farebbe?
Subito dopo che Gesù era stato battezzato, il Diavolo tentò di coinvolgerlo nella politica. Satana gli offrì “tutti i regni del mondo e la loro gloria”. Cristo non negò che i governi fossero sotto l’autorità del Diavolo. Piuttosto respinse questa opportunità politica, benché avesse potuto ragionare che, con il potere politico, sarebbe stato in grado di fare del bene al popolo. — Matteo 4:8-10.
In seguito il popolo vide che Gesù aveva la possibilità di provvedere da mangiare. Evidentemente fecero questo ragionamento: ‘Se Gesù fosse al governo, potrebbe risolvere i nostri problemi economici’. Notate ciò che avvenne: “Gesù, sapendo che stavano per venire ad afferrarlo per farlo re, si ritirò”. (Giovanni 6:10-15) Gesù non volle immischiarsi nella politica, nonostante i suoi requisiti.
Successivamente alcuni giudei dalla mentalità politica cercarono di prendere in trappola Gesù su una questione politica, quella delle tasse. Le tasse romane erano troppo alte? Pagando la tassa, un giudeo avrebbe approvato l’uso delle tasse per finanziare le guerre romane? Possiamo imparare qualcosa dalla risposta di Gesù: “Rendete a Cesare le cose di Cesare, ma a Dio le cose di Dio”. (Marco 12:13-17) In contrasto con questo, lo scorso novembre, negli Stati Uniti, 225 vescovi cattolici votarono a favore di una dichiarazione economica di 115 pagine che in parte diceva: “L’ordinamento tributario dovrebbe essere riformato per ridurre l’onere sui poveri. . . . Coloro che hanno risorse finanziarie relativamente più grandi dovrebbero pagare tasse più alte”.
Indipendentemente da quello che possiamo pensare delle tasse, Gesù si mantenne neutrale verso la politica fiscale. I suoi discepoli, come l’apostolo Paolo, fecero altrettanto. (Romani 13:1-7) Rimasero neutrali anche riguardo a un problema sociale così scottante come quello della schiavitù. Potete immaginare quanto sarebbe stato facile per un cristiano, mosso dalla benignità, protestare contro la schiavitù, allo stesso modo in cui ora gli ecclesiastici prendono posizione in questioni come legalizzazione dell’aborto, apartheid, diritti delle donne, ecc. Ma i veri cristiani si mantennero neutrali!
Il prof. E. P. Sanders, dell’Università di Oxford, scrive: “Ora si riconosce pressoché universalmente che non esiste la benché minima prova che ci consenta di pensare che Gesù avesse ambizioni militari o politiche, e lo stesso vale per i discepoli”.
L’esecuzione del giudizio di Dio
Come abbiamo già visto, molti capi giudei pensavano che fosse nei loro migliori interessi immischiarsi coi governanti romani, anche riguardo al processo e all’esecuzione di Gesù il Messia. (Matteo 27:1, 2, 15-31) Descrivendo come la religione influenza l’elemento politico e se ne serve, Rivelazione la paragona a “una donna seduta su una bestia selvaggia”. Non dà questo un’idea di come Dio considera queste ingerenze da parte del clero? — Rivelazione 17:1-5.
Ecco come giudicano la cosa perfino alcuni osservatori umani:
Malachi Martin, uno studioso del Vaticano, ritiene che gli ecclesiastici “che si dedicano a cause politiche e sociali vengono meno al loro ruolo principale: essere rappresentanti di Gesù Cristo”. Egli ha detto: “I vescovi, per esempio, non sono autorizzati a scrivere in merito all’economia o a dire al presidente di non lanciare missili contro l’Europa”.
Cosa accadrà comunque quando gli uomini politici e le persone in generale si stancheranno delle ingerenze del clero? L’anno scorso il periodico Liberty trattò il modo in cui nel quarto secolo l’imperatore Costantino ‘mischiò politica e religione, creando una bestia formata dal binomio “chiesa e stato”’. Della situazione odierna diceva: “Proprio come ai giorni di Costantino, la chiesa si serve dello stato per conseguire i suoi fini”. — Il corsivo è nostro.
La Parola di Dio mostra chiaramente come andrà a finire. Verrà il tempo in cui l’elemento politico si volgerà contro l’impero mondiale della falsa religione, che per tanto tempo si è servito della politica per i propri fini e lo devasterà. Rivelazione 19:2 dice che questa sarà un’espressione del giudizio di Dio.
Si può essere neutrali?
Non potete impedire ai capi religiosi di immischiarsi nella politica. Voi singolarmente però potete sforzarvi di corrispondere alla descrizione che la Bibbia fa dei veri adoratori. Dei suoi discepoli Gesù disse: “Essi non fanno parte del mondo come io non faccio parte del mondo”. Dopo di che disse al governatore Pilato: “Il mio regno non fa parte di questo mondo. Se il mio regno facesse parte di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai giudei”. — Giovanni 17:16; 18:36.
Nel nostro tempo è possibile essere nel mondo, vivere sulla terra come legittimi cittadini di qualche nazione, e tuttavia ‘non fare parte del mondo’, essere neutrali? La storia moderna dei testimoni di Geova risponde di sì. Come richiede la Bibbia, sono cittadini rispettosi della legge eppure neutrali nei confronti delle attività politiche e militari delle molte nazioni in cui vivono.
Il libro The Shaping of American Religion (Lo sviluppo della religione americana) dice: “Pur rifiutando di salutare la bandiera o di partecipare alle insensate guerre fra nazioni condannate, sotto altri aspetti sono cittadini rispettosi della legge. Pochi altri gruppi hanno risolto così nettamente il problema di rimanere ‘nella’ società laica senza fare anche ‘parte di’ essa”. Questo è ciò che hanno fatto in tutta la terra e sotto molti regimi politici. Anche quando sono stati oggetto di forti pressioni per indurli a rinunciare alla loro neutralità, i Testimoni hanno mostrato fedeltà prima di tutto al Regno di Dio.
Lo storico Brian Dunn scrive: “La natura dei testimoni di Geova era incompatibile con il nazismo . . . La più importante delle obiezioni naziste alla setta era l’atteggiamento dei Testimoni verso lo stato e la loro neutralità politica. . . . Questo significava che nessun credente poteva impugnare le armi, votare, rivestire cariche politiche, prendere parte a feste nazionali o compiere alcun gesto di fedeltà”. — The Churches’ Response to the Holocaust (1986).
E continuano a essere neutrali. In un’enciclopedia (The Modern Encyclopedia of Russian and Soviet History, volume XV) leggiamo: “Hitler detestava di cuore i geovisti e ne mise in prigione forse 10.000 . . . Psicologicamente inaccessibili, i Testimoni resisterono ai campi di concentramento tedeschi meglio della maggioranza [degli altri] . . . Il governo sovietico non ha mai consentito ai testimoni di Geova di esistere nella legalità, perché vede nel movimento, ancor più che in altre sette religiose, un’ideologia che mina radicalmente la lealtà dei suoi seguaci verso lo stato. . . . Non partecipano alle elezioni; rifiutano di prestare servizio nelle forze armate; limitano al minimo indispensabile i loro contatti con i mezzi d’informazione ufficiali”.
Il libro Christian Religion in the Soviet Union (1978) aggiunge: “I Testimoni sovietici non cedono alle pressioni esercitate su di loro affinché prestino servizio militare e partecipino alle elezioni e a tutte le altre [attività] politiche” richieste dai cittadini.
Pertanto è possibile imitare la condotta neutrale che Gesù tenne nei confronti delle attività politiche e militari dei governi romano e giudaico. Mantenere oggi questa condotta neutrale servirà di protezione quando Dio eseguirà il suo giudizio avverso contro le ingerenze della religione nella politica.
[Riquadro a pagina 10]
“È ora di eliminare la politica dal pulpito e il pulpito dalla politica. Le autorità religiose hanno ogni diritto alle proprie opinioni secolari, quali che siano. [Ma] si fa un errato uso del pulpito quando lo si usa per cause secolari”. — Langhorne Motley, vicesegretario di Stato americano, giugno 1985.