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Vivere in modo degno del nomeLa Torre di Guardia 1950 | 15 ottobre
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34 L’apostolo Paolo pensava alla perseveranza necessaria per vivere in modo degno del nome quando scriveva che i Cristiani devono avere la pazienza dell’agricoltore. (1 Cor. 3:6) Quivi egli scriveva: “Io ho piantato, Apollo ha annaffiato, ma è Dio che ha fatto crescere”. Come l’agricoltore deve aspettare che la potenza di Dio faccia germogliare e crescere il seme i testimoni di Geova devono piantare, coltivare, annaffiare, vigilare e curare il loro territorio di testimonianza. Devono altresì combattere le zizzanie e le erbacce religiose che il clero getta nelle messi delle persone di buona volontà nel territorio. Mostrando la perseveranza dell’agricoltore nell’intelligente attenzione che dedicano alla loro messe, i testimoni di Geova vivono in modo degno del nome.
35. quando predicheranno essi, e in quale maniera?
35 Ma per vivere in modo degno del nome occorre molto di più della semplice predicazione. È possibile, come disse l’apostolo, predicare ad altri e alla fine essere riprovati. (1 Cor. 9:27) I Cristiani devono vivere la loro fede nella loro vita quotidiana, pronti in ogni momento a lodare e onorare il nome di Dio, in tempo e fuori di tempo. (2 Tim. 4:2) Questo significa che vivendo in modo degno del nome i testimoni di Geova approfitteranno di tutte le opportunità per spiegare al popolo qual è la speranza che è in loro. (1 Piet. 3:15) Essi non staranno zitti quando sarà bene parlare. Naturalmente, non imporranno il messaggio del Regno ad altri senza distinzione. Non saranno rudi. Ma non aspetteranno che sia loro rivolta la parola per avere occasione di rispondere della speranza che è in loro o per parlare ad altri delle promesse del Regno. Saranno cortesi, approfittando delle opportunità per informare gli ascoltatori su ciò che la Bibbia rivela circa il nuovo mondo di giustizia.
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Organizzati per la testimonianza in unitàLa Torre di Guardia 1950 | 15 ottobre
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Organizzati per la testimonianza in unità
1. Deve ciascun testimone operare indipendentemente dagli altri? Oppure come? Perché?
PER vivere conforme al loro nome, i testimoni di Geova sanno che devono operare assieme ad altri della stessa preziosa fede. Insieme essi tutti adempiono Matteo 24:14 predicando l’evangelo in tutto il mondo per una testimonianza a tutte le nazioni. Son uno per tutti e tutti per uno. Ognuno sa che nessuno è al sicuro né può predicare l’evangelo indipendentemente da tutti gli altri suoi fratelli. Lavorando insieme per formare un corpo complesso, vivono in modo degno del nome. Iddio accorda la sua benedizione a questo complesso gruppo di persone sulla terra e lo dirige. Egli tratta col suo popolo come con una società, come trattò Israele nei tempi antichi.
2. Quale unione e quale comune servizio fondamentale li unisce?
2 I testimoni di Geova si associano perciò ai loro fratelli nelle adunanze di congregazione, di circoscrizione, di distretto, e nei grandi congressi internazionali, quando ne è possibile e conveniente la partecipazione. Nell’eseguire la loro opera di predicazione, essi cooperano insieme come un esercito. Geova Dio ha collocato ciascuno nell’organizzazione come gli è piaciuto. In un esercito non tutti possono essere ufficiali, ma il lavoro e il combattimento son per lo più compiuti da soldati semplici. Tutti i testimoni di Geova si rendono conto che la più alta posizione e il più grande compito che si possa avere nell’organizzazione di Dio è quella di ministro, insegnante, predicatore o proclamatore parlando ad altri del regno di Dio. Avendo questa conoscenza e questo sentimento d’uguaglianza di privilegi, i testimoni di Geova son portati all’unità. L’unità e l’armonia di spirito, di mente e d’opera son compiute dalla potenza o spirito di Geova Dio che protegge la sua organizzazione come con un potente riparo.
3. Che cosa devono osservare in quanto alla loro vita e ai loro rapporti privati?
3 Nella loro vita privata e nelle loro relazioni degli uni con gli altri, i testimoni di Geova sanno che la legge di Dio stabilisce molti requisiti ai quali devono attenersi per dimostrare che vivono in modo degno del nome. Devono conservarsi puri da ogni contaminazione col mondo. (Giac. 1:27) Non solo devono mantenersi del tutto separati dagli elementi politici, commerciali e religiosi del “vecchio mondo” ma devono pure astenersi dalle nefande consuetudini di vita del mondo. Devono evitare la specie di condotta personale prevalente nel mondo rispetto alla morale e all’onestà se vogliono conservarsi senza macchia. Essi si serbano puri moralmente e fisicamente. Fanno questo perché sanno che Iddio esige da tutti quelli che portano il messaggio, come suoi vasi, che sian puri. “Purificatevi, voi che portate i vasi dell’Eterno!” (Isa. 52:11) L’apostolo disse: “Tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, che talora, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia riprovato”. — 1 Cor. 9:27.
4. Quali opere non degne del nome evitano essi? Come?
4 Per esser fedeli al loro nome, essi devono osservare l’avvertimento di Paolo, seguendo il suo consiglio di evitare i vizi che derivano dalla concupiscenza della carne. “Or le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni sette, invidie, ubriachezze, gozzoviglie, e altre simili cose; circa le quali io vi prevengo, come anche v’ho già prevenuti, che quelli che fanno tali cose non erederanno il regno di Dio”. (Gal. 5:19-21) Così i testimoni di Geova han rinnovato la loro mente mediante la grazia e l’aiuto di Dio, e hanno scacciato dal pensiero i metodi e le consuetudini personali del malvagio, empio mondo.
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